Isocrate - Elena

Materie:Appunti
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Testo

ISOCRATE - ELENA

[1] Vi sono alcuni che insuperbiscono se, dopo aver trovato argomenti assurdi e paradossali, possono parlarne in modo sopportabile. E alcuni sono invecchiati dicendo che non è possibile dire il falso nè contraddire nè pronunciare due discorsi sugli stessi argomenti, mentre altri, sostenendo che valore, saggezza e giustizia sono la stessa cosa, e che noi per natura non possediamo nessuna di queste qualità, e che esiste una sola conoscenza per tutte; altri ancora passano il tempo in contese che non sono per nulla utili, ma che possono dar da fare agli ascoltatori.

[2] Se io vedessi che quest’inutilità nei discorsi è stata introdotta or ora, e che costoro si vanno vantando della novità delle (loro) trovate, tuttavia non mi meraviglierei di esse. Ora, chi vi è di così ignorante da non sapere che Protagora e i Sofisti del suo tempo ci lasciarono scritti tali e (anche) molto più strani di questi (che si fanno oggi)?

[3] Come infatti si potrebbe superare Gorgia, che osò dire che non esiste nulla tra le cose che esistono, o Zenone, che cercava di dimostrare che le stesse cose sono possibili e poi impossibili, o Melisso, che, benchè le cose siano in natura infinite in numero, tentava di trovare dimostrazioni che il tutto è unico?

[4-5] ma nonostante costoro abbiano chiaramente dimostrato che è facile inventare un discorso falso su (ogni) argomento che può essere discusso, discutono ancora su questo punto; bisognerebbe che essi, allontanatisi da questa pedanteria che a parole dà l’impressione di persuadere, ma che nei fatti è stata rifiutata già da molto tempo, cercassero la verità, e che istruissero i loro discepoli sulle azioni in cui ci comportiamo da cittadini, e che li esercitassero nella pratica di queste azioni, concludendo che è molto meglio ragionare adeguatamente su questioni utili che avere scienza esatta su questioni inutili, ed essere di poco superiori in questioni importanti che essere di molto superiori in questioni di poco conto e che non sono per nulla utili nella vita.

[39-40-41-42-43] Dopo la discesa di Teseo agli inferi, essendo ella tornata a Sparta e avendo raggiunto l’età per sposarsi, tutti i re e i principi di allora ebbero la stessa opinione su di lei; infatti pur essendo loro possibile prendere in moglie le donne che primeggiavano nelle loro città, disdegnando le nozze in patria giunsero per chiederla in moglie. Non essendo ancora stato scelto colui che l’avrebbe sposata, ma essendo ancora la situazione uguale per tutti, era chiaro a tutti che ella sarebbe stata oggetto di contesa, cosicchè, riunitisi, si scambiarono l’un l’altro pegni di fiducia, secondo i quali sarebbero certo venuti in aiuto l’un l’altro, se qualcuno l’avesse rapita a colui che fosse stato in grado di sposarla, ciascuno ritenendo che il patto sarebbe andato a suo vantaggio. Dunque tutti furono delusi in nella propria speranza, tranne un uomo, ma nessuno di loro sbagliò nella comune opinione che ebbero su di lei. Infatti,non molto tempo dopo, essendo sorta u contesa tra gli dei riguardo alla bellezza di cui Alessandro figlio di Priamo fu posto come giudice, poichè era gli concesse tutta l’Asia da governare, Atena di vincere nelle guerra, Afrodite le nozze con Elena, (Paride), non avendo potuto dare un giudizio sulla bellezza, ma vinto dalla visione delle dee, costretto a farsi giudice dei (loro) doni, scelse l’unione con Elena invece di tutto quanto il resto, non avendo guardato ai piaceri, sebbene anche i piaceri, per coloro che sono assennati, siano più preferibili di molte altre cose, non aspirò ad essi, ma desiderò diventare parente di Zeus, pensando che fosse molto più grande e bello questo onore che il trono d’Asia, e ritenendo che talvolta regni e poteri possano capitare anche ai vili, e che nessuno dei posteri sarebbe stato degno di una tale donna, e che infine non avrebbe potuto lasciare una più bella eredità ai propri figli del renderli discendenti di Zeus non solo per parte di padre ma anche per parte di madre.

[49-50] Chi avrebbe disprezzato il matrimonio con Elena, per il cui rapimento i Greci si adirarono a tal punto come se tutta la Grecia fosse stata depredata, mentre i barbari s’inorgogliscono a tal punto come se avessero vinto noi tutti? E’ chiaro infatti cosa entrambi pensarono: infatti pur avendo avuto molti contrasti in precedenza, riguardo agli altri se ne stavano in pace, mentre riguardo a costei intrapresero una guerra tanto grande non solo per la violenza dell’ira, ma anche per l’estensione nel tempo e per il gran numero dei preparativi, quanto mai nessuna (guerra) era stata (in precedenza). Pur essendo possibile, a quelli che restituivano Elena, liberarsi dai mali incombenti, a quelli che non si curavano (di lei) di vivere tranquillamente il tempo restante, nè gli uni nè gli altri vollero ciò, ma gli uni si rassegnarono a far sì che le (proprie) città fossero distrutte e il paese devastato pur di non cederla ai greci, gli altri preferivano invecchiare rimanendo in terra straniera e non rivedere mai più i loro cari piuttosto che ritornare nelle loro patrie dopo averla lasciata andare.

[?] ELENA DEA IMMORTALE

Infatti non ottenne solo l’immortalità, ma, avendo ottenuto anche un potere pari agli dei, dapprima innalzò al rango degli dei i fratelli, che già erano stati colpiti dal fato, poichè voleva rendere la sua trasformazione credibile, diede loro splendidi onori, cosicchè (essi), visti da chi correva il rischio di annegare in mare, salvassero chiunque li avesse chiamati piamente. Dopo di che, espresse a Menelao una gratitudine, per le fatiche e i pericoli che (egli) aveva sopportato per lei, tale che, sebbene tutta la famiglia dei Pelopidi fosse stata distrutta e colpita da mali incurabili, non solo la liberò da questi mali, ma, avendola resa divina anzichè mortale, rese lui suo marito e compagno per tutto il resto della vita.

[?] ELENA E IL POETA STESICORO

dicono che Elena mostrò la sua potenza anche al poeta Stesicoro. Quando Stesicoro disse qualcosa di offensivo nei suoi riguardi iniziando il suo poema, rimase privo della vista, ma dopo che compose la cosiddetta palinodia avendo conosciuto la causa della sua disgrazia, (Elena) lo pose di nuovo nella medesima condizione (di prima). Alcuni dicono anche che, essendo apparsa di notte a Omero, gli ordinò di comporre (un poema) su coloro che avevano combattuto a Troia, volendo rendere la loro morte più invidiabile della vita degli altri; (dicono) che in parte per l’arte di Omero, ma soprattutto ad opera di costei, il suo poema divenne così piacevole e famoso presso tutti. Bisogna (da un lato) che coloro che emergono in quanto a ricchezza la plachino e la onorino con offerte votive, sacrifici e altre cerimonie, poichè ella ha il potere sia di vendicarsi sia di concedere grazia, e occorre dall’altro lato che i sapienti cerchino di dire su di lei qualcosa di degno dei suoi meriti; infatti agli uomini colti conviene offrire certe primizie.

[?] GLI ALTRI NUMEROSI MERITI DI ELENA
Gli argomenti tralasciati sono molto più numerosi di quelli detti. Infatti senza le arti, le scienze, e le altre utili attività che si potrebbero riferire a lei e alla guerra di troia, a buon diritto penseremmo che Elena sia la causa del fatto che non siamo sottomessi ai barbari. Infatti troveremo che i Greci grazie a lei si erano accordati e avevano organizzato un esercito comune, e che l’Europa per la prima volta ha innalzato un trofeo sull’Asia; in conseguenza di tali avvenimenti, ottenemmo un tale cambiamento che gli infelici tra i barbari si ritenevano degni di dominare le città greche. Sia Danao, cacciato in esilio dall’Egitto, conquistò Argo, sia Cadmo Sidonio governò Tebe, sia i Carii s’insediarono nelle isole, sia Pelope figlio di Tantalo dominò tutto il Peloponneso- dopo questa guerra la nostra stirpe ottenne uno sviluppo tale da sottrarre ai barbari grandi città e gran parte della regione.

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