Materie: | Appunti |
Categoria: | Italiano |
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Data: | 23.11.2006 |
Numero di pagine: | 2 |
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Carlo Goldoni
Par. 1 – La vita
• Goldoni nacque a Venezia nel 1707 da una famiglia borghese
• Studiò presso i gesuiti e si iscrisse a Legge a Pavia
• La sua vita fu molto inquieta in quegli anni, per via delle sue avventure amorose e spostamenti
• A causa della morte del padre, per sopperire alla madre, si avviò all’avvocatura
• La vocazione di scrittore di teatro non lo abbandona: grazie a Giuseppe Imer scrive vari generi per un teatro veneziano (tragicommedie – melodrammi – intermezzi)
• In seguito si unì alla compagnia di Medebac, con un contratto stabile. Per questo lasciò definitivamente la carriera di avvocato.
• Dovette affrontare la concorrenza di Pietro Chiari e le forti critiche di Gozzi.
• Stanco delle amarezze dovute al confronto con Chiari, accetta l’incarico di dirigere la ‘comedie italienne’ a Parigi
• Qui trovò inizialmente un pubblico freddo perché abituato ai vecchi canoni del teatro, come le maschere e gli scenari improvvisati
• Con il ‘Burbero benefico’ (su modello di Moliere) si acquista il favore del pubblico.
• Venne assunto poi come maestro italiano delle principesse reali
• Con l’avvento della Rivoluzione l’Assemblea Legislativa lo privò del suo stipendio.
• Morì in miseria nel 1793.
Par. 2 – La riforma della Commedia
• Quando Goldoni inizia a scrivere, nella scena teatrale era ancona presente la Commedia dell’arte, caratterizzata dall’utilizzo di maschere (Arlecchino, Pantalone..), dall’improvvisazione delle battute che seguivano solo un canovaccio molto generale, che aveva trionfato nell’età barocca.
• Goldoni aborra questo tipo di teatro perché (scrive nel ‘teatro comico’ e nei ‘memoires’):
a) si trattava di una comicità volgare e buffonesca
b) vi erano rigidi stereotipi della realtà umana
c) la recitazione era ripetitiva e prevedibile
d) la costruzione dell’intreccio della trama era sgangherata ed inverosimile
e) la visione del reale era completamente falsa
• Questo bisogno di riformare il teatro partiva da correnti di pensiero del tempo, come la cultura arcadica e razionalistica, che propugnava quanto di buffonesco e barocco fosse nel teatro
• Queste culture aspiravano alla semplicità, alla naturalezza, al buon gusto.
• Altri prima di Goldoni avevano tentato una riforma del genere (Gigli, Fagiuoli, Nelli), ma si trattava di letterati che, avendo a disposizione solo un pubblico ristretto, non erano riusciti a rendere pubbliche le loro idee.
• Goldoni non era un letterato, era un uomo di teatro, a contatto con il pubblico e con la società del tempo, e sapeva bene i bisogni dei clienti.
• Egli si prefigge due obiettivi:
1) scrivere testi che piacciano al pubblico
2) scrivere testi che rispecchino la realtà, che siano verisimili
• Per fare ciò, elimina l’uso delle maschere tradizionali, perché:
a) vuole rappresentare i caratteri come unici ed irripetibili
b) non vuole costituire dei caratteri fissi (l’avaro Pantalone, il servo stupido Arlecchino..)
c) afferma che i caratteri sono un numero finito in quanto a generi (avaro, stupido, bugiardo..) ma infiniti nel loro modo di essere nell’uomo (nei ‘Rusteghi’ descrive quattro modi di essere appunto uomini rustichi, scontrosi).