Il canzoniere di F. Petrarca

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura Italiana

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Testo

“IL CANZONIERE” (Francesco Petrarca)
Libro modello
Petrarca ha saputo portare a termine, nel corso di un’esistenza, l’invenzione di una struttura letteraria originalissima ed esemplare, fortemente agganciata alle tradizioni classica e romanza, ma del tutto moderna nel suo modo di procedere e nei suoi significati. Il Canzoniere non è un poema narrativo, come lo era la Commedia dantesca; a proprio modo è un libro universale, che non racconta una storia, ma mette a nudo un’anima. Il poeta si rappresenta in costante evoluzione, in un conflitto interiore che fonde l’inseguimento della donna-Dafne con la preghiera alla Vergine: l’amore terreno si alterna alla speranza di salvazione, in una coesistenza ardua e affascinante. Ognuna delle rime sparse può stare da sé, ma ciascuna è parte di un tutto polimorfico: la struttura del Canzoniere è un’invenzione di Petrarca e ha costituito la sua eredità più feconda per la poesia dei posteri. Quanto alla sua lingua lirica, che ancora oggi leggiamo senza troppo gravi difficoltà, essa ha costituito il modello su cui è cresciuta nei secoli la lingua letteraria italiana.
Composizione
Il Canzoniere è una raccolta ordinata di 366 componimenti poetici:
- 317 sonetti
- 29 canzoni(la 105 è una frottola)
- 9 sestine(la 332 è doppia)
- 7 ballate
- 4 madrigali
Le varie forme metrite sono liberamente alternate e la struttura nella quale oggi leggiamo l’opera è quella definitiva,organizzata da Tetrarca nell’ultimo anno della sua vita tra il 1373/74.
I più antichi componimenti del Canzoniere risalgono a un’epoca addirittura precedente al primo incontro di Petrarca con Laura; dei 25 componimenti esistenti al 1336-38, 17 sonetti e la canzone Nel dolce tempo de la prima etade sarebbero entrati nella versione definitiva dell’opera. Sembra che gli ultimi 2 sonetti siano stati composti in età molto avanzata, nel 1368, e negli ultimi giorni il poeta stava ritoccando la 2° parte della raccolta, quella delle rime “in morte” di Laura.
Mentre attorno al 1347, Wilkins, studioso americano, definì le 9 fasi fondamentali nell’elaborazione del Canzoniere, corrispondenti a 9 opere diverse: da 1 prima, ricostruita x ipotesi, allestita nel 1336 con 23 componimenti a 1 nona e ultima corrispondente alla volontà finale del poeta, considerata quella definitiva e valida.

Titolo
Canzoniere indica un genere letterario (l’insieme delle liriche raccolte e organizzate da un autore). L’uso del termine, a titolo d’opera, testimonia il valore che la coscienza letteraria attribuisce alle rime petrarchesche, indicate come 1° modello storico del genere Canzoniere. Chiamata Canzoniere, l’opera ha titolo: Francisci Petrarcae laureati poete Rerum vulgarium fragmenta (frammenti di scritti in lingua volgare di Francesco Petrarca, poeta laureato).
È un titolo umile e superbo. Si attendeva onore e fama dalle opere latine: le poesie volgari erano per lui passatempo e diversivo che definisce in alcuni scritti latini Nugellas meas vulgares, cioè cosa di scarso valore, frutto d’improvvisazione. Il titolo sembra ricalcato su titoli classici e su altre sue opere. Fragmenta si riferisce alla successione di microtesti, composti in momenti diversi e diffusi anche autonomamente. Il termine contiene un riferimento alla condizione dell’io poetico, frammentato, diviso dalla passione amorosa che lo lacera; l’operazione di raccogliere i frammenti dentro un libro indica una ritrovata unità e libertà interiore.
I Temi
I temi del Canzoniere sono:
Il libro:diario e autobiografia
Il Canzoniere si offre come il diario, orchestrato in due tempi, dell’amore del poeta per Laura.
- Petrarca ha fissato un punto d’inizio di questo amore, identificandolo nell’incontro avvenuto il 6 aprile 1327 nella chiesa di Avignone di Santa Chiara (sonetto 211).
- L’altro evento capitale di questa vicenda è la morte di Laura, avvenuta 21 anni dopo il primo giorno, il 6 aprile 1348, in occasione dell’epidemia della peste da cui si avvia il Decamerone (sonetto 336).
Il Canzoniere ricorda le date fondamentali dell’amore:
- il terzo sonetto identifica il 6 aprile 1327 con il venerdì santo di passione (identificazione inesatta ma significativa);
- altre liriche commemorano gli anniversari dell’amore, dal 1327 al 1358, dieci anni dopo la morte della donna,
- altre contengono riferimenti alla cronologia.
Nel sonetto 364 vengono ricapitolati 31 anni di passione, 21 durante la vita della donna, 10 dopo la morte di lei. Insistendo sugli aspetti calendariali e numerologici (innamoramento 6 aprile, morte 6 aprile sempre di venerdì santo, 9 sestine) Petrarca si colloca nella cultura medievale, che attraverso il valore simbolico del numero tende a raggiungere le ragioni dell’essere.
Nonostante non è rispettato l’ordine cronologico di composizione, il Canzoniere ha l’aspetto di un diario, disposto nel tempo lungo un asse ascendente. L’impressione della cronaca, l’effetto di realtà, vengono accresciuti dal riferimento a eventi e situazioni particolari.
L’io e Laura
L’opera è a prima vista una storia di un amore non ricambiato è stato definito un romanzo amoroso in senso lato. In realtà Laura più che una persona reale è un personaggio letterario, creato dall’immaginazione del poeta.
Questa donna è oggetto di un amore terreno da parte del Petrarca. Ma la storia sembra avere un suo tempo. La bellezza della ragazza sfiorisce con il passare del tempo, il poeta può immaginarla accanto a se nella sua vecchiaia e a conclusione di questa storia con la morte che gliela toglie. E se la sua anima andrà in paradiso questo sarà dovuto al “ buono fatto sulla terra ”. Laura appare nel Canzoniere la dominatrice dei sentimenti e dell’anima del poeta, oltre il limite della morte. Ella è l’unica amata anche quando i segni del tempo si fanno visibili su di lei; l’amore di Petrarca è terreno e parla proprio del suo sentimento senza posizione da difendere e senza fare della sua donna un fantasma fuori tempo.
Beatrice invece era vista da Dante come angelo sceso sul pianeta per poi ritornare al cospetto di Dio. La morte stessa non è sentita come salvezza ma come termine della vita, come la fine dell’esistenza.
Più che una vicenda amorosa il Petrarca vuole raccontare la complessa e intricata vicenda della sua anima, il suo io interiore. Colpisce soprattutto la serenità delle parole usate, che stanno ad esprimere un dolore interno, che non riesce a uscire. E tutte queste sensazioni che Petrarca non riuscì a raggiungere nella sua vita escono dal suo polso, come una forma di liberazione.
Del romanzo possiede il ruolo dell’autore nel tradurre in racconto la propria storia. Invece di registrare solo l’accaduto, l’attenzione viene spostata in avanti, per creare attesa, così come accade nei sonetti 246-254 che esprimono il presentimento della morte di Laura.
L’amore del Canzoniere è dolce e amaro, come la donna è soave e feroce, salvatrice e fonte di perdizione.
I primi 7 sonetti esplicitano il collegamento tra Laura e l’alloro poetico: la donna è la personificazione di Dafne, la ninfa che era stata amata e inseguita da Apollo, il dio-sole, e che era stata trasformata in pianta d’alloro in tempo per sfuggirgli.
Dal gioco fonosimbolico sul nome di Laura nascono altri motivi:
- l’aura è il vento che spira da lei e che conduce al poeta il ricordo della donna;
- l’auro è l’oro dei capelli biondi di lei come simbolo di bellezza sempreviva.

Il sonetto premiale denuncia l’errore dell’amore umano: chi scrive è un uomo saggio che si pente e distacca dall’esperienza amorosa che seguirà. Non parla solo d’amore, ma anche di peccato, introducendo una dimensione morale e religiosa, problematiche di valore e di giudizio etico sconosciute. Dopo la morte di Laura, le implicazioni morali si fanno più forti. Laura appare al poeta in apparizioni e sogni e il dolore apre la via a un pentimento. Petrarca capisce che l’amore indirizzato a un essere mortale era male indirizzato; capisce che la virtù di Laura era orientata la suo bene. Le potenziali qualità celesti della donna in vita, ora suscitano nel poeta un desiderio di morte, sperando di poterla raggiungere in cielo. Nella canzone alla Vergine la speranza è posta in Dio e il poeta prega Maria di salvarlo e concedergli grazia e comprensione. I temi sono: autoanalisi, bisogno di grazia, senso di peccato, tensione alla bellezza universale, incapacità di scegliere tra il mondo e Dio. Nell’opera ci sono componimenti politici e qualche argomento legato all’amicizia o al compianto degli amici. Le poesie politiche s’intonano a motivi petrarcheschi, come il ritorno della sede papale a Roma (27-28) e lode all’Italia, culla della civiltà classica e della romanità). Nei sonetti 136-138 si trova il bisogno di pace. Altre rime trattano della fama e della virtù, o sono componimenti destinati ad amici o personaggi del suo tempo come: Giacomo Colonna (40), Cino da Pistoia (92), Antonio da Ferrara (120), Agapito Colonna, Orso dell’Anguillara, Stefano Colonna il giovane, Pandolfo Malatesta. Oltre a interrompere la trattazione amorosa, questi componimenti si riferiscono a parti fondamentali dell’anima e della vita di Petrarca.

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