Dall'analfabetismo alla cultura in generale

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Testo

Angei Simona
Classe V° C
TEMA
Ambito socio-economico: La diffusione della cultura in Italia
ANALFABETIZZAZIONE E ISTRUZIONE DELL’ITALIA NEL NUOVO MILLENIO
Dopo l’incendiato dibattito su ciò che riguarda la riforma scolastica voluta dal precedente governo e sua successiva revoca, ed i pochi giorni che ci separano dalla riapertura delle scuole italiane, abbiamo analizzato il problema dell’analfabetizzazione e dell’istruzione in Italia.
Il significato di analfabeta
Secondo la definizione dell’UNESCO coniata nel 1958, può definirsi analfabeta "una
persona che non sa né leggere né scrivere, capendolo, un brano semplice in rapporto con la sua vita giornaliera".
Analfabeta è infatti colui che non possiede alcun titolo di studio, mentre un “appena alfabeta” è colui che possiede solamente la licenza elementare.
L’analfabetismo in Italia
È certo che la percentuale di analfabeti nella nostra nazione si sia notevolmente ridotto in questi ultimi decenni. Analizzando i dati dell’ISTAT, infatti, è possibile vedere come la percentuale di analfabeti del 1861, 74.4 per cento, si sia gradualmente ridotto al 8.3 per cento del secolo dopo, fino ad arrivare al 2.9 per cento nel 1990 e ad un numero di analfabeti pari a sei milioni nel 2001. In seguito a questi risultati deludenti l’Italia è il fanalino di coda tra i trenta Paesi più istruiti, seguita solamente da Messico e Portogallo.
Un’ ulteriore ricerca condotta nel 2005 dall’Università di Castel Sant’Angelo (Unione Nazionale per la lotta contro l’Analfabetismo) ha sottolineato il divario tra gli analfabeti ed i laureati, 12 per cento dei primi contro il 7,5 per cento dei secondi, e quello tradizionale tra il nord ed il sud.
Infatti è proprio in Basilicata che si registra il record negativo di analfabeti con il 13.8 per cento seguita da altre nove regioni al di sopra

dell’8 per cento, considerato come limite di allarme: Calabria, Molise, Sicilia, Puglia, Abruzzo, Campania, Sardegna, Umbria.
La scuola e gli studenti italiani
Il primo rapporto comparativo “sulla qualità dell’educazione scolastica” è stato pubblicato il 9 Giugno 2000 dalla Commissione Europea. Sono stati presi in esame sedici “indicatori di qualità” che riguardano, tra l’altro, il rendimento degli studenti in alcune materie, il grado di scolarizzazione e gli investimenti nel settore scolastico.
La nostra pagella è stata alquanto deludente. Infatti, esaminando la capacità di lettura degli studenti quattordicenni, gli italiani hanno fornito il 70 per cento di risposte corrette contro il 72 per cento della media europea.
Per quanto riguarda le lingue straniere, invece, i nostri studenti hanno dimostrato di essere i più disponibili, ma anche i meno preparati al loro apprendimento; mentre sono tra i più ostili verso i cittadini extracomunitari, dopo greci, austriaci e belgi.
I risultati più allarmanti, però, sono quelli concernenti la scolarizzazione: tre ragazzi su dieci abbandoneranno gli studi alla fine della scuola media (ovvero al termine della scuola dell’obbligo), mentre, tra coloro che continueranno la carriera scolastica, solo il 60 per cento riuscirà a portare a termine le superiori, contro il 71 per cento a livello comunitario.
Nonostante questi risultati l’Italia rientra pienamente nella media europea per quanto riguarda la spesa per studente. È, però, interessante notare come questa spesa sia maggiore per gli studenti delle scuole medie rispetto a quella per gli studenti delle scuole superiori, a differenza degli altri Paesi in cui la spesa per allievo cresce all’aumentare del livello scolastico.
Non solo scuola
La cultura, però, non riguarda solamente la scuola, ma anche il cinema, la musica, il teatro ed i giornali. A questo proposito è necessario ricordare la “grande trasformazione” a cui abbiamo potuto assistere in questi ultimi anni grazie,

soprattutto, alle nuove tecnologie entrate nel campo dei quotidiani, con il conseguente incremento del 30 per cento delle loro vendite. Nonostante ciò, comunque, la Federazione degli editori continua a denunciare la debolezza del settore rispetto agli altri Stati.
Per ciò che riguarda gli altri ambiti sopra accennati, vari sondaggi a livello nazionale hanno evidenziato lo scarso interesse per il cinema d’autore, la letteratura, il teatro e la tradizione musicale europea, a favore di film e libri di scarso spessore culturale, se non addirittura nullo, e di artisti emergenti che cercano di trovare un posto nel mondo dello spettacolo facendo leva sull’aspetto esteriore piuttosto che sulla propria preparazione.
Dunque appare evidente la necessità di migliorare la cultura del popolo italiano, a partire dalle leggi che la riguardano, sino ai palinsesti televisivi.

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