recensione BARRY LYNDON

Materie:Altro
Categoria:Lettere

Voto:

2 (2)
Download:197
Data:31.01.2006
Numero di pagine:4
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
recensione-barry-lyndon_1.zip (Dimensione: 16.05 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_recensione-barry-lyndon.doc     36.5 Kb


Testo

BARRY LYNDON

Regia: Stanley Kubrick
Interpreti: Ryan O'Neal, Marisa Berenson, Patrick Magee, Hardy Krüger, Steven Berkoff, Gay Hamilton
Durata: h 3.05
Nazionalità: Gran Bretagna 1975
Genere: drammatico

• Altri film di Stanley Kubrick

• SPECIALE BARRY LYNDON
Redmond Barry, un giovane irlandese di modeste condizioni, sfida a duello, per amore di sua cugina Nora, un capitano inglese che l'ha chiesta in moglie. Convinto d'aver ucciso il rivale, parte per Dublino, ma lungo la strada viene derubato, per cui è costretto ad arruolarsi nell'esercito inglese, in lotta contro i francesi. La morte di un capitano suo amico, e le atrocità della guerra, lo inducono a disertare, ma è scoperto e per cavarsela non gli resta che militare col prussiani, alleati degli inglesi.

Barry è un giovane di bell'aspetto ma dalle origini modeste. Rifiutato dalla donna che ama, intraprende la carriera militare dopo un duello con l'avversario in amore. Stanco della vita militare, con un espediente entra nell'esercito prussiano, divenendo il beniamino del capitano Potzdorf. Ma anche questa volta la fortuna gli volta le spalle e, costretto a fuggire, diventa il compare di un raffinato avventuriero. Con la spada e la pistola si fa largo nella bella società. Ormai è un uomo appagato. Gli manca solo il blasone. Sposando la contessa di Lyndon e assumendone il cognome, colma la lacuna. Ma sarà un matrimonio infelice. Il figlio della contessa, nato da un altro matrimonio, lo odia e per molti anni progetterà una vendetta, che si compirà quando affronterà il patrigno in duello. Barry Lyndon perderà una gamba e i suoi averi. Un malinconico esilio segna il suo definitivo destino.

Tratto dal noto romanzo settecentesco di William Makepeace Thackeray, Barry Lyndon si può definire un film anomalo nella produzione del grande Stanley Kubrick. Film di difficile collocazione e che ha spaventato la critica al suo apparire a causa della mancanza di una chiave di lettura che conducesse alle origini del progetto. Il misterioso Kubrick non ha mai chiarito le sue intenzioni. Ma ciò non impedisce di giudicare il film una splendida anomalia. Usando una tecnica d'illuminazione naturalistica, tutta a base di candele, che il grande direttore della fotografia John Alcott realizza genialmente, il film è immerso in una atmosfera che restituisce il clima del tempo. Kubrick si è avvalso di lenti speciali, fornite dalla Carl Zeiss e adattate da Ed Di Giulio. Un film freddo e crudele. Ironico e mastodontico. Solenne e malinconico. La bella voce narrante di Romolo Valli accompagna il racconto con tono suadente e beffardo. Altro contributo memorabile al film sono le musiche assemblate da Leonard Rosenmann. Fra tutte spicca il trio per piano in mi bemolle di Schubert. Gli interpreti sono usati da Kubrick come pedine di un'invisibile scacchiera, che egli percorre seguendo un imperscrutabile disegno metafisico. Le leggi cosmiche e l'ineluttabilità del destino avvicinano Barry Lyndon a 2001, Odissea nello spazio. L'astronauta affronta i misteri del cosmo e ne è vittima, così come Lyndon entra in un mondo che non gli appartiene, subendone la consueta glacialità. Il film ha ricevuto quattro Oscar: per i costumi, la fotografia, la scenografia e la musica.

“BARRY LYNDON”
Recensione

Film di Stanley Kubrick
con Ryan O’Neal, Marisa Berenson, Murray Melvin.
Gran Bretagna – 1975
Barry è un giovane di bell'aspetto ma dalle origini modeste. Rifiutato dalla donna che ama, intraprende la carriera militare dopo un duello con l'avversario in amore. Stanco della vita militare, con un espediente entra nell'esercito prussiano, divenendo il beniamino del capitano. Ma anche questa volta la fortuna gli volta le spalle e, costretto a fuggire, diventa il compare di un raffinato avventuriero. Con la spada e la pistola si fa largo nella bella società. Ormai è un uomo appagato. Sposando la contessa di Lyndon e assumendone il cognome, colma la lacuna. Ma sarà un matrimonio infelice. Il figlio della contessa, nato da un altro matrimonio, lo odia e per molti anni progetterà una vendetta, che si compirà quando affronterà il patrigno in duello. Barry Lyndon perderà una gamba e i suoi averi. Un malinconico esilio segna il suo definitivo destino.
Dal romanzo (1844) di William Makepeace Thackeray: la scalata sociale di Redmond Barry dopo il matrimonio con Lady Lyndon e la successiva discesa nel baratro dell’abbandono. Il film più elegante di Kubrick, dove ogni scena sembra un quadro, dove gli attori si muovono al ritmo di splendide musiche, dove la voce fuori campo puntualizza ogni minimo particolare come in una perfetta biografia, dove sembra di essere in pieno ‘700, dove le stanze (riprese con un particolare obiettivo Zeiss, fatto costruire appositamente e in seguito utilizzato in campo spaziale) sono veramente illuminate dalle sole candele. Perfetto in ogni sua parte, passato alla storia per i suoi celebri zoom, con scene meravigliose (quella della seduzione muta fra Redmond Barry e Lady Lyndon – prima al tavolo da gioco, poi nella veranda esterna con le musiche a scandire i movimenti – è uno dei più strabilianti pezzi di cinema di tutti i tempi) e commoventi (la morte del figlioletto Brian). Soltanto Kubrick poteva girare un film di questo tipo, lungo e lentissimo, senza annoiare un solo momento. È un capolavoro e il più lucido documento di come non sia l’ambiente storico-sociale a determinare l’uomo e le sue azioni. È un film storico e in costume più bello che sia mai stato realizzato. Il film ha ricevuto quattro Oscar: per i costumi, la fotografia, la scenografia e la musica.

Esempio