Razza e cultura

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Categoria:Filosofia

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Testo

RAZZA E CULTURA
Premessa: diversità fra il concetto di razza e quello di civiltà.
Razza: categoria della specie umana di carattere puramente biologico, derivante da divisione secondo parametri genetici quali il colore della pelle, la forma e il colore dei capelli, forma corporea generale, forme particolari del capo, etc…
Civiltà: categoria derivante da distinzioni dei gruppi umani, secondo criteri inerenti la produzione psicologica, sociologica e culturale del gruppo stesso.
Problemi:
• La diversità tra culture è un vantaggio o un inconveniente?
• In cosa consiste la diversità fra culture?
• Data come premessa l’inesistenza di attitudini razziali particolari, come spiegare gli immensi progressi prodotti dalla civiltà dell’uomo bianco, a confronto di quelli prodotti dalle civiltà dei popoli di colore?
Diversità delle culture
• Che cosa s’intende per culture diverse?
Bisogna considerare: DIFFERENZE GEOGRAFICO- SPAZIALI
DIFFERENZE STORICO- TEMPORALI
DIFFERENZE D’ISOLAMENTO
DIFFERENZE DI PROSSIMITA’ - particolarismi e convergenze

Quindi il concetto di diversità fra culture dipende dalle relazioni fra culture ed è per questo da considerarsi in continuo ridimensionamento.
Etnocentrismo
• Etnocentrismo viene definito quell’atteggiamento per cui gli elementi di una cultura estranea alla propria vengono giudicati secondo criteri e principi elaborati nell’ambito di quest’ultima.
Generalmente tutto ciò che non è rispondente alle norme sotto le quali si vive viene respinto dal mondo culturale al mondo naturale. v. l’uso delle parole “selvaggio” o “barbaro” o delle parole con il significato di “uomini” che alcuni popoli usano per designare se stessi.
La semplice proclamazione di uguaglianza trascura la differenza sensibile all’uomo tra le diverse razze; generalmente, per ciò che riguarda l’atteggiamento etnocentrico, il progresso della conoscenza non è consistito nel dissipare questa visione distorta quanto più nel tentare di accettarla o di rassegnarvisi.
v. EVOLUZIONISMO CULTURALE o falso evoluzionismo: sopprime la diversità tra culture affermando che esse sono stadi o tappe di un unico svolgimento.
E’ l’applicazione del metodo darwinista (evoluzionismo biologico) alla specie umana e alle sue razze, ma non si basa su dati e ricerche scientifiche.
Culture arcaiche e culture primitive
Rispetto a una civiltà si possono individuare individuare: - civiltà contemporanee ma distanti geograficamente
- civiltà che occupano lo stesso spazio ma che l’hanno
preceduta
- civiltà distanti geograficamente e cronologicamente
non è possibile stabilire relazioni di valore temporale tra le civiltà del primo gruppo ( falso evoluzionismo) v. studio dell’uso degli utensili di pietra o delle pitture rupestri.
• L’evoluzionismo culturale comporta l’esistenza di popoli bambini o così detti “popoli senza storia”.
Data l’inaccettabilità della tesi precedente è possibile ipotizzare un utilizzo diverso del tempo da parte delle civiltà, secondo il concetto di PROGRESSO. Si avranno così due diversi tipi di storia: STORIA CUMULATIVA e STORIA STAZIONARIA.
L’idea di progresso
L’idea di progresso è valida per le civiltà che si sono succedute cronologicamente sullo stesso territorio.
Bisogna tener presente che: - il passaggio da uno stadio a quello più progredito non è mai netto,
ma che spesso diversi stadi di sviluppo coesistono sullo stesso
territorio ( v. passaggio dalla levigatura al taglio della pietra )
- il progresso è spesso stimolato dall’esterno, attraverso
l’emulazione di civiltà vicine.
- il progresso non è né necessario né continuo
Naturalmente l’idea di progresso e quindi di storia cumulativa non è il privilegio di una civiltà o di un periodo della storia particolare (v. storia primitiva americana a confronto con quella indoeuropea).
Storia stazionaria e storia cumulativa
Spesso la distinzione dei due tipi di storia non viene valutata secondo proprietà intrinseche della civiltà stessa ma piuttosto secondo il nostro punto di focalizzazione etnocentrico, infatti le culture ci sembrano tanto più attive quanto più si sviluppano secondo i nostri interessi; è importante a questo punto non perdere di vista la prospettiva dei valori della civiltà presa in considerazione.
Esempio: la civiltà occidentale è la più progredita per energia disponibile pro capite, mentre quella beduina lo è per il grado di adattamento ad ambienti ostili, le civiltà orientali per la conoscenza del corpo e così via.
Posto della civiltà occidentale
Problema: - Quali sono le motivazioni di un fenomeno come l’occidentalizzazione del mondo?
Premessa: non è possibile conoscere il fenomeno sia perché è unico nella storia del mondo, sia perché non è ancora concluso.
• Conseguenza del colonialismo
• Oggettiva disparità di energia tra la civiltà occidentale e le altre
Consenso forzato delle altre civiltà
• Gli obiettivi del mondo occidentale sono stati principalmente due: - Accrescere continuamente la quantità di energia pro capite
- Proteggere e prolungare la vita umana
Gli stessi condivisi da quasi tutte le altre civiltà, a cominciare da quella primitiva.
Caso e civiltà
Il caso non è l’unico fattore che ha determinato l’invenzione delle tecniche primarie quali:
- la fabbricazione di utensili di pietra
- la cottura dei cibi il processo tecnico è troppo complesso per
- la cottura dell’argilla poter essere riconducibile solo al caso
Anche altri fattori, oltre che psicologici (immaginazione, sforzo creativo), concorrono alla creazione di condizioni adatte al nascere di nuove invenzioni, come fattori storici, economici, sociologici e un pubblico.
È comunque inconoscibile la rete intera di condizioni, poiché i metodi di indagine sono in ogni modo falsati: - all’interno di un gruppo culturale la presenza dell’etnografo produce cambiamenti
- le forme di sondaggio dell’opinione pubblica introducono l’elemento autoriflessivo
si introduce così la nozione di probabilità nelle scienze sociologiche.
Ad esempio la rivoluzione neolitica e quella industriale sono frutto di condizioni talmente generali da renderne impossibile l’attribuzione al genio di una razza, ma piuttosto al fattore probabilità.
Nell’acquisizione della tecnica nessuna storia è mai stazionaria poiché rielabora sempre ciò che immagazzina storia cumulativa con differenze di grado
La collaborazione delle culture
La storia cumulativa è sempre elaborata da coalizioni di culture (volontarie o involontarie), attraverso
lo scambio ( guerre, migrazioni, influenze, commercio).
Fattori fondamentali: TEMPO - probabilità
SPAZIO - numero più culture = più possibilità di scambio
- diversità più diversità = più materiale di scambio
Contributi delle razze alla civiltà
- isolati non sono fondamentali v. tabacco
non è mai sicuro il merito di un’invenzione
- di sistema presuppongono l’assorbimento dello stile di vita e quindi:
- la scomparsa della cultura assimilatrice
- la formazione di una nuova cultura nata dalla fusione di due stili di vita
Beneficiaria la civiltà mondiale? Concetto astratto con valore: - morale (come fine per le società esistenti)
- logico (come visione delle affinità)
Vero contributo è lo scarto differenziale tra le culture (storia cumulativa = numero e diversità)
La civiltà mondiale è la coesistenza di culture diverse
Il doppio senso del progresso
Progresso = coalizione e scambio tra culture
Possibile?

Passare del tempo = omogeneizzazione = fine del progresso
Soluzione: SCARTI DIFFERENZIALI
- disuguaglianze sociali capitalismo Progresso
=
- ammissione di nuove culture imperialismo o colonialismo Sfruttamento ?
- comparsa di regimi politici antagonisti permette di mantenere lo squilibrio
Gli organismi internazionali hanno il compito oggi:
• di garantire la collaborazione delle culture diverse e impedire lo sfruttamento del dominatore sul dominato.
• Assistere l’umanità nel riassorbimento pericoloso dei residui di collaborazione
• Fare attenzione che i ridimensionamenti delle culture non siano concepiti sui modelli precedenti
• Salvare le diversità, promuovendo, con un atteggiamento dinamico di tolleranza, ciascuna forma di rinnovamento.
Elisabetta Piccolotti
Bibliografia:
C. Lèvi-Strauss, Razza e Storia

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