AMARE E BENE VELLE (Carm. 72)
Dicebas quondam solum te nosse Catullum,
Lesbia, nec prae ne velle tenere Iovem.
Dilexi tum te non tantum ut vulvus amicam,
sed pater ut gnatos dirigit et generas.
Nunc te cognavi: quare et si impensius uror,
multo mi tamen est vilior et levior.
Qui potis est? Inquis. Quod amantem iniu...
Letteratura Latina
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Quin tu animo offirmas atque istinc teque reducis
et deis invitis desinis esse miser?
Difficile est longum subito deponere amorem;
difficile est, verum hoc qua lubet efficias.
Una salus haec est, hoc est tibi pervincendum;
hoc facias, sive id non pote sive pote.
O di, si vestrum est misereri, aut si quibus umquam
Extremam iam
nec te requiret nec rogabit invītam.
At tu dolebis, cum rogabĕris nulla.
Scelesta, vae te, quae tibi manet vita?
Quis nunc te adibit? Cui videbĕris bella?
Quem nunc amabis? Cuius esse dicēris?
Quem basiabis? Cui labella mordebis?
At tu, Catulle, destinatus obdura.
E’ FINITA!
Infelice Catullo, smetti di comportar
La donna occupa un ruolo molto importante nell’elegia, non è avventura ma passione, non è episodio momentaneo ma tutta la vita; ed essa condiziona non solo la vita ma anche le scelte artistiche del poeta, che ricerca modelli stilistici adatti a cantare il proprio sentimento assoluto e totalizzante. Ciascun poeta elegiaco dà alla sua opera il nome di un
SFERIONE, schiavetto di Teopripide
Filolachete ha comprato la sua amante per liberarla, e mentre suo padre è lontano sperpera tutto il patrimonio. Quando il vecchio ritorna Tranione lo prende in giro: dice che in casa avengono prodigi terribili, e che da tempo hanno dovuto traslocare. Sopraggiunge un usuraio, avido di guadagno, reclamando gli i
Le opere
Le monografie
Del 98 è "La vita di Giulio Agricola" (De vita et moribus Julii Agricolae). Si tratta di un'opera composita di elementi di diversa natura letteraria, tuttavia quella biografica è la forma predominante, in quanto vi si parla della patria, della famiglia, della figura fisica e morale, dell'educazione, della vita e della mort
Questo risponde all’attesa da parte dei romani di un personaggio ke risolvesse il difficile periodo delle guerre civili, una sorta di portatore di una nuova età dell’oro.
Già nella 4°egloga di Virgilio si parla dell’avvento di un “puer” ke nel medioevo sarà identificato con Dio ma ke originariamente era Augusto; nella 5°egloga Virgilio costruisce a
QUELLO HA PERMESSO CHE I BUOI PASCOLINO E CHE IO STESSO
COMPONGA CIO’ CHE VOGLIO CON UNO ZUFOLO AGRESTE.
Melibeo: NON TI INVIDIO DI SICURO MA PIUTTOSTO TI AMMIRO: DA OGNIPARTE
FINO A TAL PUNTO C’E’ TURBAMENTO PER TUTTA LA CAMPAGNA. ECCO IO STESSO
SPINGO AVANTI LE CAPRETTE BENCHE’ AFFLITTO; ANCHE A QUESTA FATICA, TITIRO, SPINGO AVANTI.
MELIBEO: Nòn equidem ìnvideò, | miròr magis: | ùndique tòtis
ùsque adeò | turbàtur agrìs. | En ìpse capèllas
pròtinus aèger ago; hànc | etiàm vix, Tìtyre, dùco.
Hìc intèr densàs | corylòs modo nàmque gemèllos,
spèm gregis, à! | silice ìn nudà | conìxa relìquit.
Saèpe malum hòc nobìs, | si mèns non laèva fuìsset,
dè caelò tac
AGOSTINO
L’opera di Agostino fu vasta. Uno dei principali bersagli furono i manichei che consideravano il Cristo come manifestazione del bene e il Cristo del Vecchio Testamento il principio del male. A. difese il concetto dell’immortalità dell’anima e contro il dualismo del bene-male affermò che il male non può trarre origine da Dio ma da liber