"Candido" di Voltaire

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

Commento su "Candido" di Voltaire

1 e 2) Candido viene presentato tramite una breve descrizione del suo carattere dolce, mite e sognatore: "C'era in Vestfalia, nel castello di Thunder-ten-Tronckh, un ragazzo cui la natura aveva fornito un temperamento assai mite. Gli si leggeva in fronte l'indole sua. Aveva l'intelletto abbastanza solido, e il più ingenuo cuore del mondo: credo fosse chiamato Candido appunto per questo…"; ciò è testimoniato dal suo nome (Candido), che incarna il candore e la bontà d'animo. Egli infatti, prima di intraprendere il suo lungo viaggio, era solito trascorrere le sue giornate nel castello di Thunder-ten-Tronckh ascoltando il suo maestro Pangloss con animo indolente ("…Candido ascoltava con attenzione, e con innocenza credeva…") ed osservando la magnifica Cunegonda, dalla quale era fortemente attratto. Candido è buono per natura perché la società non lo ha ancora corrotto ed egli, per tutto il racconto, manterrà questa profonda bontà: infatti egli è altruista, parla con gentilezza alla vecchia, a Pasquina; Cacambo si affeziona a lui, Martino non può fare a meno di seguirlo e Cunegonda ritorna sempre da lui. Siccome la sua anima è semplice egli rappresenta però anche la preda ideale della filosofia di Pangloss, fondata sull'ottimismo. Tuttavia, nel corso del racconto, egli diventerà il personaggio più lucido e lo stupore che manifesta in ogni occasione lo aiuterà a trovare la soluzione finale.
3) Candido viene educato dal suo maestro Pangloss all'idea d'un mondo perfetto, unico ed ideale; quest'ultimo, nel romanzo, viene infatti presentato così: "…Pangloss insegnava la metafisico-teologo-cosmologo-scempiologia. Egli dimostrava mirabilmente che non c'è effetto senza causa, e che in questo migliore dei mondi possibili…". Pangloss rappresenta spesso il pensiero di Voltaire, vicino alla dottrina di Leibnitz, il quale sostiene che le disgrazie dei singoli contribuiscono al bene generale. Come Leibnitz, Voltaire nega il peccato originale e sostiene che la natura è buona e positiva. Tuttavia, lungo il racconto, di fronte all'evidenza dei fatti, Pangloss giustifica con difficoltà le sue idee ed il lettore non può che ridere delle sue continue dimostrazioni teoriche. Quindi Voltaire, malgrado il suo ottimismo nei confronti della natura umana, difende il libero arbitrio ed il valore dell'esperienza.
4) L'Eldorado rappresenta il sogno utopistico, cioè la società ideale, di Voltaire. Non è un caso che Candide ci arrivi a metà racconto perché è da questa esperienza che egli smetterà di credere incondizionatamente ai dogmi ottimistici di Pangloss e, scontrandosi con i vizi e le debolezze degli uomini, giungerà alla morale finale.
L'Eldorado è un luogo idilliaco dove tutti pregano Dio, vivono felici nell'uguaglianza, dove la tolleranza e la giustizia determinano la pace. E' qui che Candido scopre che, contrariamente a quanto gli aveva detto Pangloss, il castello di Thunder-ten-Tronckh non era certo il luogo migliore sulla Terra. Quindi Candido capisce che è importante viaggiare perché è un'esperienza che ci permette di relativizzare le nostre opinioni. La società dell'Eldorado permette a Voltaire d'affrontare i temi tipici della cultura filosofica del suo tempo, la quale lottava contro le ingiustizie sociali per affermare i diritti e le libertà dell'uomo contro il dispotismo della monarchia.
6 e 7) Se spesso il tono del racconto è ironico e comico, di fronte all'incontro dello schiavo nero di Surinam, Voltaire ci obbliga a riflettere ed a guardare con serietà al problema della schiavitù. Il giovane ha il braccio e la gamba tagliati perché il signor Vanderdendur infligge agli schiavi dei suoi zuccherifici queste atroci punizioni. Pur riconoscendo l'importanza del progresso e delle leggi, Voltaire rifiuta che si accordi all'uomo il potere assoluto sul destino dei suoi simili. Spesso le usanze vengono accettate incondizionatamente dalla società, anche se vanno contro natura e contro le libertà umane. Ciò che Voltaire vuole assolutamente smitizzare è il conformismo; la schiavitù è un abominio di fronte al quale non ha senso sostenere con ottimismo che "tutto è bene".
9) La descrizione del Barone e di Cunegonda è altrettanto particolareggiata che quella dei personaggi principali, perché ogni personaggio del racconto ha una sua funzione precisa e trasmette degli insegnamenti molto importanti (per l'autore). Il Barone in particolare ha caratteristiche tedesche molto marcate: è un giovane gesuita, comandante, e per questo le sue parole sono sempre molto decise e determinate, così come le sue azioni violente ed intransigenti. Voltaire rifiuta questa intolleranza del Barone e critica l'ordine gesuita, che sarà infatti espulso dalla Francia qualche anno più tardi. Cunegonda invece subisce, nel racconto, una trasformazione fisica e morale molto evidente. Ella diventa sempre più brutta esteriormente, ma sempre più aperta ai vari sentimenti nei confronti di Candido e degli altri personaggi. Il suo linguaggio schietto, realistico e la sua personalità un po’ volubile lo fanno apparire come un personaggio attento alle esperienze della vita e forte nel superare le dure prove che essa ci riserva. La signora Baronessa, come viene descritta nel libro, "pesava intorno alle trecencinquanta libbre, e godeva perciò di una grande considerazione"; questa citazione la si può definire molto buffa ed insolita, dato il fatto che, soltanto perché pesava molto e di conseguenza era abbastanza robusta, veniva presa in gran considerazione e quindi stimata.
10) Pur essendo un racconto filosofico, "Candido" è scritto in tono umoristico. Voltaire ci invita a Nel primo capitolo Candido ci viene presentato in tutta la sua ingenuità ed inesperienza; infatti si legge: "…Secondo le sue conclusioni, il primo grado della felicità era quello d'esser nato Barone di Thunder-ten-Tronckh; il secondo, d'esserci la damigella Cunegonda; il terzo, di vederla tutti i giorni; il quarto, d'ascoltare Mastro Pangloss, il più gran filosofo di tutta la provincia, e perciò del mondo intero…" Ancora nel secondo capitolo Candido conferma di credere incondizionatamente a Pangloss e reagisce con stupore all'incontro con i Bulgari: "…Giusto; così mi diceva anche il signor Pangloss, e vedo bene che tutto va per il meglio… Ma Candido stupefatto non raccapezzava ancor bene come fosse diventato un eroe…"
Procedendo possiamo notare che la formazione troppo idealizzata che Candido ha ricevuto a Thunder-ten-Tronckh lo ha reso debole (spesso sviene o sfugge di fronte alle prime difficoltà) ed ingenuo (non riesce a spiegare ciò che accade).

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