"Il Teatro Comico"di Goldoni

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Testo

Micro-Saggio di LETTERATURA
La commedia goldoniana Il teatro comico, può essere definita come “meta-commedia” in quanto tratta il metodo secondo cui, per Goldoni, dovrebbe essere strutturata e realizzata una commedia.
Il titolo, in cui il tempo ed il luogo sono impliciti, fa presagire che si tratti proprio di una commedia riguardante le commedie.
Dal testo si possono capire i modi e gli intenti della riforma goldoniana del Teatro Comico.La riforma che egli intende attuare non è una riforma collocata in un ambito prettamente letterale; egli mira ad incidere soprattutto nell’ ambito dello spettacolo e nei suoi rapporti con la vita sociale. Soprattutto dalle considerazione di Orazio si può capire il rifiuto che Goldoni ha verso la Commedia dell’ Arte e verso l’ improvvisazione.
All’ interno di questa commedia, viene inserita la Farsa di Rosaura e Florindo. Essa tratta della rivalità in amore che vi è tra il padre (Pantalone) ed il figlio (Florindo) per ottenere in sposa Rosaura.
Il copione di questa Farsa, appartiene al Vecchio teatro in quanto si possono notare le stravaganze e gli artifici propri della Commedia degli Zanni (cfr. Atto II, scena IX).
Dall’ opera Il teatro comico si può comprendere il passaggio dalla commedia all’ “improvviso” alla commedia di “carattere”.
Nella commedia all’ “improvviso” abbiamo una drammaturgia d’ attore, in cui il modo di recitare risulta sostanzialmente autonomo dal testo scritto.In questo tipo di commedie non abbiamo però un testo composto da parti interamente scritte, ma abbiamo un canovaccio in cui è scritta solamente la struttura della commedia. Esso è scritto in forma narrativa e rappresenta soltanto una traccia per gli attori, i quali recitano improvvisando e basandosi sulla mnemonica.
Con Goldoni, il quale rifiutava fortemente la volgarità buffonesca e la ripetitività della commedia dell’ arte,
abbiamo appunto il passaggio da questo tipo di commedia, alla commedia di “carattere”.In quest’ ultima si ha una drammaturgia d’ autore. Gli attori sono legati ad un copione in cui le parti sono interamente scritte.
In Il teatro comico, possiamo sostanzialmente definire due categorie di personaggi. Vi sono personaggi come Orazio, Placida e Anselmo che sono sostenitori del nuovo teatro comico. Orazio infatti; rifiuta le commedie proposte da Lelio e spiga a Tonino che se anche questo nuovo tipo di teatro è più impegnativo, maggiori sono però i riconoscimenti del pubblico e quindi il successo della compagnia.
Placida ed Anselmo spiegando invece che la gente è stanca di vedere sempre le stesse cose e che bisogna offrire al pubblico cose nuove e divertenti (cfr. Atto I, scena II e Atto II, scena I ).
Vi sono al contrario, personaggi come Tonino e Lelio i quali si oppongono al nuovo tipo di teatro comico. Tonino pensa che questo nuovo tipo di teatro abbia mandato sottosopra il lavoro dei commedianti, i quali si trovano a dover studiare una parte, sminuendo così la propria arte (cfr. Atto I, scena IV).
Lelio invece, rappresenta il poeta di Compagnia. Egli propone componimenti antiquati con soggetti sorpassati ed usa un linguaggio ricco di artifici.
Entrando nel mondo dei comici e rinunciando alla poesia egli si abbassa alla stregua degli attori
(cfr. Atto II, scena III ).
Per Goldoni, il comico è quindi inferiore allo scrittore ed il testo ha preminenza sullo spettacolo.
In opposizione a Lelio vi è Orazio, il quale incarna in qualche modo la figura del futuro regista.
Egli è principalmente attratto dalla novità e cerca di offrire al proprio pubblico ciò che esso desidera
(cfr. Atto II, scena III ).
Ed è proprio tramite questo nuovo tipo di teatro ed ai cosiddetti comici “illuminati” che cerca di ottenere il proprio scopo.
Sia Orazio che Anselmo, attribuiscono alla Commedia Riformata uno scopo etico-morale assente nella Commedia dell’ Arte in quanto sostengono che questa sia stata creata per correggere i vizi e ridicolizzare i cattivi usi. Il pubblico prendendo parte alla rappresentazione della commedia si sente partecipe delle passioni e dei caratteri rappresentati così che possa valutare se questi siano buoni, e quindi osservarli. Difatti il teatro goldoniano assume anche un fine eudemonistico.
I personaggi femminili sono caratterizzati dal fatto che ogni donna cerchi di mettersi in risalto rispetto alle altre.Ad esempio infatti; Vittoria avendo ricevuto in questa commedia solo una piccola parte decide di studiarne anche un’ altra in cui possa avere un ruolo di maggior spessore (cfr. Atto I, scena V).
A differenza delle altre donne però, Eleonora si sente superiore alle altre in quanto si definisce una “virtuosa di musica” (vd. Atto II, scena XV).
Presentandosi con arroganza, provoca subito il disprezzo da parte di tutti i commedianti. Avendo bisogno di soldi, entra a far parte anche lei della compagnia come commediante; anche grazie all’ aiuto ed ai consigli di Orazio.
L’ autore delle commedie della compagnia è lo stesso Carlo Godoni, il quale nel 1750 compose sedici nuove commedie di carattere.
Egli funge da riformatore del teatro comico grazie alle sue innovazioni. Propose una riforma a diretto contatto con il teatro ed assunse atteggiamenti fortemente polemici contro la Commedia dell’ Arte e l’ improvvisazione. Le sue commedie erano interamente scritte e quindi gli attori non dovevano improvvisare, ma imparare la propria parte.
Con Il teatro comico egli chiarisce come secondo lui, deve essere strutturata una commedia.
Dalle parole dei personaggi si può capire che egli intende proporre delle nuove commedie, con nuovi soggetti, superando così l’ antiquata ripetitività della recitazione degli attori della Commedia dell’ Arte.
Nel nuovo Teatro goldoniano le maschere rappresentano dei tipi fissi, che nascono da un’ astrazione di tratti comuni ad una molteplicità di individui. In Il teatro comico le maschere di Arlecchino, Brighella e Pantalone, parlano il dialetto veneziano ma si possono notare in essi delle caratteristiche innovative che tentano di abolire i vecchi concetti propri della Commedia degli Zanni.
Per Goldoni vi è una inscindibile corrispondenza fra il teatro ed il mondo. Egli infatti; da un lato vuole produrre testi che piacciano al pubblico, tenendo ben presente il linguaggio dello spettacolo e dall’ altro vuole che la sua commedia rifletta realisticamente la società contemporanea. Per lui, il linguaggio deve riprodurre il più possibile le capacità e le conoscenze degli uomini mentre la commedia deve rappresentare dei caratteri individuali ed irripetibili nelle sfumature dei vari comportamenti.
In quest’ opera si possono notare alcuni esempi significativi di realismo riguardanti l’ aspetto materiale della produzione teatrale come quello in cui il
capocomico Orazio decide di provare il terzo atto della sua commedia con la tenda alzata per risparmiare sulle luci (cfr. Atto I, scena I).
Un’ altro esempio è quello di Lelio ed Eleonora, i quali, pur non essendo attori, entrano a far parte della compagnia come comici perché hanno bisogno di denaro (cfr. Atto II, scena XV).
Goldoni, volendo ritrarre esempi di realtà quotidiana, usa la lingua italiana in quanto era quella usata qualora dovessero comunicare tra loro persone di diversa provenienza regionale.
Quindi è proprio questa lingua che si rivela
sostanzialmente come lingua teatrale per cercare di offrire una perfetta e naturale riproduzione della conversazione quotidiana.

Esempio