progresso tecnico-scientifico:un bene o un male?

Materie:Tema
Categoria:Letteratura Italiana

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Testo

ANDOLINA GRAZIA
5^S
10 AGOSTO 2005

AMBITO: tecnico-scientifico
TIPOLOGIA: saggio breve
DESTINAZIONE: fascicolo scolastico di ricerca e documentazione
TITOLO: PROGRESSO TECNICO-SCIENTIFICO:UN BENE O UN MALE?

Da secoli l’uomo si dedica alla ricerca alla quale indiscutibilmente è legato il progresso,tanto caro al genere umano.
I primi grandi ricercatori,come il grande Leonardo Da Vinci,ad esempio,erano perlopiù geni isolati,e quindi capaci di emergere dalla mediocrità generale,nonostante le più svariate difficoltà.
Con l’evolversi dei tempi le cose sono cambiate radicalmente,permettendo l’ampliarsi della ricerca. Il progresso è stato infatti molto lento fino alla rivoluzione industriale quando si innescò una specie di reazione a catena estremamente positiva che condusse all’attuale situazione.
Mentre un tempo la ricerca e lo studio ai fini specialistici erano frutto esclusivamente delle iniziative dei singoli,oggi le maggiori aziende,gli enti,le associazioni,le università e lo stato li patrocinano in maniera tangibile.
Di conseguenza,il numero dei ricercatori è aumentato in maniera esponenziale,a tutto vantaggio del progresso,sotto ogni suo aspetto. In tutti i campi il genere umano ha potuto compiere dei passi da gigante.
Le imprese spaziali,le scoperte scientifiche di ogni tipo,il miglioramento di tutti gli elettrodomestici,delle auto,dei materiali di qualsiasi tipo,sono frutto certamente di una superiore competenza tecnica.
Nonostante ciò,anche se la ricerca va considerata un fenomeno in continua espansione,rischia tuttavia di provocare sprechi inauditi.
Il fatto che siamo di fronte a un secolo caratterizzato dal progresso scientifico e tecnologico ha portato a “sottovalutare la nostra dipendenza dal mondo naturale”(State of the World 99).
In questi ultimi anni infatti si sente parlare più frequentemente del problema energetico;certo,non siamo con l’acqua alla gola,ma è importante trovare un’alternativa al petrolio,che,secondo gli studiosi,entro 20-30 anni entrerà in zona riserva.
Qualora l’energia dovesse cominciare a scarseggiare,i governi sarebbero costretti a un razionamento rigoroso,quindi non si potrebbero più usare le automobili,né gli aerei.
Insomma l’umanità è nei guai poiché “l’effetto combinato di aumento della popolazione,sovrasfruttamento delle risorse naturali,inquinamento produrrà una crisi su scala mondiale”(Enciclopedia Europea).
Gli scienziati si sono impegnati nella ricerca spasmodica di energie alternative,come quella solare,eolica,delle biomasse,geotermica,ma tutte comportano tali e tanti problemi tecnici da non risultare ancora economicamente e quantitativamente interessanti.
Qualche hanno fa ha suscitato molte speranze l’incredibile esperimento di due fisici statunitensi che attuarono in laboratorio la fusione nucleare a freddo.
Più recentemente è stata enfatizzata la portata di un altro esperimento,avvenuto in Inghilterra;era forse il primo passo verso la produzione a basso costo dell’energia pulita e inesauribile che dovrebbe cambiare il mondo,ma si tratta di una realtà che ancora una volta appartiene a un futuro non immediato.
Tuttavia,l’esperimento è una realtà confermata:il 9 novembre 1991,presso i laboratori di Culham,nei pressi di Oxford,è stata ottenuta,per la prima volta,una fusione termonucleare controllata che ha prodotto energia sufficiente per accendere 30.000 lampadine.
E pensare che circa due miliardi di poveri “non hanno elettricità e per cucinare ricorrono alla biomassa”(State of the World 99).
Gli sprechi ad ogni modo sono enormi:un quinto dell’umanità consuma il 58% dell’energia mondiale.
Per far fronte a ciò,evitando così gli enormi sprechi,oggi è parzialmente utilizzata l’energia nucleare,ma sono innumerevoli i problemi che essa pone,primi fra tutti il pericolo di fughe radioattive nelle centrali atomiche e lo smaltimento delle scorie prodotte,anch’esse radioattive.
Il problema delle fughe radioattive l’abbiamo già toccato con mano con le due catastrofi di Three Miles Island,nello Utah,e di Chernobyl,cittadina vicino Kiev. Le radiazioni emanate nell’aria dai reattori nucleari provocarono anzitutto numerosi morti nelle vicinanze delle centrali,poi contaminarono parzialmente forme di vita per un raggio vastissimo,seminando tumori negli organismi viventi o facendo nascere delle specie mostruose. Le radiazioni hanno effetti devastanti sul dna,riuscendo a modificare il nostro “programma di vita”.
Il problema dello smaltimento delle scorie è probabilmente un po’ sottovalutato dalla gente,ma è molto grave;queste scorie radioattive vengono sigillate in contenitori speciali e poi vengono abbandonati in fondo al mare.
Ma si potrà mai essere certi che tali contenitori,spostati dalle correnti marine sul fondo dei mari,non possano aprirsi nel corso degli anni e inquinare i mari?
Quale dunque il rimedio allo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali?
L’economia sostenibile potrebbe rappresentare la giusta risposta.
“In un’economia sostenibile la pesca non supera i limiti naturali di prelievo del pesce,la quantità di acqua pompata dal sottosuolo non supera la rigenerazione delle falde,l’erosione del suolo non supera il ritmo naturale di formazione di nuovi suoli,il taglio degli alberi non supera il rimboschimento”(State of the World).
Concludendo,se da un lato il progresso scientifico-tecnologico è riconosciuto come una forza emancipatrice che libera da condizioni di lavoro intollerabili,dall’altro rappresenta una forza di “sfruttamento imperialistica”(Richards) che sfrutta le risorse della terra comportando problemi ecologici enormi.
Il progresso scientifico-tecnologico rappresenta dunque un bene o un male?
A voi la risposta

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