Recensione di Giovanna D'Arco

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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Testo

Recensione essenziale del film
Giovanna D’arco

Genere: Storico
Regista: Luc Besson
Anno di produzione: 2000
Ambientazione: Francia, alla fine della guerra dei 100 anni.
Attore principale: Milla Jovovich (nel film Giovanna D’Arco)
Sceneggiatura: Luc Besson, Andrew Birkin

1412: Giovanna, bimba nata in un paesino francese, assiste durante l’invasione inglese all’uccisione ed allo stupro (in quest’ordine) della propria sorella. Da allora comincia ad avere delle visioni, a sentire la voce di Cristo che le ordina di combattere gli Inglesi e di aiutare il Delfino di Francia a diventare Re. Ottenuto dal Delfino un esercito, riesce ad espugnare la città di Orléans, fortino degli invasori, e a portare il Delfino fino a Reims per l’incoronazione. Divenuta un ostacolo durante il negoziato tra francesi e inglesi, verrà abbandonata dal suo re in mano di mercenari, i quali la venderanno agli Inglesi. Così Giovanna si risveglia in una cella insieme alla sua Coscienza, che le appare in un misterioso uomo incappucciato, la quale, la fa riflettere sui reali motivi che l’avevano spinta ad intraprendere una guerra e, la confessa per l’ultima volta.
Abbandonata da tutti viene considerata eretica e condannata alla prigione a vita se prometterà di non scendere mai più in battaglia; inizialmente Giovanna acconsente, ma poi ritira tutto e viene bruciata sul rogo nel Maggio 1431.
Giovanna è stata riabilitata e beatificata dalla Chiesa Cattolica nei primi anni del nostro secolo. In conclusione, il film è interessante, vero, coinvolgente, ma con una regia ed un cast del genere, anche il peggior film mai realizzato sarebbe risultato un capolavoro.

Commento:

In un tripudio di effetti speciali, guerrieri, soldataglia feroce e dialoghi minimali, ecco la storia di Giovanna, bambina devota e serena, tramutata in un’esaltata prepotente e visionaria, a causa di un grave trauma infantile.
La doppiatrice della parte di Giovanna forse, nell’interpretare quel ruolo ci ha aggiunto, oltre alla sofferenza che il personaggio aveva già per se stesso, dell’altra.
Le musiche sono azzeccate: tengono con fiato sospeso lo spettatore, e fanno risaltare ancora di più la vicenda.
L’unico momento in cui Giovanna fa un esame interiore, di ciò che ha fatto, lo si ha quando incontra la sua coscienza (Dustin Hoffman).
Questo film induce anche a pensare se era vero che Giovanna sentisse delle voci, e se soprattutto provenissero da Dio o solo della sua immaginazione, qui perciò ci possono essere due “filoni di pensiero” quello dei credenti (sostenenti la divina volontà di Dio) e quello dei non credenti che potrebbero pensare che la pulzella d’ Orèal era soltanto una pazza, isterica che fino all’ultimo voleva vendicarsi della crudele morte della sua famiglia, invece di accasarsi e vivere una vita tranquilla.

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