Letteratura italiana: appunti sul Seicento

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Categoria:Letteratura Italiana

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Testo

LETTERATURA ITALIANA
IL SEICENTO
IL BAROCCO
➢ Il termine “Barocco” è stato coniato nel ‘700 per indicare l’arte e la cultura del ‘600 in modo spregiativo, irregolare. Il termine è di derivazione tutt’oggi incerta:
- se deriva dal portoghese “barroco” indica una pietra irregolare, nata male
- se deriva invece da “baroco”, sillogismo usato specialmente in campo filosofico, indica la debolezza logica delle argomentazioni, che possono essere quindi smontate
➢ Mentre il ‘500 cerca armonia, regolarità e razionalità, il ‘600 è un secolo bizzarro, strano e irregolare, che rompe quasi quell’equilibrio che il Rinascimento aveva tentato di creare, portando dei cambiamenti che avvengono però in modo graduale
➢ Ruolo importante riveste la finzione: chi sa fingere riesce a controllare una realtà tutta sconvolta (come quella del teatro)
➢ Si ha una rottura dei sistemi conoscitivi: non si riesce più a capire la realtà e ci si affida sempre più alla ricerca scientifica
I LUOGHI DEL SAPERE
➢ La corte è il luogo principale dove si fa letteratura e dove quindi si trasmette la cultura
➢ L’intellettuale-letterato perde la funzione che rivestiva in precedenza all’interno della corte, diventando pian piano solo un semplice segretario del Signore. L’ambito umanistico all’interno della corte, quindi, si riduce
➢ Il principe cerca più persone con funzioni e capacità specifiche, soprattutto se di carattere scientifico. Un’eccezione è però Gian Battista Marino, letterato conteso dalle corti e rinomato internazionalmente, grande poeta e prosatore, che riesce a dettare le mode, a scrivere per le corti e a pubblicare alcuni suoi libri, affermandosi quindi anche nel campo dell’editoria. Egli non ammette lo scopo pedagogico dell’arte, dicendo che essa deve meravigliare e stupire. Ecco che diventa così uno degli autori più conosciuti, mantenuto dalla vendita delle sue opere
➢ Un’altro luogo di trasmissione della cultura è la chiesa, e i chierici diventano quindi gli artefici di questo processo. Questi tolgono dalla produzione letteraria tutto ciò che va contro la Chiesa, e questo avviene soprattutto nei Paesi toccati dalla Controriforma
➢ Le restrizioni imposte dalla chiesa si rivolgono anche al campo dell’editoria: per pubblicare un libro serve l’imprimatur della Chiesa. L’editoria diventa quindi più limitata, con la conseguenza che in commercio si trovano solamente opere religiose e romanzi rosa (con fine morale), anche se questi ultimi in gran diffusione. Nella Repubblica di Venezia non è però così: Paolo Sarpi (durante la Guerra dell’Interdetto con Roma) dimostra che Venezia ha tutti i diritti per giudicare da sola i suoi chierici, che così evitano la scomunica. Galilei a Padova rivendica invece la libertà scientifica di indagine e di ricerca
➢ L’Accademia diventa così il luogo dove l’intellettuale può essere se stesso, e non più un semplice segretario cortigiano. E’ comunque un luogo chiuso, dove la cultura è “pedante” e non accetta innovazioni. In seguito le Accademie passeranno sotto il controllo di un Signore, con la conseguenza che non avranno più l’autonomia di cui disponevano in precedenza. L’accademia più famosa è quella dei Lincei, seguita da quella della Crusca, inventrice dell’omonimo vocabolario
LA PRODUZIONE LETTERARIA
➢ La metafora e la figura retorica diventano mezzi espositivi sempre più elaborati, quasi un rebus per il lettore che, nello stesso tempo, si trova in difficoltà ma è anche attratto da questo genere
Es: L’Adone del Marino è un poema di circa 40'000 versi, con una trama semplicissima, arricchita di digressioni, intermezzi, osservazioni e descrizioni
➢ Il genere letterario più diffuso nel Barocco è la poesia, anche se questo periodo storico rompe con il Petrarchismo
Es: Alessandro Tassone critica quelli che scrivono come il Petrarca perché si limitano a ripetere pari passo i suoi modelli
➢ Si cominciano a fissare una serie di regole per la poesia:
- si ha innanzitutto una varietà di temi e di modelli
Es: La donna del Petrarca era bionda e gentile, ora è invece bruna o bionda, brutta o bella, senza differenziazione delle une dalle altre
- le metafore vengono usate per descrivere la realtà e ampliano il campo dell’osservazione; sono inoltre sempre più elaborate e servono a stuzzicare il lettore
➢ Alcuni poeti rifiutano invece la poesia barocca, desiderosi di ritornare alla poetica del Rinascimento. Uno di questi è Gabriello Chiabrera, dell’Accademia del Cimento, che critica il Barocco dicendo che la sua poesia non ha limiti né regole
➢ Alla fine non si segue più Petrarca, si evitano gli eccessi e l’abuso delle metafore
➢ Verso la fine del ‘600 nasce la nuova Accademia dell’Arcadia, che rinnova la produzione poetica italiana, eliminando le esagerazioni con lo scopo di creare una poesia chiara e più adeguata alla sensibilità e allo stile del ‘600
➢ Con Galileo nasce un nuovo genere di letteratura, la prosa letteraria.
➢ Nel ‘600 c’è poi una netta frattura tra gli intellettuali (quelli che cioè scrivono in latino) e il popolo.
➢ Il ‘600 si rinnova nei contenuti (grazie alle nuove scoperte scientifiche) e nelle forme: mentre nel ‘500 c’è un genere chiuso, nel ‘600 con Galilei esso si rinnova, ed è proprio a partire da questo personaggio che viene usato il dialogo
➢ Nel dialogo prendono parte solitamente 3 personaggi. Le innovazioni linguistiche stanno nell’uso del volgare (facendo sì che il testo venga letto da più persone) e nel rinnovamento dei vocaboli e della forma letteraria
IL TEATRO
➢ Teatro dello scrittore: nelle Corti del Rinascimento si ha un ritorno al teatro antico, in cui uno scrive il copione e altri, attori dilettanti ma sempre cortigiani, lo recitano. Il pubblico è però ristretto, perché è formato dai soli cortigiani, e si sente la mancanza di veri attori professionisti
➢ Teatro dell’attore: nel 1545 fu stipulato a Padova un contratto notarile in cui viene costituita la prima compagnia teatrale (la “fraternal compagnia”), cioè una corporazione che guadagna facendo pagare un biglietto al pubblico per assistere agli spettacoli. Si possono trovare due tipi di rappresentazioni teatrali: in una vengono rappresentate opere antiche (tratte dalla Bibbia o da altri temi per la maggior parte religiosi) e gli attori sono dei professionisti; nell’altra la rappresentazione è improvvisata e prende il nome di vero e proprio “teatro dell’attore”, appunto perché è l’attore con la sua improvvisazione a fare da protagonista. Questo tipo di recitazione si svilupperà nel ‘600, prendendo nuove forme e nuovi soggetti, e si chiamerà Commedia dell’Arte. Nel 1801 la Repubblica Cisalpina abolirà il teatro delle maschere, ovvero la Commedia dell’Arte, anche se alcune rappresentazioni di questo genere rimarranno (come a Napoli)
➢ Una prima definizione di Teatro (o Commedia) dell’Arte ci viene data da Carlo Goldoni, e anche questa denominazione appare per la prima volta proprio nei suoi scritti
1. il teatro è vagabondo perché si sposta, per mezzo di carretti e carovane, da un luogo all’altro;
2. il pubblico è vario e appartenente a ogni classe sociale;
3. generalmente gli attori recitano con le maschere (ad eccezione degli innamorati e di poche altri personaggi), che quindi tolgono espressione al volto e danno importanza al mimo e alla gestualità;
4. gli attori possono essere anche donne, qualche volta con volto nudo e quindi senza maschera. Questo fatto provocherà la censura da parte della Chiesa;
5. non esistono copioni, ma c’è un canovaccio che riporta la trama o il riassunto della commedia;
6. i personaggi sono tipici e stereotipati (come in Plauto):
- i servi (gli Zanni): quello furbo (Brighella) quello stupido e sciocco (Arlecchino e Pulcinella)
- il vecchio mercante veneziano, tirchio, ricco e avaro (Pantalone), spesso in competizione con
- il giovane innamorato, bello e squattrinato, che però non indossa la maschera
- il pedante medico bolognese (Balanzone)
- il Capitano spagnolo, immagine caricaturale degli spagnoli che imperversarono in Italia nel ‘600
- due o tre Innamorati, che costituivano il perno attorno al quale si sviluppava l’intreccio
➢ Alcune caratteristiche della rappresentazione teatrale:
1. gli attori (i personaggi) avevano un proprio repertorio di battute (l’innamorato faceva sempre l’innamorato) e al momento giusto dovevano improvvisare la battuta già studiata; la bravura stava quindi nel saper trovare al momento giusto la battuta giusta;
2. non si recitavano parti (copioni) ma si assemblavano in tempo reale le battute studiate: la rappresentazione risultava quindi sempre diversa;
3. il linguaggio prevedeva parole comuni e semplici ma spesso in dialetto (il Vocabolario della Crusca non veniva quindi usato): la rappresentazione risultava però in rima;
4. si ricorreva spesso all’uso dello sberleffo, dei gesti sfacciati e della volgarità

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Esempio



  


  1. engi

    commento sul cambiamento della poesia barocca'?