Impressionismo, arts and craft, espressionismo

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

Voto:

1.5 (2)
Download:887
Data:06.04.2007
Numero di pagine:25
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
impressionismo-arts-and-craft-espressionismo_1.zip (Dimensione: 29.17 Kb)
trucheck.it_impressionismo,-arts-and-craft,-espressionismo.doc     95 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

IMPRESSIONISMO

Attorno al 1870 prende forma un movimento artistico che pur non avendo un manifesto, è costituito da una serie di artisti assolutamente contrari all’insegnamento accademico. Un sentore di rinnovamento lo avevano già avuto vent’anni prima e si protrarrà oltre l’ottava e ultima mostra del gruppo, fino al 1906 con la morte di Cezanne. Questo movimento deve molto al Romanticismo, perché, come i romantici:
1)negano il valore del soggetto
2) importanza della pittura del paesaggio
3) il mito che si crea attorno alla figura dell’artista che si ribella.
CARATTERISTICHE:
-importanza del colore, che caratterizzerà tutta la pittura impressionista.
- riscoperta della soggettività: l’artista dà importanza a ciò che vede e no a quello che sa di ciò che si vede. Non si parla più di arte di concetto, ma di ARTE DI PERCEZIONE.
- influenza della scuola di Barbizon:agli impressionisti importa molto la pittura paesaggistica.
- influenza di Courbet: per la pittura di paesaggi e quella in serie;inoltre anche per l’uso della spatola per dipingere.
- influenza della pittura orientale: attorno al 1860 inizia a svilupparsi la moda dell’esotico; viene aperto anche un negozio a Parigi che vende oggetti e stampe orientali. Gli impressionisti amano molto le stampe giapponesi e le collezionano. Ciò che interessa è il taglio particolare dato alle stampe→scorci originali che i giapponesi danno alle opere; inoltre l’uso di colori molto forti- i pittori fin ’ora usavano ancora colori troppo spenti rispetto a quelli reali. Dalle stampe giapponesi deriva anche l’idea di rappresentare donne alla toilette (Degas)
- influenza di pittori del passato: era tipico di questi artisti andare al Louvre per studiare gli artisti del passato- a parte Monet che non lo fa-
MANET: al Louvre si interessa di Tiziano, Rembrant, Tintoretto e Velasquez(influenza di pittori spagnoli). Ad esempio nel “ritratto di Emile Zola”, suo grande amico, compaiono i gusti di Manet: sulla parete di fondo c’è un quadro con un lottatore di sumo giapponese e c’è anche una riproduzione di una sua opera, “Olympia”.
RENOIR:ama molto la pittura francese del ‘700, soprattutto Watteau→le sue figure sono quasi evanescenti, immerse in un’ atmosfera densa- questa diventerà anche la caratteristica tipica di Renoir, lui infatti non è il tipico pittore impressionista- la pennellata è meno materica, i contorni meno sfumati.
DEGAS: ama Delacroix e la pittura italiana del Rinascimento→a casa sua c’è un’opera del Mantenga del ‘400; ama anche Poussin per il paesaggio classico. Gli piace anche Ingres.
MONET:a lui non piace andare al Louvre e neanche copiare opere di altri artisti.

Questi pittori devono molto alle conquiste della scienza e della tecnica:
- Nel 1839 e 1864 Chevreul ( chimico francese ) ha scritto due testi relativi ad uno studio dei colori, dei contrasti cromatici, all’uso dei colori nell’industria; questi testi sono stati particolarmente utili agli impressionisti per due motivi:
1)Perchè da ora inizieranno ad utilizzare solo i colori dello spettro solare, e solo quelli puri , accostandoli direttamente sulla tela → grazie all’ accostamento di colori puri, il nostro occhio fa la sintesi e vede il colore finale; però questa scomposizione del colore non la fanno sempre, non è una regola rigorosa, mentre ad esempio i puntinisti (impressionismo scientifico) la adotteranno come regola rigorosa: fanno una scomposizione assoluta del colore mentre per gli impressionisti è una cosa più spontanea. Gli impressionisti, seguendo questa regola non dovrebbero neppure usare il bianco e il nero. Monet, ad esempio, per fare il nero accosta un blu profondo ad un rosso violaceo nel quadro “ la gare de Saint Lorane”.
2) Chevreul fa una distinzione tra il colore locale (quello dell’oggetto) e quello della luce. Gli impressionisti non usano mai il colore locale, ma quello che hanno gli oggetti a seconda della luce che incide su quell’ oggetto e degli altri oggetti che lo circondano. Ad esempio la neve non viene mai dipinta di bianco, ma ha diversi colori a seconda dell’ora del giorno e della luce.
- Anche la fotografia incide sull’opera di questi pittori. Daguerre inventa la prima macchina fotografica nel 1839 e inizia subito a prendere piede; si inizia così a mettere in discussione il valore delle rappresentazioni accademiche, che insegnavano a realizzare rappresentazioni fedeli. La fotografia contribuisce alla diffusione delle opere d’arte, perché più fedele delle stampe → si crea un commercio. Molti impressionisti usano la macchina fotografica; ad esempio Monet si fa costruire nella sua villa a Giverny una camera oscura. Anche Degas utilizza la macchina fotografica: fotografa una serie di figure che gli interessano e poi le dipinge ( la foto è più economica di una modella).
- In questo periodo inizia anche la moda del nudo artistico: foto fatte a queste donne che poi vengono comprate dai pittori che le dipingono.
- altro elemento che influenza questi artisti è il tempo, che diventa un’entità sempre più misurabile: si diffonde infatti l’orologio, la vita diventa scandita da esso. Sia gli scienziati che gli artisti vogliono bloccare il trascorrere del tempo in immagini statiche, gli scienziati con la fotografia e poi col cinematografo, gli artisti rappresentando lo stesso soggetto in vari momenti, in serie. La serie non è prerogativa degli impressionisti, lo facevano già Constable, Turner e Courbet.
Manet meglio rappresenta questa tendenza: ad esempio realizza 50 cattedrali di Rouen al variare del tempo, del momento e della sensibilità dell’artista in quel momento (soggettività).
- Ultimo contributo della scienza è la scoperta dei colori inorganici, come ad esempio il blu cobalto chiaro, l’azzurro cielo, il giallo e arancio cadmio, il verde veronese ( brillante). Questi colori si conservano in tubetti di stagno → è più facile portarli in giro e dipingere an plain air . anche per gli acquerelli c’è un cambiamento, infatti, alla gomma arabica per tenere uniti i pigmenti, si sostituisce la cera d’api;inoltre ora vengono conservati in vaschette di un materiale simile alla plastica, più facile da trasportare. Anche i pennelli vengono perfezionati: si introduce l’uso delle boccole: anelli di metallo stretti con le pinze, che tengono stretti i peli al supporto di legno( prima venivano bloccati con una corda): in questo modo le pennellate possono essere più energiche.

SOGGETTI E TEMI

Gli impressionisti devono molto ai naturalisti, perché sono i primi a proporre temi di attualità. Però, mentre i pittori naturalisti tendono a rappresentare il popolo, gli impressionisti rivolgono l’attenzione ai borghesi. Boudelaire diceva che bastava guardarsi attorno per trovare spunti. Il primo a seguire questa tendenza è Manet, che nel 1863 rappresenta due opere. “ la colazione sull’erba” e “Olympia”.
“COLAZIONE SULL’ERBA”
Esposto al Salon de refusès, istituito da Napoleone III, che dava spazio agli artisti rifiutati dal Salon. Considerato assolutamente immorale, scandaloso. Non è tanto la tecnica che scandalizza, quanto il rappresentare quattro personaggi fra cui due donne, una nuda e una seminuda, e due uomini moderni che tranquillamente conversano in mezzo ad un prato. Alla critica disturba il fatto che la donna nuda non abbia alcuna affinità con divinità o allegorie e pensa che probabilmente sia una prostituta che tranquillamente conversa; disturba anche il fatto che senza vergogna guardi l’osservatore. Manet aveva detto che voleva ispirarsi al “concerto campestre” del Giorgione che si trovava al Louvre; però più che a quest’ ultimo si ispira al “giudizio di Paride” di Raffaello, che ha avuto occasione di ammirare attraverso un’ incisione di Marcantonio Raimondi. TECNICA: non ci sono sfumature, i colori sono giustapposti: accosta i colori che per contrasto danno evidenza alle cose. In primo piano c’è una natura morta naturale: un cappello e l’abito della donna e il cestino della colazione dal quale fuoriescono frutti e pane (potrebbe essere un quadro a se stante questo pezzo); le figure sono inserite in un boschetto i cui alberi sono resi come quelli dei pittori di Barbizòn→ descrizione sommaria del paesaggio. Ci sono tre coni luminosi che vengono dal fondo: dal centro (dove la luce è più intensa), da sinistra e da destra – c’è anche una luce frontale.

“OLYMPIA”
Esposta nel 1865 sempre al Salon de Refuses. Anche questa desta scandalo. Manet rappresenta una donna nuda che potrebbe ricordare “la venere di Urbino” di Tiziano o “la Maya desnuda” di Goya come posizione. La donna è una prostituta, anche perché il nome stesso era molto in uso presso le prostitute di alto borgo. Il quadro è criticato per tutto ciò che rappresenta e anche per come è rappresentata la donna. Lei è adagiata sul letto, ha una pelle molto chiara che non contrasta molto col chiarore del lenzuolo bianco, ne tanto meno con lo scialle che è tra lei e il lenzuolo, mentre contrasta col verdone scuro dello sfondo. Dietro la donna c’è una serva nera vestita di rosa pallido
-contrasto- che tiene in mano un mazzo di fiori variamente colorato. Ai piedi del letto c’è un gatto nero. I pittori impressionisti tendono a non usare il nero e il bianco. Manet usa un nero-vellutato per evidenziare il contorno della figura in alcune parti e per rendere il chiaro-scuro.

IL NUDO

Oltre a Manet anche Degas negli anni ’80 realizza una serie di disegni a pastello di donne nude alla toletta, molto lontani dalla forma tipica strutturata→ Degas è un impressionista anomalo, lui non dipinge an plain air, preferisce guardare le cose e fidarsi della sua memoria, perché secondo lui la memoria trattiene solo le cose più importanti. Ma avendo avuto un insegnamento accademico rimane legato al disegno→ Degas parte sempre dal disegno e poi colora : le sue figure appaiono molto solide rispetto agli altri impressionisti. Però in questa serie di disegni appaiono più immediate, danno l’idea di uno schizzo e anche il fatto di utilizzare il pastello rende la figura meno definita ( anticipa alcune soluzioni dell’espressionismo).
Altro artista che a,a molto il nudo è Renoir: a seconda del periodo in cui realizza queste opere cambiano stilisticamente; ad esempio in “ bagnante col grifoncino” ha uno stile più classico→ è degli anni ’70, ed è molto diverso dal “ nudo al sole” del 1875, dove si vedono le macchie di luce sul corpo della donna. STILE: il colore evanescente annulla la linea di contorno e rende il quadro evanescente. La pennellata non è materia, ma leggera. Usa sempre colori dominanti come il violetto o l’azzurrino, con cui uniforma il quadro→ l’atmosfera acquista densità.
A partire dagli anni 80 dipinge una serie di “ bagnanti” in cui recupera la corporeità dei nudi rinascimentali (formosità della figura femminile) : colori più netti, la figura perde evanescenza : è già il superamento dell’ impressionismo.

IL RITRATTO

Tema ricorrente nella pittura impressionista. Uno dei più importanti artisti in questo campo è Degas.
Attorno agli anni ‘60 realizza “ la famiglia Benelli” : è una famiglia fiorentina imparentata con lui; fa anche una interpretazione psicologica dei personaggi→ realismo fisico e psicologico: gli sguardi mostrano il legame che c’è tra loro.

VITA QUOTIDIANA

E’ la vita all’interno dei caffé e dei bar molto frequentati dagli artisti impressionisti.
“L’ASSENZIO” - Degas
Quadro più famoso di questo genere. L’inquadratura ha un taglio particolare dato dalla disposizione dei tavolini, seguendo i quali arriviamo ai personaggi → taglio particolare da attribuirsi alle stampe giapponesi. Degas ha messo in posa due amici, una modella e un incisore: non è una scena reale, ma costruita. Il quadro è intitolato assenzio perché i due personaggi hanno davanti a loro due bicchieri con l’assenzio; lei ha già lo sguardo perso, è fatta, così come il vicino, che ha gli occhi rossi. Degas ci mostra l’effetto dell’alcool → pur essendo vicini i due sono completamente estranei per effetto dell’alcool. Dietro i due c’è uno specchio in cui si riflettono le ombre(i personaggi) e la tenda del locale, però non è lo specchio tipico rappresentato dagli impressionisti, che allarga lo spazio; qui non è così.
Sempre riguardo alla quotidianità, ci sono molte rappresentazioni di vie parigine affollate, boulevards pieni di vita, dipinti da vari artisti.
“MOULIN DE LA GAUETT” - Renoir
Rappresentazione di un luogo di ritrovo. Ce ne sono due versioni, di cui una è al museo d’ Orsè.
Raffigura il ritrovo dei parigini la domenica→ contrasto luce-ombra, dovuto al fatto che questo locale ha degli alberi da cui filtra luce.
Renoir è un artista gioioso, nonostante sia povero e non compreso, ma dipinge perché gli da gioia farlo→ serenità nei volti dei personaggi, che sono molto rilassati, come in “ la colazione dei canottieri”.
- gli impressionisti rappresentano anche luoghi come il teatro, luogo tipico d’intrattenimento. Più di tutti Degas si interessa a questo luogo: realizza la serie delle ballerine nei momenti delle prove: “la classe di danza”, “lezioni di danza”, “ scuola di danza” , “l’etoille”→ le realizza sia con colori ad olio che con i pastelli (inizia ad usare i pastelli quando il suo problema agli occhi si aggrava: infatti il pastello costringe a usare il supporto più vicino, così lui riusciva a vedere meglio. Ad un certo punto userà un paio di occhiali scuri che coprivano un occhio e l’altro aveva solo una fessura da cui vedere). Quando usa il pastello realizza queste figure in serie e ogni serie ha un colore predominante, es.: “ballerine in blu” . “ballerine in rosa” .il fatto che sia un impressionista anomalo si vede ad esempio nella “ creazione di danza”: lui parte dal disegno sempre, in più guardando questo quadro ai raggi x si vede che Degas aveva cambiato idea : cambia la disposizione: è il primo impressionista che cambia idea: cambia disegno mentre dipinge.

PAESAGGIO DI CAMPAGNA

Gli artisti rappresentano i dintorni di Parigi, ma anche le coste dell’Atlantico→ facilitati dalla costruzione della ferrovia, che permette ai pittori di raggiungere questi posti marini in breve tempo. L’ acqua è l’elemento che più amano gli impressionisti perché possono fare giochi di luce.

TECNICA
arte di percezione: dipingono attraverso macchie di colore; come diceva Cezanne : “ l’opera è una superficie piana sulla quale vengono posti colori, distribuiti in un certo modo” inizialmente la visione di questi quadri sconvolge: tutti vedono solo delle macchie informi e non distinguono il soggetto. In effetti, l’arte impressionista non è uno stato, ma un evento, ed è un’arte in fieri, cioè: guardando un’ opera del 500-600 sembra che nulla debba cambiare, mentre guardando un quadro impressionista sembra che debba muoversi→ idea di cambiamento repentino: gli impressionisti cercano di cogliere l’attimo prima del suo trascorrere, la luce prima del suo cambiamento e il gesto prima che diventi posa. Come ci riescono:
1) attraverso il tipo di pennellata: materia, sempre ben visibile;
2) con i colori giustapposti, puri;
3) usando i colori dello spettro solare
→ dipingono an plain air, che è l’unico modo per cogliere l’attimo.
Questo modo di dipingere subito non piacque, erano molto derisi, perché il pubblico sentiva la mancanza di uno schema di base.
La prima esposizione di questi artisti avviene presso lo studio privato del fotografo Nadar, nel 1874, l’anno in cui il gruppo prende il nome di impressionisti→ il nome viene dato in quest’occasione da un giornalista, che guardando il quadro “impression soleil levant” di Monet, conia questo termine con un significato negativo,però al gruppo piacque. A questa prima mostra parteciparono Manet, Monet, Renoir, Cezanne, Sisley, Berte Morisot, Mery Cassat e Degas. Non tutti parteciperanno a tutte le mostre. E’ Manet che da l’imput a questi artisti, e viene allo stesso tempo influenzato da loro, diventando impressionista. Il gruppo si ritrova a parlare e discutere al Cafè Guerbois e al Cafè le Nouvelle Athène ( locale rappresentato ne “l’assenzio” da Degas).

VAN GOGH

Nel primo periodo Van Gogh non riesce a star fermo in un posto solo e viaggia. Inizia a meditare di dedicarsi all’arte; lavora presso una galleria d’arte fino circa a 20 anni, poi però inizia a realizzare schizzi di persone e luoghi. Uno dei primi schizzi riguarda ciò che vede dalla finestra di casa sua a Londra, per descrivere al fratello Teo la sua vita a Londra. Nelle lettere che manda al fratello, anche in seguito descriverà sempre i quadri che sta facendo e ne farà anche degli schizzi. Più che il paesaggio, all’inizio ama molto dipingere i derelitti,gente di umili origini che conducono una vita molto misera. Ha occasione di incontrare queste persone, soprattutto minatori e tessitori, quando si reca in Belgio a fare l’evangelizzatore, come il padre. Van Gogh si sente molto vicino alle persone che soffrono perché vede in loro la figura di Dio.

“ I MANGIATORI DI PATATE” - 1885
Quadro più importante. Prima di realizzarlo fa uno studio sulle immagini dei contadini(realizza tanti quadri). Van Gogh dice che “la mano di un contadino è più bella dell’ apollo del Belvedere”.
Contestualizza la scena in una stanza di una casa di contadini; attorno ad un tavolo dipinge 5 persone intente a mangiare ciò che le loro mani hanno prodotto(patate). L’ambiente cupo è rischiarato solo da un lume centrale che emana una luce fioca e illumina solo parte dei volti dei personaggi, lasciando il resto in ombra. Dal soffitto pendono salumi appesi ad essiccare. La donna di destra sta versando del caffé nelle tazzine( il pranzo è quasi finito). I volti sono quasi deformati: Van Gogh accentua molto le espressioni del volto, facendoli sembrare quasi delle caricature (prerogativa del primo periodo di Van Gogh) perché vuole evidenziare la rudezza di queste persone. Inoltre i contadini indossano gli abiti quotidiani, perché ritiene che un contadino sia più bello con gli abiti da lavoro che con quelli della festa. Vuole sottolineare l’atmosfera della casa, come se sentissimo gli odori tipici della cucina di questi contadini. Quando racconta quest’opera al fratello per lettera, si augura che il quadro venga incorniciato con una cornice dorata, perché darebbe maggior luce al quadro, in modo tale che tra la luce del lume e quella della cornice ci sia continuità. Prima di realizzare quest’opera aveva ospitato a casa sua una prostituta incinta, con un figlio, col vaiolo e che era un’ubriacona; si chiamava Sien, lui la ospita per il suo amore verso il prossimo, ma anche perché in questo modo ha sempre a disposizione una modella che non gli costa nulla, visto che aveva problemi di soldi.
A Parigi, della pittura impressionista gli interessa il colore, che lo colpisce, anche se lui non lo userà mai in senso naturalistico, ma in senso espressivo(anticipa l’espressionismo). Però rimane deluso, perché pensava di trovare la Parigi pre - impressionista, in quanto ama il naturalismo di Courbet, Doumier e Millet, e sperava di trovare quell’ambiente. Non gli piacciono gli impressionisti come uomini, anche se li apprezza come pittori. Vorrebbe poter lavorare con qualcuno per condividere le impressioni, ma è sempre isolato, e questo sarà uno dei motivi della sua pazzia ( Van Gogh ha bisogno di contatto umano, di amore). Resta a Parigi per due anni e all’inizio dell’ ’88 se ne va: prende il treno, non ha una meta precisa; arriva al sud e scende ad Arles, una regione incontaminata, molto solare e calda -ciò che lui cerca- . si ferma qui con l’intenzione di cercare uno “studio del mezzogiorno”, in cui possa lavorare con altre persone→cerca una casa abbastanza grande; pensa subito a Bernard e a Gauguin come amici da ospitare e quando trova la casa –la famosa “casa gialla”- chiede a questi amici di andare da lui. Per Gauguin predispone una stanza gialla, piena di quadri di girasoli→ per Van Gogh il girasole rappresenta la luce. In questa casa, inizialmente, realizza i quadri più sereni della sua vita. Prende da Gauguin la linea di contorno scura. Van Gogh e Gauguin sono due personalità forti e la loro amicizia finisce male. Ad un certo punto V. si farà ricoverare in un manicomio, ma continuerà a dipingere, perché per lui è un modo per sentirsi libero; dipinge ciò che vede, cioè gli ambienti dell’ospedale.
La pennellata si modifica in relazione al periodo in cui dipinge, ma anche in relazione a ciò che rappresenta. Nell’ultimo periodo è più tormentato e ciò si riflette anche nella pittura. Realizza anche molti autoritratti. Inoltre si fa inviare dal fratello delle opere di Millet che copia.
Cipressi → li ama moltissimo, perché gli ricordano gli obelischi egizi. V. dice che sono molto difficili da dipingere, soprattutto il verde particolare, che è la nota di colore più difficile da realizzare. Anche gli ulivi gli piacciono, perché il tronco è tormentato come la vita umana. Nel maggio 1890 decide di andarsene e si ferma tre giorni a Parigi da fratello, per vedere il nipote, che si chiama come lui. Poi va ad Auvers Sur Oise, dove conosce il dottor Gachet, che è anche un pittore dilettante. Qui realizza:
“LA CHIESA DI AUVERS”
Nonostante rappresenti un’architettura, risulta deformata, senza righe dritte, dovuta alla deformazione interiore di V.
“CAMPO DI GRANO CON CORVI”
È la sua ultima opera. È quasi un’opera premonitrice, perché, pur utilizzando colori vivaci e accesi –giallo, azzurro e verde- trasmette un senso di solitudine incredibile: in mezzo al grano si aprono tre strade, che sembrano non portare a nulla; il cielo è azzurro, solcato da nuvole minacciose, nere, che sembrano un presagio di lutto e annunciano la tempesta. Colpisce molto la violenza con la quale dipinge: le pennellate sembrano colpi di frusta; il quadro è molto materico, inoltre dal grano si alzano dei corvi neri, presagio negativo.

Dopo questo quadro si suicida; si spara al cuore e rimane due giorni in agonia. Appena saputa la notizia il fratello impazzisce e 6 mesi dopo muore.
Van Gogh realizza 800 quadri ad olio e altrettanti disegni.

GAUGUIN

Colore: dev’essere armonioso, deve avere la stessa armonia della musica,dev’essere musicale, perché “la pittura è come la musica, agisce sull’anima attraverso i sensi”. La madre di G. è di origine peruviana, e questo incide sulla sua opera, soprattutto su quella scultorea, es.: realizza un boccale con scolpito il suo ritratto simile ai reperti peruviani.
Mentre per Van Gogh la visione pittorica doveva essere reale, G. punta molto sull’immaginazione e sulla memoria e nei suoi quadri si vede il contrasto tra il piano della realtà e quello dell’immaginazione. G. inizia a dipingere alla maniera impressionista,ma poi si caratterizza; anche se ha un tratto diverso, lui dipinge a piccole pennellate inclinate e divise→ effetto zebrato – fitto tratteggio con pennelli di martora. G. ama viaggiare – per 5 anni si imbarca su una nave e gira il mondo. In lui rimarrà sempre l’amore per l’esotismo. Compie un primo viaggio in Martinica (nelle Antille), poi va in Tahiti - Polinesia e nelle isole Marchesi, dove morirà. Nel primo viaggio a Martinica, nel 1887 inizia ad usare la linea di contorno più decisa, netta e i colori subiscono una trasformazione, diventando più vivaci→ viola, porpora e un’infinita gradazione di verdi. Al rientro dalla Martinica, torna in Bretagna, a Pont Aven, dove sta a contatto coi pittori sintetisti (tra cui Bernard): semplifica ancora di più le sue forme.

“LA VISIONE DOPO IL SERMONE”
Quadro più significativo del completo cambiamento stilistico.
È diviso in due parti: a sinistra c’è il piano reale, a destra quello immaginario→esaltazione della memoria e dell’immaginazione. Sul lato destro G. visualizza ciò che il prete aveva predicato: la lotta fra Giacobbe e l’angelo. Colore: il rosso è il prato→non reale. Le donne bretoni guardano la scena – il copricapo è molto stilizzato e sembra una decorazione – la trasformazione di elementi reali a elementi decorativi è tipica di G. . i due piani sono separati da un tronco d’albero che segna la diagonale del quadro e che ci dimostra l’amore di G. per l’arte giapponese.

I suoi riferimenti sono:
1) la pittura giapponese, che si vede anche nella linea di contorno decisa e nella campitura del colore piatta.
2) I calvari bretoni: figure di cristo, pietà, ecc… che si trovano in Bretagna, non solo nelle chiese ma anche sulle strade: sono sculture di legno sintetiche(non curate)
3)le vetrate gotiche per la linea di contorno decisa e la colorazione piatta e brillante.
4) gli smalti cloissonèe.
Quando torna dalla Polinesia non riesce a vendere in Francia i quadri che aveva realizzato, così torna in Polinesia, tenta di suicidarsi dopo aver saputo della morte di una delle sue figlie ma non ci riesce. Prima però realizza un quadro simile ad un fregio:
“CHI SIAMO, DOVE ANDIAMO, DA DOVE VENIAMO”
è stretto e lungo con gli angoli in alto dipinti di un giallo dorato per dare l’idea di un fregio scrostato (il dorato sarebbe il colore del muro9. in questi due angoli scrive il titolo dell’opera, la firma, e la data di esecuzione.
È un fregio, dove dominano i toni del verde, blu e ocra; il quadro va letto da destra a sinistra; G. ci descrive le tre età dell’uomo: nascita→bambino piccolo che dorme a destra in primo piano, maturità→ personaggi intermedi, vecchiaia→ donna anziana,ultimo personaggio a sinistra. Vicino al bambino ci sonore figure sedute, di cui una ci volta le spalle;dietro le altre due figure voltate verso di noi ci sono altre due donne con abiti porpora, che stanno camminando e conversando: potrebbero essere queste due figure che si pongono le domande del titolo. Davanti a loro c’è un uomo con proporzioni inusuali –ha la schiena sproporzionata- che sta guardando le due donne e si mette una mano nella testa come scandalizzato da ciò che le donne dicono, perché osano pensare al loro destino. Davanti a questo, un’altra donna, colorata di ocra sta cogliendo dei frutti - può avere due significati: 1)la persona coglie i frutti della vita perché è giovane, 2)a questi selvaggi basta alzare un braccio per mangiare→basta poco per sopravvivere. Seduto,c’è un fanciullo che mangia un pomo, vicino a lui due gatti e dietro di lui una capra. Dietro c’è un idolo azzurrognolo con le braccia alzate e sembra indicare l’aldilà. Davanti all’idolo una fanciulla seduta, e di fianco l’anziana donna che con le man si tiene la test, immersa nei suoi pensieri; ai suoi piedi c’è un uccello bianco che ha tra gli artigli una lucertola→secondo G. l’uccello rappresenta la vanità delle parole.
La natura è molto stilizzata, forma degli arabeschi, ha una funzione decorativa.

PAUL CEZANNE’

Ha una prima fase romantica, in cui usa colori molto cupi, è violento, capriccioso, rozzo, appassionato, però ha un particolare impeto pittorico e una certa fantasia e in questa prima fase anticipa alcune tendenze espressioniste. Poi, quando entra in contatto con gli impressionisti la sua tavolozza si schiarisce. Come Gauguin il suo riferimento è Pizarrò, perché lo indirizza alla pittura an plain air. Però Pizarrò non gli fa fare sedute molto lunghe all’aperto, perché la pittura dev’essere meno immediata rispetto agli impressionisti→ è il motivo per cui i quadri di C. hanno una maggior solidità. C. espone con gli impressionisti alla prima mostra del 1874, poi alla seconda mostra del ’77 e poi si stacca, perché dice di voler fare un’arte duratura, da museo; considera troppo fragile la pittura impressionista. In effetti in tutti i suoi quadri vediamo la solidità delle forme che manca all’ impressionismo. La sua tavolozza: C. usa 6 rossi, 5 gialli,3 blu, 3 verdi e 1 nero; la tavolozza è più ricca di quella degli impressionisti. C. ha un amico geologo che gli spiega i segreti della terra: C. vuole conoscere prima di dipingere. C. dice: “fare Poussin sulla natura”, cioè cerca di ricreare nei paesaggi lo stesso equilibrio e armonia che trova in Poussin, solo che l’armonia di Poussin era più studiata. Altra frase di C. è: “ trattare la natura attraverso il cono, il cilindro, la sfera, il tutto messo in prospettiva, sicché ogni lato dell’oggetto concorra verso un punto di fuga centrale”. In effetti l’opera di C. nell’ultimo periodo è molto vicina al cubismo. C. tende ad usare una linea d’orizzonte molto alta. I suoi paesaggi non sono affatto popolati: possono esserci dei sentieri che non portano a nulla, strade sbarrate → ci invita a guardare il quadro ma non ad entrarci. Anche nei ritratti e negli autoritratti si vede questo distacco- non vuole che capiamo cosa lui provi, è freddo e distaccato sotto ogni aspetto.
Nature morte: le composizioni che rappresenta sono particolarmente studiate: le compone apposta per dipingerle, in più sono rappresentate in modo tale che non ci sia un unico punto di vista, ma per rendere al meglio gli oggetti usa più punti di vista – anticipa il cubismo- . le linee orizzontali sono molto spesso interrotte, ad esempio con una tovaglia, e sono in posizioni sfalsate: ciò è voluto→ accentua queste distorsioni proprio per rappresentare l’energia delle cose; a volte anche il colore va fuori del contorno, deborda. Per dare l’idea della profondità e dello spazio inserisce linee verticali o linee orizzontali per dilatare lo spazio.
“ I GIOCATORI DI CARTE”
Ne fa tre versioni diverse. Analizziamo quella del museo d’Orsay.
Due giocatori, uno di fronte all’altro. Quello di sinistra da l’impressione di essere esperto rispetto a quello di destra, che è più pensieroso. Il giocatore di sinistra ha la schiena dritta e la appoggia sullo schienale inclinato;il giocatore a destra ha la schiena ricurva e si appoggia al tavolo per contrapposizione. Sin: ha un cappello a cilindro rigido; dex: ha il cappello floscio con la tesa rialzata. Sin: fuma la pipa, ha le braccia parallele e sono più distanti dal primo piano; dex: braccia convergenti più vicine al primo piano. Carte: illuminate quelle di sinistra→ bianche; in ombra quelle di destra→grigie. La scena si svolge in un bar. Dietro la persona di destra ci sono delle linee verticali: è il rivestimento delle pareti. Dietro quello a sinistra ci sono linee orizzontali e sopra il rivestimento di legno c’è uno specchio che però non rimanda luce. Il colore è a chiasmo: sin: giacca violacea e pantaloni ocra; dex: giacca ocra e pantaloni violacei.

A differenza degli impressionisti, Cezanne non usa il colore della luce, ma quello locale; sembra che la luce parta dall’interno dell’oggetto e contribuisca al volume della figura. Tra l’ ‘800 e il ‘900 realizza una serie di quadri che rappresentano delle bagnanti: il suo intento è di raffigurare l’armonia (la fusione) tra l’uomo e la natura, non le bagnanti intente in atteggiamenti vari. Questi sono tra i quadri con dimensioni maggiori, circa 2.5m x 2m
“LE GRANDI BAGNANTI”
Schema triangolare ribadito sia dalla posizione degli alberi dietro che dai due gruppi di figure in primo piano (simmetria). Le figure nelle loro posizioni segnano il movimento degli alberi dietro. Lo schema triangolare è ripetuto ribaltato dallo specchio d’acqua ( triangolo formato dal lago e dalle braccia. Già in quest’opera si nota una particolare scomposizione della superficie colorata, secondo una struttura a mosaico (vicinanza al cubismo) – destrutturazione della forma. Figure sempre più astratte.

ARTS AND CRAFTS

Movimento che nasce in Inghilterra nella seconda metà del 19° sec. È un movimento per la riforma delle arti applicate. Dalla rivoluzione industriale, l’industria ha soffocato gli artigiani→ le opere di artigianato sono solo di altissimo livello e quindi molto costose, mentre il prodotto industriale è a livello qualitativo - estetico scadente. William Morris, è un artista inglese che vuole ridar vita ad un’arte per il popolo, riqualificando anche il lavoro dell’operaio, che svolgeva un lavoro alienante e non era soddisfatto. Morris voleva che l’operaio potesse produrre oggetti utili e belli. Negli anni 60 fonda una ditta per risolvere questi problemi, solo che si rende conto che gli oggetti, essendo di qualità, si rivolgono di nuovo ad una stretta cerchia di persone: troppo costosi per la media e piccola borghesia. Nel 1888 fonda la “arts and crafts exibition society”, ditta che vuole conciliare il lavoro industriale con l’arte, limitando i costi degli oggetti, non a discapito della qualità. Questa ditta interessa soprattutto le arti minori, l’artigianato→ si producono: carte da parati, libri miniati, oggetti in ceramica e vetro; è in questo periodo che nasce il manifesto di questo movimento. Tutto ciò che viene fatto ha in comune il forte decorativismo, una linea di contorno molto sinuosa, la ripetitività dei motivi ( zoomorfi o floreali) e l’arricciarsi di tralci e foglie. Questi elementi sono riproposti nell’Art Nouveau, nel periodo della belle epòche.

ART NOUVEAU

A seconda del paese in cui si sviluppa ha nomi diversi. In Francia si chiama -Art Nouveau, in Italia e in Inghilterra -Liberty: il nome deriva da una ditta inglese. In Germania si chiama -Jugend Still, in Austria -Secessione,in Belgio – Stile Horta ( dal nome di un architetto) e in Spagna –Modernismo.
Le linee sono morbide e sinuose, gli elementi decorativi derivano dalla natura e vengono rivisitati. Il movimento parte sempre dalle arti minori, per poi estendersi a quelle maggiori. Anche i materiali cambiano: vetro, ferro battuto, ghisa. In architettura le strutture diventano decorazione. Anche la moda ne risente molto: rinnovo dei tessuti, che diventano più morbidi e le linee dell’abbigliamento femminile si modificano, la linea è più avvolgente e oltre alla morbidezza del tessuto, rende anche la sinuosità del corpo. L’ispirazione viene dalle KORE greche.
La secessione viennese reagisce all’ecletticismo e allo stoicismo che domina la cultura, che aveva stancato gli artisti austriaci→ si forma la “secessione” viennese per contrastare questi due movimenti considerati falsi e innaturali. Klimt viene eletto capo della secessione. A Vienna viene costruito da Olbrich (architetto emergente) il padiglione della secessione, un edificio quasi manifesto di questa associazione: è un palazzo espositivo di struttura squadrata, lineare, le uniche decorazioni sono sopra il portale d’ingresso, dove ci sono le tre gorgoni→ sono fregi realizzati da Klimt; il fregio percorre la parte superiore dell’edificio, nelle facciate laterali ci sono altre decorazioni (es. civette- uccelli sacri di Atena) e decori zoomorfi che però non appesantiscono l’insieme. Poi c’è una cupola, quasi sferica, traforata in rame e rivestita in lamine dorate, con motivi zoomorfi. La novità si trova all’interno: lo spazio è concepito in modo moderno→ non c’è una divisione netta e fissa dello spazio, ma può essere modificato con muri provvisori, a seconda dell’esigenza espositiva. Anche il modo di esporre i quadri cambia: fin ’ora il modello era quello del Salon ( un insieme di quadri uno sull’altro a coprire tutte le pareti, senza ordine logico). Da ora i quadri sono esposti ad altezza d’ occhio e ordinati per autori.

KLIMT

Da l’avvio al periodo d’oro: “la Giuditta”; ne realizza due, la prima apre il ciclo delle opere più importanti, l’ altra lo chiude.
“GIUDITTA” 1
In occasione dell’ assedio degli assiri, Giuditta, ebrea, fa innamorare di se il generale Olofenne e, approfittando di un momento in cui lui era ubriaco gli taglia la testa e la porta in città. Gli assiri entrano in confusione e vengono sconfitti. Klimt ci vuole mostrare il tema della seduttrice crudele che porta alla rovina e poi alla morte il suo amante (tema anche letterario). Caratteristiche: contrasto fra la figura e il fondo→ la figura è realistica, naturalistica;il fondo è piatto, domina il colore oro ed è rappresentato un rilievo assiro che ornava il palazzo di Ninive- il rilievo è stilizzato, ci sono alberi e elementi naturali realizzati con lamina d’oro. L’oro è ripreso nel gioiello di Giuditta. Un collier molto alto, che separa nettamente la testa dal corpo- sembra una decapitazione da gioiello (lei ha tagliato la testa all’amante). Il collier è un gioiello tipico dell’art Nouveau. Come una gemma incastonata in questo fondo d’oro c’è la testa di Giuditta: il volto è molto sensuale, dato anche dagli occhi socchiusi e le labbra dischiuse- la classica femme fatale (Klimt rappresenta sempre i due aspetti della donna, l’angelo e la tentatrice). Giuditta ha una grande massa di capelli corvini; l’abito è un velo che copre per metà il corpo. Sull’abito torna la decorazione d’oro. Il corpo è realizzato con il chiaro-scuro per dare l’idea dell’incarnato.

Con il fondo piatto Klimt vuole rappresentare il vuoto cosmico (soprattutto quando è monocromo). Le sue opere sono pervase quasi sempre da un profondo pessimismo –morte incombente-. È anche questo il motivo per cui furono criticate le decorazioni dell’aula magna dell’università di Vienna che realizzò. Nel 1903 fa due viaggi a Ravenna e rimane impressionato dia mosaici e dall’uso dell’oro, da questo momento userà sempre di più. Molti dei suoi decori sono riconducibili all’eros: motivi floreali(es. foglioline a forma di cuore) che rappresentano il sesso femminile e rettangolari quello maschile.
“FREGIO DI BEETHOVEN”
Espone l’opera in un padiglione espositivo su una mostra sulla secessione. Questo fregio occupava tre pareti di una stanza e sembra sia l’interpretazione della nona sinfonia di Beethoven. Nel catalogo della mostra fu esposto sinteticamente il contenuto del fregio:
I parete: l’anelito alla felicità; i dolori dell’umanità; le sue preghiere ai forti affinché intraprendano per pietà e orgoglio la lotta per la felicità.
II parete: ostilità delle forze avverse, impersonata dal gigante Tifeo contro il quale perfino gli dei lottano invano, dalle sue le tre figlie, le Gorgoni, simboli di malattia, pazzia e morte e da un gruppo di figure che rappresentano la lussuria, l’impudicizia e l’incontinenza. I desideri e gli aneliti dell’uomo fuggono di fronte a queste forze soverchianti che li fanno morire.
III parete: l’anelito alla felicità si placa con la poesia. Le arti ci conducono in un mondo ideal, l’unico dove possiamo trovare gioia, felicità e amore puri. Coro degli angeli del paradiso. Gioia, bella scintilla divina:bacio al mondo intero.
Complessivamente è lungo 4 metri; realizzato con colori alla caseina più pietre dure ed elementi in madreperla. In occasione dell’inaugurazione della mostra fu suonato l’inno alla gioia dal maestro Gustav Mahler; sembra che il ritratto di questa persona sia rappresentato da Klimt nella figura del cavaliere. Il fregio rappresenta le vicissitudini di questo cavaliere. Il tutto raffigura la funzione liberatrice della musica nei confronti della corruzione del mondo terreno (Gorgoni, mostri,ecc..,mostri contro i quali combattere). Scena finale: giardino incantato cosparso di rose (moltiplicazione del sesso femminile), dove ci sono delle fanciulle che cantano l’inno alla gioia e il cavaliere che si è tolto l’armatura è immerso nell’abbraccio con la poesia. Più che una figura eroica, il cavaliere sembra soccombere sotto la figura femminile.

Dopo il periodi d’oro, Klimt ha un periodo in cui non dipinge tanto. Quando ricomincia sostituisce al fondo d’oro un fondo colorato; comunque rimane influenzato dai colori dei Fauves e dall’arte giapponese. Klimt realizza anche paesaggi: ama usare una tela quadrata (come per alcuni ritratti). I paesaggi ricordano quelli dell’impressionismo.

ESPRESSIONISMO

L’espressionismo francese sono i Fauves (belve). Il mone viene dato da un critico d’arte al Salon d’Automne del 1905: entrando in una sala dove al centro c’era una statua classica e alle pareti quadri di questi artisti esclamò: “ Donatello in mezzo alle belve”. Li chiamò belve per i colori: sono staccati dalla realtà e devono rappresentare l’interiorità dell’artista→ colori esagerati. Matisse –maggior esponente- è in netta opposizione con l’espressionismo tedesco, che è molto più drammatico e vuole mettere a nudo l’animo.
Ci sono due fasi dell’espressionismo tedesco:
1)Il movimento del cavaliere azzurro – der blaue reiter – che nasce a Monaco ed è più in contatto con l’espressionismo francese, quindi meno esasperato del movimento del ponte.
2)il movimento del ponte -dierbrucke- :è interno all’espressionismo e nasce a Dresda. Viene chiamato così da un gruppo di studenti di architettura. Simboleggia il passaggio fra vecchio e nuovo; è un ponte gettato verso il futuro. Il capo di questo gruppo è Kirchner. Il movimento non è limitato solo alla pittura, ma anche all’architettura, alla scultura e alla cultura in generale. A livello stilistico: la Germania è molto legata al suo periodo gotico e ciò è visibile in queste opere per la forte stilizzazione delle figure e l’allungamento delle stesse→ forme triangolari; riferite sempre al passato anche la xilografia (prima forma di incisione, sul legno)→i contorni sono netti, spessi, neri e non uniformi, danno l’idea dell’incisione sul legno. Avevano molta fiducia nella loro arte e nel futuro, pensavano di cambiare il mondo. Quando la situazione politica precipita, loro sono interventisti, perché pensano che la guerra porti un cambiamento radicale, migliore, ma cambiano presto idea. La loro arte è considerata dal regime “arte degenerata” e sotto Hitler saranno distrutte molte opere; per fortuna c’è stato il collezionismo privato. Le figure sono stilizzate e anche brutte, non c’è ricerca del bello. Come dice Argan “ la deformazione espressionista non è una caricatura del bello, ma è il bello che passando da una rappresentazione idealizzata ad una reale inverte il suo significato, cioè diventa brutto”→ brutto = bello degradato.
SOGGETTI
1- UTOPIA DELLA NATURA: inizialmente vivevano a stretto contatto con la natura e il ritorno a questa veniva considerato come una sorta di religione→ nei quadri si rappresentano che giocano e corrono e sono tutt’uno con l’ambiente che li circonda. Qui si riflette l’armonia che gli artisti in quel momento percepivano fra l’arte e la vita- quasi idilliaco.
2- RITRATTO E AUTORITRATTO: raffigurano spesso volti pensosi, assorti, malinconici, non gioiosi, sembrano sempre intenti a meditare su problemi importanti. L’autoritratto ha un significato particolare: primo perché non costa niente farlo(le modelle erano costose), ma soprattutto perché è un modo per conoscersi meglio, per mettere a nudo il proprio animo. Ritratto allo specchio: nei quadri lo specchio rimanda sempre un’immagine diversa da quella che è, a volte cambia anche la gestualità, ed è qualcosa di claustrofobico, perché chiude lo spazio, non dilata.
3- LA CITTÀ: frequente; vista come il male peggiore dell’umanità; è artificiale, alienante. Tema sviluppato soprattutto quando il gruppo si trasferisce da Dresda A Berlino, città cresciuta troppo in fretta→ si nota nelle rappresentazioni: le strade di Berlino sono piene di gente, ma non c’è comunicazione, c’è alienazione. Non c’è la serenità e la gioia di vivere dei boulevards parigini. Prende piede la malinconia.
Kirchner, “ CINQUE DONNE PER LA STRADA”
Sono un gruppo di prostitute in attesa. L’atmosfera ci riporta ad una squallida via di Berlino. I colori sono acidi, disarmonici al massimo- il giallo acido è il bagliore che i lampioni a gas gettano sulle figure, facendo risaltare il colore azzurro-nerastro degli abiti delle donne. I visi sono pesantemente truccati e hanno contorni spigolosi e taglienti. Un altro riferimento per questi artisti sono le maschere tribali primitive (riprese anche dal cubismo), per la sintesi dei tratti. I volti sembrano lugubri e la figura in se ricorda un uccello, un corvo, anche per l’abbigliamento all’ultima moda –pellicce, cappelli piumati. Kirchner vuole rappresentare l’inorridimento e la degenerazione dei sentimenti e della moralità.
Kirchner si riconosce perché ha un tratto sfrangiato.
4- SCENE DI GUERRA: rappresentazione dell’apocalisse. Guerra che porta gli artisti ad armarsi, ma porta a loro anche la morte, come per Macke e Mark, che muoiono in guerra. Chi torna vivo è comunque menomato, fisicamente o interiormente –es. in quadro Kirchner si rappresenta senza un braccio, ma non è vero, la sua è una mutilazione interiore- . in seguito inizieranno a realizzare scene macabre: soldati morti nelle trincee, teschi con vermi, ecc….

Esempio