Letteratura italiana: appunti sul Romanticismo

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Categoria:Letteratura Italiana
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Testo

LETTERATURA ITALIANA
IL ROMANTICISMO
IL CONCETTO DI ROMANTICISMO
➢ Il termine “romantico” è un’accezione perenne, tanto che viene usata anche ai giorni nostri, indicando una categoria generica dello spirito
➢ Il Romanticismo può però essere considerato in base a due diverse accezioni:
- in senso ampio, identificandolo col periodo che va dalla fine della Rivoluzione Francese fino al 1870, anche se alcuni studiosi affermano che esso si sia protratto addirittura fino ai giorni nostri, e che quindi stia ancora continuando
- in senso ristretto, esaminandolo solamente come corrente iniziata in Germania da un gruppo di scrittori che si riunisce attorno alla rivista Athenaeum, formando il celebre movimento dello “Sturm und Drang”
➢ Esso comprende tutti i campi della cultura (dall’arte alla letteratura, ecc.). Il Foscolo e il Leopardi, pur facendo parte di quest’epoca, non si definiscono romantici ma classicisti
➢ Il termine “romantico” (“romantique”) compare per la prima volta in Inghilterra nel 1600 per indicare tutto ciò che, nei romanzi cavallereschi, apparteneva al fantastico e all’incomprensibile. Il pensiero era a quel tempo di stampo razionalista e il termine veniva quindi usato in senso dispregiativo, perché designava un qualcosa che non apparteneva alla realtà. Col tempo perde questo significato e viene usato per indicare tutto quello che è prodotto dalla fantasia (come dei bellissimi paesaggi immaginari) ma anche, e soprattutto, la sensazione che si prova dalla contemplazione di un qualcosa di bello e meraviglioso (come appunto un paesaggio). Rousseau definisce questa sensazione come un non so che di vago e indefinito che trascina e rapisce i sensi
IL PERIODO STORICO E LE IDEE
➢ L’arte del periodo è dominata dalla nostalgia dell’infinito, dalla mancanza di Dio e di punti fermi attorno ai quali potersi muovere con certezza. L’ansia dell’assoluto e l’insoddisfazione del presente vengono definiti con il termine Sehnsucht (letteralmente “malattia dell’anelare”), che è un tipico “sentimento” romantico
➢ Esistono degli scrittori che in questo periodo scrivono di temi comuni, che nella maggior parte dei casi esprimono sentimenti negativi quali la noia, l’insoddisfazione, la malattia, la morte, la fuga dalla realtà, il disgusto, l’orrore, il male, il mistero. Si noti la presenza di questi temi anche nei titoli di due famose opere, come “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, dove le lettere sono definite “ultime” come per anticipare il suicidio del protagonista, o come “I dolori del giovane Werther”, dove i “dolori” rimandano alla malattia, alla sofferenza e al dolore provocato da una società in cui il protagonista non riesce a identificarsi
➢ Due importanti rivoluzioni caratterizzano questo periodo:
- la Rivoluzione Francese (rivoluzione politica) che dà vita alla democrazia moderna, cioè alla sovranità popolare che viene espressa tramite l’elezione a suffragio dei propri rappresentanti
- la Rivoluzione Industriale (rivoluzione sociale) che determina l’ascesa di nuovi ceti sociali, come la borghesia, caratterizzata dall’intraprendenza e non dallo status di nascita (come avveniva invece per i nobili)
➢ La rivoluzione industriale determina molti cambiamenti, tra i quali:
- lavoro frenetico e spersonalizzato (il fine è il mercato e non il bisogno personale di chi produce)
- capitalismo, che determina crisi cicliche (crolli di borsa), quasi inspiegabili, che l’uomo non riesce più a controllare: la realtà non è più dominata dalla ragione come nell’illuminismo
ex: il personaggio di Frankenstein (di Mary Shelley), alla fine uccide il suo artefice
- emergere del proletariato, che determina sia un senso di paura causato dalle troppe pretese rivendicate dalla classe operaia, sia la lotta di classe, ovvero la consapevolezza dell’appartenenza e della convivenza in una stessa condizione sociale
ex: E. Zola in “Germinal” parla di una sollevazione di operai in una miniera
- rivoluzione e perfezionamento dei trasporti
- nascita e crescita dell’inquinamento
➢ Il Romanticismo presenta però anche degli aspetti positivi come:
- la rivalutazione del concetto di popolo e di nazione
- il recupero del contesto e della prospettiva storica
- il rifiuto dell’utilitarismo (concetto illuminista) secondo cui la ragione serve ad un determinato scopo in vista del progresso
➢ L’atteggiamento politico si divide in tre posizioni:
1. della prima fanno parte coloro che si impegnano per la ribellione, costituendo moti (come quello della Carboneria) ed organizzando rivolte e sommosse
2. la seconda è invece rappresentata dai democratici e dalle forme più moderate
3. la terza da coloro che rifiutano totalmente la politica, come ad esempio gli anarchici
➢ Facciamo ora un confronto tra poetica neoclassicista e poetica romantica.
1. L’arte neoclassica è imitazione della natura, intesa come modello di perfezione che, proprio in quanto perfetto, può solamente essere imitato. L’arte classicista, inoltre, non mescola mai gli stili (umile, medio, sublime) ed opera una selezione per la quale fa parte dell’arte solamente ciò che è bello. Si assiste poi ad una sorta di idealizzazione: il soggetto dell’arte possiede delle qualità che non si riscontrano nella realtà (come nelle statue greche). La bellezza viene quindi idealizzata e concepita come qualcosa di perfetto che non esiste realmente in natura
2. L’arte romantica si presenta invece come frutto del genio e produce una poesia che è ricca di una forte carica passionale – in contrapposizione a quella neoclassica che è carica di armonia e controllo. Per essa non esiste un canone assoluto di bello ma, al contrario, viene analizzato anche ciò che può essere considerato brutto
LA FIGURA DELL’INTELLETTUALE
➢ L’intellettuale capta e sente, vivendola in prima persona, la crisi della società che lo circonda, reagendo di conseguenza.
1. La figura dell’intellettuale umanista, come il Petrarca – colui cioè che vive a corte nel completo otium letterario, dedicandosi solamente allo studio per il fatto che è stipendiato da un signore che lo mantiene – viene messa da parte e declassata rispetto ad altre professioni (come lo scienziato, ecc.) più utili al progresso e alla collettività. L’intellettuale non vive più del suo solo lavoro ma, non partecipando attivamente nella società e standone ai margini, è più libero di esprimere quello che pensa: si rende cioè meglio conto della realtà che lo circonda attraverso una visuale d’insieme il cui giudizio è però negativo
2. L’intellettuale è amante della bellezza e ne contempla il risultato. Il suo atteggiamento è più disinteressato e meno calcolatore: non si preoccupa cioè del profitto, e il suo idealismo è completamente opposto alla razionalità e all’interesse sociale proprio della borghesia. L’artista si sente quindi emarginato e umiliato perché non produce e non rende. Si formano a questo proposito degli atteggiamenti anticonformisti, quali il dandy inglese, il bohemien francese (di cui ne è un esempio Baudelaire) e i poeti maledetti
3. La produzione dell’artista diventa merce: l’editore ha interesse a vendere i libri, che vengono prima stampati e poi immessi nel mercato. L’intellettuale sente così il suo prodotto prezzato, catalogato e ridotto a una sorta di merce di scambio
➢ Gli intellettuali reagiscono a questa situazione in diversi modi:
1. alcuni si adattano a questa situazione e scrivono per vendere sul mercato (come il Monti o l’Aretino nel 500)
2. altri cercano invece un compromesso (come il Foscolo che tenta la strada dell’impegno sociale anche se poi si ritira)
3. altri, rifiutando il compromesso, vanno in esilio o si rifugiano nel sogno e nella fantasia
I TEMI
➢ Diverse sono le tematiche che caratterizzano questo periodo storico:
- il rifiuto della ragione e ricerca delle componenti che la ragione non può analizzare (come la passione, il delirio, la follia, l’ebrezza, il sogno o il mistero): tutte componenti – ma in particolare la follia – che provocano uno stato d’estasi che porta l’uomo ad esplorare l’irrazionale, diventando mezzi per analizzare l’ignoto. La poesia diventa così altamente soggettiva (non ci sono più modelli come nel Rinascimento), ed è espressione di una realtà non più analizzabile con la ragione
- l’ironia romantica, ovvero la concezione secondo cui la realtà e il mondo non esistono: l’unica cosa su cui si ha certezza assoluto è l’Io
- la tensione verso l’infinito e il conseguente ritorno alla religiosità come mezzo per raggiungere Dio, e quindi l’assoluto
ex: la conversione di Manzoni
- il confronto fra luce e buio
ex: Novalis, poeta tedesco, scrive degli “Inni alla Notte”
- il misticismo e la riesplorazione delle pratiche esoteriche
- la ricerca di altri mondi e di nuove terre (esotismo nello spazio e nel tempo), causata dal rifiuto della realtà presente
- il ritorno all’ “infanzia”, intesa come dominio degli istinti sulla ragione
EROI, FIGURE TIPICHE, PERSONAGGI
➢ Due sono le figure caratteristiche e principali del Romanticismo.
1. La prima è il “titano”.
I titani sono quei personaggi, appartenenti alla tradizione del mito greco, che cercarono di scalzare Giove dal trono. Il più famoso di questi è Prometeo che, avendo rubato dall’Olimpo il fuoco per donarlo agli uomini, si è meritato le ire di Giove che lo ha condannato ad un castigo perenne: legato ad una montagna deve accettare che ogni giorno un’aquila gli mangi un pezzo di fegato. Il titano è per questo ribelle e solitario e, non vivendo nel mondo ma sentendosi superiore all’uomo comune, si richiude nel suo isolamento
ex: “I masnadieri” (= i fuorilegge) di Shiller che, fregandosene della legge, commettono delitti e ruberie; ma anche il personaggio biblico di Lucifero che, ribelle per sua stessa natura, ha osato opporsi a Dio
2. La seconda è la “vittima”.
Anche questa è una figura emarginata perché rifiuta la realtà, non cercando la lode e non elevandosi al di sopra di nessuno
ex: l’esule, che è costretto a fuggire dalla patria, o lo straniero che, non avendo patria, si sente estraneo ovunque
➢ L’artista (il poeta o il letterato) è un po’ dell’uno (il titano) e un po’ dell’altro (la vittima): possiede il genio ma la società lo isola
IL ROMANTICISMO IN ITALIA
➢ L’Italia è arretrata socialmente e politicamente perché non è unita e perché non c’è ancora una vera e propria classe borghese (l’industria non si è infatti ancora del tutto sviluppata). Lombardia e Piemonte sono però le zone più sviluppate
➢ L’Italia è anche un Paese dove pesa ancora molto la tradizione letteraria antica e precedente – e questo ai romantici non è che piaccia molto. La polemica scoppia quando Madame Destael pubblica un articolo su “La Biblioteca” in cui invita gli italiani a liberarsi del vecchiume del Classicismo e ad aprirsi alle novità portate dal Romanticismo. Si formano così due posizioni differenti:
1. da una parte i classicisti (come Leopardi e Pietro Giordani), che si oppongono
2. dall’altra i romantici, più aperti e favorevoli al progresso e alle novità
➢ L’Italia è in questo periodo un po’ arretrata dal punto di vista dell’economia: il settore prevalente rimane infatti quello dell’agricoltura a scapito della nascente industria che è presente solo in piccola parte
➢ La classe dirigente è quella dell’aristocrazia anche se si assiste, sullo sfondo, alla nascita e allo sviluppo della borghesia
➢ Due sono le principali correnti ideologiche in Italia:
1. i Moderati o Liberali, come i cattolici (per esempio Manzoni), Gioberti (che sosteneva e teorizzava una federazione di Stati Italiani con a capo il Papa), d’Azeglio (e i Savoia) e Cavour (con il suo motto “libera Chiesa in libero Stato”)
2. i Democratici, come Mazzini (che optava per una soluzione radicale, ovvero per una rivoluzione in nome del popolo, che doveva essere opportunamente educato per poi insorgere), Cattaneo e Ferrari (che possono essere considerati i precursori del federalismo democratico)
L’INTELLETTUALE IN ITALIA
➢ In Italia sono presenti diversi tipi d’intellettuale.
1. L’intellettuale dell’ancien régime. E’ sia l’intellettuale di corte che, come il Monti, accetta di cambiare “padrone” pur di trovare un posto di lavoro che gli assicuri di continuare a vivere, sia l’intellettuale chierico, come il Gioberti. Ci sono, d’altra parte, pochi intellettuali che si possono ricondurre a questa tipologia
2. Lo scrittore borghese o aristocratico-borghese (come il Manzoni o il Leopardi), che non riesce tuttavia a vivere del proprio lavoro ed è costretto a fare altri mestieri. Basti ricordare che tra il 1781 e il 1800, in Italia, il 59% degli intellettuali proveniva dalla borghesia e, tra questi, il 34% dall’alta borghesia, il 60% dalla piccola e media borghesia e solo il 6% dal popolo
➢ Due sono gli atteggiamenti che gli intellettuale assumono nei confronti della società e del periodo storico:
1. il primo è di rimpianto e recriminazione, perché sono costretti a lavorare per vivere, senza potersi dedicare pienamente allo studio
2. il secondo è di orgoglio per il fatto d’essere indipendenti e quindi di poter dire abbastanza liberamente quello che si pensa
➢ L’intellettuale italiano è diverso da quello inglese o tedesco perché non avverte, a differenza di questi, una condizione di esclusione e di rifiuto dalla società. E’ anzi attivo perché partecipa alle vicende politiche e storiche del Paese sia attraverso i moti risorgimentali che attraverso la comunicazione orale o scritta, redigendo programmi politici o diffondendo gli ideali rivoluzionari attraverso le proprie opere (è in questo periodo che nasce appunto la lirica patriottica)
➢ Il Romanticismo si rivolge e vuole comunque rivolgersi ad un pubblico più vasto rispetto a quello a cui si rivolgevano le precedenti correnti di pensiero. In Italia il 78% della popolazione è però analfabeta e il pubblico è quindi un fruitore della letteratura popolare – che si presenta sottoforma di fiabe e racconti in veste orale. Questo pubblico condiziona, quindi, chi scrive delle opere che poi andranno in commercio per diversi motivi.
1. Cambiano i generi: la gente non ama più i romanzi cavallereschi ma predilige il romanzo moderno, le novelle, i racconti e, in Italia, la poesia patriottica. Si comincia così a produrre e stampare le opere in serie (sullo stampo degli odierni best-seller), dando così vita ad una letteratura di consumo
2. Cambiano gli argomenti: vengono infatti divulgati i miti della letteratura romantica come la donna angelo, l’uomo perseguitato, i masnadieri e i fuorilegge
3. Cambia la forma: l’intreccio delle vicende è complicato e la storia è dominata dalla suspense, caratteristiche tipiche della narrativa popolare
4. Cambia la lingua: la lingua letteraria deve risultare comprensibile e per questo non si scrive più in latino
Si può infine dire che, come il pubblico condiziona l’autore con le sue scelte, anche l’autore influenza il pubblico a cui si rivolge con i suoi dettami
LA QUESTIONE DELLA LINGUA
➢ La questione della lingua è, in Italia, un problema annoso, di cui si era occupato in precedenza anche Dante
➢ L’Italia è in questo periodo divisa in tanti Stati e c’è una alta percentuale di analfabetismo. Tutti parlano in dialetto e, proprio per questo, c’è l’esigenza di una nuova lingua comune, più attuale e più adatta rispetto alla lingua letteraria che viene usata – che rimane ancora e nonostante tutto quella di Dante e degli autori del ‘300. Si usano, infatti, ancora gli stili di Boccaccio per la prosa e di Petrarca per la poesia, oltre che il, oramai vecchio e antiquato, Vocabolario della Crusca che però viene periodicamente aggiornato ed arricchito dei nuovi termini. Una piccola spinta verso la costituzione e modernizzazione della lingua era stata data da Galileo nel ‘600, introducendo e ideando termini scientifici ad hoc, utili per la spiegazione e divulgazione delle sue teorie innovative circa l’Universo
➢ La soluzione definitiva circa la questione della lingua viene data dal Manzoni. Questi scrive “I promessi sposi” dapprima in un lombardo ibrido (cioè mescolato col francese e con altri dialetti minori) poi, nella seconda edizione, in italiano, utilizzando il Vocabolario della Crusca. Solo alla fine decide di riscrivere la sua opera in fiorentino parlato, e questo per diversi motivi:
1. il dialetto fiorentino era quello, secondo il Manzoni, che tra tutti i dialetti parlati in Italia più si avvicinava ad una lingua letteraria ideale e ufficiale
2. c’era il bisogno che la nuova lingua fosse una lingua viva, e cioè parlata correntemente; la lingua doveva infatti essere comune e accessibile da parte di tutti, e non solamente letteraria e limitata ai testi scritti
➢ Il fiorentino parlato diventerà per queste motivazioni la lingua letteraria ufficiale, ovvero quella caratteristica del nuovo genere letterario dell’Ottocento, il romanzo
IL ROMANZO
➢ Prima dell’Ottocento il romanzo era considerato un genere letterario popolare e di secondo tipo ed era, appunto per questo, disprezzato. Era inoltre mira di pregiudizi sia di tipo retorico che morale.
1. Pregiudizi retorici: il romanzo era considerato un genere “anfibio”, poiché in esso si mescolavano più stili e più generi, quali ad esempio l’epica o la narrativa
2. Pregiudizi morali: il romanzo si occupava di problemi attuali e di esso non facevano parte quei personaggi epici e quegli eroi di cui la gente era abituata a leggere le gesta. I classicisti, mossi da un certo senso di pudore, giudicavano quindi pericoloso il fatto che esso parlasse dei problemi della società e di quello che facevano gli altri
➢ Se da un lato questo genere era sottoposto a forti critiche, dall’altro esso rispondeva alle esigenze della nuova classe nascente, la borghesia, che amava veder in esso raffigurati i suoi valori, facendo sì che il romanzo diventasse per eccellenza il suo mezzo di espressione e di divulgazione delle idee
➢ In Italia il romanzo si diffonde grazie al patriottismo come mezzo di diffusione degli ideali
➢ Vediamo ora le principali caratteristiche di questo genere:
Nel Seicento
Si rivolge fondamentalmente al pubblico della corte e assume la forma di romanzo cavalleresco (come per “Don Chisciotte”) oppure di novella, anche in versi. Il carattere è fantastico e avventuroso.
In questo periodo circolano anche romanzetti da poco rivolti soprattutto a coloro che non sanno leggere o che sanno leggere poco. Il loro uso è quindi popolare, vengono scritti e redatti con poca cura, meritandosi il disprezzo e il ribrezzo dei letterati.
Nel Settecento
Il romanzo si presenta sotto una veste dal livello più elevato.
Rispetto alla forma si possono distinguere tre tipologie:
➢ Il romanzo pseudo-autobiografico o realistico: racconta di un’avventura che è personalmente capitata allo scrittore o ad un’altra persona nel quale la letteratura si presta a parlare di problemi reali e di esperienze realmente vissute.
ex: “Le avventure di Robinson Crousoe” e “Moll Flanders” di Defoe.
➢ Il romanzo epistolare: è un genere che non verrà più continuato in seguito e che si presenta
1. sia sottoforma di uno scambio di lettere tra il protagonista e un altro personaggio che funge da destinatario
ex: “Pamela” e “Clarissa” di Richarson e la “Nuova Eloisa” di Rousseau;
2. sia sottoforma di una raccolta delle lettere del solo protagonista, diventando così una sorta di monologo
ex: “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” del Foscolo e “I dolori del giovane Werther” di Goethe.
In entrambi i casi il narratore non è onnisciente e i personaggi non conoscono il domani.
➢ Il romanzo epico: si chiama “romanzo” perché prevale questa forma, “epico” perché racconta dell’intera vita del protagonista, accompagnata da una certa dose di satira sociale; il narratore è onnisciente (esterno).
ex: “Tom Jones” di Fielding e “David Copperfield” di Dickens.
Dal punto di vista del contenuto si sviluppano però anche altri generi:
➢ Il romanzo filosofico: trova una certa fortuna soprattutto perché si dimostra capace di rispondere alle esigenze divulgative dell’Illuminismo, cioè al bisogno di diffondere gli ideali per rinnovare la società.
ex: le “Lettere persiane” di Montesquieu, “Candid o l’ottimismo” di Voltaire, “Emilio o l’educazione” di Rousseau, nel quale attraverso una forma romanzesca vengono propagandati i temi dell’Illuminismo.
➢ Il romanzo nero o gotico: questi romanzi vengono scritti soprattutto nell’Europa del Nord ma sono ambientati in Italia, in un’atmosfera che è essenzialmente cupa; raccontano di intrighi, rapimenti e misteri; interpretano le tensioni sociali della borghesia e la crisi della ragione: dove questa non arriva c’è l’irrazionale e il mistero.
ex: “Il castello di Otranto” di Enry Walpole, “L’italiano” di Anne Radcliffe, “Il monaco” di M.G. Lewis.
➢ Il romanzo di formazione: viene raccontata la vita di un personaggio e quindi la sua formazione; il protagonista è un eroe sereno (soprattutto in Goethe) e il clima illuministico.
ex: “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister” di Goethe, “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austin, “David Copperfield” di Charles Dickens.
Nell’Ottocento
Si sviluppano i seguenti generi:
➢ Il romanzo di formazione: i personaggi riflettono i conflitti, le rivoluzioni e i cambiamenti del periodo: la ragione non può quindi arrivare ovunque e la realtà non è tutta conoscibile; il protagonista è un eroe problematico (in contrapposizione con l’eroe sereno del romanzo di formazione del ‘700).
ex: “Il rosso e il nero” e “La certosa di Parma” di Stendhal, “Le illusioni perdute” di Balzac (dove c’è la ricerca di un successo che non viene realizzato), “L’educazione sentimentale” di Flaubert, “I promessi sposi” di Manzoni (dove Renzo è l’eroe umile e rappresenta il popolo).
➢ Il romanzo nero: la vicenda è cupa perché senza soluzione e risposta definitiva.
ex: “Frankenstein” di Mary Shelley, “Malmoth l’errante” di C.R. Maturin, ma anche i racconti di Edgar Allan Poe.
➢ Il romanzo storico: nasce proprio in questo secolo (“Ivanhoe” di Scott è il primo romanzo storico) ma in Italia si diffonde un po’ più tardi; si sviluppa in risposta al desiderio di risalire alle radici, all’amore per la patria, al sentimento patriottico e all’esotismo nel passato; ricostruisce la vita dei personaggi del popolo.
Il 1827 è la data del grande successo di questo tipo di romanzo, in seguito alla pubblicazione de “La battaglia di Benevento” di Guerrazzi, de “Il castello di Trezzo” di Bazzoni, della “Sibilla” di Varosi ma soprattutto della prima edizione de “I promessi sposi”. Questi romanzi riscuotono subito un gran successo e si dividono, in Italia, secondo due filoni:
1. Scottiani (come per Bazzoni e Varosi), più avventurosi e irrazionali, non verosimili e rigorosi come vorrebbe Manzoni;
2. Manzoniani (come per “Marco Visconti” di Tommaso Grossi, “Margherita Pusterla” di Cesare Cantù o “Ettore Fieramosca” di Massimo d’Azeglio), attenti alla ricostruzione storica e alla verosimiglianza di personaggi in realtà frutto della fantasia.
Ci sono però anche delle eccezioni, come “La battaglia di Benevento” di Guerrazzi, che non è riconducibile a nessuna delle due tipologie (il suo genere è infatti più noir), o “Le confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo, che scrive, agli inizi dell’ ‘800, un romanzo storico-contemporaneo nel quale inserisce riflessioni autobiografiche. Il suo è un romanzo di passaggio tra ‘800 e ‘900, anticipando in un certo senso il romanzo del nuovo secolo.
➢ Il romanzo sociale o realistico-moderno: i personaggi sono comuni, le vicissitudini tragiche ed è notevole il rapporto con l’ambiente: il romanzo è infatti di critica sociale.
ex: i romanzi di Stendhal, Balzac, Austin, Dickens, Puskin, Gogol e Antonio Ranieri (amico di Leopardi).
➢ La narrativa rusticale: i personaggi sono molto umili, l’ambiente popolare e rustico-contadino ed è presente una visione paternalistica del popolo.
ex: i romanzi del francese Georges Sand o della friulana Caterina Percoto.
➢ Il romanzo psicologico
ex: “Fede e bellezza” di Niccolò Tommaseo (che è un romanzo di passaggio tra ‘800 e ‘900).
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Esempio



  


  1. niccolo

    un esempio di tema sulla letteratura di manzoni toccando i temi del romanticismo. la presentazione deve avere idee personali , argomentazione deve avere argomenti x difendere le proprie idee, conclusione deve avere un breve spunto di quanto hai affermato