Lettere a Lucilio (Seneca), libro VI lettere III

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Data:	24.04.2000
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LETTERA III
ESORTA L'AMICO AD AFFRETTARE L'OPERA DEL SUO PERFEZIONAMENTO
Io cerco notizie di te, interrogo tutti quelli che vengono da codesta regione, e chiedo loro dove e con chi ti trattieni. Non puoi vender parole, ti sto appresso. E allora vivi come se io possa ascoltare anzi vedere che cosa tu fai. Vuoi sapere qual и la cosa che piщ mi и caro sentire di te? La cosa piщ grata и non sentirne alcuna e constatare che la maggior parte delle persone che interrogo non sanno ciт che tu faccia. Questo и veramente salutare. non trattenersi a praticare persone di carattere dissimile e di aspirazioni diverse. Io ho certa fiducia che tu non ti lasci sviare e che ti manterrai fermo nei tuoi propositi anche se hai intorno una folla che si affanna per spingerti verso altri tini. Qual и dunque il mio timore? Non che riescano a cambiarti, ma ad impedirti il cammino. Ci nuoce anche colui che coi suoi indugi ci fa perder tempo, data la brevitа della vita, che poi rendiamo anche piщ breve colla nostra incostanza rifacendo a volta a volta nuovi inizi del nostro cammino: in questo modo noi la riduciamo in frammenti e la laceriamo. Fa presto dunque, Lucilio carissimo, e pensa come affretteresti i tuoi passi se il nemico premesse a tergo, e tu sospettassi il suo incalzare a cavallo sulle orme dei fuggenti. E questo avviene, tu sei incalzato dal nemico; perciт affrettati a ritirarti in luogo sicuro e subito considera che bella cosa sia portare a compimento l'opera della vita prima della morte, e poi aspettare con serena tranquillitа d'animo il tempo che ci resta, nulla aspettando per sй, ormai nel pieno possesso di una felice vita, che non diventa piщ felice se ancora si allunga. Che grande cosa quando giungerai a quel momento in cui tu saprai che il tempo non ti appartiene e tu sarai tranquillo e placido, senza preoccupazione del domani nella piena contentezza di te stesso! Vuoi sapere ciт che fa gli uomini bramosi del futuro? il fatto che nessuno appartiene veramente a se stesso. Altro hanno desiderato per te i tuoi genitori: io auguro che tu sappia disprezzare tutte le cose che essi ti hanno augurato in abbondanza. I loro voti per arricchire te spogliano molti altri: tutto ciт che dovrebbe essere portato a te dovrebbe essere tolto a qualche altro. Io ti auguro il dominio di te stesso, cosм che l'animo tuo tanto agitato da inquieti pensieri finalmente abbia posa su qualche cosa di stabile, sia una buona volta pago di sй, e, conosciuti quei veri beni che appena conosciuti sono nel tempo stesso anche posseduti, non senta il bisogno di aggiungere tempo alla sua vita. Colui che vive dopo aver compiuto la vita ne ha finalmente superato le necessitа и quindi sciolto da ogni impegno ed и perfettamente libero! Addio.