La poesia elegiaca

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura Latina

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LA POESIA ELEGIACA
La poesia elegiaca, che fiorì per un breve periodo grazie a poeti quali Tibullo, Properzio e il giovane Ovidio, per chi la predilige, rappresenta una vera e propria scelta di vita che coinvolge il poeta interamente. Il tema più rilevante è quello dell’amore, quasi sempre illecito, perché la donna amata è di solito una “cortigiana”; nonostante ciò, l’amore elegiaco è un’esperienza unica, coinvolgente, l’amore diventa il fulcro della vita ed è sentito come un dovere ed una missione al pari della guerra per il soldato. La donna occupa un ruolo molto importante nell’elegia, non è avventura ma passione, non è episodio momentaneo ma tutta la vita; ed essa condiziona non solo la vita ma anche le scelte artistiche del poeta, che ricerca modelli stilistici adatti a cantare il proprio sentimento assoluto e totalizzante. Ciascun poeta elegiaco dà alla sua opera il nome di una donna, che, però non ne è la dedicataria, bensì la protagonista. Apuleio nel De Magia spiega che gli elegiaci danno alla donna amata nomi fittizi. Nell’elegia romana l’autore esprime i suoi sentimenti veri, tuttavia le storie non sono diari sentimentali; l’amore è espresso con toni in cui si fonde e si confonde l'esperienza reale soggettiva del poeta con i motivi topici della poesia amorosa in generale e dell’elegia in particolare; motivi questi che caratterizzano l’amore inteso sia come gioia, soddisfazione dello spirito, erotismo appagante sia come dolore, nostalgia, insoddisfazione. Il vero protagonista della poesia elegiaca è il poeta stesso con la sua anima e i suoi sentimenti determinati dalla donna amata, che in genere è volubile e non garantisce un solido e duraturo legame di coppia. Le donne delle elegie possono essere distinte in tre categorie: la matrona, la mantenuta e la meretrix.

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