Ricerca sulle droghe

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Testo

Ecstasy
Sostanze stimolanti che, a causa della loro proprietà di ridurre l’appetito, sono presenti in molti farmaci contro l’obesità e la bulimia .
Sono presenti sul mercato illegale sotto forma di pasticche o, più raramente, in polvere; in questo secondo caso l’assunzione avviene via endovena (modalità che presenta maggiori rischi) o sniffata.
Molto spesso le anfetamine sono presenti come sostanze da taglio in compresenza di LSD o di Ecstasy, in molte occasioni sono spacciate come ecstasy o acidi (LSD).
Aumento della capacità di attenzione e di vigilanza, abolizione della necessità di dormire, scomparsa di appetito e della stanchezza, facilità di parola, sensazione di potenza.
Se assunta per via endovenosa: violenta sensazione di calore, sensazione di onnipotenza, logorrea , iperattività fisica.
Dopo l’effetto di esaltazione, segue una sensazione di spossatezza, irritabilità, depressione; la tentazione di prendere un’altra dose è molto forte, se si cede a tale spinta si corre il rischio posticipare la fase depressiva ritrovandosela però amplificata.
Inizia quindi una spirale fatta di aumenti di dosaggi, manie varie e di persecuzione, ossessioni dovute anche alla mancanza di sonno che danno al dipendente da anfetamina un classico aspetto trasandato, allucinato e skizzato.
Dosi eccessive possono provocare coma , febbre, convulsioni; l’overdose può portare alla morte.
Socialmente chi assume anfetamina è spesso incapace di valutare correttamente le proprie capacità e i risultati delle proprie azioni: il comportamento diviene violento, viene azzerata la capacità autocritica e spesso si arriva all’isolamento e alla paranoia.
per studenti
Tenete presente che la sensazione di studiare meglio è assolutamente illusoria e che le capacità di concentrazione e di memorizzazione non aumentano, ma anzi tendono a diminuire. E presentarsi ad un esame con gli occhi a palla non è una grande idea.
per aspiranti top model
l’utilizzo di anfetamine come dimagranti è stato ed è molto diffuso: i danni che è possibile riportare dal punto di vista fisico e mentale sono notevoli e in fondo costa meno seguire una dieta prescritta da un medico. Se siete fissate, le anfetamine non faranno che aumentare le vostre fissazioni.
Uso ricreativo
L’ uso di anfetamine in contesti ricreativi è molto pericoloso per l’imprevedibilità delle reazioni e dell’intensità degli effetti.
La mescolanza con l’alcol è, per esperienza di chi ha provato, disastrosa: il comportamento diviene solitamente aggressivo e violento, il desiderio di parlare continuamente non facilita la socialità con gli altri.
In qualsiasi caso ponetevi limiti precisi e inderogabili, al tempo e alla dose da assumere: non considerate assolutamente le anfetamine una non droga, scherzereste con il fuoco.
Sforzatevi in ogni caso di mangiare e di bere.
Per favore non pensate di prendervi qualche sonnifero per riuscire a dormire, mescolare sostanze può diventare un salto nel buio.
Cannabis
“Gli effetti che prediligo del fumo sono: disponibilità al gioco, concentrazione calda e piacevole con qualsiasi cosa io stia facendo, senza farmi ossessionare dalle altre cose ancora da fare, insomma un rapporto con la realtà che mi ricorda in maniera precisa quello che avevo da bambino. Per me il fumo non fa “fuggire la realtà”, ma mi permette di starci dentro libero da tutte le incrostazioni accumulate con l’età. Per questo trovo assurdo che fumino i giovanissimi”
(testimonianza raccolta dall’autore)
La cannabis o marijuana è una pianta originaria dell’Asia centrale, ma ormai coltivata in tutto il pianeta. Le parti utilizzate con maggior principio attivo sono le infiorescenze e le foglie. Le sue varietà sono tantissime, mentre i suoi derivati sono l’olio (distillazione delle foglie) e l’hashish (ottenuto dall’impasto della resina della pianta con grasso animale o miele). Questa sostanza si assume solitamente fumandola, ma la si può anche ingerire abbinata con dei cibi o sotto forma di infuso (the).
Aumento delle percezioni sensoriali, specie nelle attività ricreative (musica, pittura, discorrere tra amici). Aumento irrefrenabile dello stimolo della fame, dilatazione del tempo trascorso, occhi arrossati ed aumento della salivazione.
Gli effetti sono quasi immediati: fumandola raggiungono il massimo dopo trenta minuti e cominciano a diminuire dopo un’ora; svaniscono dopo tre.
Se ingerita sotto forma di the, torte o altri alimenti, l’effetto inizia dopo 45 minuti se si è a stomaco vuoto, 2 ore se a stomaco pieno; l’effetto dura dalle 6 alle 12 ore.
E’ praticamente impossibile un controllo della quantità ingerita: l’utilizzo in queste forme è quindi sconsigliato a chi non è un consumatore esperto.
ABUSO E INTOSSICAZIONE
Una serie di ricerche statunitensi, inglesi e canadesi NON hanno rilevato danni permanenti cromosomici o ai tessuti cerebrali.
I danni all’apparato respiratorio sono paragonabili a quelli causati dal tabacco; in pratica i guasti di una “canna” sono paragonabili a quelli di quattro sigarette; il fumo viene trattenuto più a lungo ed è più caldo. Il sistema immunitario risulta depresso come nel caso d’uso d’alcol o tabacco.
Con dosi elevate si possono verificare effetti spiacevoli e indesiderati come manie di persecuzione o piccole paranoie. Sul piano fisico queste ultime possono accompagnarsi a sintomi come tachicardia, mal di testa o senso di pesantezza. Frequentemente questi problemi sono più evidenti nel caso in cui si sia scelto di ingerirla attraverso cibi o bevande.
la cannabis provoca una intensificazione della percezione dei rapporti con gli altri: maggiore solidarietà in un gruppo nel quale state bene, paranoia se state con gente che già non vi piaceva prima.
La cannabis ha inoltre un effetto disintegratore dei rapporti formali e gerarchici, i rapporti imposti dalle convenzioni vengono mal sopportati.
Da quanto sopra è deducibile il pericolo rappresentato dall’utilizzo della sostanza in situazioni in cui i rapporti siano appunto di lavoro, di studio o comunque di impegno e non di tipo ricreativo.
L’impressione che si studi meglio dopo uno spinello è falsa; in realtà si tende a divagare e a non considerare l’impegno come inderogabile: si rischia così di combinare casini.
Non è stata dimostrata l’esistenza di una sindrome amotivazionale(1) conseguente all’uso o all’abuso di cannabis. E’ peraltro vero che si rischia di non valorizzare o non gustare la vita da “regolari” e di cercare di vivere i momenti ricreativi sempre “fumati”, in particolar modo se si appartiene a un gruppo in cui si fuma spesso.
(1) sindrome caratterizzata da mancanza di interesse per la vita, apatia e passività.
Questa sostanza, pur rientrando tra quelle droghe definite leggere, ha comunque bisogno di alcuni accorgimenti e attenzioni. Se il vostro scopo è socializzare meglio con gli altri, non lo otterrete certamente aumentando il dosaggio: si verificherà invece il contrario.
Ciò perché, a dosi elevate, si rischiano maggiormente gli effetti negativi di cui sopra e si ha comunque una sensazione di sonnolenza e di abbiocco.
Nel caso di forti dosi, è facile sentirsi male con una sindrome detta in gergo “collasso”: si diviene pallidi, si suda freddo, si hanno capogiri e nausea; insomma si sta parecchio male. in questo caso lasciare calmo il soggetto. Se si vuole sdraiare, aiutatelo a coricarsi molto lentamente; non aumentate il malessere con un’apprensione eccessiva e appena è possibile fategli bere acqua con un poco di zucchero. Aspettate un’oretta.
Se la usate in forme diverse dal fumo, non ingeritene dosi massicce perchè una volta all’interno del vostro organismo non la potrete più eliminare; mentre invece se fumate, ai primi disturbi potete smettere.
Una piccola percentuale di popolazione risulta ipersensibile alla cannabis e può andare incontro a brutte esperienze: quindi è consigliabile una forte cautela nei dosaggi per chi utilizza la sostanza per la prima volta
REGOLAMENTO DELL'ATTIVITA'
Approvato dal Consiglio Nazionale del Coni il 30 Aprile 1997
TITOLO I
PRINCIPI GENERALI
ART. 1
Definizione del doping nello sport
1. Il doping contravviene all’etica dello sport e della scienza medica. Il doping consiste: nella somministrazione di sostanze appartenenti alle classi proibite di agenti farmacologici o nell’utilizzo di vari metodi proibiti.
2. Il doping è contrario ai principi di lealtà e correttezza nelle competizioni sportive, ai valori culturali dello sport, alla sua funzione di valorizzazione delle genuine potenzialità fisiche e delle qualità morali degli atleti.
3. Il doping è proibito dal Comitato Olimpico Internazionale, dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano, dalle Federazioni Sportive Internazionali, dalle Federazioni Sportive Nazionali e dalle Discipline Associate.
4. La somministrazione, l’assunzione e l’uso di sostanze e metodi doping da parte di atleti e di soggetti dell’ordinamento sportivo, sono vietati e comportano l’attivazione di un procedimento disciplinare, e l’applicazione delle sanzioni stabilite dal C.O.N.I. e dai regolamenti delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline Associate.
5. L’elenco formulato dal CIO relativo alle Classi di sostanze proibite e dei metodi proibiti in materia di doping è deliberato dal C.O.N.I. e viene sottoposto a successivi aggiornamenti. L’elenco e gli aggiornamenti vengono comunicati alle Federazioni Sportive Nazionali ed alle Discipline Associate affinché provvedano a recepirli nei propri regolamenti ed a darne la massima divulgazione ai propri affiliati.
TITOLO II
ORGANISMI ED UFFICI PREPOSTI ALL’ATTIVITÁ ANTIDOPING
ART. 2
Coordinamento Centrale Attività Antidoping
1. Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, a mezzo di un proprio Ufficio denominato Coordinamento Centrale Attività Antidoping, svolge funzioni di coordinamento in ordine all’effettuazione dei controlli antidoping ordinari, d’intesa con la Federazione Medico Sportiva Italiana, le Federazioni Sportive Nazionali e le Discipline Associate; nonché all’effettuazione dei controlli antidoping a sorpresa, disposti dalla Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa. Il Coordinamento Centrale Attività Antidoping, nella sua qualità di struttura di servizio dell’Ente, rende disponibili le risorse necessarie per il funzionamento delle diverse Commissioni operanti nell’ambito delle attività antidoping anche intraprendendo appropriati programmi di ricerca e di sviluppo concernenti attività non rientranti nelle attribuzioni delle altre Commissioni; pubblica e diffonde informazioni derivanti da ricerche e studi all’uopo predisposti; promuove programmi educativi e campagne di informazione che pongano in rilievo i rischi per la salute inerenti la pratica del doping.
2. Il Coordinamento Centrale Attività Antidoping, ricevuta la comunicazione di positività dalla Federazione Medico Sportiva Italiana e determinata l’identità dell’atleta risultato positivo secondo quanto di seguito indicato, informa il Presidente del C.O.N.I., il Presidente della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata, l’Ufficio di Procura Antidoping, la Commissione di Indagine sul Doping, l’atleta e la società sportiva di appartenenza circa l’esito positivo delle prime analisi e fissa un termine per l’effettuazione, entro sette giorni, delle analisi di revisione, comunicando all’atleta che ha facoltà di assistervi personalmente o tramite un proprio delegato e di nominare un consulente di fiducia.
3. Le analisi di revisione devono aver luogo anche in assenza dell’atleta e/o dei suoi rappresentanti. La Federazione Sportiva o la Disciplina Associata interessata ha il dovere di presenziare alle analisi di revisione tramite un proprio delegato.
4. Dell’esito delle analisi di revisione, il Coordinamento Centrale Attività Antidoping dà comunicazione al Presidente del C.O.N.I., al Presidente della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata, all’atleta, alla società di appartenenza, alla Commissione di Indagine sul Doping ed all’Ufficio di Procura Antidoping, affinché quest’ultimo, nel caso di confermata positività, proceda alle indagini, secondo quanto previsto dal presente regolamento.
ART. 3
Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa
1. E’ istituita presso il C.O.N.I. la Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa, composta da un Presidente, da sette membri, di cui due con l’incarico di Vice Presidente e da un Segretario senza diritto di voto. La predetta Commissione, tramite la FMSI, dispone per l’effettuazione di specifici controlli antidoping a sorpresa, nel rispetto dei criteri e delle modalità di seguito riportate.
2. Potranno essere sottoposti a controlli antidoping a sorpresa gli atleti italiani e stranieri tesserati per società affiliate alle FSN.
La Commissione definisce l’elenco degli atleti italiani di interesse olimpico ed internazionale, assoggettabili ai controlli a sorpresa. L’elenco, che viene periodicamente aggiornato, deve essere comunicato al Coordinamento Centrale Attività Antidoping.
Per quanto riguarda gli altri atleti tesserati per le FSN, ma non compresi nell’elenco suddetto, la Commissione delega ad un Commissario Regionale nominato dal C.O.N.I., su proposta della Commissione stessa, il compito di determinare, sulla base dei criteri indicati dalla Commissione stessa, coloro che devono sottoporsi a controllo.
La Commissione può altresì individuare direttamente, sulla base di proprie scelte discrezionali, ulteriori nominativi di atleti, anche stranieri tesserati dalle FSN, da sottoporre ai controlli a sorpresa, per i quali non viene attivata la procedura di cui al presente comma.
3. La Commissione provvede ad assegnare a ciascun atleta, compreso nell’elenco, un coefficiente di rischio dipendente dal suo livello di qualificazione, dalla specialità praticata, dal periodo dell’anno, dal numero e dall’esito di eventuali precedenti controlli già effettuati sul medesimo e, per gli sport di squadra, dai controlli eventualmente già effettuati su altri componenti la squadra di appartenenza.
I dati suddetti sono immessi in un archivio computerizzato dal quale, attraverso un apposito programma , si provvede, volta per volta, ad effettuare il sorteggio di coloro che devono essere sottoposti a controllo.
I controlli antidoping a sorpresa possono essere disposti dall’Ufficio di Procura Antidoping tramite la Commissione, ove i controlli stessi siano ritenuti necessari per l’espletamento delle indagini.
4. La Commissione provvede ad inviare all’atleta e, contestualmente, alla Federazione Sportiva o Disciplina Associata di appartenenza, tramite telegramma, la convocazione per l’effettuazione del prelievo antidoping. Detta comunicazione deve pervenire con ventiquattro ore di anticipo rispetto all’ora di effettuazione del prelievo. La Federazione è tenuta a collaborare affinché vengano notificati all’atleta, anche verbalmente, gli estremi della convocazione.
L’atleta che non si presenti all’appuntamento fissato per il prelievo viene segnalato alla Federazione Sportiva o Disciplina Associata di appartenenza ed al Coordinamento Centrale Attività Antidoping, per l’attivazione del procedimento disciplinare da parte dell’Ufficio di Procura Antidoping.
5. La Commissione può, inoltre, in tutti i casi in cui lo ritenga opportuno e in particolare in occasione di gare, allenamenti o raduni, non prendere alcun accordo preventivo con l’atleta e giungere, senza preavviso, nel luogo della gara o dell’allenamento o in qualunque altro luogo idoneo ad incontrarlo. In questo caso, gli incaricati del controllo devono concedere all’atleta un ragionevole lasso di tempo per portare a termine l’attività nella quale è in quel momento impegnato. Il controllo deve iniziare entro un’ora dalla notifica.
La Federazione Sportiva o la Disciplina Associata interessata è tenuta a collaborare, tramite i suoi rappresentanti, con le persone incaricate del controllo a sorpresa.
6. Le Federazioni Sportive Nazionali e le Discipline Associate forniscono alla Commissione, con la massima tempestività e precisione, le seguenti necessarie informazioni:
a) Il nome di un referente federale antidoping e degli eventuali sostituti, in caso di sua assenza, incaricati di mantenere i rapporti con la Commissione. Tale figura è da ricercarsi nell’ambito della struttura amministrativa federale (Segretario Generale o funzionario da questi delegato).
b) L’elenco degli atleti di interesse olimpico od internazionale assoggettabili ai controlli, individuati secondo le specifiche indicazioni fornite dalla Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa a ciascuna Federazione e gli aggiornamenti connessi con l’evoluzione delle situazioni agonistiche. Gli elenchi nominativi devono essere corredati dagli indirizzi e dei numeri di telefono dell’atleta.
c) Il calendario agonistico nazionale e quello internazionale ed ogni variazione degli stessi che intervenga nel corso dell’anno.
d) Il calendario dei raduni ed allenamenti previsti in Italia e all’estero per gli atleti italiani di interesse nazionale ed internazionale ed ogni sua variazione che intervenga nel corso dell’anno.
e) I risultati agonistici ottenuti dagli atleti di interesse olimpico od internazionale, compresi nell’elenco di coloro che sono assoggettabili ai controlli, nelle gare nazionali ed internazionali.
f) I nominativi degli atleti italiani che sono stati sottoposti ai controlli antidoping, in gara e a sorpresa, da parte della Federazione Sportiva Nazionale o della Disciplina Associata di appartenenza e della competente Federazione Internazionale, nonché l’esito dei suddetti controlli.
g) I nominativi degli atleti italiani che, durante il periodo agonistico, rimangono assenti dalle competizioni per più di dieci giorni, in seguito a malattia o ad infortunio.
h) I nominativi dei referenti federali regionali ai quali il Commissario Regionale nominato dal C.O.N.I. può fare riferimento per ottenere informazioni sui calendari agonistici e sugli elenchi dei tesserati, al fine di determinare gli atleti, non compresi nelle fasce di interesse olimpico od internazionale, da sottoporre a controllo.
ART. 4
Commissione Scientifica Antidoping
1. E’ istituita, presso il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, in posizione di piena autonomia rispetto ad esso, la Commissione Scientifica Antidoping, composta da esponenti delle diverse branche mediche, oltre che da esponenti del C.O.N.I. stesso.
2. La Commissione Scientifica Antidoping ha, soprattutto, le seguenti funzioni:
a) fa e fa fare, commissionandola, ricerca scientifica negli ambiti e nei campi ove sono richiesti approfondimenti e nuovi elementi di conoscenza. La Commissione definisce i protocolli di ricerca, individua le modalità operative, valuta i progetti e formula le relative proposte di finanziamento. Essa provvede, inoltre, a diffondere i risultati più utili e più interessanti;
b) fa affermazioni e dichiarazioni di principio che inoltra al Presidente del C.O.N.I. ed alla Giunta Esecutiva del C.O.N.I., sulla base sia dei dati già acquisiti dalla Comunità Scientifica, sia di quelli derivati da nuove acquisizioni della ricerca scientifica;
c) svolge attività educativo - didattica, producendo testi e documenti a carattere scientifico, con l’obiettivo di informare e di formare i destinatari degli stessi, interni ed esterni al mondo sportivo;
d) agisce da osservatorio della ricerca e della letteratura mondiale antidoping, con lo scopo specifico di informarsi dettagliatamente su quanto accade, nel mondo, a proposito del doping nello sport;
e) svolge azione di supporto, di consulenza, di garante e di controllo, in tutti i casi in cui il C.O.N.I. intraprende iniziative ricollegabili alla ricerca operativa e, perciò, bisognose di un’autorità con specifica competenza in materia.
ART. 5
Commissione di Indagine sul Doping
1. La Commissione di Indagine sul Doping, istituita presso il C.O.N.I. in posizione di piena autonomia rispetto ad esso, ha la funzione di assumere iniziative dirette ad acquisire elementi conoscitivi e a formulare proposte, avvalendosi della collaborazione degli organi del C.O.N.I., delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline Associate, ai fini di una più incisiva repressione del fenomeno del doping nello sport.
La Commissione ha altresì il compito di valutare le richieste formulate dall’Ufficio di Procura Antidoping e di decidere circa il deferimento del soggetto indagato ovvero l’archiviazione del procedimento disciplinare. La Commissione può effettuare specifici studi per la esatta individuazione della normativa statale in materia di doping e indicare al C.O.N.I. ipotesi di proposte modificative al riguardo. Può procedere alla ricognizione delle regole sportive emanate dal C.I.O., dal C.O.N.I., dalle Federazioni Sportive Nazionali e dalle Discipline Associate al fine di proporre interventi di coordinamento. Può esprimere pareri giuridici su iniziative di altri organi preposti alla lotta al doping.
2. La Commissione ha sede presso il C.O.N.I. La Commissione è composta da un Presidente, da cinque a sette membri, di cui uno può essere nominato Vice Presidente e altresì da un Segretario senza diritto di voto.
3. La Commissione è convocata con lettera a firma del Presidente direttamente o tramite il Segretario.
4. La Commissione si riunisce con l’intervento del Presidente o del Vice Presidente e di almeno tre membri.
5. La Commissione decide con il voto della maggioranza dei membri presenti; in caso di parità prevale il voto del Presidente.
6. Delle riunioni della Commissione e degli atti da essa espletati viene redatto verbale sottoscritto dal Presidente e dal Segretario. La Commissione, per l’esercizio delle proprie funzioni, può richiedere, per il tramite del Coordinamento Centrale Attività Antidoping di avvalersi della collaborazione di funzionari, di tecnici e di mezzi del C.O.N.I.
7. La Commissione, per quanto concerne il procedimento di indagine da parte dell’Ufficio di Procura Antidoping, ricevuti gli atti esamina le risultanze probatorie, valuta le istanze e decide definitivamente circa il deferimento del soggetto indagato ovvero l’archiviazione del procedimento disciplinare. Nei casi di supplemento di indagine da parte della Commissione l’indagato od il suo difensore, quest’ultimo iscritto ad una Federazione Sportiva Nazionale o Disciplina Associata oppure ad un Albo professionale, possono depositare avanti alla Commissione una memoria difensiva con eventuali allegati. Dell’avvenuto deposito è data immediata notizia e copia all’Ufficio di Procura Antidoping.
Ove la Commissione lo ritenga necessario, può convocare i soggetti indagati invitandoli a nominare e farsi assistere da un difensore di fiducia. All’audizione partecipa, anche in contraddittorio con i soggetti sottoposti al procedimento, il Procuratore titolare delle indagini.
8. Il procedimento disciplinare, per la parte concernente la Commissione di Indagine sul Doping, è regolato dal successivo art. 11, commi 5 e 6.
ART. 6
Ufficio di Procura Antidoping
1. L’Ufficio di Procura Antidoping, istituito presso il C.O.N.I. in posizione di piena autonomia rispetto ad esso, ha la funzione di compiere gli atti necessari all’accertamento delle responsabilità dell’atleta e di altri aderenti alle Federazioni Sportive Nazionali o Discipline Associate che abbiano posto in essere comportamenti che costituiscono violazione di norme in materia di doping. L’Ufficio di Procura ha sede presso il C.O.N.I.
2. L’Ufficio di Procura Antidoping è competente in via esclusiva ad indagare in ordine all’uso, alla vendita, alla cessione o, comunque, al procacciamento all’atleta di sostanze doping, alla istigazione, anche non accolta, e all’accordo, anche non attuato, per farne uso, ed altresì all’uso, da parte dell’atleta di metodi vietati dalle norme in materia di doping.
3. L’Ufficio di Procura Antidoping è composto da un Procuratore Capo, da sette Procuratori e da un Segretario.
4. Completata l’indagine, l’Ufficio di Procura, nel caso in cui siano emersi elementi di responsabilità, trasmette gli atti alla Commissione di Indagine sul Doping, per il deferimento dell’indagato ai competenti organi di giustizia federali ovvero per l’eventuale archiviazione. Nei diversi gradi di giudizio dinanzi ai suddetti Organi, l’accusa è esercitata in via esclusiva dal componente l’Ufficio di Procura che ha condotto le indagini.
5. Il Procuratore Capo assegna i procedimenti di indagine ad uno o più Procuratori ovvero li effettua personalmente e coordina l’attività dei Procuratori. Il Procuratore designato conduce l’indagine e, avvalendosi del Segretario, cura gli adempimenti ad essa connessi.
6. L’Ufficio di Procura Antidoping, nell’esercizio delle funzioni, per l’espletamento delle indagini, può richiedere, per il tramite del Coordinamento Centrale Attività Antidoping di avvalersi di funzionari, tecnici e mezzi del C.O.N.I. ovvero di consulenti esterni.
ART. 7
Federazione Medico Sportiva Italiana
L’espletamento dei controlli antidoping ordinari ed a sorpresa è svolto dalla Federazione Medico Sportiva Italiana alla quale sono conferiti il compito e la responsabilità di designare gli Ispettori Medici incaricati delle operazioni di prelievo delle urine e delle connesse formalità, in occasione delle gare, allenamenti o raduni, ed altresì di disporre per le effettuazioni delle analisi presso il Laboratorio di Analisi Antidoping della FMSI stessa, secondo le modalità ed i termini stabiliti dalle presenti norme.
TITOLO III
NORME PROCEDURALI
ART. 8
Norme procedurali per l’effettuazione dei controlli antidoping
1. Le Federazioni Sportive Nazionali e le Discipline Associate hanno l’obbligo di predisporre il programma annuale dei controlli antidoping inserendo nel bilancio di previsione la corrispondente previsione di spesa. La realizzazione del programma avverrà d’intesa con la FMSI e verrà regolata da apposita convenzione che sarà deliberata dal Consiglio Federale previa acquisizione del parere del Coordinamento Centrale Attività Antidoping. La Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa deve provvedere ad indicare alla FMSI le località, le date, gli orari relativi a gare, allenamenti o raduni, in occasione dei quali devono essere effettuati i controlli antidoping a sorpresa.
2. La FMSI provvede alla designazione degli Ispettori Medici. Sulla designazione delle gare oggetto di controlli antidoping, sulle designazioni degli Ispettori Medici, sulle effettuazioni dei prelievi e sui nominativi degli atleti controllati, deve essere mantenuto il segreto d’ufficio.
3. Per l’effettuazione dei controlli antidoping, le società ospitanti o gli enti organizzatori sono tenuti a mettere a disposizione un apposito locale, possibilmente vicino agli spogliatoi degli atleti, nel quale devono essere espletate le operazioni di controllo previste. Il locale deve essere idoneo allo scopo, dotato di gabinetto e doccia, di un tavolo e sedie e fornito di almeno due tipi di bibite analcoliche diverse, gasate e non gasate.
4. Gli atleti, i medici sociali, i massaggiatori, i tecnici, i dirigenti accompagnatori e le società sono tenuti a prestare la massima collaborazione per il miglior espletamento e rispetto delle procedure del controllo antidoping.
5. L’Ispettore Medico incaricato di effettuare il prelievo viene designato dalla FMSI con lettera ufficiale. Copia della lettera viene consegnata dall’Ispettore Medico al responsabile della organizzazione della gara o della società ospitante.
6. Nel locale adibito al controllo antidoping, il responsabile della Federazione Sportiva o Disciplina Associata procede, nel rispetto delle modalità e dei termini previsti dalle norme regolamentari della Federazione Sportiva o Disciplina Associata competente, alla designazione degli atleti che devono essere sottoposti al prelievo. Possono essere sottoposti a controllo anche gli atleti espulsi o ritirati nel corso della gara, e quelli che l’hanno abbandonata per un infortunio tale da non richiedere l’immediato ricovero ospedaliero.
7. Nei tempi stabiliti dalle norme federali, gli atleti designati devono recarsi nel locale riservato al controllo antidoping. L’Ispettore Medico deve accertare, d’intesa con il responsabile della Federazione Sportiva o Disciplina Associata, che le operazioni di prelievo siano predisposte in maniera da garantirne la regolarità con il minor disagio per gli atleti designati, ai quali deve essere illustrata la procedura per la raccolta del campione.
8. Gli atleti, identificati dall’Ispettore Medico, previa, se del caso, esibizione di legale documento di riconoscimento, devono restare nel locale riservato al controllo antidoping fino ad avvenuto prelievo del campione ed alla conclusione delle connesse operazioni.
Ciascun atleta utilizza:
- un recipiente per la raccolta delle urine;
- un flacone contrassegnato con la lettera A;
- un flacone contrassegnato con la lettera B.
9. Oltre all’Ispettore Medico ed agli atleti designati, sono esclusivamente ammessi nel locale, il medico oppure in sua assenza, il dirigente accompagnatore della società o dell’atleta ed il rappresentante della Federazione Sportiva o Disciplina Associata competente. La raccolta del campione di urine, nell’apposito recipiente, deve avvenire alla presenza dell’Ispettore Medico. Ciascun atleta deve rimanere nel locale fino a che non produce la quantità minima di urina pari ad almeno 75 ml, e può assumere bevande analcoliche, gasate o non gasate. Qualora la quantità di urina prodotta dall’atleta sia insufficiente, il campione incompleto viene sigillato e l’atleta rimane sotto osservazione. Ove l’attesa per il prelievo si protragga, l’Ispettore Medico, a sua esclusiva discrezione, può consentire all’atleta di fare la doccia e vestirsi, senza lasciare il locale. Il campione prelevato viene dissigillato quando l’atleta è in grado di produrre l’ulteriore quantità di urina necessaria per completare le operazioni di prelievo.
10. Una volta prodotto il campione, l’atleta, in presenza dell’Ispettore Medico, travasa l’urina dal recipiente ai flaconi. A e B. Ciascun flacone viene chiuso con l’applicazione di un sigillo recante un numero di codice.
11. L’Ispettore Medico effettua la misura del pH e della densità utilizzando il residuo di urina che si trova nel recipiente usato per il prelievo e riporta il risultato sul verbale di prelievo antidoping. Il valore del pH deve essere compreso fra il 5 e 7 ed il valore della densità deve essere uguale o superiore a 1.010. Qualora il campione prelevato non rientri in tali parametri si deve procedere ad una ulteriore raccolta di urine.
12. L’Ispettore Medico deve compilare, per ciascun atleta sottoposto al controllo, il verbale di prelievo antidoping relativo ai controlli ordinari in quattro copie autoricalcanti che, debitamente firmate dall’atleta, dall’Ispettore Medico e dal medico o dirigente accompagnatore della società di appartenenza dell’atleta, devono essere avviate, in originale, come segue:
a) la prima copia non contiene alcun dato identificativo dell’atleta e deve essere inserita nell’apposita busta indirizzata al Laboratorio di Analisi Antidoping della FMSI;
b) la seconda copia deve essere inserita nell’apposita busta indirizzata al Coordinamento Centrale Attività Antidoping. Sul fronte esterno di tale busta devono essere riportati a cura dell’Ispettore Medico i riferimenti relativi alla Federazione Sportiva o Disciplina Associata competente, alla gara, alla località, ed alla data di svolgimento;
c) la terza copia deve essere inserita nell’apposita busta indirizzata alla Federazione Sportiva interessata. Sul fronte esterno di tale busta devono essere riportati, a cura dell’Ispettore Medico, i riferimenti relativi alla Federazione Sportiva o Disciplina Associata competente, alla gara, alla località ed alla data di svolgimento;
d) la quarta copia viene consegnata all’atleta, oppure al dirigente accompagnatore od al medico della società di appartenenza dell’atleta controllato;
Sulle copie di cui alle lettere b), c), d) devono essere riportati i dati identificativi dell’atleta.
Ciascuna delle buste indicate ai precedenti punti a), b), c), deve contenere le copie del verbale di prelievo antidoping relative agli atleti controllati. Le buste di cui ai punti b) e c) a loro volta devono essere inserite nella speciale busta impermeabile che è sigillata dall’Ispettore Medico e viene ritirata integra presso il Laboratorio Antidoping della FMSI da un rappresentante del Coordinamento Centrale Attività Antidoping che provvede al loro inoltro ai destinatari.
13. L’Ispettore Medico deve compilare in ogni sua parte il verbale di prelievo antidoping, richiedendo all’atleta e riportando sul modulo le dichiarazioni su qualsiasi trattamento farmacologico e/o medico al quale l’atleta si sia sottoposto nelle ultime settimane.
In particolare, devono essere segnalati sul verbale di prelievo antidoping, eventuali comportamenti, tentativi od azioni condotte da atleti, medici, massaggiatori, allenatori, tecnici o dirigenti od altri, tesi ad evitare che l’atleta designato si sottoponga al controllo antidoping, ovvero che vengano attuati comportamenti e tentativi che contravvengono alla corretta esecuzione del prelievo.
14. Ciascun flacone contrassegnato con la lettera A deve essere inserito nel contenitore, contrassegnato con la lettera A. Ciascun flacone contrassegnato con la lettera B deve essere inserito nel contenitore contrassegnato con la lettera B. Ciascun contenitore viene chiuso con un sigillo contraddistinto da un numero di codice.
15. I contenitori A e B debitamente sigillati e la busta impermeabile contenente la documentazione indicata precedentemente, devono essere inseriti nella apposita borsa per la spedizione che è a sua volta chiusa con un sigillo codificato.
Tutte le suddette operazioni devono essere eseguite alla presenza dell’atleta e del Medico (o del dirigente accompagnatore) della società o dell’atleta. A questi è consentito di constatare che i flaconi, i contenitori e la borsa siano stati sigillati in modo corretto e che i numeri di codice dei sigilli relativi ai flaconi ed ai contenitori corrispondono a quanto riportato sul verbale di prelievo antidoping. Detto modulo deve essere firmato dall’atleta, il quale in tal modo attesta la corretta esecuzione della procedura seguita per l’effettuazione del prelievo, dal medico (oppure dal dirigente accompagnatore) della società o dell’atleta, e dall’Ispettore Medico. Le firme delle persone precedentemente indicate devono essere apposte sul verbale di prelievo antidoping dopo che i contenitori A e B sono stati chiusi e sigillati.
16. L’inoltro della borsa al Laboratorio di Analisi Antidoping della FMSI è effettuato con mezzo celere secondo le disposizioni impartite dalla Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata.
L’apertura della borsa e del contenitore A deve essere effettuata presso la sede del Laboratorio Antidoping della FMSI. I flaconi. A vengono estratti dal contenitore e dissigillati dal responsabile del Laboratorio ed i loro contenuti vengono utilizzati per la prima analisi dei campioni prelevati.
Il contenitore B viene conservato sigillato nel frigorifero del Laboratorio e, in caso di presunta positività della prima analisi, viene dissigillato in occasione dell’analisi di revisione. Dal contenitore B viene estratto il flacone B relativo all’atleta riscontrato positivo alla prima analisi alla presenza di un rappresentante della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata e di un rappresentante del Coordinamento Centrale Attività Antidoping. Alle operazioni di controanalisi ha facoltà di assistere l’atleta interessato e/o un suo rappresentante.
Per quanto attiene alle procedure si rimanda a quanto previsto all’ art. 10.
Le analisi dei campioni A e B vengono svolte esclusivamente dalla FMSI per il tramite del proprio Laboratorio di Analisi Antidoping secondo le modalità e le norme stabilite dal CIO.
ART. 9
Norme procedurali per l’effettuazione dei controlli antidoping a sorpresa
1. L’intera procedura del controllo antidoping deve avvenire in un locale che presenta caratteristiche tali da consentire il rispetto delle norme per il prelievo di seguito indicate. L’accesso al locale è consentito solo all’atleta, al medico o ad altro rappresentante della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata, ai membri dello staff medico incaricati della raccolta dei campioni, ai rappresentanti della Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa.
Nel locale in cui viene raccolto il campione di urina può accedere un solo atleta alla volta, unitamente al medico incaricato del controllo.
A ciascun atleta deve essere illustrata la procedura per la raccolta del campione.
L’atleta deve scegliere un flacone sterile sigillabile tra altri uguali resi disponibili e deve produrre il campione di urina sotto il diretto controllo di un membro dello staff medico. La quantità minima di urina richiesta è di 75 ml.
Se la quantità di urina che l’atleta ha prodotto è insufficiente, il campione incompleto viene comunque sigillato e codificato. L’atleta resta, quindi, sotto osservazione dello staff medico fino a quando non produce un ulteriore quantitativo di urina per completare la procedura di prelievo.
L’atleta, in presenza di un membro dello staff medico, suddivide il campione raccolto, versandone i due terzi circa in un flacone contrassegnato con la lettera "A" ed il rimanente terzo in un altro flacone contrassegnato con la lettera "B". Entrambi i flaconi vengono chiusi e sigillati con un numero di codice.
Sul residuo di urina rimasto nel recipiente utilizzato per la raccolta, viene effettuata la misurazione della densità e del pH. Il valore del pH deve essere compreso fra 5 e 7 e il valore della densità deve essere uguale o superiore a 1.010. Se il campione non rientra in tali parametri si deve procedere ad una ulteriore raccolta di urine.
2. Il verbale di prelievo antidoping relativo all’effettuazione del controllo a sorpresa viene compilato dal medico e dal rappresentante della Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa.
All’atleta viene richiesto di dichiarare qualsiasi trattamento farmacologico e medico al quale si sia sottoposto nelle ultime settimane.
L’atleta, firmando il modulo, attesta l’accuratezza e la correttezza delle procedure con cui è stato effettuato il prelievo.
Qualsiasi irregolarità venga rilevata dall’atleta o dal rappresentante federale deve essere annotata sul verbale di prelievo antidoping prima che esso venga firmato.
Il verbale di prelievo antidoping deve essere sottoscritto, oltre che dall’atleta, da un rappresentante della Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa (o dal Commissario Regionale nominato dal C.O.N.I.), dal rappresentante della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata (se presente) e dall’Ispettore Medico.
Il verbale di prelievo antidoping è formato da quattro copie autoricalcanti:
- la prima copia è destinata al Laboratorio di Analisi Antidoping della FMSI;
- la seconda copia è destinata al Coordinamento Centrale Attività Antidoping;
- la terza copia è destinata alla Federazione Sportiva o Disciplina Associata di appartenenza dell’atleta;
- la quarta copia è destinata all’atleta.
3. Sarà cura del Coordinamento Centrale Attività Antidoping inviare tempestivamente alla Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa fotocopia del verbale di prelievo antidoping relativo a ciascun atleta controllato.
La copia destinata al Laboratorio di Analisi Antidoping non deve contenere informazioni sull’identità dell’atleta, ne alcun dato che possa consentire di identificare l’atleta stesso o il rappresentante federale e viene trasmessa al Laboratorio unitamente ai campioni delle urine.
Le copie destinate al Coordinamento Centrale Attività Antidoping, alla Federazione Sportiva o Disciplina Associata di appartenenza ed all’atleta, vengono inserite in buste distinte poi sigillate e consegnate direttamente al rappresentante della Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa, al medico della Federazione o ad altro rappresentante federale e all’atleta, con l’obbligo, per ciascun destinatario, di conservarle con la massima cura e il divieto di aprirle o manometterle. Sui lembi della busta dell’atleta, al momento della consegna, il rappresentante della Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa e l’atleta appongono la propria firma. Trascorso un mese dalla data di effettuazione del controllo, qualora il Coordinamento non abbia richiesto all’atleta la busta in suo possesso, lo stesso potrà aprirla o disfarsene.
4. Nel corso delle operazioni di cui ai precedenti capoversi il rappresentante della Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa può essere sostituito da persona appositamente delegata da parte della stessa Commissione. In caso di eventuale assenza del rappresentante federale, le relative funzioni possono essere svolte dal Commissario Regionale di cui all’art. 3 del presente regolamento.
allorché la Federazione Medico Sportiva Italiana comunica il risultato della prima analisi, la Commissione, tramite i propri Commissari Regionali, si riserva di recuperare la busta in possesso dell’atleta. Dopo averne constatato l’integrità, il Commissario provvede ad aprirla alla presenza dell’atleta ed a certificare sulla busta il suo contenuto. Sia il Commissario che l’atleta appongono, infine, la propria firma sulla certificazione.
Un’analoga procedura viene attuata, direttamente da un rappresentante della Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa, per la busta (o le buste, nel caso di più controlli) in possesso della Federazione Sportiva o Disciplina Associata competente. Contestualmente, alla presenza dei rappresentanti delle Federazioni Sportive o Discipline Associate interessate, si provvede ad aprire le buste affidate al Coordinamento ed a certificarne il contenuto con la sottoscrizione del rappresentante della Commissione e di almeno uno dei rappresentanti delle Federazioni Sportive o Discipline Associate interessate.
5. Le analisi dei campioni vengono svolte dalla FMSI per il tramite il proprio Laboratorio di Analisi Antidoping secondo le modalità e le norme indicate dal CIO. L’esito della prima analisi viene comunicato immediatamente dalla FMSI al Coordinamento Centrale Attività Antidoping che provvede, in presenza dei rappresentanti delle Federazioni Sportive o Discipline Associate interessate, ad aprire le buste per verificare la corrispondenza dei codici con i nomi degli atleti controllati ed altresì al rappresentante della Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa.
6. Il Coordinamento Centrale Attività Antidoping informa dell’esito il Presidente del C.O.N.I., il Presidente della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata, la Commissione di Indagine sul Doping, l’Ufficio di Procura Antidoping, l’atleta e la società di appartenenza. Il Coordinamento fissa la data per l’effettuazione, entro sette giorni, delle analisi di revisione, comunicando all’atleta che ha facoltà di assistervi personalmente o tramite un proprio delegato e di nominare un consulente di fiducia.
Dell’esito delle analisi di revisione, il Coordinamento Centrale Attività Antidoping, dà comunicazione al Presidente del C.O.N.I., al Presidente della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata, all’atleta, alla società di appartenenza, alla Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa, alla Commissione di Indagine sul Doping ed all’Ufficio di Procura Antidoping. Quest’ultimo in caso di confermata positività, avvia il procedimento di indagine.
7. A conclusione del procedimento disciplinare, la Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata è tenuta a comunicare tempestivamente i provvedimenti adottati al Coordinamento Centrale Attività Antidoping, che provvederà ad informare ufficialmente il Presidente del C.O.N.I., la Commissione di Indagine sul Doping, l’Ufficio di Procura Antidoping e la Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa.
TITOLO IV
ADEMPIMENTI E SANZIONI
ART. 10
Adempimenti conseguenti ai casi di positività
1. I risultati delle analisi sono comunicati dalla FMSI al Coordinamento Centrale Attività Antidoping.
L’accertamento della identità dell’atleta avviene mediante il confronto contestuale presso il C.O.N.I. tra il documento anonimo relativo all’esito di positività emesso dal Laboratorio Antidoping, il documento in possesso del Coordinamento Centrale Attività Antidoping ed il documento in possesso della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata. Detti documenti vengono chiusi, in occasione del prelievo, nelle apposite buste destinate rispettivamente alla Federazione Sportiva o Disciplina Associata competente ed al Coordinamento Centrale Attività Antidoping e dagli stessi conservate chiuse. Ai fini dell’identificazione dell’atleta i rappresentanti del Coordinamento Centrale Attività Antidoping e della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata debbono presentare le buste chiuse che verranno aperte per la circostanza.
2. Qualora l’esito della prima analisi risulti positivo, il Coordinamento Centrale Attività Antidoping provvede con la massima tempestività a darne comunicazione al Presidente del C.O.N.I., al Presidente della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata (a mezzo fax e Raccomandata), all’atleta risultato positivo ed alla società di appartenenza (a mezzo telegramma e Raccomandata), alla Commissione di Indagine sul Doping, all’Ufficio di Procura Antidoping e, per i controlli da essa disposti, alla Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa.
3. L’analisi di revisione viene comunque effettuata dal Laboratorio di Analisi Antidoping della FMSI entro i sette giorni successivi alla data di invio della comunicazione di positività da parte del Coordinamento Centrale Attività Antidoping. La data fissata per l’analisi di revisione è comunicata al Presidente della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata (a mezzo fax e Raccomandata), all’atleta riscontrato positivo ed alla sua società (a mezzo telegramma e Raccomandata). All’analisi di revisione può assistere l’atleta interessato oppure un suo rappresentante, appositamente delegato dall’atleta stesso o dalla società di appartenenza con lettera o telegramma che pervenga al Coordinamento Centrale Attività Antidoping, entro e non oltre le 24 ore precedenti la data stabilita per l’analisi di revisione. L’atleta o il rappresentante delegato possono essere assistiti da un perito, il cui nominativo e qualifica devono essere notificati nel termine precedentemente previsto.
4. All’apertura dei campioni relativi all’analisi di revisione deve assistere un rappresentante della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata ed un funzionario delegato dal Coordinamento Centrale Attività Antidoping.
Qualora, a seguito dell’analisi di revisione, venga confermato l’esito di positività, il Coordinamento Centrale Attività Antidoping, dopo aver ricevuto la immediata comunicazione ufficiale da parte della FMSI, provvede a darne comunicazione al Presidente del C.O.N.I., al Presidente della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata (a mezzo fax e Raccomandata), all’atleta risultato positivo ed alla società di appartenenza (a mezzo telegramma e Raccomandata) ed alla Commissione di Indagine sul Doping. Il Coordinamento Centrale Attività Antidoping provvede inoltre a trasmettere tempestivamente gli atti, per gli adempimenti di rispettiva competenza, all’Ufficio di Procura Antidoping e, per i controlli da essa disposti, alla Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa.
5. Qualora l’analisi di revisione fornisca esito negativo, sarà cura del Coordinamento Centrale Attività Antidoping dare analoga comunicazione ufficiale alle Autorità ed Organismi del C.O.N.I. precedentemente citati.
I risultati dell’analisi di revisione sono inappellabili.
6. L’atleta confermato positivo deve essere sospeso in via cautelare e non può svolgere attività sportiva fino all’esito della decisione definitiva del competente organo giudicante della Federazione Sportiva o Disciplina Associata di appartenenza. La FMSI, nel rispetto degli accordi previsti dalle norme di accredito del CIO, è tenuta a dare tempestiva comunicazione dell’esito positivo delle analisi direttamente alle Federazioni Internazionali.
ART. 11
Procedimento disciplinare
1. L’accertamento dell’assunzione di sostanze o dell’uso di metodi vietati dai regolamenti da parte di atleti o di altri soggetti dell’ordinamento sportivo, ovvero il rifiuto del prelievo o la sua elusione comporta l’attivazione del procedimento di indagine e del procedimento disciplinare secondo le norme emanate dal C.O.N.I. e dai regolamenti delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline Associate.
L’applicazione delle sanzioni previste è di competenza esclusiva degli organi di giustizia delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline Associate, nel rispetto dei regolamenti disciplinari federali e sulla base del provvedimento di deferimento adottato dalla Commissione di Indagine sul Doping. L’Ufficio di Procura Antidoping è competente e responsabile, in via esclusiva, del procedimento di indagine e può avvalersi della collaborazione della Procura o degli Uffici con analoghe competenze operanti presso le Federazioni Sportive Nazionali e le Discipline Associate interessate al fatto indagato.
2. Il Segretario Generale della Federazione Sportiva o Disciplina Associata dà attuazione ai provvedimenti relativi alle indagini adottati dall’Ufficio di Procura Antidoping. In particolare collabora per la citazione degli aderenti alla Federazione convocati a comparire dinanzi all’organismo suddetto, per l’esecuzione di ogni accertamento disposto dallo stesso e per l’eventuale citazione dei propri tesserati dinanzi alla Commissione di Indagine sul Doping.
3. Al termine del procedimento di indagine, l’Ufficio di Procura Antidoping trasmette gli atti alla Commissione di Indagine sul Doping affinché decida in ordine al deferimento dell’atleta e/o degli altri soggetti indagati dinanzi al competente organo di giustizia della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata, ovvero all’archiviazione del procedimento.
4. Qualora dal procedimento di indagine risultino fatti costituenti reato, l’Ufficio di Procura Antidoping ovvero la Commissione di Indagine sul Doping, trasmettono gli atti relativi al Presidente del C.O.N.I. per l’immediata denuncia all’Autorità Giudiziaria, mentre le indagini proseguono per l’accertamento delle responsabilità disciplinari.
5. La Commissione di Indagine sul Doping, ove ritenga che sussistano elementi di responsabilità di aderenti alla Federazione, emette il provvedimento di deferimento del soggetto indagato, trasmettendo gli atti al competente organo federale di giustizia, e dandone comunicazione ufficiale al soggetto deferito ed alla sua società, al Procuratore titolare dell’indagine, al Presidente del C.O.N.I., al Presidente della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata, al Coordinamento Centrale Attività Antidoping e, per i controlli da essa disposti, alla Commissione per i Controlli Antidoping a Sorpresa.
6. Ove non sussistano elementi di responsabilità la Commissione di Indagine sul Doping dispone l’archiviazione del procedimento, provvedendo alle comunicazioni di cui sopra.
7. La Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata, ricevuta dalla Commissione di Indagine sul Doping la comunicazione relativa al provvedimento di deferimento, dà corso all’attivazione del procedimento disciplinare dinanzi al competente organo federale di giustizia, il quale provvede, nel rispetto delle norme regolamentari federali, all’applicazione delle sanzioni previste.
8. Nei diversi gradi di giudizio dinanzi ai competenti organi federali di giustizia, l’accusa è sostenuta, in via esclusiva, dal componente l’Ufficio di Procura che ha condotto le indagini.
ART. 12
Violazioni delle norme antidoping e relative sanzioni
1. Con il tesseramento ed il suo rinnovo, gli atleti assumono l’obbligo di sottoporsi al controllo antidoping.
Qualsiasi inosservanza, da parte degli atleti, delle modalità regolamentari, così come il rifiuto o l’elusione del prelievo ovvero l’effettuazione dello stesso in maniera non conforme alle norme procedurali, sono sanzionati secondo quanto previsto dalle norme stabilite dal C.O.N.I. Allo stesso modo, è punito ogni tentativo di alterare con qualsiasi mezzo i risultati delle analisi.
2. Nei confronti dell’aderente alla Federazione Sportiva Nazionale o Disciplina Associata che, convocato dall’Ufficio di Procura Antidoping o dalla Commissione di Indagine sul Doping per l’assunzione di informazioni o per la contestazione dell’addebito, non si presenta senza giustificato motivo, viene applicata la sanzione della sospensione per un periodo da mesi 1 a mesi 6. Tale sanzione viene disposta, su richiesta dell’Ufficio di Procura Antidoping o della Commissione di Indagine sul Doping, dal competente organo federale di giustizia e si cumula con le sanzioni eventualmente irrogate all’esito definitivo del procedimento disciplinare.
3. All’esito delle indagini, sarà ridotta la sanzione da un minimo di un terzo ad un massimo di due terzi a favore dell’atleta che ha fornito una collaborazione determinante per l’accertamento delle responsabilità connesse alla vicenda di doping oggetto di indagine, con determinazione della Commissione di Indagine sul Doping, anche su richiesta dell’Ufficio di Procura Antidoping.
4. L’applicazione delle sanzioni per i casi di positività al doping, viene regolata e definita secondo quanto di seguito riportato.
Costituiscono violazione delle norme antidoping:
A) La somministrazione e/o l’assunzione di sostanze appartenenti alle seguenti classi proibite di agenti farmacologici: Stimolanti - Narcotici - Agenti anabolizzanti - Diuretici - Ormoni Peptidici e Glicoproteici ed analoghi.
B) L’utilizzo di metodi proibiti: Doping con Emotrasfusione - Manipolazione farmacologica, chimica e fisica.
C) L’assunzione di sostanze appartenenti alle seguenti classi farmacologiche, il cui uso è soggetto a determinate restrizioni: Alcool - Marijuana - Anestetici locali - Corticosteroidi - Beta-bloccanti, ricorrendo le specifiche condizioni, limitazioni e divieti stabiliti per ciascuna delle predette classi.
D) La somministrazione e/o l’assunzione delle seguenti sostanze: Efedrina - Fenilpropanolamina - Pseudoefedrina - Caffeina - Stricnina e relativi composti.
5. Per le violazioni di cui al precedente punto 4, lettere A, B e C sono applicate le seguenti sanzioni:
- due anni di sospensione per la prima infrazione;
- sospensione a vita per la seconda infrazione.
6. Per le violazioni di cui al precedente punto 4 , lettera D) sono applicate le seguenti sanzioni:
- un massimo di tre mesi di sospensione per la prima infrazione;
- due anni di sospensione per la seconda infrazione;
- sospensione a vita per la terza infrazione.
7. E’ facoltà delle Federazioni Sportive Nazionali o delle Discipline Associate prevedere per i casi di positività al doping, l’applicazione di sanzioni più gravi di quelle precedentemente enunciate, anche nel rispetto di quanto eventualmente stabilito, in materia di sanzioni antidoping, dalle rispettive Federazioni Internazionali di appartenenza degli atleti riscontrati positivi.
8. Le sanzioni indicate al punto 5 sono applicate nella misura massima ivi prevista salvo più severe sanzioni previste dai regolamenti federali a coloro che, designati a sottoporsi al controllo antidoping, lo abbiano volontariamente eluso.
9. Nei casi di ripetute violazioni delle norme antidoping, alle società di appartenenza dei tesserati responsabili di fatti di doping sono applicate, le sanzioni stabilite dai regolamenti federali per i casi di violazione dei principi di lealtà e correttezza sportiva.
10. Ultimato l’iter della giustizia sportiva federale, con l’adozione dei conseguenti provvedimenti disciplinari, il Segretario Generale della Federazione Sportiva o Disciplina Associata interessata provvede, con la massima tempestività, ad informare ufficialmente il Coordinamento Centrale Attività Antidoping circa i provvedimenti adottati, trasmettendo altresì la relativa documentazione.
11. L’efficacia delle sanzioni per i casi di doping adottate da ciascuna Federazione, sia in via cautelare, sia alla conclusione del procedimento disciplinare, si estende all’ambito di tutte le discipline sportive di competenza delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline Associate. Il Coordinamento Centrale Attività Antidoping provvede, di volta in volta, a dare tempestiva comunicazione ufficiale alle Federazioni Sportive Nazionali ed alle Discipline Associate circa i provvedimenti disciplinari adottati dalle FSN in materia di doping.
12. L’illecito derivante dall’uso di sostanze o metodi dopanti si prescrive in cinque anni dal giorno in cui il fatto si è verificato.
TITOLO V
DISPOSIZIONI FINALI
ART. 13
Comunicazioni ai mezzi di informazione
L’emissione di comunicati e notizie relativi ad atti, informazioni, disposizioni, provvedimenti degli Organismi ed Uffici del C.O.N.I. preposti all’attività antidoping, è di esclusiva competenza dell’Ufficio Stampa del C.O.N.I..
Spetta alla Federazione interessata o Disciplina Associata l’emissione dei comunicati stampa relativi agli analoghi atti di propri organi ed uffici.
ART. 14
Norma finale
1. Ove sussista contrasto tra le presenti disposizioni ed i regolamenti delle Federazioni Sportive Internazionali, troveranno applicazione questi ultimi, secondo i principi generali dell’ordinamento sportivo.
2. Trascorsi 90 giorni dalla notifica dell’avvenuta approvazione del presente Regolamento le norme nello stesso contenute dovranno intendersi recepite dalle Federazioni Sportive Nazionali e dalle Discipline Associate anche nell’ipotesi in cui non abbiano provveduto direttamente a modificare i propri regolamenti al fine di renderli conformi alla suddetta normativa.
GRUPPO NUMERO 8:
RELAZIONE DELLA CONFERENZA SULLA DROGA
DEL 04/02/1999
Ieri ha relazionato nella nostra classe, sull'argomento droga, una persona che lavora alla “Piccola comunità” di Conegliano dove si rivolgono non solo tossicodipendenti ma anche malati di mente, prostitute in ogni caso persone che hanno problemi con la società.
Nella “Piccola comunità” operano volontari la cui maggior parte è laureata. Essi oltre ad operare come assistenti alle persone in difficoltà s’impegnano in ricerche sugli effetti della droga nel fisico, nel cervello e come variano in base al modo d’assunzione. Poi si studiano le droghe, prima che approdino nel mercato italiano per valutare la tossicità, i danni e i metodi efficaci per la risoluzione dei problemi derivati dall’utilizzo.
L’esperienza della persona che ha relazionato è iniziata nel 1970 con la sua entrata nel gruppo antidroga dei carabinieri, poi studiando gli effetti ha scoperto che le droghe sono più pericolose di quello che si pensava, allora dopo essere entrato nella comunità ha iniziato a parlare del problema ai giovani, nelle scuole, siccome c’è un’alta incidenza, del problema, perché si fa molto uso e vendita.
La droga in se non è nulla, è solo un composto chimico paragonabile all’acqua perché anch’essa abusandone porta delle lesioni. Non deve farci paura la parola “droga” né cosa la sostanza rappresenta ma degli effetti che essa ha nella nostra vita, nei rapporti con gli altri e nel modo di vivere.
Non serve la droga per dimenticare le preoccupazioni della vita ma l’unica cosa che può evitarli e superarli è l’amore, il quale può essere definito la droga più forte ed importante che esiste al mondo.
Non solo, oltre all’amore, bisogna avere dei sogni i quali fanno si che tutte le persone possano avere uno scopo nella vita.
Non servono stupefacenti per essere dipendenti, basta l’amore il quale quando inizi a scoprirlo non riesci a farne a meno, ed è una sensazione stupenda perché quando si ama si diventa due in uno e si vive felici assieme senza dovere in cambio niente a parte un ricambio di sentimenti.
Quando nella vita manca tutto questo si cerca qualcosa che faccia diventare le realtà un sogno che faccia dimenticare la vita reale e quindi si tenta di trovarla nella droga. La droga è l’illusione di aver trovato quello che desideravamo, ma non è risolutiva perché alla fine dell’effetto i problemi ricompaiono, forse anche maggiorati dalla difficoltà di rapporti con le altre persone che tendono ad isolare la gente che si droga.
Invece di usare la droga è possibile utilizzare la parola con la quale si possono risolvere anche i problemi più difficili.
A testimonianza di quello che succede possiamo fare un esempio: una persona che inizia a sniffare cocaina si sente migliore appena assunta ma quando si sente male e quindi necessita di una nuova dose di droga.
Lo schema analizza l’andamento dello stato di benessere d'una persona che assume sostanze stupefacenti. La linea blu indica lo stato di normalità, in altre parole come si vive senza assumere droga. Appena si assume droga si nota un veloce incremento dello stato di benessere che dopo poco tempo, alla fine degli effetti, c’è una brusca ricaduta la quale porta la persona in uno stato sotto a quello normale facendo si che si cerchi una nuova dose d’eroina da assumere. Se si tenta di resistere al “richiamo” della droga il ritorno alla normalità è molto più lento rispetto al tempo impiegato a raggiungere il picco d’euforia.
Mentre se si assume la dose in un tempo molto breve si raggiunge uno stato di felicità uguale a quello conseguito precedentemente nella prima assunzione.
La persona che prende eroina si rovina perché causa danni cerebrali permanenti, danni psicologici che causano paranoia e apatia.
L’adonia è la sindrome da astinenza che colpisce le persone che assumono sostanze d’abuso. Durante questo periodo i tossicodipendenti diventano irritabili e aggressivi pensando che ogni persona che li sta attorno, possa farli del male oppure che non possano comprenderli, arrivano addirittura a rubare da amici, parenti oppure s’inseriscono in ambienti di malavita il tutto per avere una dose di stupefacente. La cocaina è una droga molto pericolosa perché, lascia gravi danni permanenti al cervello e non è vero che è una droga da ricchi perché, non è l’impurità della cocaina a determinare i danni fisici e l’abuso derivati dall’utilizzo.
Basta poche volte per essere dipendenti dalla cocaina e il suo promotore è l'endomorfina.
Una sostanza per essere classificata come stupefacente deve essere d’abuso, deve dare dipendenza, deve alterare le condizioni fisiche e danneggino il corpo.
La cannabis è un estratto della pianta della marijuana la quale è fumata.
I due modi principali per fumare la cannabis sono la canna, la quale solitamente si fuma in un gruppo ed è costituita da una serie di tre cartine arrotolate, all’interno delle quali viene messa la droga, e lo spinello il quale è molto più piccolo ed è di solito ricavato dall’apertura di una sigaretta, poi viene impastato il tabacco contenuto in essa con la cannabis e rifatta la sigaretta. Quest’ultimo modo è fumato specialmente da soli.
All’inizio lo spinello e la canna non erano considerati effettivamente come droghe perché nel cervello non erano stati trovati nel nostro corpo neurotrasmettitori aventi simili caratteristiche del tetracannabinoide, principio attivo della cannabis.
Ma l’anno scorso un gruppo di scienziati hanno scoperto che esiste un neurotrasmettitore il Hie il quale si trova anche nel liquido amniotico. Quindi la cannabis provoca abuso.
Per determinare che fosse veramente una droga mancava solo di definire che la dipendenza da essa era causata dalla sostanza come nel caso della cocaina.
Ma i presupposti per una dipendenza fisica non c’erano perché, non si avvertiva un calo veloce e pesante degli effetti come nel caso della cocaina, per questo si pensava che provocasse una dipendenza psicologica, questa era derivata dallo stato di piacevolezza che causava la sostanza alle persone che la utilizzavano. Ma la cannabis non eliminava velocemente la sostanza dall’organismo ma il 50% delle sostanze nocive rimangono nell’adipe e vi permangono per sei mesi.
Quindi l’effetto è molto inferiore rispetto a quello della cocaina ma è più dilatato nel tempo.
L’eroina è una droga che dà una dipendenza fisica immediata fin dalla prima dose perché agisce immediatamente sulla serotonina, una sostanza presente nel cervello che agisce sui recettori temporali dando una sensazione di benessere. E’ la droga che non produce alterazioni nella funzionalità della parte celebrale, ma le sostanze con cui è tagliata, come la polvere di marmo, alterano la funzionalità del cervello. Produce, però, gravi effetti psicologici grazie alle sue caratteristiche simili a quelle degli oppiacei; le persone sono emarginate perché abbandonano gli amici, vivono escluse dalla società in una realtà virtuale.
I tossicodipendenti non possono vivere senza l’eroina e quindi a tutti i costi devono averla.
L’ecstasy usualmente si trovano sottoforma di pastiglie le quali agiscono sui neuroni i quali fungono da organi per la trasmissione del segnale elettrico che partono dal cervello. Anche una sola pastiglia porta al malfunzionamento d’alcuni neuroni tra i centomila presenti. Un esempio per poter spiegare il fenomeno è pensare ad un enorme palazzo il quale ha tante finestre illuminate tanti quanti sono i neuroni nel cervello e improvvisamente iniziassero a spegnersi delle luci e quindi molti processi venissero limitati oppure alcune naturali funzioni venissero seriamente compromesse. Il modo in cui si spengono queste ipotetiche luci influiscono sulla quantità di danni che ne conseguono. Se, per esempio, le luci si spegnessero in fila si avrebbero una serie di operazioni impossibili da eseguire ma fortunatamente nella maggior parte dei casi non succede.
Non solo per questo è molto pericoloso assumere ecstasy ma anche perché non è possibile risalire alla vista della pastiglia alla sua composizione la quale è verificabile solo in laboratorio. Inoltre i casi di morte in Italia da vent’anni a questa parte sono stati appena 20.000 e assolutamente riconducibili ad errori volontari nella composizione chimica delle molecole MDMA.
All’inizio la composizione delle pastiglie era MDA la quale successivamente fu messa il bando allora i chimici elaborarono la formula in MDMA stando attenti a non trasformarla in 4MDMA perché questa molecola è altamente mortale.
Inoltre l’ecstasy viene tagliata con piombo (derivati dalla sua lavorazione), polvere di marmo, gesso e molti altri materiali.
Molte persone credono che grandi quantità di stricnina, noce moscata, sofrolo diano gli stessi effetti dell’ecstasy ma hanno proprietà molto diverse.
Per valutare gli effetti nel cervello si usa la stimolazione della seratonina la quale con uno stimolo per esempio quello della cioccolata fornisce uno sviluppo delle funzionalità celebrali con l’illuminazione (la quale si nota solo quando si esegue una tac) delle parti del cervello che funzionano.
Steroidi
Derivati sintetici del testosterone, fondamentale ormone naturale maschile prodotto dai testicoli e responsabile della mascolinizzazione e dello sviluppo dei tessuti durante l’età adolescenziale e adulta del maschio. Durante gli ultimi 50 anni sono stati utilizzati per il trattamento di molte e varie disfunzioni, ma è vasto il loro uso per fini “sportivi” sia da parte di praticanti di alto livello che da frequentatori di palestre di culturismo e body-building.
Aumento della massa muscolare e della forza, capacità di sostenere sforzi intensi e di lunga durata senza cedimenti fisici, consapevolezza di essere robusti e muscolosi. Gli steroidi anabolizzanti vengono assunti secondo “cicli” di utilizzo della durata media di otto settimane; le modalità di assunzione variano però considerevolmente.
Sebbene la grande maggioranza di tecnici, atleti e medici ammetta che gli steroidi migliorano le prestazioni fisiche, l’entità dei vantaggi e i fattori che li influenzano non sono ancora completamente chiari. In ogni caso non esiste una documentazione sufficiente circa i livelli di frequenza, durata e intensità degli allenamenti da accompagnare all’assunzione di steroidi, perchè si abbiano i risultati desiderati.
I rischi variano secondo il tipo di steroidi usati, il dosaggio, l’età di inizio e l’eventuale assunzione di altri farmaci. A livello fisico i problemi meglio documentati riguardano il fegato e l’apparato riproduttivo. Grossi sospetti si hanno relativamente a problemi cerebrospinali, immunitari, cardiaci e alla prostata. Si hanno effetti evidenti sull’apparato riproduttivo maschile: l’assunzione di questi derivati del testosterone comporta infatti una riduzione del testosterone prodotto autonomamente dall’organismo. Il nostro corpo può arrivare addirittura a sospenderne la produzione; tutto ciò può provocare la riduzione delle dimensioni dei testicoli, del numero e della motilità degli spermatozoi. Nelle donne l’uso di steroidi è associato a un processo di mascolinizzazione: si hanno così irregolarità mestruali, abbassamento della voce, riduzione del seno, perdita dei capelli, aumento dell’acne e dei peli corporei.
L’impiego di steroidi negli adolescenti che non hanno terminato la crescita può comportare un arresto di quest’ultima. Il testosterone, infatti, provoca la saldatura delle cartilagini e quindi permette le crescita delle ossa; una sua diminuzione comporta il fatto di rimanere più bassi di statura.
Negli utilizzatori di steroidi sono stati osservati anche disturbi psicologici: turbe psichiche, comportamenti aggressivi, cambiamenti dell’umore e squilibri simili a quelli prodotti dalle anfetamine. E’ probabile che gli steroidi possano causare una dipendenza fisica, anche se sono ancora pochi i casi con evidenti sintomi di astinenza.
Fidarsi del fatto che tali sostanze non abbiano mai fatto male ad amici o conoscenti che li usano è una leggerezza che può costare caro: gli effetti tossici, infatti, non sono subito evidenti, ma possono impiegare anni a manifestarsi.
Nel caso siate comunque in procinto di farne ugualmente uso:
• Sospendete periodicamente l’assunzione per ridurre gli effetti tossici, inizialmente parzialmente reversibili.
• sottoponetevi periodicamente ad esami del sangue e delle urine per valutare la funzionalità del fegato e i componenti del sangue
• non fidatevi dei tanti improvvisati “esperti”
rispettate i dosaggi di rimpiazzo, cioè quelli indicati per l’uso terapeutico degli steroidi
• e, soprattutto, non facciamo diventare i nostri corpi e le nostre menti terreno di sperimentazione improvvisata.
In costante aggiornamento
SCHEDA/IL DIZIONARIO DELLE NUOVE DROGHE
DAL ROSPO AMERICANO AL BROWN CECO
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanita' si definisce droga "ogni sostanza chimica, naturale o artificiale che
modifica la psicologia o l'attivita' mentale degli esseri umani". Questo e' un piccolo dizionario per conoscere le
droghe vecchie e nuove.
BROWN E' un liquido di colore giallo o marrone scuro, utilizzato per via endovenosa. Produce un effetto a breve
termine di piacere e non fa sentire la fame. Prodotto nella Repubblica Ceca, non e' diffuso in Italia ma e' una
sostanza "tenuta sotto osservazione".
BUFO (ROSPO) Diffusa soprattutto negli Stati Uniti. Si tratta di un alcaloide estratto dal liquido delle ghiandole
cutanee e paratiroidee del rospo Bufo e di alcune varieta' di pesci palla. Secondo le conoscenze scientifiche attuali il
liquido secreto dal Bufo contiene ventisei principii tra cui l'adrenalina e bufotenina. Quest'ultimo componente e' di
tipo allucinogeno e provoca effetti eccitanti simili all'anfetamina. La bufotenina e' presente anche nelle foglie e nei
semi di Piptoderma peregrina ed in alcune specie di Amanita.
CHAT E' un'erba coltivata nel corno d'Africa. Il principio attivo e' il Catinone che resiste nella pianta estirpata poco
meno di 48 ore. Per questa ragione, lo spaccio e' concentrato attorno agli aeroporti internazioanli, soprattutto nel
nord Italia. Assomiglia alla marijuana, ma ha foglie piu' carnose: tre, quattro fili (considerati una dose) costano sulle
diecimila lire. I consumatori sono soprattutto immigrati, poiche' nelle loro terre d'origine e' comune masticarlo. Lo
scorso anno ne sono stati sequestrati mille chili.
COLLA Sono le droghe dei poveri, spesso dei bambini di strada, in Brasile come in Nepal, e da poco anche nei
Paesi dell'Est. Si inalano i vapori di alcuni collanti e prodotti chimici, generalmente utilizzati in artigianato (concerie di
pellame, botteghe per la riparazione di calzature).
CRACK E' un derivato della cocaina che viene fumato e ha un effetto molto piu' rapido e piu' forte della polvere
bianca. Molto diffuso negli Stati Uniti, non ha attecchito sul mercato italiano. Lo scorso anno ne sono stati
sequestrati solo 60 grammi.
D.M.T. Ovvero la Dimetriltriptamina, sostanza cristallina incolore, ricavata dai semi di alcune piante delle Antille e
dell'America del Sud. Si puo' ottenere anche per sintesi in laboratorio. La polvere ricavata dai semi viene utilizzata
per via inalatoria: ad Haiti e' nota con il nome di cohoba.
ECSTASY Il principio attivo dell'ecstasy e' la molecola dell'Mdma, una metossianfetamina con una struttura simile a
quella della mescalina, lo pschidelico contenuto nei bottoni del peyote. La sostanza e' conosciuta fin dal 1914 e pare
venisse somministrata ai soldati per combattere la fame e il sonno. Dai tecnici e' definita "entactogena" cioe'
caratterizzata da una potente azione di socializzazione. E' venduta in pasticche colorate e il suo prezzo varia dalle 50
alle 80 mila lire. All'ingrosso, in Olanda, costa circa sette fiorini (pari a sette mila lire).
EFEDRINA Sostanza estratta, fin dall'inizio del secolo, dalla pianta di Ephedra, molto diffusa in Europa, in Asia e
nelle zone aride del Nord-America. La pianta contiene un alcaloide, l'efedrina appunto, utilizzato nella farmacopea
ufficiale per combattere alcune malattie delle vie respiratorie, le patologie cardiovascolari e l'ipotensione.
Attualmente c'e' una forte produzione di efedrina in laboratorio (Repubblica Ceca e di Estonia, Lettonia e Lituania)
poiche' il procedimento e' meno costoso dell'estrazione dalla pianta. In Italia, la sostanza e' contenuta in un
medicinale (a confezione inalante) molto diffuso. Produce effetti simili a quelli dati dall'adrenalina ed e' utilizzata
anche come doping. Provoca forti danni al sistema nervoso centrale. Il sovradosaggio produce risultati del tuttoopposti.
L'efedrina e' la base per produrre il Cat, nome chimico metacatinone, bestia nera della Dea americana
(l'interforce antidroga). Si puo' fare in un laboratorio casalingo, aggiungendo prodotti di uso domestico come il
Drano, acido per lavandini, e i sali Epsom (cristalli per fare il bagno venduti in Usa). Il costo varia tra gli 80 e i 100
dollari al grammo. Produce effetti di superpotenza e eccitazione. Ma anche paranoia, piaghe al naso, inappetenza e
conseguenti perdite di peso.
LSD Ovvero dietilamine di acido lisergico, scoperto nel 1943 dallo scienziato Albert Hoffmann nei laboratori
svizzeri della Sandoz. Il suo consumo e' stato legato negli anni Sessanta alla cultura psichedelica. In Italia e' diffuso
Lsd 25, versione piu' leggera del 49 che si trova soprattutto in Inghilterra.
PEYOTIL E' una specie di cactus, che cresce spontaneamente in natura, nelle zone desertiche del Messico
settentrionale. Conosciuto fin dall'antichita', e' stato sempre utilizzato dalle popolazioni indigene durante le cerimonie
rituali per conseguire effetti allucinogeni, visivi ed uditivi: contiene, infatti, l'alcaloide Mescalina, generalmente assunta
per via orale. Poco diffuso in Italia.
PERVITIN E' una polvere bianca, solubile in acqua, da iniettare. Viene utilizzata in media ogni sei ore. La dose e'
intorno ai duecento milligrammi ma dipende dalla qualita' e dal grado di purezza del prodotto. Usato anche nelle
cura delle patologie respiratorie curate con l'Efedrina. Gli effetti, piu' potenti se il Pervitin contiene delle impurita'
sono: sensazione di benessere, euforia ed energia, si perde totalmente la fame, la sete e non si avverte il sonno.
POPPER E' una droga da aspirare, si vende per lo piu' nei sexy shop all'estero, provoca eccitazione.
PSILOCIBINA Estratta da alcune varieta' di funghi, presenti soprattutto in Messico, usata dagli sciamani nell'aerea
di Oaxaca. Entrata nel movimento pschidelico, ha forti proprieta' di modifica della percezione e di tipo allucinatorio.
RED BULL Sono bibitoni di acqua e sostanze attive. Classificate come "bevande energetiche", sono legali e
possono essere acquistate ovunuqe. Molto diffuse in Austria, Germania e Regno Unito, questa estate sono arrivate
anche sulla Riviera romagnola. Tra i componenti della bibita c'e' la caffeina (320 mg per litro, equivalente a 5 tazze
di caffe') e la taurina, un aminoacido estratto dalla bile del toro. Produce un effetto eccitante.
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Walter De Lucia
Doping? No,grazie...
Gli allenamenti sono stressanti, gli incontri sono difficili, il pubblico sempre più esigente... Che fare per migliorare la prestazione? Magari seguire il consiglio dell'amico di un amico che ha provato quel farmaco magico... E' così che può nascere nello sportivo l'idea del doping. Varie categorie di farmaci e pratiche terapeutiche vengono proposte come mezzo per migliorare artificialmente la performance, ma quasi mai esiste una base razionale nel loro utilizzo. Gli eventuali miglioramenti ottenuti sono spesso dovuti al cosiddetto "effetto placebo": chi li usa si aspetta di migliorare le prestazioni, e questo gli dà quella carica psicologica che gli permette di superare i limiti precedenti. E' invece molto più probabile la comparsa di effetti collaterali indesiderati che possono essere molto pericolosi e, talvolta, mortali.
COS' E' IL DOPING?
E' considerato come DOPING l'uso di sostanze o di procedimenti destinati ad aumentare artificialmente il rendimento, in vista o in occasione di una gara, e che può portare pregiudizio all'etica sportiva e all'integrità fisico-psichica dell'atleta. E' importante distinguere questa pratica sia dalle terapie che vengono utilizzate negli atleti con qualche problema fisico che da quella che viene definita "preparazione biologica" effettuata con allenamenti programmati, diete particolari, integrazioni vitaminiche o di aminoacidi o di altre sostanze naturali dall'altra.
STORIA DELLA LOTTA ANTI-DOPING
La lotta al doping è nata in Italia nel 1954. Nel 1961 fu aperto a Firenze il primo laboratorio europeo di analisi anti-doping. Dal 1964 (Olimpiadi di Tokyo) si iniziò ad effettuare sistematici controlli anti-doping sugli atleti. Dal 1971 esiste in Italia una legge che punisce sia chi fa uso di sostanze proibite, sia chi le distribuisce agli atleti. Nel 1971 il Comitato Olimpico Internazionale ha pubblicato una lista di sostanze proibite che viene periodicamente aggiornata.
TIPI DI DOPING
Esistono vari tipi di doping, utilizzati in particolari periodi della stagione agonistica:
• periodo pre-gara, durante la preparazione, per tentare di aumentare le masse muscolari e la forza fisica (steroidi);
• durante la gara, per ridurre il senso di fatica, o per stimolare il sistema nervoso centrale o, infine, in alcuni sport, per ridurre il livello di ansia (anfetamine, amine simpaticomimetiche, tranquillanti, betabloccanti ecc.); o ancora per tentare di aumentare il trasporto di ossigeno e quindi la resistenza fisica alla fatica (autotrasfusione);
• dopo la gara, per riacquistare il più velocemente possibile le energie (frequente nei ciclisti durante le corse a tappe).
Le classi di farmaci più frequentemente utilizzate a fini dopanti sono gli steroidi anabolizzanti e le sostanze eccitanti.
GLI STEROIDI ANABOLIZZANTI
Sono sostanze, derivate dagli ormoni sessuali maschili, che favoriscono la sintesi proteica e quindi la costruzione di tessuti dell'organismo. Spesso chi li adopera a fini illeciti assume quantità enormi di farmaco, fino a più di 10 volte i dosaggi normali. I presunti vantaggi dell'uso di queste sostanze sono l'aumento della massa muscolare e della forza, ma le ricerche effettuate dimostrano che gli effetti ottenuti sono modesti, specie nel maschio, mentre molto rilevanti sono gli effetti collaterali. Questi sono diversi a seconda del sesso e dell'età di chi li usa: negli adolescenti, sono forse realmente efficaci, ma provocano una riduzione dell'altezza definitiva; nelle donne provocano la comparsa di caratteri sessuali maschili (peluria sul volto e sul corpo, abbassamento del timbro della voce, irregolarità mestruali ecc.); nell'uomo, infine, compromettono la fertilità e provocano l'atrofia dei testicoli e la calvizie. In tutti, infine, c'è una elevata incidenza di tumori, aumentano le cardiopatie e le patologie a carico dei tendini (specie lacerazioni), compaiono alterazioni della personalità.
LE SOSTANZE ECCITANTI
Normalmente, in chi si prepara ad affrontare un esercizio fisico, aumentano la vigilanza e la capacità di concentrazione; aumentano il flusso di sangue nei muscoli, la forza contrattile del cuore, la profondità degli atti respiratori. Queste reazioni sono mediate dal sistema nervoso simpatico, prevalentemente attraverso l'azione della adrenalina. Esistono sostanze che esplicano le stesse azioni dell'adrenalina, dette "amine simpaticomimetiche". Queste sostanze sono presenti in molte specialità medicinali in commercio, come preparati contro la tosse e il raffreddore, antiasmatici, farmaci che riducono l'appetito ecc. Anche per queste sostanze sono state effettuate delle prove per dimostrarne l'efficacia nel migliorare la prestazione fisica. In effetti è stato notato un piccolo miglioramento nella corsa, nel nuoto, nel lancio del peso. Assumendo questi farmaci, gli atleti hanno comunque l'impressione di stare effettuando una prestazione eccezionale, ma ciò in seguito si rivela una illusione; questo effetto è legato all'aumento del tono dell'umore e all'euforia indotte da questi farmaci nella fase acuta (dopo qualche ora compare invece una profonda depressione reattiva). Sono molto importanti gli effetti indesiderati provocati dagli stimolanti. Possono dare assuefazione e dipendenza psicologica; tremori, stato confusionale, aggressività; ma gli effetti peggiori sono a carico del sistema cardiovascolare: inducono aumenti della pressione arteriosa, aritmie cardiache pericolose, ed aumentano il rischio di morte improvvisa; infine, poichè mascherano la fatica fisica, inducono l'atleta a superare pericolosamente i limiti delle proprie prestazioni provocando gravi danni anche a carico dei muscoli e dei tendini e colpi di calore. Il più famoso simpaticomimetico è l'amfetamina; la vittima più illustre dell'amfetamina è stato il ciclista Tom Simpson che, nel 1967, morì durante il giro di Francia. E' assimilabile a questa classe anche una droga, la cocaina: ha le stesse azioni e gli stessi effeti collaterali degli altri psicostimolanti, ma in più è molto più marcato il rischio di assuefazione, dà maggiori problemi psicologici, e lede i tessuti attraverso i quali viene assorbita, come la mucosa nasale.
ALTRE SOSTANZE
Fra le altre sostanza proibite si trovano i betabloccanti, che svolgono una azione opposta a quella delle amine simpaticomimetiche e che vengono utilizzate per ridurre il tremore e la paura del pubblico; i narcotici e gli antidolorifici maggiori, di tipo morfinico, che annullano la sensibilità al dolore da fatica e da lesione muscolo-tendinea. Infine è stata utilizzata ultimamente la pratica dell'autotrasfusione: in pratica all'atleta viene sottratta, durante il periodo di allenamento, una certa quantità di sangue che viene conservato. Ciò induce l'organismo ad aumentare la produzione di globuli rossi per riportarne il numero totale nella norma. Il giorno prima della gara, vengono reinfusi i globuli rossi in precedenza prelevati, per cui risulta un aumento della concentrazione di emoglobina e quindi un miglioramento della capacità del sangue di trasportare ossigeno. Però anche con questa pratica si corrono seri rischi: trombosi, embolie, setticemie, emolisi.
CONCLUSIONI
La pratica del doping ha quindi pochi vantaggi e tantissimi rischi. E' questa la ragione per cui tutti in tutto il mondo si cerca di debellarla. Inoltre, il fatto stesso di cercare di superare gli altri atleti con mezzi fraudolenti è da considerare moralmente condannabile. Purtroppo però non tutti gli atleti riescono a resistere alla tentazione. Per questo, dopo molte competizioni sportive vengono effettuate analisi per accertarsi che gli atleti non abbiano utilizzato sostanze proibite. Queste analisi vengono svolte su campioni di urina prelevati subito dopo la gara alla presenza dei commissari di gara e del medico incaricato anti-doping. I campioni vengono poi inviati ad un centro attrezzato per riconoscere anche piccole tracce delle sostanze proibite. In caso di positività, ovviamente, scatta la squalifica per l'atleta colpevole. Recentemente è stato stabilito che può essere effettuato anche un prelievo di sangue per effettuare il test.
E' importante sapere che, talvolta, si può risultare positivi anti-doping pur senza aver utilizzato consapevolmente sostanze per aumentare il proprio rendimento. Questo succede perchè, come abbiamo detto prima, alcune delle sostanze proibite dal Comitato Olimpico Internazionale sono normali componenti di certi farmaci in commercio, e quindi un atleta che utilizza questi farmaci avrà nelle proprie urine tracce rilevabili di sostanza proibita. I farmaci che più frequentemente contengono queste sostanze sono i preparati utilizzati contro il raffreddore e l'influenza (anche spray nasali), farmaci contro la tosse, alcuni colliri, farmaci che riducono l'appetito, antiasmatici (anche spray) ecc. Per questo motivo è meglio consultare il medico prima di utilizzare qualsiasi farmaco in un periodo vicino a competizioni agonistiche, ed avvertire comunque il medico addetto all'anti-doping del tipo di farmaco che si è utilizzato nei giorni precedenti, per non incorrere in brutte sorprese. Infine, è opportuno che ciascun atleta di buon senso cerchi di educare i propri amici che tendono ad utilizzare sostanze proibite spiegando loro i rischi che corrono a fronte di ben pochi vantaggi ( se ce ne sono), ed insegnando che fare sport non deve significare voler vincere ad ogni costo, ma solo migliorarsi con l'allenamento e lo spirito di sacrificio che caratterizzano i veri Campioni, dando il meglio di se stessi, indipendentemente dal risultato delle gare.
Ecstasy e cannabis
Mi sembra interessante approfondire la ricerca sui pochi campioni di analisi relativi ai consumi di cannabis. Nella prima ricerca Maurizio Rotaris ha analizzato il campione della popolazione prevalentemente eroinomane rilevato dai SerT nazionali in rapporto ai consumi di cannabis.
Qualcuno potrà dire che questo campione (118.000 persone) ha un vizio di fondo, ovvero che analizza tossicodipendenti che hanno come prevalente l'abuso secondario la cannabis, ma ne eravamo assolutamente coscienti anche noi ed era stato premesso. Fare altri approfondimenti su altre fasce di consumatori, partendo dall'indagine su altre sostanze ci può comunque avvicinare al complesso quadro dei consumi di cannabis, partendo dall'analisi della popolazione politossicodipendente. Il metodo potrebbe essere quello di procedere da una analisi dei dati riferiti ai tipi di consumi diversi ai quali la cannabis viene associata e rilevata, per arrivare infine ad isolare la fascia di consumo puro di cannabis, su cui non si possiedono assolutamente dati. Mi sembra che in questa Conferenza, tale metodo sia già stato tentato, dapprima nell'isolamento del tema
- contiguità fra consumo di cannabis con il consumo di allucinogeni
- analisi del consumo di cannabis associato al consumo di oppiacei
- tenterò ora alcune analisi di dati riferiti al consumo di ecstasy associato al consumo di cannabis.
Mi sembra che le finalità delle ricerche siano abbastanza chiare: è possibile riuscire a valutare nel prossimo futuro l'incidenza del fenomeno "consumo di cannabis puro", isolandolo da altri abusi ?
Per molti il consumo puro di cannabis è un dato scontato, ma non ci sono dati per dimostrarlo, per molti il gateway drug, ovvero il considerare anche la cannabis "droga di passaggio" è teoria sbagliata o obsoleta di altre generazioni. Ma quindi come si arriva all'identificazione del consumo di cannabis a sè, come modello prevalente dei modi di consumo attuali ? E' vero ? E' una domanda aperta e speriamo che qualcuno non ci voglia vedere per forza secondi fini che possano suscitare polemica.
Ho analizzato i dati di una ricerca del SerT della USL 16 di Padova relativi ad un campione di 162 persone contattate da operatori in 5 discoteche venete nell'estate 1996, che dichiaravano di fare uso di ecstasy, di essi il 59,3 % dichiarava di aver assunto anche cannabis nella stessa serata. La cannabis risultava seconda solo all'alcool (59,9 %). Nell'osservare le percentuali si deve tener conto che sono stati rilevati gli usi di più sostanze diverse nella stessa serata. Come possiamo considerare l'associazione ecstasy, cannabis ? Senza voler trarre conclusioni affrettate è interessante analizzare i dati di un'altro campione.
Ho analizzato i dati di una ricerca del SerT della USL 16 di Padova relativi ad un altro campione di 150 persone in carico al SerT e che si dicharavano consumatori di ecstasy. Di essi 107 ovvero il 73 % dichiarava di fare uso di cannabis come sostanza d'abuso secondaria. Nel corso dell'osservazione di questi 150 pazienti 79 presentavano sintomi psicopatologici diversi dopo assunzioni differenziate.
Fra questi 79 la variabile consumo di cannabis è presente nel 49 % dei casi. Si può supporre che la combinazione uso di ecstasy e uso di cannabis possa facilitare l'insorgenza di stati psicopatologici a partire da questi dati, pur limitati ? L'insorgenza di stati psicopatologici nei consumatori di ecstasy è un dato abbastanza frequente e provato, possiamo pensare che l'associazione con cannabis li faciliti ?
Per carità non si vuole anche in questo caso usare questi modesti campioni per demonizzare la cannabis, si potrebbe benissimo farlo anche con l'alcool, ma pure mi sembrano riflessioni di un certo interesse.
ECSTASY
o se preferisci xtc, cala, pasta, chicca, ....
Sicuramente ne hai sentito parlare.
Forse conosci qualcuno che la usa.
Magari, tu stesso l'hai provata o la usi.
MA LO SAI COSA E'???
L'ecstasy è una sostanza di sintesi chimica,
cioè prodotta in laboratorio.
I chimici la chiamano MDMA (3,4 metilendiossimetamfetamina).
Questo è il nome del principio attivo che trovi nelle pasticche di ecstasy.
Esistono anche altri composti chimicamente simili,
che hanno effetti differenti:
la MDE - MDEA, simile alla MDMA, ma senza effetti anfetaminici la MDA che tende ad alterare maggiormente le percezioni la MMDA con effetti maggiormente allucinogeni.
L'ecstasy viene commercializzata sotto forma di pillole, pasticche o capsule con i nomi più svariati:
mai sentito parlare di colombine, cuoricini, UFO, uccelletti, dollari, ....
e chissà quali altri nomi hai sentito!
E' sempre lei!
Anzi .... potrebbe essere sempre lei.
Infatti, quando ti compri una cala non sai mai esattamente cosa stai comprando,
come non sai mai quanto principio attivo contenga realmente.
La forma con cui l'ecstasy viene commercializzata
rende impossibile conoscerne esattamente il dosaggio (il contenuto
è verificabile con precisione solo in laboratorio).
Quindi non puoi sapere quanta MDMA contenga la pasticca,
perchè i dosaggi variano molto, inoltre
può anche capitare che nelle pillole commercializzate
siano presenti "tagli" di altre sostanze;
per esempio: anfetamine, morfina o LSD.
Questo significa anche, che è difficile prevedere
gli effetti, desiderati e indesiderati, prima del consumo!
ECSTASY .....
..... gli effetti.
L'ecstasy inizia a salire, cioè a manifestare il suo effetto
dopo circa 30 -40 minuti dall'assunzione.
Questi effetti permangono per un tempo variabile tra le 4 e le 6 ore.
Passato questo tempo l'effetto desiderato inizia a diminuire
per lasciare spazio agli effetti collaterali
ATTENZIONE !!
Aumentare le dosi, assumendo più pastiglie, non aumenta gli effetti piacevoli. Può invece aumentare notevolmente gli effetti collaterali indesiderati e quindi anche i rischi!!!
(vedi il capitolo dedicato ai rischi) e secondari.
Famoso è il cosiddetto effetto down:quando finisce l'effetto ci si sentedepressi,stanchi e irritabili.
Hei, cerchiamo di intenderci !!
Questa non è una campagna promozionale!
Si tratta, invece, di informazioni che hanno come obiettivo una maggiore consapevolezza.
Quindi leggi con attenzione
anche il capitolo dedicato a i rischi!!!
Gli effetti prodotti dall'ecstasy,
sia quelli desiderati, sia quelli indesiderati,
sono soggettivi.
Variano, cioè, da persona a persona:
quindi a te potrebbe non fare lo stesso effetto che ha fatto al tuo amico.
Gli effetti desiderati vengono, di solito,
descritti da chi la usa, dicendo che fa sentire euforici.
Che fa stare meglio con gli altri e facilita le relazioni,
perchè riduce le barriere emotive.
Che da un sensazione di maggiore sicurezza interiore.
Che non fa sentire la stanchezza e la fatica.
Che intensifica tutte le sensazioni:
tatto, udito, vista, gusto, olfatto.
Anche la percezione di sè stessi viene intensificata
e "si sente di più" la musica.
Oltre che "sul come ti fa sentire"
l'ecstasy produce effetti anche a livello del corpo:
• può provocare un notevole aumento della pressione del sangue
e del battito cardiaco;
• tende ad innalzare la temperatura corporea;
• aumenta la sudorazione;
• può causare disidratazione;
• causa secchezza della bocca e un tensione della mascella
che porta al digrignamento dei denti (capito perchè spesso
chi cala usa il chewing gum?);
Se esageri può causare capogiri, svenimenti, agitazione
e attacchi di panico.
Questi effetti collaterali possono
comportare rischi anche seri.
Quali?
Beh, prova aprire il capitolo sui rischi.
ECSTASY ......
...... i rischi .
Come abbiamo visto quando compri un cala è difficile
sapere esattamente quale sia la quantità di principio attivo
e quali sostanze contenga realmente.
Questo ti espone ad un primo rischio:
è difficile prevedere l'effetto che quella specifica cala ti darà e
potrebbe rivelarsi diverso da ciò che ti aspetti.
Ma non è tutto qui perchè gli effetti collaterali
dell'ecstasy possono rivelarsi alquanto seri.
Uno dei rischi più seri è rappresentato dalla disidratazione:
l'ecstasy provoca l'innalzamento
della temperatura corporea,
inoltre in discoteca spesso fa molto caldo,
si balla e ci si muove molto, perdendo molti liquidi.
In questo modo rischi di disidratarti.
Se stai pensando "echissenefrega", stai attento!
La disidratazione non è uno scherzo e può provocare
il cosiddetto "colpo di calore".
i medici lo chiamano ipertermia maligna e
può anche diventare mortale!!!
Il rischio di disidratazione aumenta se
l'ecstasy è assunta insieme all'alcol.
L'alcol riduce gli effetti dell'ecstasy e aumenta i rischi!!
L'associazione di ecstasy con alcol
e altre sostanze può diventare molto pericolosa!!!
L'ecstasy può anche causare svenimenti,
disturbi alla vista, attacchi di panico.
Quando l'effetto svanisce c'è il down e
ci si sente stanchi, depressi e irritabili.
Se la dose è eccessiva può determinare
stati di ansia, di agitazione psicomotoria
e attacchi di panico.
Sei hai calato troppo quindi ti puoi
sentire terribilmente agitato e nervoso.
"Non ci stai più dentro!"
Sai cosa può capitare in questi casi?
Ma è vero che l'ecstasy brucia il cervello?
Potrebbe diventare vero!
In effetti le notizie sono ancora incerte e contraddittorie
ma sono stati segnalati casi di danni alla
produzione di serotonina (una sostanza che interviene
negli scambi di informazioni tra le cellule cerebrali e
che regola le funzioni del sonno e dell'umore)
In alcune ricerche su animali è stata registrata una perdita parziali
delle cellule che utilizzano la serotonina,
che sembra essere irreversibile.
Anche se questi dati non sono automaticamente
riferibili all'uomo, gli studiosi parlano di seria
preoccupazioni per questi possibili effetti.
Sembra comunque abbastanza certo che gli
effetti neurotossici - si chiamano così - abbiano
più probabilità di manifestarsi con assunzioni continuative
o eccessive.
In pratica:
se usi sistematicamente ecstasy tutti i fine settimana,
per lungo tempo o se assumi più di una pasticca in una sola volta
rischi di andare incontro a seri problemi di carattere neurologico,
che possono diventare PERMANENTI:
problemi con la memoria, peridta della
capacità di concentrazione,
alterazioni dell'umore e depressione,
alòterazione del ritmo veglia-sonno, ....
.... insomma non c'è molto da scherzare
e ricorda
più ne usi - più rischi!!!

Eroina
Più eroina usi e meno ne hai, e più ne hai più ne usi.
(William Burroughs - “Il pasto nudo”)
Attraverso successive raffinazioni si ottengono dal papavero: oppio, morfina ed eroina. Si presenta come una polvere bianca o marrone spesso granulosa.
Viene assunta inalandola per via nasale o iniettandola in vena; molto più raramente viene fumata.
Uno stato di benessere diffuso, la scomparsa di angosce e timori, l’annullamento del dolore fisico.
Chi assume eroina ricerca in particolare il flash, una sensazione improvvisa e acuta di euforia, benessere e calore.
Dipendenza e intossicazione
Anche l’assunzione di poche dosi successive genera rapidamente una dipendenza fisica e psichica, richiede un aumento del dosaggio e genera crisi d’astinenza.
L’uso continuo provoca la scomparsa degli effetti piacevoli, fino ad arrivare all’assunzione per restare “normale” e combattere la crisi d’astinenza.
Decadimento dello stato generale di salute.
Abbassamento delle difese immunitarie, carie e perdita di denti, flebiti, ascessi.
La vita diventa disordinata e stressante (paranoia manca la roba, gioia l’ho trovata e questo più volte al giorno) l’alimentazione casuale e povera.
Nelle donne si osserva una diminuzione di fertilità e la scomparsa del ciclo mestruale; in gravidanza aumenta il rischio di aborto.
L’uso promiscuo di siringhe ha provocato e purtroppo provoca una epidemia di AIDS tra i tossicodipendenti. Non va comunque dimenticata la presenza significativa di epatiti, tubercolosi, malattie veneree nella popolazione tossicodipendente: quindi almeno non utilizzate siringhe già usate da un altro.
L’OVERDOSE porta alla morte
E' un disastro.
L’unica cosa che ti interessa è farti e tutti i soldi vanno a finire lì.
Chi assume eroina diviene rapidamente un emarginato e perde progressivamente tutti gli altri interessi; la necessità irrinunciabile dell’eroina porta a considerare gli altri soprattutto come una fonte di denaro, con assillanti ricerche di prestiti e furti anche ad amici e familiari.
Nelle fasi finali porta alla perdita di qualsiasi senso di rispetto e dignità facendoti fare qualsiasi cosa pur di ottenere una dose:
prostituzione maschile e femminile, inserimento in attività criminali “improbabili” e rischiose; quindi, pressoché fatalmente, il carcere.
Astinenza
Dopo otto ore dall’ultima dose compaiono ansia, sbadigli, sudorazione, lacrimazione, insonnia, vampate di calore alternate a sensazioni di freddo, crampi e dolori ad li; dopo trentasei ore spossatezza, aumento della pressione e della temperatura, tachicardia, respirazione rapida.
La crisi può protrarsi fino a dieci giorni; secondo alcune ricerche
nei sei mesi seguenti si possono verificare insonnia, una sensazione
imprecisata di malessere, depressione, irritabilità: tutte fattori
che possono determinare ricadute.
Gestendo servizi per tossicodipendenti abbiamo visto tragedie e vite rovinate in quantità industriale e non possiamo che essere assolutamente certi della nocività del suo uso.
La scelta di provare diventa facilmente una scelta irreversibile che vi rovina la vita; cercate almeno di non rovinarti del tutto...
Non usate siringhe già usate: potete contrarre AIDS ma anche epatiti, o altre malattie invalidanti. Se usate il limone per sciogliere l’eroina accertatevi che non sia andato a male: può causarvi febbri e infezioni.
Iniettare eroina è sempre pericoloso. Se andate all’estero o cambiate zona può esserlo ancora di più, perché la percentuale di eroina potrebbe essere più alta di quella a cui siete abituati.
Rischi gravi si corrono dopo una disintossicazione, perché l’organismo è più sensibile all’eroina.
Inoltre se bevete o se avete usato altri farmaci anche una dose modesta può essere pericolosa .
Se qualcuno va in OVERDOSE, non scappate; chiamate i soccorsi, rimanete con lui, fatelo sdraiare su un fianco e non fatelo addormentare mentre aspettate. Se lo sapete indicate ai medici o al personale dell’ambulanza che tipo di sostanza ha assunto. Nessuno vi creerà problemi se avete fatto il possibile per salvarlo.
HASCHISH ORIGINE DESCRIZIONE
CIOCCOLATO Varie: TURCHIA, EGITTO, SIRIA, AFGANISTAN Colore marrone scuro esternamente, più chiaro al taglio.Tavolette di 3-4 centimetri, da 250 g. ognuna.
LIBANO ORO LIBANO, EGITTO, GIORDANIA Colore giallo-arancio. Morbido al tatto, mischiabile senza scaldare.
LIBANO ROSSO idem Colore rosso-arancio. Spugnoso, odore robusto
MAROCCO "00" MAROCCO, NORD SENEGAL Colore giallo-ocra. Pani da 240 g. marchiati "00", come due anelli Olimpici.
Scaldandolo si gonfia e sgretola, ma non fa polvere.
GOLD LEAF MAROCCO Giallo-verde. Pani avvolti in cellophan, con sigillo a forma di foglia di vite in ceralacca (una volta), o adesivi di carta. Molto resinosa, si gonfia a scaldarla.
KIF MAROCCO, ALGERIA Polline e fiori (??) di canapa. Polveroso.
GIALLO MAROCCO, ALGERIA, TUNISIA, EGITTO Haschish comune. Molto duro e compatto, in tavolette sottili (7-12 mm). A scaldarlo si sbriciola e forma polvere.
NERO AFGHAN AFGHAN, PAKI, IRAN, KASHMIR Tavolette sottili o medie (da 1 a 2 cm). Molto duro, si ammorbidisce col calore.
NERO PAKISTAN PAKI, IRAN, KASHMIR, AFGHAN Plastilina anche a freddo. Quello buono è duro.
BLACK BOMBAY INDIA (centrale-occidentale) Nero, morbido appena scaldato con le dita.
MANALI INDIA (centro e sud est) Un vero e proprio mito. Come un BAROLO del 69, o un BRUNELLO del 73. Di colore nerastro, con ombre verdi. Duro e sbruzzoloso come un pezzo di brecciatino. In realtà si tratta di "erba" indurita, non si ammorbidisce a scaldarla ma si sgretola (contiene ancora semi).
GOLD KERALA INDIA (Stato del Kerala - sud in generale) Molto simile al Manali, ma di colore bruno-giallastro all'interno.
ERBA
NIGERIAN BLOCK NIGERIA, altri paesi della costa Atlantica. Erba compressa e seccata in blocchi di diverse dimensioni (da 20x5x30 a 20x40x20). Di colore verde e bruno (ben matura quindi). La durezza iniziale ricorda il Manali.
NIGERIAN idem Erba compressa ma sfaldabile con facilità. Colore verde scuro.
GHANA idem idem
KENYA idem idem
PUNTO ROSSO BOLIVIA, ECUADOR. Blocchi pressati con incarto in cellophan o accoppiata cellophan-argentata con sigilli adesivi marchiati con un grosso punto rosso. Colore verde chiaro. I blocchi si sbriciolano con facilità.
SANSEMILLA MESSICO del sud, GUATEMALA, NICARAGUA, PANAMA, COSTARICA, etc. Letteralmente "senza semi". I fiori vengono recisi in bocciolo, caricando maggiormente di resina le foglie. Colore giallo-verde, compatta ma "sbrisolona".
ACAPULCO GOLD MESSICO La si trova in superfice, anche senza tuffarsi. Erba matura e carica di resina, simile alla sansemilla, ma i semi ci sono (inutilizzabili).
TRECCIA NEPAL, LADAKH, INDIA (DARJEELING), THAILAND, INDONESIA Erba intrecciata a mo' di corda o spago. Colori verde chiaro, scuro, giallo-verde.
THAY STICK NEPAL, Nord dell'India Erba intrecciata su stecchini lunghi 20 x larghi2 cm.
BUDDHA GRASS idem Treccette arrotolate o annodate a cerchio.
CALABRESE CALABRIA, PUGLIA, CAMPANIA (ma anche balconi e giardini di tutta Italia).Verde cupo, solitamente troppo anticipata alla raccolta. Sciolta o lievemente compressa. Molti semi utilizzabili.
ALBANESE ALBANIA, MONTENEGRO, KOSSOVO Una novità degli ultimi mesi. Qualche volta compressa, spesso sciolta.
LSD e allucinogeni
LSD, mescalina, psilocibina ecc..
L’uso delle droghe che agiscono sulla coscienza è qualcosa che deve essere preso con la massima serietà.
(Albert Hofmann)
Sotto questa categoria troviamo una serie di sostanze anche difformi tra loro ma che possiamo unificare per i loro effetti simili.
Fin da tempi remoti sono stati ritualmente utilizzati nello sciamanesimo per entrare in contatto con lo Spirito; sono state introdotte in occidente
soprattutto dopo gli anni ‘60.
I funghi di psilocibina sono lunghi funghi scuri che, con il deperimento, tendono a scurirsi ulteriormente, fino a diventare bluastri.
Il Peyotl è un cactus con vari principi attivi, tra cui la mescalina, diffuso in centro America: si consuma in forma di bottoni freschi o secchi.
L’ LSD è un prodotto di sintesi che viene commercializzato sotto forma di pillole di varie dimensioni, di francobollini o zollette di zucchero. La composizione del prodotto è sempre varia e incerta, così come i dosaggi variano da tipo e stato di conservazione, al punto da far nascere la credenza che esistano diversi tipi di LSD. In realtà l’LSD è unico ma con diversi tagli (anfetamine, ecstasy, stricnina ecc...): i tagli influenzano fortemente gli effetti, in particolar modo il down finale.
Gli allucinogeni non producono assuefazione, ma generano una fortissima tolleranza: cioè la stessa sostanza, assunta a distanza di pochi giorni, non fa più effetto.
Le notizie che seguono sono da considerarsi valide per gli allucinogeni in genere, anche se durata, effetti specifici e forme di assunzione variano da sostanza a sostanza.
Non esistono veri e propri effetti ricercati perché l’esperienza è fortemente soggettiva, imprevedibile e caotica, varia a seconda del contesto e delle personalità coinvolte.
Si riscontrano, comunque, in quantità e se modalità diverse: confusione percettiva e cognitiva, impossibilità a compiere le azioni, anche più banali e di routine, perdita del senso del tempo, difficoltà a distinguere tra reale e immaginario.
Forti sensazioni e immagini di terrore e/o di beatitudine.
La durata dell’esperienza varia dalle quattro alle dodici ore; è possibile che anche dopo alcuni mesi si abbiano flashback.
Durante l’esperienza possono verificarsi attacchi di panico.
L’uso prolungato può provocare psicosi che a volte permangono a lungo.
Strutture di personalità fragili o particolarmente vulnerabili possono rimanere gravemente squilibrate per moltissimo tempo, fino ad arrivare a danneggiare permanentemente l’equilibrio psichico.
I casi di morte che si sono verificati sotto l’effetto di LSD sono causati da azioni incontrollate dovute all’alterata percezione della realtà circostante.
Se assunte da persone immature o vicine all’adolescenza, ci sono forti rischi di influenze negative nello sviluppo del pensiero consapevole e della concezione del mondo.
Le esperienze di gruppo con gli allucinogeni spesso alterano la vita delle persone; spessissimo cambiano, in modo imprevedibile e non sempre positivo, la relazione
e l’amicizia tra le persone che vi hanno partecipato.
L’uso prolungato e frequente di allucinogeni rischia di emarginare in una realtà separata dal reale.
La tendenza discotecara è quella di considerare LSD e ecstasy
più o meno affini e con le stesse controindicazioni.
Non è così; le esperienze da allucinogeni sono solitamente più intense e più traumatiche (specialmente se vanno male).
E’ sconsigliabile assumere in modo superficiale e poco prudente sostanze che modificano la mente; quello che rischiate, infatti, è
un bene prezioso: la vostra intelligenza e la vostra visone del mondo.
Nel caso siate comunque in procinto di farne egualmente uso,
ci sono perlomeno alcune importanti precauzioni da prendere:
• Scegliete persone che già conoscete e con le quali siete in sintonia; fate in modo
che sia presente una persona che abbia già fatto questo genere di esperienza e
che possa intervenire in caso di necessità
Attenzione. Se l’allucinogeno è naturale e non sintetico, non è valutabile a priori
la quantità di principio attivo presente.
• In caso si assumano bottoni freschi o secchi di peyote, bisogna mettere in conto
la possibilità di avere una forte nausea seguita spesso da vomito. Sarebbe meglio
digiunare nelle ore precedenti l’assunzione.
• Scegliete un luogo in cui non puoi avere imprevisti o fare incontri non desiderati
• Una delle “paranoie” più frequenti è la paura che non finisca l’effetto e di non
riuscire a tornare normali. La percezione del tempo è bizzarra e si rischia di
fare una brutta esperienza.
• Scegliete un periodo di tempo in cui non avete impegni o cose importanti da fare,
anche per le 24 ore successive. · Non mischiate con altre sostanze o con alcolici.
• Aspettate almeno due ore prima di decidere che non vi ha fatto effetto e comunque non raddoppiate i dosaggi
• Non guidate e non fate attività che possano essere pericolose per almeno 24 ore

Esempio