Il Regno Unito

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Testo

IL REGNO UNITO
• LO STATO
UN PAESE INSULARE
Il territorio del Regno Unito si estende su entrambe le grandi isole dell’Arcipelago Britannico. Occupa per intero la Gran Bretagna, tradizionalmente divisa in Inghilterra, Galles e Scozia, e la porzione nord-orientale dell’Irlanda (Ulster).
Al Regno Unito appartengono le piccole ma numerose isole che sorgono in vicinanza delle coste britanniche: le Orcadi, le più lontane Shetland e le Ebridi intorno alla Scozia, Angelsey e Man nel Mare d’Irlanda; del regno Unito, inoltre, fanno parte l’Isola di Wight, che il canale di Solent divide dalle coste del Hampshire, e le Channel Islands vicine alle coste francesi.
LE AMMINISTRAZIONI LOCALI
Il Regno Unito è composto dalle grandi sezioni storico-geografiche dell’Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Fino al 1974 l’Inghilterra (a parte Londra) il Galles e l’Ulster si dividevano in contee amministrative e in county boroughs (città contee), quasi sempre con più di 75.000 abitanti, separate e indipendenti dalle contee amministrative. Dal 1à aprile 1974 una nuova divisione amministrativa contempla la suddivisione dell’Inghilterra in 39 contee non metropolitane e 7 contee metropolitane, mentre il Galles è stato diviso in 8 contee. La scozia è ripartita in 9 regioni, oltre ai 3 gruppi insulari delle Orcadi, Shetland e Western Isles. La vasta regione londinese (greater London) ha un’amministrazione speciale, composta della City e di 32 comuni metropolitani.
Nell’Irlanda del Nord, che ha la struttura più autonoma fra le diverse entità del Regno Unito, l’amministrazione locale, fino al settembre del 1973, era simile a quella dell’Inghilterra e del Galles, era cioè divisa in 6 contee amministrative e nelle 2 città-contee di Belfast e di Londonderry. Dal 1° ottobre 1973 un unico sistema di 26 district councils ha sostituito la precedente struttura. Pur essendo rappresentata in Parlamento di Londra da 12 membri eletti, l’Irlanda del Nord ha Parlamento e governo propri. Il parlamento è costituito di un senato di 26 membri e di una Camera dei Comuni di 52 membri, le cui funzioni legislative sono limitate. Il potere esecutivo è esercitato dal Governatore, in rappresentanza del sovrano, a mezzo de Gabinetto. Dal 1974 però queste istituzioni sono state sospese e l’amministrazione del territorio è stata direttamente assunta dal Governo di Londra, tramite il ministro per l’Irlanda del Nord.
LE ISOLE DELLA MANICA E DI MAN
Le isole di Man, Jersey e Guernsey hanno particolari istituti d’autonomia e a rigori sarebbero Paesi sovrani indipendenti sotto la corona britannica. A Man esista un’assemblea composta dal Consiglio Legislativo, presieduto dal governatore, e dalla House of Keys. La magistratura isolana amministra anche leggi locali, scritte o non. Nelle isole della manica i luogotenenti-governatori sono rappresentanti della corona, comandanti militari e tramiti fra il governo di Londra e le autorità isolane. L’organo amministrativo di Jersey è l’Assemblea degli Stati, la lingua ufficiale è il francese, nonostante si parlato correntemente l’inglese. A Guernsey i lavori assembleari sono condotti in inglese, ma iniziati e conclusi in francese. Nelle campagne è molto diffuso il patois normanno.
LA CORONA E IL SISTEMA COSTITUZIONALE
Caratteristica particolare dell’ordinamento costituzionale inglese è la mancanza di una Costituzione organica dalla quale lo stato e i cittadini traggano il loro status di diritti e di doveri. Esistono però alcuni documenti che hanno acquistato carattere fondamentale per l’organizzazione dello Stato e per i quali può essere adoperato il termine di Costituzione. Il primo di questi è la Magna Charta Libertatum (15 giugno 1215), concessa da Giovanni Senza Terra; seguono poi l’Habeas Corpus (1679) il Bill of Rights (1689); l’Act of Settlement (1701) e il Parliament Act (1911).
Nel Regno Unito il potere legislativo è costituito dal sovrano, dal Parlamento e dal gabinetto; il potere esecutivo dal governo e dalle autorità locali; il potere giudiziario da una magistratura indipendente.
Il sovrano del Regno Unito, che è una monarchia costituzionale, regna ma non governa. Siede sul trono Elisabetta II, incoronata il 6 febbraio 1952; la regina inglese è anche capo del Commonwealth. Il Parlamento è costituito dalle camere dei Lord e dei Comuni. La camera dei Lord è costituita da 1199 membri a titolo ereditario, per ufficio, o nominati a vita, i cui poteri sono notevolmente diminuiti dopo la riforma del 1911. E’ un’assemblea religiosa e giuridica di membri, detti pari (peers), il 39% sono conservatori, il 10% laburisti, il 5% liberaldemocratici, il 23% indipendenti e il 23% d’orientamento non specificato. La camera alta è presieduta dal Lord Cancelliere che, con funzioni analoghe a quelle di un ministro della giustizia, è anche membro del governo. La Camera dei Comuni è un’assemblea composta oggi da 651 membri e un presidente (speaker) eletti per 5 anni a suffragio universale diretto col sistema uninominale. E’ costituita per il 51% dal Partito conservatore e unionista, per il 42% dal Partito Laburista, per il 3% dal Partito liberaldemocratico, per l’1% da Unionisti dell’Ulster, e il restante 3% dal Partito Scozzese nazionale, Plaid Cymru, Partito Democratico Unionista, Partito Popolare Unionista dell’Ulster, Partito socialdemocratico e laburista.
Funzione del Parlamento è di legiferare ma, in realtà, la vera funzione parlamentare è esercitata dalla Camera dei Comuni, in quanto eletta dal popolo.
Il primo ministro è nominato dalla regina nella persona del capo della maggioranza parlamentare e i ministri sono nominati dalla stessa su raccomandazione del premier. Il primo ministro insieme ai titolari dei più importanti dicasteri formano il Gabinetto, comitato ristretto a cui compete prendere le più importanti decisioni politiche.
I PARTITI POLITICI
Il gioco politico si svolge fra due grandi partiti, il Patito conservatore unionista, detto brevemente tory, sorto nel 1867, e il partito laburista, che ebbe per la prima volta i suoi rappresentanti in parlamento nel 1906 dopo essere stato un’alleanza fra sindacati e vari gruppi socialisti. Un ruolo di una certa consistenza è svolto dal Partito liberale, o radical, come spesso si presenta, che ha tradizionalmente occupato una posizione intermedia tra i due grandi schieramenti ponendosi come alternativa al bipolarismo delle due maggiori formazioni politiche. Esistono anche partiti minori, che tuttavia raramente riescono a mandare deputati al Parlamento: comunista, nazionalista, laburista repubblicano.
POLITICA
Problemi politici principali

Europa
Il Partito conservatore si è diviso sull’eventuale sostegno da parte del Regno Unito di una Federazione europea. La parte contraria teme che l’Europa unita possa essere poco democratica e inefficiente. La fazione favorevole all’UE ritiene che la Gran Bretagna non abbia scelta e debba seguire la maggioranza degli stati europei che desiderano la federazione, se vuole avere voce in capitolo nel mercato più importante per il paese.
Economia
Non esistono più forti differenze fra i partiti maggiori in tema di politica economica. Il Partito laburista non crede più nella nazionalizzazione delle industrie già privatizzate, e i conservatori non usano più i toni retorici degli anni della Thatcher a favore del libero mercato. Tuttavia il Partito conservatore al potere è stato criticato per la recessione e per aver aumentato le tasse nel 1994. I sondaggi d’opinione suggeriscono che entrambi questi fattori abbiamo accresciuto le simpatie per l’LP.
Servizio sanitario
La creazione di un mercato interno nel servizio sanitario nazionale (NHS) ha trovato l’opposizione
dei medici e degli elettori. Molti temono che i conservatori progettino di privatizzare il servizio. Molti elettori rimangono fedeli all’idea di un servizio sanitario decentrato e gratuito per tutti.
Irlanda del Nord (Ulster)
Le più recenti manifestazioni del lungo conflitto fra i protestanti e i cattolici dell’Irlanda del Nord hanno avuto inizio nel 1969. La comunità cattolica sostiene l’unificazione con la Repubblica d’Irlanda. La comunità protestante, maggioritaria, vuole continuare a far parte del Regno Unito. Intanto, continuano le azioni terroristiche di entrambe le parti. L’IRA, la cattolica Provisional Irish Republican Army, ha portato la sua campagna terroristica anche nel territorio dello stesso Regno Unito. Nel 1994, le due fazioni hanno dichiarato un cessate il fuoco, con l’inizio dei negoziati
con i governi inglese e irlandese. L‘iniziativa è stata salutata positivamente, anche
se le quattro parti riconoscono che per raggiungere un accordo di condivisione del potere saranno necessari negoziati lunghi e difficili. L’ala più estremista dell’IRA non ha dimostrato molta pazienza: agli inizi del 1996 sono ripresi gli attentati dinamitardi a Londra, ma il governo inglese ha dichiarato di non voler interrompere i negoziati.
Profilo
La vittoria alle elezioni del 1979 di Margaret Thatcher ha portato a 15 anni di governo conservatore, ad una politica monetarista e favorevole alle privatizzazioni.
I laburisti all’opposizione hanno perso le elezioni per quattro volte consecutive, ma si sono spostati verso il centro, abbandonando la linea favorevole ad una forte imposizione fiscale e alla nazionalizzazione delle società privatizzate.
Nel 1990, la Thatcher è stata costretta a lasciare la guida dei conservatori a John Major, che ha vinto
le elezioni anche nel 1992. Neil Kinnock ha lasciato la guida dei laburisti ed è stato sostituito da John Smith. Nel 1994, però, la popolarità di John Major è calata e il Partito conservatore ha subito una pesante sconfitta nelle elezioni locali di maggio. Il leader laburista Smith è morto improvvisamente in seguito a un attacco cardiaco.
ORDINAMENTO GIUDIZIARIO
Non esiste nel Regno Unito un codice scritto, né esiste una corte che vigili sull’ordine costituzionale. Le fonti del diritto inglese sono: il diritto scritto (Statute), rappresentato dalle leggi emanate dal Parlamento e pubblicate nello Statute Book; il diritto comune (Common Law), costituito dalle decisioni giudiziarie, dagli usi e consuetudini, chiamato così per distinguerlo da diritti speciali come quello romano o quello canonico.
In materia civile l’ordinamento dei tribunali in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord è costituito dai seguenti gradi: circa 300 tribunali di contea, l’Alta Corte di Giustizia, che ha competenza illimitata, comprendente tre divisioni: la Queen’s Bench Division, la Chancery Division e la Family Division, ciascuna con un suo separato campo di giurisdizione. La Corte d’Appello esamina i casi rinviategli dai tribunali di contea e dall’Alta Corte di Giustizia. Alcuni casi sono demandati alla Camera dei Lord. Esiste, infine, una Corte d’Appello competente per alcuni paesi del Commonwealth. In Scozia, che gode di un sistema a sé in virtù di un trattato del 1707, la scala è la seguente: Sheriff Courts, che corrispondono ai tribunali di contea inglesi; la Court of Session, costituita nel 1532 e composta da 18 giudici, che è la suprema corte civile scozzese, e la High Court of Justiciary, che è il tribunale penale supremo.
LA RELIGIONE
Sebbene esista una Chiesa di stato, la libertà religiosa è uno dei diritto fondamentali del cittadino britannico. La Chiesa di Stato è la Chiesa d’Inghilterra o Chiesa ufficiale (Established Church) divisa in due archidiocesi, quelle di York e di Canterbury, che raggruppano 43 diocesi.
Con il Trattato d’Unione del 1707, confermato dal Church of Scotland Act del 1921, la Chiesa di Scozia (presbiteriana) è stata riconosciuta come Chiesa ufficiale scozzese.
Restaurata nel 1850 in Inghilterra e Galles, nel 1878 in Scozia, mai estinta in Irlanda, la Chiesa cattolica romana estende oggi la sua autorità su tutto il Regno Unito. Fra le minoranze religiose non cristiane la più numerosa è quella israelita, seguita da quella mussulmana.
L’ISTRUZIONE
Nel Regno Unito l’istruzione è obbligatoria dai 5 ai 16 anni. L’ordinamento didattico si basa su tre ordini: primario, secondario, universitario. La scuola primaria in Inghilterra e Galles va dai 5 agli 11 anni, in Scozia ai 12.
La scuola secondaria si suddivide in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord in tre tipi: la scuola classica (Grammar School), la scuola moderna (Secondary Modern School o Secondary Intermediate School per l’Irlanda del Nord), la scuola tecnica secondaria (Sencondary Technical School o Secondary Intermediate School per l’Irlanda del Nord). In scozia esistono solo due tipi di scuola secondaria: la Junior Secondary School con corsi di 3 anni, e la Senior Secondary School con corsi di 5-6 anni.
Tuttavia in tutto il paese si stanno affermando le Comprehensive schools, per l’ingresso nelle quali non sono necessari test attitudinali o d’abilità, e che comprendono un arco d’età che va dagli 11 a 16 anni. Per l’ammissione all’università bisogna essere in possesso del Generale Certfificate Education advanced Level. I corsi universitari si dividono in due grandi categorie: arti (facoltà letterarie e legge) e scienze (facoltà scientifiche e medicina) e durano tre o quattro anni per il conseguimento del baccalaureato di più per il conseguimento del Master.
Un tempo basato su un sistema elitario di scuole secondarie, a cui si poteva accedere dopo un severo esame di ammissione all’età di 11 anni, il sistema scolastico ha subìto un’ampia riforma negli Anni ’70 e ’80. Il livello d’istruzione è però decisamente diminuito. L’Education Reform Bill del 1978 ha cercato di invertire la tendenza introducendo un programma di corsi di recupero. Le scuole pubbliche sono frequentate dal 94% dei ragazzi. Il resto frequenta scuole private, note tuttavia come Scuole Pubbliche. Nell’Irlanda del Nord molte scuole sono divise per indirizzo religioso (cattolico o protestante). Rispetto ai colleghi europei pochi studenti passano all’università. L’accesso all’università non è facile e dipende dai voti conseguiti alla fine della scuola negli esami di livello A. Oxford e Cambridge possiedono le università più prestigiose.
SANITA’
La maggior parte delle prestazioni sanitarie è fornita dal National Health Service (NHS), finanziato
dal governo centrale e gratuito per tutti i residenti.
Il sistema è efficiente: la GB spende per questo servizio una quota del PIL minore che in Germania, Francia o Italia. L’aumento dell’età media della popolazione si traduce, però, in lunghe liste
di attesa per le prestazioni non urgenti.
POPOLAZIONE
La maggioranza degli abitanti del Regno Unito discende dai molti popoli che invasero l'isola nei due millenni precedenti il 1066, tra i quali celti, romani, angli, sassoni, scandinavi e normanni. Nel corso dei secoli si è inoltre verificata l'immigrazione di gruppi ebrei, cinesi, europei e, soprattutto a partire dal 1950, asiatici. I bianchi (94%) rappresentano la maggioranza della popolazione, mentre le minoranze più cospicue sono rappresentate da indiani (1,5%) e pakistani (0,9%).
Caratteristiche demografiche
In base al censimento del 1994, la popolazione del Regno Unito è di 58.395.000 abitanti, con una densità di circa 239 unità per km2, tra le più elevate in Europa. La regione più densamente popolata è l'Inghilterra (372 abitanti per km2), dove risiede l'83% degli abitanti del Regno contro il 9% rappresentato dagli abitanti della Scozia, il 5% dagli abitanti del Galles e il 3% da quelli dell'Irlanda del Nord.
Il Regno Unito è una tra le nazioni più urbanizzate del mondo: più del 90% della popolazione risiede nelle città, in corrispondenza dei maggiori distretti industriali. Circa il 40% è concentrato nei sette agglomerati urbani delle città di Londra, Manchester, Liverpool, Sheffield, Birmingham, Leeds e Newcastle-upon-Tyne. Tranne Londra, queste città si sono tutte sviluppate come centri manifatturieri, minerari e di commercio nel corso del primo secolo dell'industrializzazione. Un'analoga origine ha avuto la concentrazione dei due terzi della popolazione del Galles nelle valli meridionali e di tre quarti della popolazione scozzese nelle pianure centrali, vicino alle città di Glasgow e di Edimburgo. Nel corso del XX secolo l'Inghilterra meridionale, e in particolare la zona sudorientale, ha riaffermato il proprio ruolo storico di cardine della crescita economica e demografica del Regno Unito.
Londra (6.967.000 abitanti nel 1994) è la capitale, la sede del governo e la maggior città del Regno Unito. Londra è anche la capitale dell'Inghilterra, mentre la capitale della Scozia è Edimburgo, quella del Galles Cardiff e quella dell'Irlanda del Nord Belfast. Altri centri importanti sono Glasgow, in Scozia, e in Inghilterra le città di Birmingham, cuore del distretto industriale dei Midlands, Leeds, Sheffield, Manchester, che si sviluppò come centro manifatturiero e minerario dell'Inghilterra del nord, e i porti di Liverpool e Bristol.
Lingua
L'inglese è la lingua ufficiale del Regno Unito, parlata dalla grande maggioranza della popolazione. In Scozia, e ancor più nel Galles, sono tuttora parlate lingue celtiche che, dopo la ripresa del nazionalismo in entrambi i paesi, hanno conosciuto una vera rinascita. Nel Galles, il 19% è di lingua gallese, parlata da gran parte della popolazione nel nord e nell'ovest. Nel 1993, dopo decenni di rivendicazioni nazionalistiche, il gallese è stato adottato come seconda lingua ufficiale insieme all'inglese nei tribunali, nell'amministrazione e in altri ambiti del settore pubblico. In Scozia vi sono circa 80.000 abitanti di lingua gaelica, in maggioranza residenti nelle isole Ebridi.
LA DIFESA
Le spese per la difesa del Regno Unito, in rapporto al PIL, sono fra le più alte dell’OCDE. Tuttavia,
per effetto della fine della Guerra fredda, nel 1993 venne realizzato il programma 1990 Options for Change. Esercito e marina subirono i tagli più pesanti di personale e attrezzature. Il deterrente nucleare del Regno Unito è stato ridotto. Oggi l’obiettivo è creare forze d’intervento rapido e soddisfare gli impegni verso l’ONU.
Il Regno Unito è uno dei maggiori esportatori di armi del mondo. I clienti più importanti sono
gli stati del Medio Oriente e le economie in crescita del sudest asiatico.
LA CRIMINALITA’
La criminalità è in forte crescita dal 1979. L’aumento maggiore riguarda i furti con scasso; i furti d’auto sono al livello più alto d’Europa, perfino più numerosi che negli Stati Uniti. Molti sono i reati occasionali compiuti da uomini giovani. Nelle città dell’interno sta crescendo la criminalità indotta dalla tossicodipendenza.
Il Regno Unito ha una popolazione carceraria tra le più alte in Europa. Il Partito conservatore
ritiene che sentenze più severe possano aumentare tale numero nel 2000.
IL TERRITORIO
Il Regno Unito ha un'estensione massima di 1264 km: il punto più a nord è Out Stack, al largo di Unst nelle isole Shetland; il punto più a sud è Saint Agnes nelle isole Scilly. L'ampiezza massima è di 670 km, da Lough Melvin nella sezione sudoccidentale dell'Irlanda del Nord a Lowestoft nel Suffolk, in Inghilterra.
In rapporto alle sue modeste dimensioni, il territorio del Regno Unito è molto diversificato. Questa diversità riflette in parte la struttura geologica, che varia dagli antichissimi rilievi precambriani delle Highlands scozzesi ai più recenti depositi quaternari nell'Inghilterra orientale. Risalgono alla glaciazione, che interessò durante il Pleistocene l'intero Regno Unito (eccetto la zona dell'Inghilterra a sud della linea che congiunge gli estuari del Tamigi e del Severn), alcuni magnifici tratti di territorio tra cui il Lake District in Inghilterra, i laghi dell'Irlanda del Nord e della Scozia (lochs) e le valli del Galles. Anche l'opera dell'uomo ha contribuito notevolmente a forgiare il territorio, come nella regione collinare dell'Inghilterra meridionale, nei Norfolk Broads, nel Fens e nelle brughiere della Scozia settentrionale.
Gran Bretagna
La Gran Bretagna è l'ottava isola al mondo per grandezza, con una superficie di 218.980 km2, pari a poco più del 90% della superficie complessiva del Regno Unito. Al suo interno si distinguono due principali regioni fisiche, la prima costituita dagli altipiani che caratterizzano il paesaggio della Scozia, del Galles e dell'Inghilterra settentrionale e sudoccidentale, la seconda dalle pianure dolcemente collinari dell'Inghilterra centrale e orientale. Le Highlands scozzesi comprendono il Ben Nevis (1343 m), la cima più elevata del Regno Unito, mentre nel Galles si trovano i monti Cambrici; la cima più elevata dell'Inghilterra e del Galles (1085 m) si trova nel massiccio dello Snowdon. Le regioni montuose dell'Inghilterra sudoccidentale comprendono il Dartmoor, l'Exmoor e la riserva naturale di Bodmin Moor; nella sezione settentrionale si elevano i monti Pennini e nel nord-ovest i monti del Cumberland, mentre le aree pianeggianti corrispondono alla regione dell'Anglia orientale e alla sezione sudorientale del paese. I monti Antrim e Sperrin nella parte settentrionale dell'Irlanda del Nord costituiscono un prolungamento delle Highlands scozzesi. Insieme ai monti Mourne, essi delimitano una pianura centrale nella quale è situato il Lough Neagh (390 km2), il più esteso lago d'acqua dolce del Regno Unito.
IL CLIMA
Benché situato a una latitudine compresa tra i 50° e i 59° di latitudine nord, la stessa del Labrador in Canada, il paese gode di un clima mite. Ciò si deve all'influsso del mare e, in particolare, della calda corrente del Golfo. Le temperature più elevate si registrano generalmente nella parte occidentale e meridionale del Regno Unito. Le medie annue sono di 6 °C nell'estremo nord della Scozia e di 11 °C nel sud-ovest dell'Inghilterra. Le temperature invernali raramente scendono sotto i -10 °C e le temperature estive raramente superano i 32 °C. Le masse d'aria provenienti dal mare sono causa di abbondanti precipitazioni, la cui media supera i 1000 mm annui. Le regioni maggiormente piovose si trovano nella parte occidentale della Gran Bretagna: nelle Highlands scozzesi si registrano medie annue di 5000 mm contro medie inferiori ai 500 mm in alcune zone dell'Anglia orientale.
FLORA E FAUNA
Il Regno Unito presenta una vegetazione piuttosto varia. La maggior parte del territorio, fatta eccezione per i rilievi e le brughiere delle regioni settentrionali e occidentali e per le zone umide, era un tempo ricoperta di foreste decidue in cui predominava la quercia. Di queste foreste originarie non restano che brevi tratti, soprattutto al sud, che rappresentano circa il 10% del territorio nazionale. Parte del territorio del Regno Unito è occupato da brughiere, terre dai suoli poveri dove i forti venti consentono solo la crescita di una vegetazione arbustiva costituita in prevalenza da eriche e ginestre. L'opera di bonifica di ampie aree paludose, quali i Fens nell'Anglia orientale e nel Somerset, ha trasformato queste terre in pascoli e arativi. Molte specie vegetali acquatiche hanno subito le conseguenze dell'espansione dell'agricoltura e dell'urbanizzazione, e alcune si trovano ormai solo in aree protette. L'alce, che vive nelle Highlands scozzesi e nell'Exmoor, e il capriolo, nei boschi scozzesi e nell'Inghilterra meridionale, sono i soli grandi mammiferi a rappresentare la fauna endemica, oltre ai pony dell'Exmoor. La pratica della caccia ha causato l'estinzione di lupi e cinghiali, un tempo numerosi. Tra i mammiferi di piccole dimensioni sono presenti la volpe, il tasso, la lontra, l'ermellino, la donnola, la lince, la martora, la puzzola, lo scoiattolo rosso, la talpa e la lepre. Alcune specie sono minacciate di estinzione o hanno una diffusione molto limitata: la lince si trova solo in alcune zone della Scozia, la lontra vive perlopiù nell'Inghilterra sudoccidentale, nelle isole Shetland e nelle Orcadi, mentre lo scoiattolo rosso si trova quasi esclusivamente nell'isola di Wight e in Scozia. Nel paese vivono inoltre varie specie di anfibi e di rettili, questi ultimi assenti nell'Irlanda del Nord. La Gran Bretagna è per molti aspetti un paradiso ornitologico che offre diversi habitat naturali a specie sia stanziali sia migratorie. Tra le prime si annoverano il passero, il merlo e il fringuello, oltre al pettirosso, al martin pescatore, allo scricciolo, al picchio, al corvo e alla cincia. Durante l'estate il paese viene raggiunto da rondini e cuculi. D'inverno gli estuari si popolano di molte specie di anitre, oche e altri uccelli acquatici. La Gran Bretagna ha un'antica tradizione di pesca marittima, sebbene oggi non vi sia più quella ricchezza ittica che ha sostenuto nel passato una fiorente industria. Tra le specie principali figurano il merluzzo, lo sgombro, il nasello e l'aringa, mentre in laghi e fiumi vivono salmoni, trote, pesci persico e lucci.
LA CULTURA
La ricchezza delle tradizioni culturali britanniche fa sì che ogni anno nel Regno Unito affluiscano oltre 19 milioni di visitatori stranieri. Teatri, musei, gallerie d'arte, edifici storici sono molto numerosi in tutto il paese dove si svolgono inoltre, ogni anno, manifestazioni artistiche di alto livello. Londra, dove hanno sede le maggiori istituzioni culturali, esercita un'influenza predominante nel paese, ma anche la Scozia, il Galles, l'Irlanda del Nord e tutte le regioni d'Inghilterra vantano profonde tradizioni. La cultura britannica moderna attribuisce inoltre sempre maggiore importanza alle peculiarità culturali delle diverse minoranze etniche. La musica, il canto e la danza della tradizione scozzese derivano in gran parte dall'eredità gaelica del paese. La Scozia ospita inoltre una delle principali rassegne artistiche del mondo, il Festival di Edimburgo. Fra le varie manifestazioni annuali che celebrano la musica, la poesia e le tradizioni gallesi ha grande rilievo il Royal National Eisteddfod. Nell'Irlanda del Nord, le antiche tradizioni celtiche coesistono con quelle dei discendenti dei coloni inglesi e scozzesi. A Londra hanno sede il British Museum, la National Gallery, il Victoria and Albert Museum, la Tate Gallery e il Courtauld Institute, oltre a numerose altre collezioni di rilievo internazionale. Degni di nota sono inoltre i musei Ashmolean, a Oxford, e Fitzwilliam, a Cambridge; la galleria d'arte di Birmingham; le Tate Galleries di Liverpool e St Ives; il Museo della fotografia, del cinema e della televisione a Bradford. Una curiosità è costituita dal Museo Eureka! di Halifax, il primo al mondo concepito specificamente per i bambini.
IL TEATRO
I Teatri e le compagnie dell’età elisabettiana
Veri e propri teatri cominciarono a costruirsi verso la fine del XVI secolo, sotto il regno di Elisabetta I, alla periferia di Londra. Le compagnie elisabettiane non conobbero la presenza di attrici: le parti femminili erano invariabilmente sostenute da adolescenti maschi. In principio le compagnie e gli attori erano guardati con sospetto, ma ben presto il profondo impegno e l’ottima qualità degli spettacoli guadagnarono al dramma elisabettiano il favore e la protezione dell’aristocrazia e della corte e alcuni attori acquistarono grande prestigio e ricchezza. Il termine “elisabettiano” si applica anche a quella parte della produzione drammatica posteriore alla morte di Elisabetta che, in genere, dura fino alla chiusura dei teatri ordinata dall’autorità nel 1647. In quest’arco di tempo si distinguono però due periodi chiaramente differenziati: l’elisabettiano vero e proprio e il giacobino (circa i primi vent’anni del Seicento), oltre a un’appendice di quest’ultimo, il periodo carolino, che s’accompagnò al regno di Carlo I e segnò la decadenza della grande fioritura drammatica.
Il teatro elisabettiano si considera inaugurato dalla Spanish Tragedy (1585) di Thomas Kyd, il quale si affranca dei canoni senechiani ed esprime con estrema violenza e chiarezza il groviglio delle passioni umane. L’opera di Kyd occupa un posto di grande importanza storica mentre la voce più segreta della poesia risuona nei brani di Christopher Marlowe, notevoli soprattutto Tamburlaine, Doctor Faustus e Edward II. Alla fine del secolo appare l’astro di William Shakespear che sfrutto tutte le maggiori esperienze precedenti e fissò indimenticabili modelli per i suoi successori. Shakespear raggiunse una suprema conoscenza della natura umana, che espresse con straordinario vigore poetico.
Dalla restaurazione all’età vittoriana
Nella rinascita del teatro e nella ripresa della produzione drammatica in seguito alla Restaurazione emergono i nomi di John Dryden e Thomas Otway che consegnarono alla tradizione testi ricchi di un’appassionata vitalità poetica. Impegnata e poeticamente vitale divenne anche la commedia. Per opera di George Etherege, di William Wycherley e soprattutto dell’inventivo genio comico di William Congreve che in The Way of the World fissò un modello di commedia cinica e perversa quanto elegante e spregiudicata, in uno stile malizioso e sapientemente raffinato, al quale attinsero i maestri della commedia inglese, come Sheridan, Wilde e Shaw. Nell’epoca illuminista acquistarono maggior importanza dei drammaturgi le figure degli attori e degli impresari. L’epoca romantica vide il primo grande trionfo della poesia di Shakespear e dalle nuove generazioni di attori sorsero i primi grandi interpreti shakespeariani come Kean e Macready. Anche l’età vittoriana non produsse grandi drammaturghi ma rafforzò la tradizione interpretativa. Verso la fine del XIX secolo il dialogo con il pubblico viene ripreso con le Savoy Operas una serie di operette di Sir William Gilbert e Sir Arthur Sullivanche, nonostante la modestia e la banalità dei motivi, costituirono una valida reazione al conformismo vittoriano, prendendo di mira con lieve dileggio costumi e personaggi di quella società. Le Savoy Operas fiorirono contemporaneamente ai primi successi di Oscar Wilde e di George Bernard Shaw, alle quali in un certo modo si ispirarono, ampliandone la portata.
LA STORIA
L'Act of Union
Il regno di Gran Bretagna venne formato nel 1707 dall'unione fra l'Inghilterra (che comprendeva il principato del Galles) e la Scozia (vedi Acts of Union). I due paesi fin dal Medioevo costituivano due regni separati, ma dalla morte di Elisabetta I, nel 1603, erano stati governati dallo stesso sovrano. Nel 1707 venne istituito un solo Parlamento e un sistema nazionale unificato per l'amministrazione, la tassazione, i pesi e le misure. Tuttavia Inghilterra e Scozia mantennero le proprie tradizioni giuridiche e due diverse religioni di stato, il presbiterianesimo in Scozia e l'anglicanesimo in Inghilterra e nel Galles.
Un secolo di conflitti
Uno degli scopi dell'unificazione fu quello di rafforzare il paese impegnato nella guerra di successione spagnola (1701-1714). Sotto la guida di John Churchill duca di Marlborough, l'Inghilterra aveva vinto molte battaglie contro la Francia, allora il più potente stato d'Europa. Nel 1710, tuttavia, fu impossibile impedire che il re francese Luigi XIV eleggesse un borbone al trono spagnolo. Preso il posto di Marlborough, il partito conservatore (tory) firmò la pace con la Francia. Con il trattato di Utrecht (1713), la Gran Bretagna riconobbe il diritto dei Borboni alla corona spagnola, ricevendo in cambio dalla Francia le regioni nordamericane della baia di Hudson, la Nuova Scozia e Terranova. La Spagna cedette alla Gran Bretagna Gibilterra e l'isola di Minorca, garantendo ai mercanti britannici un limitato diritto di commercio con le sue colonie americane; fino al 1750 questa concessione riguardò anche l'asiento, il diritto di importare schiavi africani nell'America spagnola. Alla regina Anna, morta senza lasciare eredi, succedette nel 1714 Giorgio I.
Due importanti crisi segnarono i primi anni del regno di Giorgio I: la rivolta giacobita del 1715, da parte dei seguaci di Giacomo Edoardo Stuart, e il crollo finanziario della Compagnia dei mari del Sud, noto come South Sea Bubble, nel 1720. Il governo locale venne affidato in gran parte alla nobiltà di campagna. A livello nazionale, l'ordinamento dello stato combinava elementi monarchici (il sovrano ereditario), aristocratici (la Camera dei Lord, ereditaria) e democratici (la Camera dei Comuni, elettiva) e prevedeva un potere giudiziario indipendente. Il regno di Anna era stato contrassegnato da un'accesa rivalità tra le due fazioni whig e tory. Sotto Giorgio I furono questi ultimi a ottenere maggior consenso. La maggioranza dei cittadini che non godeva del diritto di voto aveva la possibilità di rivolgere istanze, di far parte delle giurie nei processi e di ottenere garanzie contro l'arresto arbitrario. Pieni privilegi politici erano riconosciuti solo agli appartenenti alla Chiesa anglicana.
Fra il 1739 e il 1763, la Gran Bretagna fu quasi ininterrottamente impegnata nei conflitti. Alla guerra contro la Spagna seguì la guerra di successione austriaca, in cui la Gran Bretagna divenne il principale alleato dell'Austria, combattendo la Francia per terra e per mare in Europa, in Nord America e in India. Nel 1745, i giacobiti scozzesi, approfittando dell'impegno della Gran Bretagna sul continente, misero in atto l'ultimo tentativo di riportare sul trono britannico la dinastia degli Stuart. Tornato in Scozia dall'esilio e postosi a capo dei giacobiti, il principe Carlo Edoardo Stuart cercò di rovesciare Giorgio II e marciò con l'esercito verso Londra, ma venne sconfitto nella battaglia di Culloden Moor (1746) e fu costretto a riparare in Francia.
La guerra di successione austriaca si concluse con il trattato di Aquisgrana (1748) che, per quanto riguardava la Gran Bretagna, ristabiliva lo status quo territoriale. La guerra dei Sette anni (1756-1763), oppose la Gran Bretagna, alleata della Prussia, alla coalizione di Francia, Austria e Russia. Con il trattato di Parigi (1763) la Gran Bretagna ottenne tutti i possedimenti francesi in Canada e a est del fiume Mississippi, nonché la maggior parte dei territori francesi in India. La Spagna, che era entrata in guerra a fianco della Francia nel 1762, dovette cedere la Florida. Il trattato di Parigi costituì un trionfo diplomatico che segnò l'apice dell'impero britannico nel XVIII secolo.
La rivoluzione industriale
Durante il XVIII secolo, il Regno Unito visse una forte crescita demografica, alla quale contribuì la scoperta di un vaccino contro il vaiolo, da parte di Edward Jenner, nel 1796. La trasformazione dell'economia si accelerò negli ultimi decenni del Settecento, quando James Watt perfezionò il motore a vapore e nuove invenzioni permisero di meccanizzare la lavorazione del cotone. Fra il 1760 e il 1830 la produzione di tessuti decuplicò, diventando la voce principale dell'esportazione britannica; grazie a ulteriori invenzioni, crebbero notevolmente anche la produzione di acciaio e l'estrazione del carbone. Non più tardi del 1830 questa rivoluzione industriale riuscì a fare della Gran Bretagna l'"officina del mondo".
La popolazione di Londra, stimata intorno ai 600.000 abitanti nel 1701, era cresciuta a 950.000 nel 1801 e a 2,5 milioni nel 1851, facendo della capitale britannica la più grande città del mondo e la Gran Bretagna il primo paese in cui la popolazione urbana superava quella rurale. La popolazione complessiva del paese, cresciuta fra il 1751 e il 1801 fino a raggiungere 10,7 milioni di unità, raddoppiò fra il 1801 e il 1851.
La guerra d'indipendenza americana
Eliminato, dopo il 1763, il pericolo francese, le colonie britanniche in Nord America, che da tempo godevano di un considerevole grado di autonomia, mal sopportavano la subordinazione politica al governo di Londra. La resistenza americana condusse alla convocazione del primo Congresso continentale (1774) e al conflitto aperto (1775), nonostante gli inviti alla conciliazione rivolti al governo di Londra da parlamentari come Edmund Burke.
Il dominio britannico sulle 13 colonie crollò a seguito della guerra d'indipendenza americana. Dopo la sconfitta del generale John Burgoyne a Saratoga (1777), la guerra civile americana divenne un conflitto internazionale. La Francia (1778), la Spagna (1779) e l'Olanda (1780) si schierarono contro la Gran Bretagna, mentre le altre potenze formarono una Lega di neutralità armata, causando il primo isolamento diplomatico della Gran Bretagna da oltre un secolo. Dopo la resa del generale Charles Cornwallis in seguito alla presa di Yorktown (1781), le dimissioni di Lord North (1782) e la firma del trattato di Parigi (1783), le 13 colonie furono riconosciute come stati indipendenti e ottennero tutto il territorio a sud dei Grandi Laghi. La Florida e Minorca furono cedute alla Spagna, mentre la Francia ottenne alcune isole delle Indie Occidentali e alcuni porti africani.
Pitt il Giovane
Con William Pitt il Giovane, divenuto nel 1783, a 24 anni, il più giovane primo ministro della storia britannica (1783-1801 e 1804-1806), si delineò la figura di primo ministro nella sua accezione moderna. Pur essendo favorevole alle riforme politiche, all'abrogazione delle restrizioni imposte ai protestanti non anglicani e all'abolizione del commercio degli schiavi, non ottenne una maggioranza parlamentare per dar corso a tali misure; i vicini eventi della Rivoluzione francese, provocarono infatti nel Regno Unito l'isolamento dei riformatori e l'introduzione di una legislazione fortemente repressiva.
Le guerre napoleoniche
Tra la fine del XVIII secolo e il 1815 l'Europa fu sconvolta dalla guerra (vedi Guerre napoleoniche). La prima coalizione contro i francesi, voluta da Pitt (con Prussia, Austria e Russia), si sciolse nel 1796, e nel 1797 la Gran Bretagna subì una sconfitta navale e tentativi di invasione francesi, che portarono all'atto di unione con l'Irlanda (1801) e alla formazione del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda; l'assemblea legislativa di Dublino venne soppressa e i 100 rappresentanti irlandesi entrarono a far parte del Parlamento di Londra.
L'ascesa al potere di Napoleone I preoccupò ancor più gli inglesi, che costituirono con Russia, Austria e Regno di Napoli la seconda coalizione. Dopo ripetute sconfitte subite dalla coalizione, solo la vittoria navale riportata da Horatio Nelson a Trafalgar (1805) scongiurò l'invasione napoleonica della Gran Bretagna. La Francia fu definitivamente sconfitta solo nel 1815, nella battaglia di Waterloo; il Regno Unito, che emerse dalle guerre napoleoniche come la maggiore potenza del mondo, era anche afflitto da una gravissima crisi economica e sociale.
Le grandi riforme dell'Ottocento
A Giorgio III, sofferente di una malattia mentale, succedette, nel 1820, il figlio Giorgio IV. L'impero britannico guadagnò alcuni ex possedimenti olandesi, come la Colonia del Capo e Ceylon (l'odierno Sri Lanka). Sul fronte interno, il malcontento della popolazione sfociò in numerose rivolte, che furono duramente represse dal governo, che tuttavia, negli anni Venti, avviò una politica di riforme al fine di scongiurare il pericolo di una sollevazione rivoluzionaria.
Nel 1830 Guglielmo IV succedette a Giorgio IV e al governo britannico si insediò un gabinetto whig presieduto da Charles Grey. La principale questione politica del biennio 1831-32 fu la riforma parlamentare voluta dai whig. Approvata dopo un infuocato dibattito nel giugno del 1832, questa contemplava una ridistribuzione dei seggi in favore delle nuove città industriali e l'estensione del diritto di voto al ceto medio di proprietari, quasi raddoppiando l'elettorato. La riforma favoriva il sistema partitico sia a livello locale che nazionale, indebolendo l'influenza del sovrano e della Camera dei Lord. La legge di riforma del lavoro del 1833 limitava l'orario lavorativo di donne e bambini e istituiva degli ispettori; nello stesso anno fu abolita la schiavitù.
Nel 1837 a Guglielmo IV succedette la nipote diciottenne Vittoria, il cui regno avrebbe segnato un'epoca di fondamentale importanza per la storia britannica. Il governo conservatore di Robert Peel (1841-1846) abolì i dazi commerciali, reintroducendo al contempo la tassa sul reddito e, nell'inverno 1845-46, in seguito alla carestia che aveva colpito l'Irlanda, approvò la totale abolizione delle leggi sul grano, con il sostegno dei whig e l'opposizione di due terzi del suo partito. La conseguente divisione dei conservatori riportò al potere i whig (1846). Nel 1846 l'Irlanda fu colpita da una nuova carestia, che provocò la morte di circa un milione di persone tra il 1847 e il 1851.
La soppressione delle leggi sulla navigazione (1849) diede un forte impulso agli scambi commerciali. Fu inoltre abolito il lavoro femminile e minorile nelle miniere (1842), e nelle fabbriche l'orario di lavoro fu limitato a 10 ore giornaliere (1847). Venne infine introdotta una regolamentazione delle strutture sanitarie urbane (1842) e delle ferrovie (1844).
L'età vittoriana
Tra la fine degli anni Quaranta e i tardi anni Sessanta del XIX secolo, il Regno Unito conobbe un periodo di grande prosperità economica, che solo in parte risentì delle guerre sul continente e oltremare. La Grande esposizione del 1851 a Londra divenne l'emblema del primato industriale britannico. La rete ferroviaria raddoppiò la sua estensione, vennero inaugurate le comunicazioni via telegrafo e il processo di lavorazione inventato da Henry Bessemer nel 1856 ridusse il costo dell'acciaio, potenziando le attività del settore siderurgico.
Alleatosi con la Francia di Napoleone III, il Regno Unito partecipò alla guerra di Crimea nel 1854. Nel 1859, sedata la Grande rivolta indiana, il governo britannico si sostituì definitivamente alla Compagnia delle Indie Orientali, facendo dell'India britannica una colonia della Corona. Il Regno Unito mantenne una difficile neutralità durante la guerra civile americana (1861-1865), favorì l'unificazione italiana e assistette con timore alla creazione di un impero tedesco sotto la dominazione prussiana di Otto von Bismarck.
Dopo il 1865, la politica britannica fu dominata dal contrasto fra due eminenti figure politiche, William Ewart Gladstone e Benjamin Disraeli, che si alternarono al governo per sedici anni. L'adozione di barriere tariffarie da parte di Stati Uniti, Germania e Francia rivalutò l'importanza delle colonie come mercati e inaugurò un'epoca di concorrenza con la Russia in Medio Oriente e lungo il confine indiano. Hong Kong e Singapore furono i principali centri del commercio britannico in Cina e nel Pacifico meridionale. La realizzazione del canale di Suez (1869) ebbe come conseguenza indiretta il protettorato britannico sull'Egitto, nel 1882. La regina Vittoria divenne imperatrice delle Indie nel 1876. La politica del ministro delle colonie, Joseph Chamberlain, contribuì allo scoppio della guerra anglo-boera nel 1899, che, dopo la presa di Johannesburg e Pretoria nel 1900, si sarebbe conclusa nel 1902.
Il regno di Edoardo VII
All'indomani della guerra boera, il Regno Unito concluse un trattato di alleanza con il Giappone (1902) e pose fine a diversi decenni di rivalità con la Francia con l'Entente cordiale (1904) che, dopo la composizione dei contrasti con la Russia, si costituì in Triplice Intesa (1907), con l'intento di controbilanciare la Triplice Alleanza fra Germania, Austria e Italia.
All'inizio del regno di Edoardo VII, succeduto alla regina Vittoria, la politica britannica fu dominata dalle questioni interne. Durante il governo conservatore del primo ministro Arthur Balfour (1902-1905) venne riformata l'istruzione secondaria. Le elezioni generali del 1906 conferirono ai liberali una schiacciante maggioranza e divenne più forte il Partito laburista nato nel 1893, che ottenne 29 seggi.
Grazie soprattutto a David Lloyd George e Winston Churchill, il governo gettò inoltre le fondamenta del Welfare State (vedi Stato sociale). La ripresa dei conservatori alle elezioni generali del 1910 obbligò i liberali a cercare l'appoggio dei nazionalisti irlandesi per rimanere al potere. Gli anni tra il 1911 e il 1914 furono segnati da grandi scioperi di minatori, portuali e lavoratori del settore dei trasporti. Le donne del movimento delle suffragette condussero importanti manifestazioni in favore dell'emancipazione femminile. Al tentativo dei liberali di approvare l'Home Rule per l'Irlanda si opposero i protestanti della provincia settentrionale dell'Ulster; in seguito le trattative tra le parti vennero interrotte dallo scoppio della prima guerra mondiale.
La prima guerra mondiale e le sue conseguenze
Sebbene la competizione navale fosse un serio motivo di conflitto tra Gran Bretagna e Germania, fu la minaccia tedesca alla Francia e la violazione della neutralità del Belgio che indussero gli inglesi a entrare in guerra. Una forza di spedizione britannica fu immediatamente inviata in Francia, contribuendo ad arginare l'avanzata tedesca sulla Marna. Nella battaglia dello Jutland (1916) le forze britanniche impedirono alla flotta tedesca l'accesso al Mare del Nord. L'entrata in guerra degli Stati Uniti, nell'aprile del 1917, rese possibile il successo dell'offensiva guidata dal generale Douglas Haig nell'estate del 1918 e la resa tedesca in novembre.
Le elezioni indette subito dopo l'armistizio sancirono la schiacciante vittoria della coalizione guidata da Lloyd George. Il partito laburista divenne la principale forza di opposizione. La riforma elettorale del 1918 aveva nel frattempo concesso il voto a tutti i cittadini maschi sopra i 21 anni e alle donne sopra i 30.
Il Regno Unito fu uno dei "tre grandi" (con Francia e Stati Uniti) alla conferenza di pace tenutasi a Parigi del 1919. L'impero britannico ottenne a titolo di mandati le ex colonie tedesche in Africa e i possedimenti turchi in Medio Oriente, mentre i dominions autonomi britannici (Canada, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa) entrarono nella nuova Società delle Nazioni. La guerra civile irlandese ebbe termine nel dicembre del 1921: parte dell'isola divenne nel 1922 lo Stato libero d'Irlanda, del tutto indipendente dal dominio britannico. Le sei contee dell'Irlanda del Nord mantennero la rappresentanza al parlamento britannico, pur ottenendo un proprio parlamento provinciale, ed entrarono così a far parte del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.
Fra il 1929 e il 1932 la Grande Depressione fece raddoppiare il tasso di disoccupazione, mentre calarono fortemente i livelli della produzione industriale. La ripresa economica avvenne fra il 1933 e il 1937. Edoardo VIII, il successore di re Giorgio V, abdicò in favore del fratello, che divenne re con il nome di Giorgio VI nel 1936.
La seconda guerra mondiale
Dopo il primo conflitto mondiale, si svolsero conferenze per il disarmo a Washington (1921-22) e a Londra (1930). Il Regno Unito adottò una politica di tolleranza nei confronti della Germania di Adolf Hitler e, nel tentativo di evitare un nuovo conflitto, il primo ministro Neville Chamberlain accettò il patto di Monaco del 1938, che assegnava alla Germania la regione cecoslovacca dei Sudeti. Solo in seguito all'annessione tedesca di Praga (marzo 1939) il Regno Unito si impegnò a sostenere militarmente la Polonia e la Romania.
Quando Hitler invase la Polonia nel settembre del 1939, il Regno Unito e la Francia dichiararono guerra alla Germania: ebbe inizio così la seconda guerra mondiale. Nella primavera del 1940 la Germania invase la Danimarca, la Norvegia, l'Olanda, il Belgio e la Francia. Winston Churchill prese il posto di Chamberlain a capo di un consiglio di gabinetto bellico (1940-1945) formato dai rappresentanti dei tre maggiori partiti politici. Dopo la resa della Francia nel giugno 1940, il Regno Unito intraprese una massiccia mobilitazione e subì pesanti bombardamenti che causarono circa 60.000 vittime fra la popolazione civile.
Dopo l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica, nel giugno 1941, e l'attacco giapponese a Pearl Harbor, Churchill stipulò la "Grande alleanza" con il leader sovietico Stalin e il presidente americano Franklin D. Roosevelt contro le potenze dell'Asse. Il corso della guerra, fino a quel momento sfavorevole, cominciò a cambiare verso la fine del 1942. Fra i più determinanti contributi britannici all'andamento del conflitto si ricordano la battaglia dell'Atlantico contro la minaccia sottomarina tedesca e la campagna nordafricana del generale Bernard Montgomery. Notevole fu la partecipazione delle forze britanniche alla liberazione dell'Italia (1943) e della Francia (1944) e alla definitiva sconfitta delle potenze dell'Asse (1945).
Il secondo dopoguerra
Le elezioni generali del 1945 conferirono per la prima volta al partito laburista la maggioranza dei suffragi e una netta maggioranza parlamentare. Il governo, sotto la guida di Clement Richard Attlee, nazionalizzò importanti settori dell'economia nazionale e avviò la ricostruzione del paese con il sostegno del piano Marshall. Nel 1949 aderì con altre potenze occidentali all'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO). Nel 1948 il Regno Unito aveva rinunciato al suo mandato in Palestina; questo fatto portò alla fondazione di Israele e alla prima guerra arabo-israeliana. Il governo laburista concesse l'indipendenza all'India e al Pakistan nel 1947, alla Birmania e a Ceylon nel 1948.
Le elezioni del 1951 videro il ritorno di Winston Churchill alla guida del paese. La sostenuta ripresa economica che caratterizzò i primi anni Cinquanta permise di ridurre le imposte sul reddito e di porre fine al programma di austerità, mentre si sviluppavano l'industria edilizia e il commercio internazionale. Nel 1952 salì al trono la regina Elisabetta II. Il successore di Churchill, Anthony Eden (1955-1957), si dimise in seguito alla crisi di Suez.
La decolonizzazione
Harold Macmillan (primo ministro negli anni 1957-1963) inaugurò un periodo di nuova prosperità economica e intraprese una politica di decolonizzazione in Africa. All'indipendenza del Sudan nel 1956, seguì quella di Ghana, Nigeria, Somalia, Tanzania, Sierra Leone, Uganda e Kenya. Molti di questi stati rimasero membri del Commonwealth; l'Unione Sudafricana uscì dall'organizzazione nel 1961 per dichiararsi una repubblica. Durante il governo Macmillan l'indipendenza fu concessa anche alla Malesia, a Cipro e alla Giamaica. Dalle ex colonie – specialmente dalle Indie Occidentali e dal Pakistan – giunse nel Regno Unito un forte numero di immigrati, anche in seguito alle campagne di assunzione nei lavori pubblici. L'inasprirsi delle tensioni razziali spinse il governo ad adottare misure fortemente restrittive dell'immigrazione, pur assicurando nel contempo la parità di diritti agli immigrati e ai loro discendenti.
Nel 1961 Macmillan fece richiesta di adesione alla Comunità Europea (CEE, l'odierna Unione Europea), incontrando il veto del presidente francese Charles de Gaulle. Nel 1963 a Macmillan subentrò Alec Douglas-Home, che alle elezioni generali del 1964 fu sconfitto di misura dal partito laburista guidato da Harold Wilson.
Gli anni Sessanta e Settanta
Nel corso degli anni Sessanta il paese conobbe un diffuso movimento di contestazione che si espresse nella musica, nella moda, nell'arte e Londra divenne una delle capitali internazionali della nuova cultura giovanile. Il governo Wilson (1964-1970) varò una riforma dell'istruzione secondaria allo scopo di estendere la formazione superiore alla maggioranza dei cittadini. Nei tardi anni Sessanta vennero limitate le restrizioni in materia di divorzio, fu legalizzato l'aborto, venne abolita la pena di morte, fu introdotta la parità salariale per le donne e la maggiore età venne stabilita a 18 anni. Una grave crisi economica costò al Partito laburista la perdita del consenso dei sindacati e il ritorno al potere dei conservatori con Edward Heath, nel 1970.
Uno dei problemi principali affrontati dalla politica britannica a partire dalla metà degli anni Sessanta fu la lotta contro l'inflazione. Heath sperava di risolvere i problemi dell'economia con l'introduzione del regime di cambi flessibili e con l'adesione britannica alla Comunità Europea, che avvenne nel 1973, ma il congelamento dei salari suscitò l'opposizione dei minatori. L'esito delle elezioni del febbraio 1974 permise a Wilson di formare un governo laburista di minoranza.
Nel corso degli anni Settanta i diversi governi dovettero inoltre affrontare la difficile situazione in Irlanda del Nord, dove, in seguito all'inasprirsi del conflitto fra cattolici e protestanti, nel 1969 fu inviato l'esercito e nel 1972 furono sospese le funzioni del parlamento autonomo. In Scozia, per far fronte al successo del partito nazionalista alle elezioni del 1974, il governo Callaghan (1976-1979) tentò di istituire un parlamento scozzese semindipendente, ma il progetto venne rifiutato dall'elettorato scozzese nel 1979.
Tra il 1976 e il 1979 l'inflazione iniziò a diminuire. Alla fine degli anni Settanta la politica britannica si era polarizzata fra l'ala sinistra del partito laburista, che perseguiva una maggiore uguaglianza sociale attraverso un accresciuto ruolo dello stato, e i conservatori, che intendevano riaffermare il ruolo dell'impresa privata. Dopo un inverno di agitazioni sindacali, nel marzo del 1979 un voto di sfiducia mise fine al governo Callaghan.
Il decennio Thatcher
Nelle elezioni dell'aprile 1979 i conservatori ottennero una solida maggioranza parlamentare e Margaret Thatcher fu la prima donna in Europa a ottenere la carica di capo del governo. La sua politica economica, incentrata sul ridimensionamento del Welfare State e sul rinnovamento della struttura produttiva nazionale (che prevedeva un massiccio piano di privatizzazione delle imprese statali), diede i primi, modesti risultati fra il 1981 e il 1982, ma al prezzo del più alto tasso di disoccupazione registrato dagli anni Trenta. Nell'aprile del 1982, il governo Thatcher dovette affrontare la crisi delle isole Falkland (vedi Guerra delle Falkland). Alle decisive affermazioni elettorali dei conservatori nel 1983 e nel 1987 contribuì il frazionamento dell'opposizione. Nel 1981 un gruppo di ex laburisti, guidati da Roy Jenkins e David Owen, formò il partito socialdemocratico, che, alleatosi con i liberali, conquistò il 25% dei suffragi nel 1983 e il 23% nel 1987, dividendo l'opposizione e favorendo la vittoria dei conservatori.
Negli anni seguenti il governo Thatcher perseguì caparbiamente il suo programma; importanti aziende statali vennero privatizzate e fu introdotta una legislazione che limitava fortemente il potere dei sindacati, favorendo l'investimento di capitali stranieri. La politica del governo conservatore negli anni Ottanta ottenne degli indubbi risultati nel rivitalizzare l'economia nazionale, ma al costo di un deciso peggioramento delle condizioni dei settori più poveri della società e quindi di un diffuso disagio sociale. Alla fine degli anni Ottanta la popolarità della "lady di ferro" era svanita; la ripresa dell'inflazione, il fallimento per la forte opposizione sociale del tentativo di introdurre la Poll Tax (un'imposta che gravava sui cittadini indipendentemente dal loro reddito) e i dissidi all'interno del suo stesso partito la costrinsero alle dimissioni nel novembre del 1990.
Il governo Major
John Major prese il posto della Thatcher alla guida del partito conservatore e alla carica di primo ministro. Proseguendo la politica di stretti legami con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna fu tra i paesi europei quello più coinvolto nella partecipazione all'intervento militare contro Saddam Hussein (vedi Guerra del Golfo). Il governo Major si trovò ad affrontare una crescente crisi economica e sociale, ma nelle elezioni dell'aprile 1992 la riproposta di una politica di defiscalizzazione gli fece riguadagnare la maggioranza nel parlamento di Londra. Nel settembre dello stesso anno la sterlina uscì dal Sistema monetario europeo.
Nel 1993 il governo inglese e lo Sinn Féin avviarono, in un primo tempo in gran segreto, delle trattative di pace, nel tentativo di comporre la crisi nordirlandese. Nell'agosto 1994, con lo scopo di favorire le trattative, l'IRA dichiarò un cessate il fuoco unilaterale; pochi mesi dopo anche le formazioni paramilitari protestanti annunciarono l'adesione alla tregua. Ma nel febbraio del 1996, lamentando una scarsa volontà del governo britannico nel proseguire le trattative di pace, l'IRA riprese l'attività terroristica facendo esplodere una bomba a Londra che provocò due morti e più di cento feriti. In seguito le trattative ripresero, ma senza approdare a risultati concreti.
Nel marzo del 1996, il governo annunciò i risultati delle ricerche di una commissione indipendente in merito a dieci decessi, apparentemente causati dalla malattia di Creutzfeldt-Jakob (CJD), che risultava connessa alla presenza, negli allevamenti britannici, dell'encefalopatia spongiforme bovina (chiamata anche morbo della "mucca pazza"). Questa scoperta, che contraddiceva le rassicuranti dichiarazioni governative, provocò il collasso del mercato interno e delle esportazioni di carne britannica. Il 27 marzo la Commissione europea impose un bando globale alle esportazioni di carni bovine britanniche. A giugno, tuttavia, i governi dell'Unione Europea concordarono la graduale riduzione delle sanzioni.
La vittoria del New Labour
Dopo quasi vent'anni di governo conservatore, le elezioni del maggio 1997 decretarono lo straordinario successo dei laburisti guidati da Tony Blair, che conquistarono 419 dei 659 seggi del parlamento britannico. Per conseguire tale risultato, negli anni precedenti la classe dirigente del partito aveva compiuto un ampio processo di revisione ideologica, abbandonando il programma di nazionalizzazione e prendendo le distanze dai sindacati, da sempre i maggiori sostenitori del partito.
Una delle prime iniziative del nuovo governo – a testimonianza di un atteggiamento nei confronti dell'integrazione politica europea diverso da quello "euroscettico" della precedente amministrazione conservatrice – fu l'annuncio della ratifica del protocollo sociale allegato al trattato di Maastricht.
Il 1° luglio 1997, dopo 150 anni di dominio britannico, l'ex colonia di Hong Kong entrava a far parte della Repubblica popolare cinese.
ANNI DI REGNO
SOVRANI
REGNO D'INGHILTERRA
NORMANNI
1066-1087
Guglielmo I il Conquistatore
1087-1100
Guglielmo I il Rosso
1100-1135
Enrico I
1135-1154
Stefano di Blois
PLANTAGENETI
1154-1189
Enrico II
1189-1199
Riccardo I Cuordileone
1199-1216
Giovanni Senzaterra
1216-1272
Enrico III
1272-1307
Edoardo I
1307-1327
Edoardo II
1327-1377
Edoardo III
1377-1399
Riccardo II
LANCASTER
1399-1413
Enrico IV
1413-1422
Enrico V
1422-1461
Enrico VI
YORK
1461-1470
Edoardo IV
LANCASTER
1470-1471
Enrico VI
YORK
1471-1483
Edoardo IV
aprile-giugno 1483
Edoardo V
1483-1485
Riccardo III il Gobbo
TUDOR
1485-1509
Enrico VII
1509-1541
Enrico VIII
L’ECONOMIA
Il Regno Unito è tra i paesi più industrializzati del mondo. In termini di prodotto nazionale lordo (PNL) è il quinto paese insieme all'Italia, dopo Stati Uniti, Giappone, Germania e Francia. Nel 1994, il prodotto interno lordo del paese era di circa 1002 miliardi di dollari USA.
A partire dal secondo dopoguerra, il paese ha dovuto affrontare molti problemi a livello economico quali la pressione valutaria, il deficit della bilancia totale dei pagamenti, l'inflazione e, fino a poco tempo fa, una scarsa capacità produttiva. Durante la recessione verificatasi nel 1974, la situazione si fece ancor più critica: il numero di disoccupati superò il milione, vi fu un declino della produttività, i salari aumentarono e la moneta toccò minimi storici. Nel luglio 1975 il governo adottò severe misure anti-inflazione, con l'appoggio del mondo economico e dei sindacati, in modo da contenere gli aumenti salariali e l'inflazione. Nei tardi anni Settanta, la scoperta di giacimenti di petrolio nel Mare del Nord permise un'importante riduzione del deficit nella bilancia dei pagamenti. A partire dal 1979 la politica economica del paese ha promosso una maggior delega al settore privato, mettendo un freno alla spesa pubblica e ai servizi statali. Obiettivo prioritario resta il contenimento dell'inflazione, a costo però di un tasso di disoccupazione storicamente elevato. Intorno alla metà degli anni Ottanta vi erano nel paese oltre 3 milioni di lavoratori senza impiego e dieci anni dopo ne rimanevano ancora circa 2,6 milioni. Il deficit di bilancio annuo all'inizio degli anni Novanta era pari a circa l'1,1% del prodotto interno lordo. Nel gennaio del 1973, il Regno Unito aderì alla Comunità Europea (ora Unione Europea).
Agricoltura
Nonostante circa il 77% del territorio britannico sia coltivato, il settore riveste una modesta importanza in termini di occupazione e di partecipazione al PIL, come riflesso della precoce industrializzazione conosciuta dal paese. Nei primi anni Novanta l'agricoltura impiegava appena il 2% della popolazione e partecipava alla formazione del PIL per l'1,4%. Il settore raggiunge tuttavia alti livelli di efficienza e produttività.
In ampie zone del paese, soprattutto in Scozia e in Galles, i terreni possono essere sfruttati soltanto per il pascolo; oltre la metà delle aziende agricole presenti nel paese sono impegnate nell'allevamento di bovini e ovini e nella produzione lattiero-casearia. Il settore ha fatto parlare di sé nel corso del 1995 quando, presso alcuni porti inglesi, si sono avute importanti manifestazioni di protesta contro l'esportazione di vitelli nell'Europa continentale, e nel 1996 quando il crescente timore in merito alla possibile esistenza di un nesso tra la presenza di encefalopatia spongiforme nel bestiame inglese e la diffusione del morbo di Creutzfeldt-Jakob (CJD) in esseri umani, cibatisi di carne bovina infetta, ha causato una diffusa sfiducia dei consumatori nella sicurezza della carne britannica inducendo l'UE a porre un divieto sulle esportazioni.
L'arativo è concentrato perlopiù nell'Inghilterra orientale e centromeridionale e nella Scozia orientale. Le colture principali sono frumento, orzo, luppolo, barbabietola da zucchero, patate e avena. L'alta produttività del settore è stata raggiunta grazie all'estensione dei campi, attraverso opere di diboscamento, la meccanizzazione e l'impiego intensivo di fertilizzanti e pesticidi.
Pesca
La pesca praticata in alto mare ha conosciuto un declino a partire dagli anni Sessanta, in parte a causa della legislazione restrittiva adottata dall'UE per la tutela delle specie; essa rimane un'attività economicamente importante in Scozia e in alcune zone dell'Inghilterra sudoccidentale, e rappresenta la principale fonte di occupazione in alcune città portuali. All'inizio degli anni Novanta il pescato annuo ammontava a circa 700.000 tonnellate ed era composto principalmente da sgombri, merluzzi, sogliole, aringhe e crostacei. Tra i pesci d'acqua dolce più venduti figurano il salmone, la trota e l'anguilla. Importanti porti di pesca sono Hull, Grimsby, Fleetwood, North Shields, Lowestoft, Plymouth, Brixham e Newlyn in Inghilterra; Aberdeen, Peterhead, Lerwick, Ullapool e Fraserburgh in Scozia; Kilkeel, Ardglass e Portavogie in Irlanda del Nord.
Dotato di una consistente flotta di pescherecci, il Regno Unito è stato particolarmente colpito dalle misure imposte dall'Unione Europea intese a tutelare la fauna ittica e a consentirne la riproduzione. Le barche sono rimaste forzatamente inattive per numerosi giorni all'anno, e il governo ha adottato piani di finanziamento per incoraggiare l'abbandono di questa attività. All'inizio del 1996 alcune aree, tradizionalmente riservate alla pesca britannica e irlandese, sono state aperte ai pescherecci spagnoli in base a un accordo del dicembre 1994. Ratificato da un'esigua maggioranza del Parlamento, questo accordo ha provocato nel corso dell'anno considerevoli tensioni e incidenti; il malcontento si è ulteriormente diffuso dopo la riduzione delle quote di pescato britannico indicata dai programmi europei.
Risorse minerarie
Il Regno Unito è un paese ricco di risorse minerarie, soprattutto carbone e minerali di ferro, sfruttate sin dai tempi più antichi. L'estrazione del sale, specialmente nel Cheshire, risale all'epoca preistorica, mentre mercanti fenici visitarono l'odierna Inghilterra per acquistare lo stagno di cui era ricca la Cornovaglia. Oggi questi giacimenti di stagno sono completamente esauriti, così come quelli di minerali di ferro nell'Inghilterra settentrionale.
Oggi si estraggono zinco, piombo e oro. Le riserve d'oro, situate soprattutto in Galles, e d'argento, come quelle di petrolio e gas naturale, sono proprietà della Corona e ai produttori possono solo essere concesse licenze di sfruttamento. Praticamente tutti gli altri minerali sono proprietà privata. La produzione di minerali comprende inoltre calcare e dolomite, sabbia e ghiaia, arenaria, argilla, sale e caolino.
Di rilievo è l'estrazione del carbone, le cui riserve sono sfruttate fin dall'epoca romana. Le tasse sul commercio di carbone contribuirono a finanziare la ricostruzione di Londra dopo il Grande Incendio del 1666 ed esso rappresentò una risorsa energetica di grande importanza nel corso della rivoluzione industriale. Il vertice della produzione fu raggiunto nel 1913 (292 milioni di tonnellate), ma da allora essa ha subito un graduale declino. Il numero degli occupati in questa industria è sceso da circa 200.000 persone nel 1985 a circa 11.000 nel decennio successivo, con pesanti conseguenze per l'economia delle comunità di minatori quali lo Yorkshire, il Nottinghamshire e il Derbyshire. Quasi i tre quarti del carbone britannico proviene da giacimenti profondi, il resto da miniere all'aperto e, nonostante i problemi che il settore ha dovuto affrontare in epoca recente, esso provvede tuttora a circa il 25% dell'energia del Regno Unito.
Il petrolio fu scoperto nel 1969 nel Mare del Nord, al largo della costa della Scozia nordorientale; la produzione iniziò nel 1975. Nel 1980 vi erano ormai 15 giacimenti, che producevano 1,6 milioni di barili al giorno tanto da soddisfare il fabbisogno interno e rappresentare una nuova voce nel mercato delle esportazioni. Nuovi giacimenti di petrolio e gas naturale sono stati scoperti a partire dal 1980, in particolare nel Dorset, nell'Inghilterra meridionale. Nel 1994 il Regno Unito era il decimo produttore mondiale di petrolio (circa 2,06 milioni di barili al giorno).
Il Regno Unito è stato tra i primi paesi a sviluppare impianti per la produzione di energia nucleare che oggi provvede nella misura del 18% al fabbisogno energetico del paese. La prima centrale nucleare per la produzione di energia su scala commerciale entrò in funzione nel 1956 a Calder Hall, in Cumbria, nell'Inghilterra nordoccidentale. Nei primi anni Novanta le centrali nucleari producevano circa il 18% dell'elettricità britannica.
Industria
Già intorno alla metà del XIX secolo il Regno Unito era una nazione industrializzata, la prima al mondo. Tra le cause principali di questo precoce sviluppo vi furono: l'antica posizione di preminenza britannica nel commercio mondiale della lana; l'abbondanza di risorse minerarie; lo sviluppo della navigazione e del dominio navale dei mari; l'acquisizione di mercati coloniali; una maggiore libertà politico-religiosa e un minor impegno bellico rispetto agli altri paesi d'Europa; lo sviluppo di tecniche manifatturiere più efficienti; infine, la rivoluzione agraria. Quest'ultima, che precedette e accompagnò la rivoluzione industriale, fu molto importante, in quanto, grazie all'introduzione di nuove tecniche produttive, permise un'enorme crescita della produzione alimentare che poté far fronte allo sviluppo urbano. Essa rese inoltre disponibili migliaia di lavoratori per le nuove fabbriche.
Nel XVI e XVII secolo l'immigrazione di fiamminghi e ugonotti diede grande impulso all'industria laniera, che costituì la base dell'economia britannica medievale. Grazie all'invenzione di nuovi macchinari l'industria tessile si sviluppò rapidamente fino a diventare una delle più importanti del paese. Lo sviluppo e le migliorie apportate dal motore a vapore, ideato dagli ingegneri scozzesi James Watt e George Stephenson, furono di capitale importanza per l'industrializzazione britannica, soprattutto nei settori carbonifero e siderurgico.
Il Regno Unito rimane un paese altamente industrializzato, nonostante i molti problemi che il settore ha incontrato fin dagli anni Settanta, tra cui la concorrenza straniera e gli effetti negativi della recessione degli anni Ottanta. Nei primi anni Novanta l'industria contribuiva nella misura del 22% alla formazione del PIL, mentre l'82% delle esportazioni consisteva di prodotti manufatti. Ciononostante, il numero degli occupati nel settore è diminuito in seguito alla chiusura degli stabilimenti o all'introduzione di nuove tecnologie per aumentare la produttività. Nel 1986 l'industria occupava circa 5 milioni di persone; nel 1993, 4,4 milioni.
I settori tradizionali tessile e automobilistico, anche se ancora fiorenti, hanno subito un lieve ridimensionamento, mentre un più rapido sviluppo hanno avuto le industrie farmaceutiche, chimiche, elettroniche, aerospaziali e di strutture per l'industria petrolifera. Nei primi anni Novanta il Regno Unito produceva circa il 40% dei personal computer d'Europa ed era uno dei maggiori produttori mondiali di apparecchiature per comunicazioni, tra cui cavi in fibre ottiche. Fiorenti sono inoltre l'industria editoriale e della carta.
La Scozia e l'Irlanda del Nord vantano una lunga tradizione nella produzione di whisky e tessili (tweed e lino). I maggiori distretti industriali del paese si trovano nei pressi di Londra, Manchester, Birmingham e Tyne and Wear.
Flussi monetari e banche
L'unità monetaria del Regno Unito è la lira sterlina (pound), divisa in centesimi (penny, plurale pence).
La Banca d'Inghilterra, creata per concessione nel 1694 e nazionalizzata nel 1946, è la sola banca autorizzata a emettere moneta in Inghilterra e Galles. Alcune banche in Scozia e Irlanda del Nord possono emettere moneta in limitate quantità. In Gran Bretagna esistono inoltre circa 13 istituti di credito commerciale con oltre 10.000 filiali nazionali ed estere, la maggior parte delle quali fanno capo alle quattro banche principali: Lloyds, Barclays, National Westminster e Midland.
Nel paese esistono inoltre molti istituti finanziari, come la Borsa valori di Londra e la Borsa delle assicurazioni dei Lloyd's, che fanno del Regno Unito uno dei più importanti centri della finanza mondiale. I servizi bancari, finanziari, assicurativi e di credito rappresentano circa il 20% dell'attività economica britannica, una crescita notevole rispetto al decennio precedente, e il 13% dell'occupazione. Tradizionale centro dei servizi finanziari è il noto square mile ("miglio quadrato") nella City di Londra, che ospita la maggior concentrazione al mondo di banche straniere e un gran numero di istituti assicurativi.
Commercio
Da centinaia di anni il commercio ha per il Regno Unito un'importanza vitale. La posizione dominante del paese nel commercio mondiale durante il XVIII e XIX secolo fu dovuta in gran parte all'isolamento geografico delle isole Britanniche rispetto ai conflitti e ai problemi politici che affliggevano il continente. Lo sviluppo delle grandi compagnie mercantili (Compagnia delle Indie Orientali; Compagnia della Baia di Hudson), l'espansione coloniale e il controllo navale dei mari furono fattori conseguenti. Prima del XVII secolo il commercio estero dell'Inghilterra era gestito quasi interamente da operatori stranieri. La lana era il principale prodotto di esportazione e le importazioni erano rappresentate soprattutto da manufatti. Con il mercantilismo, la dottrina economica prevalente in Inghilterra nei secoli XVII e XVIII, lo stato promosse il commercio estero, lo sviluppo della flotta e delle compagnie mercantili. Con l'aumento dei possedimenti coloniali britannici nel XVIII e XIX secolo, l'allevamento ovino per la produzione di lana e carne divenne un'attività importante nelle colonie, mentre cotone, ferro, acciaio e carbone divennero i principali prodotti di esportazione.
Oggi il Regno Unito è la quinta nazione al mondo per volume di scambi, con un valore pro capite delle esportazioni superiore a quello degli Stati Uniti e del Giappone. I principali beni di importazione sono generi alimentari, legno e prodotti cartacei, macchinari, prodotti chimici e mezzi di trasporto. Tra le esportazioni britanniche figurano macchinari, mezzi di trasporto, manufatti di base, petrolio, prodotti chimici, strumenti di precisione, attrezzature aerospaziali ed elettroniche. Nel 1993 le esportazioni ammontavano a 193 miliardi di dollari; le importazioni a 214 miliardi di dollari. Il 50% degli scambi avviene con i paesi dell'Unione Europea, soprattutto con la Germania, i Paesi Bassi e la Francia, il 13% con gli Stati Uniti e il Canada.
Trasporti
La presenza di numerose insenature lungo la costa e la navigabilità dei fiumi, che hanno consentito la costruzione di funzionali centri portuali, hanno contribuito a fare del Regno Unito una potenza marittima. Gli Atti di navigazione del XVII e XVIII secolo furono emanati per favorire al massimo le navi inglesi nel trasporto di prodotti nazionali. Con le vittorie navali sulla Spagna e la Francia, le principali rivali nel commercio mondiale, l'Inghilterra si assicurò il controllo dei mari e la preminenza mondiale della sua flotta mercantile. La sua leadership durò fino alla seconda guerra mondiale, quando la distruzione della flotta britannica e la crescita della capacità produttiva dei cantieri navali statunitensi permisero alla marina mercantile americana di superare quella britannica, la cui importanza ha da allora conosciuto un ulteriore declino.
Oggi i principali porti britannici sono Londra, Tees e Hartlepool, Grimsby e Immingham, Sullom Voe, Milford Haven, Southampton, Liverpool, Felixstowe, Forth, Dover e Portsmouth. Nelle isole Shetland e Orcadi hanno sede porti a servizio dell'industria petrolifera.
Vi sono oggi nel Regno Unito circa 3200 km di canali e fiumi navigabili alcuni dei quali, costruiti nel XVIII secolo, rappresentano ancora importanti vie di comunicazione: tra questi, il canale di Manchester e il canale di Caledonia, nella Scozia settentrionale, che consente collegamenti tra l'oceano Atlantico e il Mare del Nord.
Nel Regno Unito fu inaugurata nel 1825 la prima ferrovia del mondo percorsa da treni a vapore, la Stockton and Darlington Railway. Nel 1923 la rete ferroviaria del paese era gestita da quattro compagnie, che furono nazionalizzate nel 1948, mentre nel 1955 fu avviato un programma di modernizzazione. Oggi le ferrovie, gestite dalla compagnia Railtrack recentemente privatizzata, dispongono di una rete di 16.535 km, di cui circa il 30% elettrificati. A questi si aggiungono i circa 408 km della rete metropolitana londinese che si sta estendendo con la costruzione di nuove linee nella parte orientale e sudorientale della città.
Il progetto per la costruzione di un tunnel sotto la Manica risale alla fine del XIX secolo. Ripresi nel 1957 e nuovamente interrotti nel 1973 per ragioni finanziarie, i lavori ricominciarono definitivamente nel 1987 e un primo tunnel di servizio venne completato nel 1990. Il tunnel, lungo 50,4 km e situato a 40 m sotto il livello del mare, collega Folkestone, in Inghilterra, a Calais, in Francia. È stato ufficialmente inaugurato il 6 maggio 1994.
Per quanto riguarda i collegamenti aerei la British Airways è una delle principali compagnie aree del mondo. Nel 1976, con Air France, British Airways inaugurò il primo servizio passeggeri che utilizza il Concorde. Oltre alla compagnia area nazionale, vi sono nel Regno Unito molti operatori indipendenti. I due principali aeroporti londinesi, Heathrow e Gatwick, sono tra i maggiori centri di traffico aereo internazionale.
Il Regno Unito dispone di circa 388.710 km di strade pubbliche, tra cui 3716 km di autostrade. Sebbene le autostrade non rappresentino che circa l'1% della rete stradale britannica, esse ospitano circa il 15% del traffico stradale del paese. Nel 1994 il governo ha messo un freno al programma di costruzioni di strade, in parte come risposta al timore espresso dagli ambientalisti di un ulteriore aumento del traffico.
Lavoro
Nel 1994 la forza lavoro nel Regno Unito ammontava complessivamente a circa 28 milioni di lavoratori, di cui circa 25,2 milioni avevano un impiego, in gran parte come lavoratori dipendenti. In questi ultimi quarant'anni la struttura del lavoro è significativamente cambiata. Nel settore dei servizi sono attualmente impiegati quasi i tre quarti dei lavoratori dipendenti, mentre solo un terzo lo era nel 1955. L'industria, che rappresentava un tempo il settore principale in termini di occupazione (42% della forza lavoro nel 1955) assorbe oggi solo il 20% della popolazione attiva.
Il Regno Unito è stato una delle culle del movimento sindacale, ma l'influenza di queste istituzioni è fortemente diminuita a partire dal 1980, in seguito alla legislazione introdotta dal governo conservatore, tra cui l'obbligo di approvazione per scrutinio segreto delle azioni di sciopero e le modifiche alla legge che regolava i finanziamenti politici alle organizzazioni sindacali.
LE CITTA’
Londra
Londra (inglese London), città dell'Inghilterra sudorientale, capitale del Regno Unito, situata 75 km a monte della foce del Tamigi, che si getta nel Mare del Nord. L'area di più antico insediamento, forse abitata già in epoca preromana, ha nome di City of London, o più semplicemente City, e costituisce il nucleo di uno dei più vasti agglomerati urbani d'Europa, estesa su una superficie di 1579 km2 e divisa in trentadue boroughs.
La seconda metà del secolo XX è stata testimone di radicali trasformazioni nella struttura economica della città, costretta a convivere con il tramonto della lunga stagione dell'impero britannico. Malgrado il ridimensionamento del ruolo dell'Inghilterra nel mondo, Londra resta comunque uno dei principali punti di riferimento dell'economia planetaria, piazza borsistica di primaria importanza e rilevante centro finanziario, specializzato nel settore assicurativo. Cruciale nodo di comunicazioni marittime, terrestri e aeree, è inoltre sede delle principali istituzioni politiche, amministrative, economiche e culturali del paese. Pur ospitando cantieri navali, industrie farmaceutiche, elettroniche, dell'abbigliamento e della birra, Londra vive ormai marginalmente l'antico ruolo di metropoli industriale, destinando oggi le energie migliori allo sviluppo del terziario avanzato, settore nel quale è all'avanguardia in diversi campi, dall'editoria alla musica, dal turismo culturale e didattico alla pubblicità. Un periodo di eccezionale dinamismo ha conosciuto l'edilizia, sulla scorta dei grandi interventi urbanistici che hanno contrassegnato la storia di Londra negli ultimi due decenni.
Urbanistica e luoghi di interesse
All'estremità occidentale della City s'innalza la cattedrale di Saint Paul, mentre a sud-est si trova la Torre di Londra, fortezza normanna costruita alla fine dell'XI secolo da Guglielmo il Conquistatore. In quel punto, il London Bridge attraversa il fiume verso Southwark (l'attuale struttura sostituisce l'unico ponte che fino alla fine del XVIII secolo varcava il Tamigi).
A est e a nord-est della City sorgono i quartieri popolari dell'East End, meta delle periodiche ondate di emigranti provenienti un tempo dall'Irlanda e oggi dai paesi dell'ex impero britannico. In quella che per lungo tempo è stata l'area maggiormente derelitta del quartiere, sulla riva sinistra del fiume, si trova un sito di recentissima valorizzazione, conosciuto come Docklands; all'interno di esso sorge il più alto grattacielo della Gran Bretagna, la Canary Wharf Tower, di 244 m. A nord-ovest della City si trova l'antico Inns of Court, il quartiere giudiziario. Ancora oltre troviamo l'elegante quartiere di Bloomsbury, negli anni Venti ritrovo di letterati che gravitavano attorno alla vicina università e al British Museum (che ospita la Biblioteca nazionale).
Il West End è un vasto quartiere del centro dove sorgono i principali teatri e negozi della città. A sud, nel punto in cui il fiume forma un'ansa, si trova il cuore amministrativo di Londra con gli edifici governativi: Whitehall, Palazzo del Parlamento, o Palazzo di Westminster, Saint James's Palace (residenza del principe di Galles) e Buckingham Palace, residenza della regina. Più a ovest si sviluppano gli eleganti quartieri residenziali di Knightsbridge e Kensington, le cui attrazioni principali sono i grandi magazzini Harrods e la Royal Albert Hall. A sud del West End, al di là del fiume, sorge il Lambeth Palace, residenza dell'arcivescovo di Canterbury. Quartieri residenziali d'importanza storica sono infine Greenwich, Dulwich, Clapham e Wimbledon.
Tanto suggestivi quanto famosi sono i grandi parchi londinesi, "polmoni verdi della metropoli": i vasti Hyde Park e Kensington Gardens; il Regent's Park, circondato da eleganti edifici progettati da John Nash per il principe reggente (da cui il nome), che ospita il London Zoo; Green Park, Saint James's Park, Holland Park, Battersea Park. Nei dintorni di Londra si trovano gli splendidi Kew Gardens, Richmond Park e Greenwich Park.
Eccezionali per numero e qualità le collezioni che trovano esposizione a Londra. Il polo museale situato a sud dei Kensington Gardens, comprende il Victoria and Albert Museum, che espone una raccolta di oggetti d'arte provenienti da ogni parte del mondo, il Museo di storia naturale, il Museo delle scienze e il Museo geologico. Il Museo di Londra, dove viene illustrata la storia della capitale dalle sue origini ai giorni nostri, ha sede nella City. La National Gallery, a Trafalgar Square, ospita una delle più ricche raccolte di dipinti del mondo (tra cui numerose opere italiane). Poco distante si trova la National Portrait Gallery, comprendente una raccolta di oltre novemila ritratti d'inestimabile valore. La Tate Gallery, situata sull'Embankment fra Chelsea e Westminster, venne inaugurata nel 1897 e ospita la più grande raccolta di dipinti inglesi dal XVI secolo ai giorni nostri.
Londra vanta innumerevoli e importanti teatri, fra cui il National Theatre, sulla South Bank, sede della Royal Shakespeare Company. I due teatri lirici più prestigiosi sono la Royal Opera House, a Covent Garden, e il Coliseum. La cosiddetta "Theatreland", la zona dei teatri, si estende nel West End, in Shaftesbury avenue, Charing Cross road e nello Strand. Vedi anche Teatri del West End
Le università e le scuole di Londra sono tra le più prestigiose del mondo. Gli istituti d'istruzione superiore più noti sono l'University College (1826), l'University College Hospital (facoltà di medicina), il King's College (1828, fondato dal duca di Wellington), l'Imperial College of Science and Technology (1907), la London School of Economics and Political Science (1895). Istituti di grande prestigio sono anche la Royal Academy of Music (1822) e il Royal College of Art (1837).
Storia
Un insediamento celtico era probabilmente preesistente alla città romana di Londinium, fondata nel I secolo a. C. L'urbe divenne in breve un attivo centro commerciale e amministrativo, prerogativa che mantenne anche in epoca altomedievale. Ormai capitale del regno anglosassone, subì nel IX secolo il saccheggio degli invasori danesi, i quali, pur scacciati dai sassoni guidati da re Alfredo il Grande, continuarono a minacciare la sicurezza della città. Pace e prosperità tornarono con il regno di Edoardo il Confessore (iniziato nel 1042) e furono consolidate dalla conquista normanna del 1066. Lo sviluppo del ruolo mercantile di Londra si ebbe a partire dal XVI secolo con il regno dei Tudor, allorché vennero effettuati i primi invii di navi mercantili in America e sulle coste orientali dell'India. Ormai centro commerciale di spicco a livello continentale, durante la guerra civile Londra si schierò con Oliver Cromwell contro i realisti. Quando poi fu deposto il re cattolico Giacomo II (1688), l'intera città accolse con gioia la decisione di Guglielmo III di salire al trono e la successiva compilazione del Bill of Rights.
Tra il XVIII e il XIX secolo Londra, prima e più drammaticamente rispetto alle altre metropoli europee, conobbe il fenomeno della rivoluzione industriale. Attento testimone delle sofferenze morali e materiali che apportò il vertiginoso sviluppo dell'economia alle classi lavoratrici londinesi fu Charles Dickens, uno dei più importanti scrittori britannici del XIX secolo. Londra continuò a cavalcare l'onda del successo fino alla prima guerra mondiale, ma alla fine degli anni Venti la depressione che colpì la nazione interessò principalmente la capitale. Londra dovette pagare un pesante tributo durante la seconda guerra mondiale, nel corso della quale moltissimi edifici storici vennero danneggiati dai bombardamenti aerei.
Abitanti: 6.966.800 (1994).
Edimburgo
Edimburgo (inglese Edinburgh) città della Gran Bretagna, capitale della Scozia e capoluogo della regione del Lothian; è situata sulla sponda meridionale del Firth of Forth (la profonda insenatura formata dall'estuario del fiume Forth, sul Mare del Nord), ai piedi delle colline del Pentland. Edimburgo è la seconda città scozzese dopo Glasgow per numero di abitanti, nonché il maggior centro amministrativo, finanziario, culturale e industriale del paese (materiale elettrico ed elettronico, prodotti agroalimentari e chimici, distillerie, industrie tipografiche ed editoriali). L'attività legata alla stampa era già fiorente nel XVI secolo, mentre il whisky è uno dei più importanti prodotti d'esportazione. Il settore dei servizi, che attualmente impiega circa l'80% della forza lavoro, svolge un ruolo di rilievo nell'economia locale. Grazie alla ricchezza del suo patrimonio storico Edimburgo è inoltre uno dei principali centri turistici della Gran Bretagna. Il porto di Edimburgo è un punto di passaggio obbligato per le petroliere dirette nel Mare del Nord. Edimburgo gode di una fama di lunga data nel campo dell'istruzione ed è sede di tre università.
Il monumento di maggior interesse è il Castello (XIV-XVII secolo), situato nel cuore della città, che ospita la cappella di Saint Margaret (XI secolo), il più antico edificio di Edimburgo. Degni di nota sono anche il Palazzo Reale (XVI-XVII secolo), la Saint Giles Cathedral (XIV-XV secolo) e l'abbazia di Holyrood (XII secolo). A nord della Città Vecchia si trova il quartiere di New Town; sviluppatosi alla fine del XVIII secolo, esso rappresentò un'impresa avveniristica nel campo urbanistico e costituisce oggi il più grande insieme di edifici in stile georgiano esistente in Europa. Tra i principali luoghi di interesse culturale si ricordano la National Gallery of Scotland (1859), la Scottish National Portrait Gallery (1882) e il Royal Scottish Museum (1854). A Edimburgo ha sede inoltre la National Library of Scotland, una delle più grandi biblioteche della Gran Bretagna. Ogni anno la città organizza diversi festival che attraggono migliaia di visitatori, il più famoso dei quali è il festival di Edimburgo.
Edimburgo sorge su un rilievo, chiamato Castle Rock, che fu occupato dai pitti intorno al VI secolo d.C. Nel 1437 la città divenne la capitale del paese, ma perse gran parte della sua importanza commerciale e amministrativa dopo il 1603, quando Giacomo VI ascese al trono d'Inghilterra con il nome di Giacomo I e trasferì la corte a Londra. Edimburgo ha dato i natali a celebri scrittori quali Walter Scott, Robert Louis Stevenson e Arthur Conan Doyle.
Abitanti: 420.169 (1981).
Belfast
Belfast Capitale dell'Irlanda del Nord, nel distretto omonimo. Sorge sul fiume Lagan, all'imboccatura del Belfast Lough, nel canale del Nord. Maggiore porto dell'Ulster, è sede di importanti cantieri navali britannici e di stabilimenti specializzati in vari settori industriali: tessile (in particolare, produzione di lino), alimentare, aeronautico, delle armi, del tabacco. Belfast importa petrolio, cereali, carbone, prodotti chimici, ferro, acciaio, ed esporta petrolio, sapone, prodotti alimentari e tessili. La cattedrale protestante di St Anne è uno degli edifici storici più notevoli. Fra le istituzioni culturali si annoverano l'Ulster Museum (1890), la Queen's University (1845), il Belfast College of Technology (1901) e l'Union Theological College (1978).
Benché siano state rinvenute tracce di occupazione risalenti all'età della Pietra e all'età del Bronzo, le origini di Belfast vengono fatte risalire al 1177, data di costruzione di un castello normanno (vedi Normanni). Conquistata dagli inglesi nel XVI secolo, la città ricevette lo statuto di annessione nel 1613. Ebbe allora inizio l'immigrazione di protestanti (soprattutto scozzesi presbiteriani) per incoraggiamento della corona. Gli ugonotti, esuli dalla Francia, vi giunsero alla fine del XVII secolo; a loro si deve lo sviluppo dell'industria del lino. L'espansione del porto, alla fine del XVIII secolo, avviò l'attività cantieristica navale su vasta scala. Belfast fu eletta capitale dell'Irlanda del Nord nel 1920. Dal 1969 è divenuta teatro delle lotte politico-sociali fra cattolici e protestanti (vedi Cattolicesimo e Protestantesimo). Prima del 1974 era capoluogo della contea di Antrim.
Abitanti: 296.700 (1993).
IL REGNO UNITO IN CIFRE
Lo stato
Nome ufficiale
United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland
(Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord)
Capitale
Londra
Bandiera
La “Bandiera dell’Unione” o “Union Flag” (comunemente detta “Union Jack”) fu adottata nel 1801, anno in cui la croce rossa diagonale di san Patrizio, simbolo dell’Irlanda, venne aggiunta alla croce rossa di san Giorgio, simbolo dell’Inghilterra e alla croce bianca diagonale di sant’Andrea, rappresentante la Scozia.
Inno
“God Save the Queen”
(“Dio salvi la regina”)
Il territorio
Superficie
244.110 kmq
Massima altitudine
Ben Nevis
1343 m
Massima depressione
Holme Fen
-3 m
Il clima
Temperature medie
Londra (39 m)
gennaio
4 °C
luglio
18 °C
Edimburgo (134 m)
gennaio
3 °C
luglio
15 °C
Precipitazioni medie annue
Londra 590 mm
Edimburgo 680 mm
Popolazione
Popolazione
58.395.000
(1994)
92% popolazione urbana
8% popolazione rurale
Densità
242 abitanti/kmq
(1994)
Città principali
Londra 6.966.800
Birmingham 1.017.000
Leeds 721.800
Glasgow 740.000
(1994)
Gruppi etnici
94% inglesi, scozzesi, gallesi e irlandesi
6% altro
compresi indiani, pakistani, cinesi, africani e arabi
Lingua
Lingua ufficiale
Inglese
Altre lingue
Gallese, scozzese-gaelico, lingue delle minoranze
Religione
54% anglicanesimo
13% cattolicesimo
33% altro
comprese altre sette protestanti, islamismo, ebraismo, induismo e sikh
Economia
Prodotto interno lordo
US$ 1.023.900.000.000
(1994)
Risorse economiche
Agricoltura e allevamento
Frumento, orzo, patate, barbabietole da zucchero, bestiame, prodotti animali
Pesca
Sgombri, crostacei, aringhe, merluzzi, sogliole
Risorse minerarie
Carbone, calcare, petrolio e gas naturale
Industria
Macchinari e mezzi di trasporto, prodotti alimentari, prodotti chimici, metalli e derivati dei metalli
Occupazione
58% commercio e servizi
23% industria
16% affari e finanza
2% agricoltura, silvicultura e
pesca
1% esercito e difesa
Esportazioni
Macchinari industriali ed elettrici, apparecchiature per l’elaborazione automatica dei dati, veicoli, petrolio
Importazioni
Veicoli, macchinari industriali ed elettronici, petrolio, carta e cartone, manufatti, prodotti tessili, generi alimentari
Partner commerciali
Germania, Stati Uniti, Francia, Paesi Bassi, Italia, Giappone
Moneta
Lira sterlina
Governo
Ordinamento dello stato
Monarchia parlamentare
Capo di stato
Sovrano
Titolo ereditario
Capo di governo
Primo ministro
Nominato dal monarca ma eletto dal Parlamento
Potere legislativo
Sistema bicamerale
Camera dei Comuni
651 deputati
Camera dei Lords
1194 pari (1995)
Diritto al voto
Suffragio universale per tutti i cittadini maggiori di 18 anni
Potere giudiziario
Camera dei Lords
Corte suprema di giustizia
(solo per i casi criminali scozzesi)
Forze armate
Esercito, Marina, Aviazione
236.900 soldati; servizio militare volontario
Suddivisioni amministrative
Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, divisi in regioni e contee
Istruzione
Università e scuole principali
Università di Cambridge
Cambridge
Università di Oxford
Oxford
Università di Londra
Londra
Università di Edimburgo
Edimburgo
Cronologia essenziale
I millennio a.C.
Popolazioni celtiche si stanziano sull’isola.
55 a.C.
Giulio Cesare invade la regione.
43 d.C.
Inizio della conquista romana.
123 ca.
Costruzione del Vallo di Adriano, a protezione dei confini settentrionali della Britannia romana.
III-IV secolo
Ritiro dei romani dalla Britannia.
IV-V secolo
Inizio delle incursioni in territorio britannico di angli, sassoni e iuti.
596
Monaci inviati da Roma diffondono il cristianesimo nelle regioni meridionali dell’isola.
793
Inizia l’invasione vichinga.
878
Alfredo, re del Wessex, ferma l’avanzata dei danesi in Inghilterra a Edington.
1016
Fine del dominio anglosassone; il danese Canuto il Grande diventa re d’Inghilterra.
1066
Conquista normanna dell’Inghilterra. Il re sassone Harold II viene sconfitto a Hastings da Guglielmo di Normandia (detto il Conquistatore), che si proclama re d’Inghilterra. Sotto il suo regno viene compilato il Domesday Book, il primo catasto dell’Europa medievale.
1154
Enrico d’Angiò diventa, con il nome di Enrico II, il primo dei re plantageneti in Inghilterra. Nel 1172 il re avvia la conquista dell’Irlanda.
1215
Il re Giovanni Senzaterra cede alle richieste dei potenti baroni inglesi e firma la Magna Charta.
1283-84
Conquista del Galles da parte di Edoardo I d’Inghilterra.
1314
La vittoria del re scozzese Roberto I Bruce nella battaglia di Bannockburn assicura l’indipendenza della Scozia.
1337
Scoppia la guerra dei Cent’anni tra Inghilterra e Francia, per il possesso del trono francese. La sconfitta finale degli inglesi nella battaglia di Castillon nel 1453 porrà fine al conflitto.
1399
Enrico IV depone Riccardo II e diventa il primo re inglese della casata Lancaster.
1455-85
Guerra delle Due rose: conflitto tra Lancaster e York per il trono inglese. Edoardo IV, nominato re nel 1461, è il primo sovrano della casata York.
1485
Dopo la battaglia di Bosworth Field ascende al trono inglese Enrico VII, primo sovrano Tudor.
1534
Enrico VIII d’Inghilterra rompe i rapporti con Roma; tramite l’Atto di Supremazia crea la Chiesa d’Inghilterra, sulla quale esercita un controllo assoluto. Nel 1541 si autoproclama re d’Irlanda.
1547-52
Sotto Edoardo VI viene compilato e subito modificato in senso più marcatamente protestante il primo Book of Common Prayer, che sostituisce il messale cattolico.
1558
Elisabetta I ascende al trono inglese.
1587
Maria I Stuart, regina di Scozia, trattenuta prigioniera in Inghilterra dal 1568, è condannata a morte da Elisabetta I.
1588
L’invasione delle isole britanniche, progettata dal re spagnolo Filippo II, viene sventata con la sconfitta nella Manica dell’Invincibile Armata spagnola.
1600
Viene costituita la Compagnia britannica delle Indie orientali.
1603
Unione delle corone d’Inghilterra e di Scozia nella persona di Giacomo VI di Scozia, che ascende al trono d’Inghilterra come Giacomo I. È il primo dei regnanti della casata Stuart.
1607
Giacomo I concede i terreni confiscati ai cattolici irlandesi a coloni scozzesi e inglesi.
1642-49
Guerra civile inglese.
1649
Il re Carlo I viene decapitato ed è proclamata la repubblica. Oliver Cromwell reprime brutalmente la resistenza in Irlanda e in Scozia.
1653
Oliver Cromwell scioglie il parlamento e si proclama Lord protettore del Commonwealth d’Inghilterra, ruolo che mantiene fino alla morte nel 1658.
1660
Restaurazione della monarchia con Carlo II.
1688-89
La Gloriosa Rivoluzione provoca la destituzione di Giacomo II in favore di Guglielmo III d’Orange e Maria II Stuart.
1690
In Irlanda i sostenitori cattolici di Giacomo II vengono sconfitti nella battaglia del Boyne dai sostenitori protestanti dell’Ulster di Guglielmo III.
1707
L’Atto di Unione unisce formalmente Inghilterra, Galles e Scozia sotto il nome di Regno Unito di Gran Bretagna.
1763
Il trattato di Parigi riconosce il controllo britannico sulle colonie francesi in Nord America e in India.
1776-83
Con la guerra d’indipendenza americana, la Gran Bretagna perde le sue colonie negli Stati Uniti.
1801
Viene reso effettivo un nuovo Atto di Unione, che incorpora l’Irlanda alla Gran Bretagna: nasce così il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.
1805
La vittoria dell’ammiraglio Nelson sulla flotta francese nella battaglia di Trafalgar salva la Gran Bretagna dalla minaccia di un’invasione napoleonica.
1815
La vittoria della coalizione guidata dal duca di Wellington nella battaglia di Waterloo mette fine alle guerre napoleoniche.
XVIII-XIX secolo
Rivoluzione industriale. La popolazione urbana supera quella rurale. Londra passa dai 600.000 abitanti del 1701 a 2,5 milioni del 1851. La popolazione del paese raddoppia.
1830
Inaugurazione della linea Liverpool-Manchester, la prima ferrovia pubblica del mondo, servita da locomotive a vapore.
1832
La riforma elettorale promossa dal partito whig estende il diritto di voto al ceto medio proprietario e redistribuisce i seggi a favore dei centri industriali.
1833
Abolizione della schiavitù nell’impero britannico.
1834
Nasce il Partito conservatore.
1837
Ascende al trono britannico la regina Vittoria, dal 1876 imperatrice delle Indie.
1859
In seguito alla rivolta indiana, il governo inglese assume il controllo diretto dell’India, in precedenza tenuto dalla Compagnia britannica delle Indie orientali.
1900
Nasce il Partito laburista.
1911
Il “Parliament Act” riduce i poteri della Camera dei Lords.
1914-1918
La Gran Bretagna e gli altri Alleati combattono contro gli imperi centrali durante la prima guerra mondiale. Nonostante la vittoria, le conseguenze economiche e sociali della guerra sono disastrose.
1916
Truppe britanniche reprimono la rivolta di Pasqua in Irlanda. Nel 1921 viene creato lo Stato libero d’Irlanda; il regno britannico viene rinominato Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.
1936
Edoardo VIII abdica per poter sposare la cittadina americana Wallis Simpson. Sale al trono il fratello Giorgio VI.
1940-41
La vittoria aerea nella battaglia d’Inghilterra impedisce l’invasione tedesca della Gran Bretagna.
1945
Dopo la seconda guerra mondiale, il Partito laburista, vincitore delle elezioni, dà inizio a una politica di riforme che tendono a perseguire lo stato del benessere (“Welfare State”). Nazionalizzazione di importanti settori dell’economia.
1947
Concessione dell’indipendenza a India e Pakistan. Molte altre colonie britanniche conseguono l’indipendenza negli anni successivi.
1960-70
Londra è la capitale internazionale della musica e della cultura giovanile.
1972
Sospensione del parlamento dell’Irlanda del Nord, i cui poteri vengono assunti dal parlamento britannico.
1973
La Gran Bretagna aderisce alla Comunità economica europea.
1979
Margaret Thatcher è la prima donna a essere eletta primo ministro. Thatcher avvia un programma di drastico ridimensionamento del Welfare State e di massiccia privatizzazione delle imprese statali.
1982
La Gran Bretagna sconfigge l’Argentina, dopo che questa ha invaso le isole Falkland.
1990
Dimissioni di Margaret Thatcher, che viene sostituita alla guida del paese e del Partito conservatore da John Major.
1990-91
La Gran Bretagna è, dopo gli Stati Uniti, il paese più coinvolto nella guerra del Golfo contro l’Iraq di Saddam Hussein.
1992
Vittoria di misura alle elezioni del Partito conservatore.
1993
John Major e il primo ministro irlandese Albert Reynolds firmano la Dichiarazione di Downing Street, che espone le condizioni (tra le quali l’interruzione delle ostilità da parte dell’IRA) per l’avvio di trattative di pace nell’Irlanda del Nord.
1994
L’IRA annuncia unilateralmente il cessate il fuoco, al quale in seguito aderiscono i gruppi paramilitari protestanti. Inaugurazione del tunnel sotto la Manica che unisce Gran Bretagna e Francia.
1996
Tensione tra Gran Bretagna e Unione europea per il manifestarsi della sindrome della “mucca pazza”. L’esportazione di bestiame e carni dalla Gran Bretagna è temporaneamente sospesa nei paesi della Comunità. A causa della lentezza delle trattative di pace per l’Irlanda del Nord, l’IRA riprende l’attività terroristica facendo esplodere una potente bomba a Londra.
1997
Dopo diciotto anni di governo i conservatori vengono sconfitti dai laburisti guidati da Tony Blair. L'IRA annuncia un nuovo cessate il fuoco; riprendono i colloqui di pace. Il 1° luglio la colonia di Hong Kong torna sotto la sovranità cinese.
1998
La Gran Bretagna è favorevole a un nuovo intervento militare contro l’Iraq di Saddam Hussein. In aprile viene siglato, tra i governi irlandese e britannico e alla presenza dei maggiori partiti protestanti e cattolici dell’Irlanda del Nord, l’accordo di Stormont. Esso prevede tra l’altro una modificazione della costituzione irlandese per abrogare gli articoli che rivendicano l’unità politica dell’isola e della legge costituzionale britannica per includere il principio di indipendenza del popolo irlandese.
Graduatorie
Indice
LO STATO
Un paese insulare
Le amministrazioni locali
Le isole della Manica e di Man
La corona e il sistema costituzionale
I partiti politici
Politica
Problemi politici principali
Ordinamento giudiziario
La religione
L’istruzione
Sanità
Popolazione
La difesa
La criminalità
IL TERRITORIO
IL CLIMA
FLORA E FAUNA
LA CULTURA
IL TEATRO
LA STORIA
L’Act of union
Un secolo di conflitti
La rivoluzione industriale
La guerra d’indipendenza americana
Pitt il Giovane
Le guerre napoleoniche
Le grandi riforme dell’Ottocento
L’età vittoriana
Il regno di Edoardo VII
La prima guerra mondiale e le sue conseguenze
La seconda guerra mondiale
Il secondo dopoguerra
La decolonizzazione
Gli anni Sessanta e Settanta
Il decennio Thatcher
Il governo Major
La vittoria del New Labour
Sovrani inglesi (tabella)
L’ECONOMIA
Agricoltura
Pesca
Risorse minerarie
Industria
Flussi monetari e banche
Commercio
Trasporti
Lavoro
LE CITTA’
Londra
Urbanistica e luoghi d’interesse
Storia
Edimburgo
Belfast
IL REGNO UNITO IN CIFRE
Lo stato
Il territorio
Il clima
Popolazione
Economia
Governo
Istruzione
Cronologia essenziale
Graduatorie
Cartina Geografica de Regno Unito
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