Lucrezio, "De rerum natura"

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Testo

LUCREZIO(99-54 A.C.)

Poeta e filosofo romano(circa 99-54 a.C.) le scarse notizie che si hanno su Lucrezio ci derivano dal “CHRONICON” di S. Gerolamo: da esse risulta che Lucrezio sarebbe impazzito in seguito ad un filtro amoroso, che durante gli intervalli di pazzia avrebbe composto alcuni libri emendati successivamente da Cicerone e che infine si sarebbe ucciso.
Si suppone che fosse nativo di Pompei e che fosse vissuto sempre a Roma.
Il capolavoro di Lucrezio è il “De Rerum Natura”, un poema didascalico diviso in sei libri e in questi sei libri la dottrina dominante è quella di Epicuro verso il quale il poeta ha un ossequio assoluto, anche se non gli manca l’ammirazione verso Empedocle ed Eraclito.
La forma e l’esposizione del poema derivano da Omero, da Ennio e dai poeti neoterici.
L’opera è dedicata a Caio Memmio, considerato campione della repubblica e protettore dei letterati.
Lucrezio dimostra di aver la capacità di far vivere attraverso la poesia la tragedia della natura universale in tutta la sua maestà, e di soffrire e piangere sulla nostra misera condizione di mortali.
La difficoltà della lingua di Lucrezio è data soprattutto dalla insufficiente terminologia filosofica latina: tuttavia le allitterazioni e gli arcaismi vari danno una certa eleganza alla lingua; ottima la tecnica metrica utilizzata.
Per quanto riguarda lo stile è a metà strada tra la vecchia poesia e la poesia neoterica.
Lucrezio ebbe una fama notevole soprattutto presso poeti del rango di Catullo e Virgilio e presso personaggi politici come Cornelio Nepote e Cicerone.
Particolare fama ebbe presso gli scrittori cristiani tra i quali ci fu lo stesso S. Gerolamo dal cui “CHRONICON” possiamo attingere le poche notizie sulla vita di Lucrezio.

“DE RERUM NATURA”

L’opera di Lucrezio fu lasciata incompiuta e forse, senza l’interessamento di Cicerone, non sarebbe mai stata pubblicata. I sei libri di essa tutti preceduti da un proemio trattano espressamente di fisica, di psicologia e dottrine del sapere, mentre l’etica è solo trattata di scorcio.
I libri I e II trattano della dottrina degli atomi e dell’atomismo in generale; il III e IV libro dei principi della vita e dello spirito; il V e il VI libro del mondo e dei suoi fenomeni.
Fonti utilizzate da Lucrezio sono gli scritti di Epicuro, che ci sono giunte solo in parte, mentre il suo modello artistico fu Empedocle.
Il problema fondamentale di Lucrezio è di liberare gli uomini dal timore della morte e degli dei, mediante la consapevolezza che tutto è naturale nel mondo, secondo fisica epicurea.
Celebri sono anche gli encomi di Epicuro del III e V libro, l’invocazione a Venere del I libro e la descrizione della peste di Atene nella fine del VI libro.

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