Lettere a Lucilio (Seneca), libro III lettera II

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Testo

LETTERA II (23)

ORIGINE ED ESSENZA DELLA VERA GIOIA

Non crederai certo che io ti scriva per narrarti come si и comportato benignamente con noi l'inverno che и stato mite e breve, invece come и stata maligna la primavera coli un freddo intempestivo e altre sciocchezze di questo genere che vanno bene per chi cerca argomenti sii cui fare parole. Io ti scriverа invece di cose che possano giovare a me e a te: ed il meglio che possa fare и proprio questo, ti esorterт a formarti ed a mantenere uno spirito sano. Mi chiedi quale ne sia il fondamento? И il non compiacersi di vanitа. Ho detto il fondamento: ma и piщ esatto dire che и il suo momento culminante. E lo ha raggiunto colui che sa di che cosa debba compiacersi e che non ha messa la sua felicitа in potere altrui. И invece destinato a vivere sempre pieno di ansie e d'incertezze colui che и sempre agitato dalla speranza di qualche cosa anche se l'ha a portata di mano e non gli и affatto difficile ottenerla e anche se non и mai stato deluso nelle sue speranze.
Prima di tutto, caro Lucilio, impara a godere. Non devi credere che io voglia toglierti molti piaceri perchй io voglio allontanare da te ciт che appartiene al caso, perchй credo che siano da evitare i dolci allettamenti delle speranze: al contrario io voglio che la gioia non ti manchi mai, che ti nasca in casa: e nascerа purchй essa sia dentro di te. Vi sono altre forme di allegrezza che perт non riempiono il cuore, rasserenano l'esterioritа del viso, ma restano alla superficie a meno che tu non ritenga una persona in vero stato di gioia solo perchй ride. L'animo deve essere alacre, fiducioso e levarsi piщ in alto di ogni cosa. Credi a me, Lucilio, la vera gioia и sempre austera. Puoi credere tu che quanti ti si presentano col volto sereno e anche ilare, come dice questa gente effeminata, sappiano sprezzare la morte, aprire la casa alla povertа, frenare i piaceri e fare oggetto di meditazione la tolleranza del dolore? Chi sa rielaborarsi dentro di sй tali pensieri non puт a meno di sentire una gioia grande, se anche appare poco carezzevole. Io vorrei che tu fossi in possesso di siffatta gioia: ed essa non potrа mancarti, una volta che abbi trovato il fonte a cui bisogna chiederla. I metalli di lieve peso si trovano a fior di terra: i metalli piщ ricchi sono invece quelli la cui vena si nasconde piщ profonda ma risponderа con maggiore abbondanza allo sforzo di chi scava. Le cose delle quali si diletta il volgo danno un godimento tenue e superficiale e qualunque gioia raggiunta con esteriore artificio manca di fondamento: questa invece della quale ti parlo ed alla quale mi sforzo di farti pervenire и una gioia concreta ed effettiva, che si spiega ampia e aperta nell'interioritа dell'anima. Ti prego, o Lucilio carissimo, volgi la tua azione alla sola cosa che puт darti la felicitа, rompi e calpesta tutte coteste cose che hanno una luminositа puramente esteriore, che ti vengono promesse ora dall'uno ora dall'altro, mira invece a quello che и il vero bene e cerca quella gioia che puoi ricavare da qualcosa che и veramente tuo. E che и questo tuo da cui puoi ricavare la vera gioia? Sei tu stesso, и la parte migliore di te. Anche questo nostro povero corpo senza il quale noi non possiamo fare cosa alcuna и bensм necessario ma non di alto valore. Esso ci dа piaceri vani e fugaci, che sono poi cagione di pentimento, e che se non vengono tenuti in freno con grande moderazione, vanno a finire al termine opposto: intendo dire con questo che il piacere sta sull'orlo dell'abisso, e se appena non и tenuto entro ben precisi limiti cade e si volge in dolore. Certo riesce ben difficile mantenere la misura in ciт che tu credi il bene. Il desiderio del vero bene non presenta pericoli. In che cosa consiste, tu mi domandi, e donde ha origine? Ecco, dalla buona coscienza, dall'onesto pensiero e dal retto operare, dal disprezzo del fortuito, da un sereno e diritto tenore di vita che mantiene costante il suo cammino. Quelli infatti che passano da un proposito all'altro, che anzi non passano ma sono trasportati in nuove direzioni da circostanze casuali, come possono essi, cosм mal sicuri ed errabondi, avere qualche cosa di certo e duraturo? Pochi sono coloro che sanno disporre di sй e delle loro cose con pensata decisione: i piщ non sanno ma sono portati come oggetti galleggianti su un fiume. Alcuni di questi oggetti hanno trovato un'onda leggera che li porta piщ dolcemente, altri sono rapiti da un'onda piщ veemente, altri ancora sono stati deposti e giacciono vicino alla riva dove la corrente illanguidisce, e altri infine sotto da una corrente impetuosa scagliati in mare. Bisogna dunque stabilire bene che cosa vogliamo, e poi perseverare nel nostro volere.
Ma и ormai giunto il momento in cui debbo pagare il mio debito. Posso infatti rimetterti un detto di Epicuro e chiudere cosм questa lettera. "И cosa molesta ricominciare sempre la vita ", oppure, se cosм si puт esprimere meglio il concetto: "vivono male quelli che cominciano sempre a vivere. " " Perchй? " tu mi dirai; ed и infatti una sentenza che ha bisogno di qualche spiegazione. Vivono male, ti rispondo, perchй la loro vita ha sempre qualche cosa di incompiuto, e non puт essere preparato a morire chi in quel momento comincia a vivere. Bisogna fare in modo che possiamo sempre aver vissuto abbastanza: ed evidentemente non puт persuadersi di questo chi sopra ogni cosa pensa sempre a ordire da capo la tela della vita. E non credere che costoro siano pochi: sono quasi tutti. Anzi vi sono persino quelli che cominciano proprio allora, quando sarebbe invece tempo di finire. Se poi questa ti par cosa che possa recar meraviglia, te ne aggiungerа un'altra che ti farа meravigliare di piщ. Vi sono alcuni che hanno cessato di vivere prima di cominciare. Addio.

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