Anglicanesimo

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Testo

ANGLICANESIMO

La Chiesa inglese divenne autocefala in seguito alla rottura avvenuta tra Enrico VIII e papa Clemente VII, poiché quest'ultimo si era opposto all'annullamento del matrimonio tra Enrico e Caterina d'Aragona. Il re si limitò ad abrogare i privilegi della Chiesa nei riguardi dello Stato e a farsi proclamare capo supremo della Chiesa inglese (Atto di supremazia, 1534); mantenne però la gerarchia e il dogma cattolico (Bill dei sei articoli, 1539) e perseguitò violentemente i protestanti. Con Edoardo VI furono adottate una professione di fede in quarantadue articoli (1552-1553) simile alla Confessione d'Augusta luterana, ma con elementi calvinisti, e una liturgia in lingua inglese raccolta nel Book of Common Prayer del 1549 (rivisto nel 1552, 1559 e 1662), mentre il Bill dei sei articoli veniva abolito. Maria Tudor, cattolica, volle riconciliare la Chiesa inglese con Roma a costo di crudeli repressioni, che contribuirono al fallimento del suo tentativo. Con l'avvento di Elisabetta si consolidò definitivamente l'anglicanesimo, che accoglieva elementi propri della Riforma continentale (fra cui la soppressione dell'obbligo al celibato ecclesiastico) e del cattolicesimo romano. Elisabetta fece rivedere la confessione di fede, che fu ridotta a trentanove articoli (Articles of Religion, 1571) e che si caratterizzava per il suo calvinismo moderato, e uniformò l'uso di una liturgia semicattolica (sacerdotalismo, realismo dei sacramenti, feste dei santi, giorni di digiuno e di astinenza). La struttura della Chiesa rimase quella medievale e fu conservata la gerarchia episcopale (ma le ordinazioni anglicane, dopo secolari polemiche, non furono riconosciute dalla Chiesa cattolica per difetto di forma, come specificò la bolla di Leone XIII Apostolicae curae del 1896).
Dopo un periodo di generale predominio del rigido puritanesimo, sotto Oliver Cromwell, particolarmente ostile alla mondanizzazione delle alte gerarchie anglicane, l'anglicanesimo, alla fine del XVII sec., vide il più netto delinearsi nel suo seno di due tendenze, note poi con i nomi di Chiesa alta (High Church), fedele alla gerarchia episcopale e alla liturgia cattolicheggiante, e di Chiesa bassa (Low Church), di tendenza più spiccatamente calvinista. Dal XVIII sec. si è formata una terza corrente, quella della Chiesa larga (Broad Church), fautrice dell'unità dei protestanti in nome della morale individuale e del liberalismo dogmatico. Nell'ambito della Chiesa alta apparve nella prima metà del XIX sec. il puseysmo, o movimento trattariano, noto anche come movimento di Oxford, più decisamente anglocattolico. Da esso proviene il ritualismo.
La Chiesa anglicana, diffusa in tutto il mondo di lingua inglese, ha nel re (o regina) d'Inghilterra il suo capo supremo: è dunque per eccellenza Chiesa di Stato, e le sue leggi per avere vigore devono essere approvate dal sovrano e dal parlamento. Essa è strutturata in parrocchie, in diocesi e in due province ecclesiastiche (di Canterbury, il cui arcivescovo ha il titolo di “primate di tutta l'Inghilterra”, e di York). Organi legislativi della Chiesa anglicana sono le convocazioni, sorta di sinodi provinciali, e l'assemblea della Chiesa, divisa in tre camere, dei vescovi, del clero e dei laici. Esiste inoltre un'assemblea di tutti i vescovi della comunità anglicana, o Lambeth Conference, che si riunisce ogni dieci anni dal 1867, e comprende anche le Chiese anglicane non d'Inghilterra, separate dagli Stati di appartenenza, e unite tra loro da vincoli di fellowship simili a quelli del Commonwealth britannico. La Chiesa anglicana ha più volte dimostrato la sua disponibilità a un sereno confronto con la Chiesa cattolica per facilitare i rapporti vicendevoli e, se possibile, la riunificazione. Ne è stato un significativo esempio la visita del papa Giovanni Paolo II al dottor Robert Runcie, arcivescovo di Canterbury, nel 1982.

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