"Candido" ovvero l'ottimismo di Voltaire

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

David Bortolusso Classe 4° ELI B Udine, 27/12 /1999

SCHEDA LIBRO DI “Candido ovvero l’ottimismo”

Titolo del testo: Candido ovvero l’ottimismo
Nome dello scrittore: Francois-Marie Arouet (Voltaire)
Casa editrice: Mondadori
Anno di pubblicazione: 1999 (prima pubblicazione 1759)
Genere letterario: Racconto
Tema centrale del libro: I viaggi e le avventure di Candido, fissato con le sue idee nonostante tutto ciò che gli accade lo smentisca sempre.
Protagonista e personaggi secondari:
Candido è un ragazzo che fin da bambino aveva vissuto nel castello del Barone di Thunder-ten-tronckh e per questo era diventato intelligente e dai costumi aristocratici. Ascolta le lezioni di Pangloss e crede nel maestro, facendo proprio l’ottimismo del precettore: pensa che le fortune più grandi al mondo siano di essere il figlio del Barone o il marito di sua figlia Cunegonda, di cui è innamorato, e di ascoltare le lezioni del suo insegnante, massimo filosofo della provincia, e quindi del mondo intero. Un giorno trova il coraggio di baciare la figlia del Barone il quale, vedendoli, allontana Candido dal castello a calci nel sedere. Si incammina senza una meta fino a quando viene notato da alcuni soldati bulgari, che lo fanno arruolare. Nell’esercito è il peggiore elemento, tanto che viene spesso fustigato, così, qualche tempo dopo, durante la guerra contro gli abari, fugge. Da questo momento incomincia a vagare per il mondo con il solo pensiero di ritrovare la sua amata Cunegonda. Nonostante venga a sapere della morte della ragazza non si dispera, convinto che prima o poi la potrà ritrovare. Infatti, la incontra di nuovo a Lisbona, ma non possono continuare a stare insieme perché Candido è ricercato dall’Inquisitore e deve abbandonarla al governatore di Buenos Aires. Continua a viaggiare con il suo ottimismo: è sempre sicuro di ritrovare l’amata, ed è sempre convinto delle idee di Pangloss, il suo maestro, che gli ha insegnato che il mondo in cui vive è il migliore dei mondi possibili, e che ogni causa produce sempre l’effetto migliore. Fino alla fine, quando finalmente può sposare Cunegonda e ritrova tutti gli amici perduti, il ragazzo rimane ottimista, anche se capisce che il proprio destino bisogna costruirlo con il lavoro.
Pangloss è il precettore del castello del Barone: ai ragazzi insegna la metafisico-teologo-cosmolostoltologia. Sostiene che il mondo in cui vivono i personaggi del racconto sia il migliore dei mondi possibili, e in esso ogni effetto, il migliore ipotizzabile, ha una sua causa precisa. Nonostante abbia contratto la sifilide, abbia perso un occhio e un orecchio, sia stato impiccato e sia stato costretto a remare in una galea rimane sempre convinto delle sue idee.
Madamigella Cunegonda, figlia del barone, è la ragazza di cui si innamora Candido. A 17 anni ha un colorito acceso ed era fresca, grassa ed appetitosa. Dopo la partenza di Candido, il castello viene conquistato e distrutto dai Bulgari: ella viene prima violentata da un soldato, poi presa come schiava da un capitano, che la vende tre mesi dopo ad un giudeo di Lisbona; quest’ultimo, però, dopo un breve periodo è costretto a dividersela con un Inquisitore per non rischiare la morte. Quando Candido la salva e la porta in Paraguay, lei preferisce seguire il consiglio della vecchia serva e abbandonare il suo amato, concedendosi al Governatore di Buenos Aires. Diventa schiava di un principe turco, dopo che Cacambo l’ha liberata dal Governatore. Quando finalmente Candido la ritrova è diventata molto brutta e il ragazzo preferirebbe non sposarla, ma alla fine egli rispetta la promessa fatta.
Il figlio del barone di Thunder-ten-tronckh già dalla tenera età sembra essere degno di succedere al padre. Creduto morto dopo l’invasione dei Bulgari, il suo corpo viene benedetto da un Gesuita prima della sepoltura, e la sua reazione all’Acqua Santa fa capire all’uomo che è ancora vivo. Diventa un Gesuita, e viene inviato in una colonia del Paraguay a cacciare gli spagnoli. Dopo il colpo infertogli da Candido, viene mandato a Roma, dove diventa ambasciatore per i Francesi a Costantinopoli; nella città turca viene accusato di aver fatto il bagno nudo con un musulmano, e costretto a remare nella galea dove ritrova Candido. E’ fermamente convinto delle sue idee: non intende far sposare la sorella Cunegonda con Candido, poiché questi non è abbastanza nobile, e non cambia idea neanche dopo una minaccia di morte, preferendo ritornare in schiavitù piuttosto di dare la sua benedizione al matrimonio.
La vecchia, serva di Cunegonda, è in realtà la figlia di Papa Urbano X e della Principessa di Palestrina. Destinata ad un Principe, che però venne ucciso da una sua rivale, all’età di 14 anni partì con la madre ma la loro nave fu conquistata dai pirati. Condotte in schiavitù in Marocco, subirono un attacco di una fazione avversaria dei corsari: muoiono tutti, esclusa la ragazza, che dopo lo scontro conosce un uomo che era stato servo di sua madre. Egli la convince a seguirlo con il proposito di riportarla in Italia, ma la vende al Dey di Algeri, di cui diventa la schiava più bella; in Africa contrae la peste, che fa morire gran parte della popolazione. Viene venduta molto spesso, e per questo è costretta a viaggiare molto; durante un periodo in cui era in Russia al servizio dei Giannizzeri, le viene mangiata una natica in segno di buon auspicio, ma i suoi padroni vengono tutti uccisi. Costretta ancora a viaggiare, attraversa gran parte dell’Europa, fino a quando giunge a Lisbona al servizio di Cunegonda. Per questi suoi continui spostamenti, la vecchia è diventata intelligente e furba, infatti consiglia bene la sua padrona quando arrivano in Paraguay, e riconosce gli errori delle idee di Candido, poiché sa che non esiste uomo che almeno una volta non abbia maledetto la propria vita.
Cacambo è il servo che dal Portogallo segue e aiuta Candido. Nonostante il suo livello sociale sa parlare tutte le lingue in uso in America Latina, e si dimostra furbo e fedele al suo padrone in molte occasioni: quando egli “uccide” il Barone in Paraguay lo aiuta a fuggire dalla fortezza e a liberarsi dalla tribù degli Orecchioni, inoltre quando gli vengono affidate molte ricchezze per riscattare Cunegonda egli compie il suo lavoro senza pensare all’interesse personale.
Martino è un uomo molto sfortunato, che Candido sceglie come compagno di viaggio per il ritorno in Europa. Si rivela molto intelligente e affezionato all’amico, che salva dagli approfittatori francesi e aiuta nei giorni in cui è malato, nonostante sia un manicheo e non consideri valide le idee di Pangloss, considerate esatte da Candido.
Tempo e luogo della narrazione: la narrazione si svolge nel 1700 in un periodo di circa un anno e mezzo. I luoghi descritti comprendono la Vestfalia, l’Olanda, il Portogallo, il Paraguay, la terra di Eldorado, la Francia, l’Inghilterra, Venezia e Costantinopoli.
Sintesi della trama: Candido è un ragazzo che vive nel castello del Barone di Thunder-ten-tronckh, uno dei più importanti nobili della Vestfalia. Ascolta con interesse le lezioni di Pangloss, il massimo filosofo della provincia, ed è innamorato di Cunegonda, la giovane figlia del Barone. Un giorno, dopo pranzo, i due ragazzi si baciano, ma il nobile li scopre e allontana il ragazzo dal castello. Candido si incammina senza una meta, fino a quando, il giorno dopo, giunge ad una città dove, triste e affamato, viene notato da due uomini dell’esercito prussiano, che ne fanno una recluta dopo avergli offerto il pranzo. In un giorno di primavera, però, si allontana dal reggimento e viene punito dai comandanti, che gli offrono due scelte: ricevere 12 palle di piombo sulla testa o essere fustigato 36 volte da tutto il reggimento; Candido, convinto delle lezioni impartitegli da Pangloss, reclama la sua libertà, ma alla fine preferisce le fustigate: l’esercito era formato da 2000 persone, e dopo due fustigate da parte di tutti egli chiede di essere ucciso, ma viene salvato dal re prussiano, che riconosce in lui un giovane che non conosce il mondo. Dopo tre settimane guarisce, ma intanto i prussiani combattono contro gli abari. Mentre c’è un attimo di pausa nella guerra, Candido decide di fuggire e raggiunge l’Olanda, attraversando paesi e terre distrutti dalla guerra. Rimasto senza soldi e provviste, chiede l’elemosina ad un predicatore protestante che aveva sentito parlare di carità, ma questi non gli dà niente perché Candido non pensa che il Papa sia l’Anticristo. Un anabattista, chiamato Giacomo, vedendo la crudeltà con cui è stato trattato, aiuta il ragazzo sfamandolo, lavandolo e dandogli dei soldi. Il giorno dopo, passeggiando, Candido incontra un pezzente ridotto molto male e decide di donargli i due fiorini che aveva ricevuto da Giacomo, ma il mendicante è Pangloss, il maestro del ragazzo: egli spiega che il castello del Barone era stato distrutto e tutti gli altri erano stati uccisi. Appena sentito che la sua amata Cunegonda era morta sviene; ripresa conoscenza, decide di far curare il suo precettore da Giacomo, che acconsente e fa operare Pangloss. Due mesi dopo l’anabattista deve partire per Lisbona, e si fa accompagnare dai due filosofi; durante il viaggio il maestro di Candido spiega che quello che è successo era necessario, perché secondo lui i mali particolari fanno il bene generale. Mentre ragionano su questa affermazione si scatena una tempesta spaventosa, che fa naufragare la nave e morire molti dei passeggeri, tra cui Giacomo. I due sopravvissuti raggiungono a piedi Lisbona, mentre le case vengono distrutte da un terremoto e saccheggiate dai ladri. Candido e Pangloss aiutano i feriti, ma quando la situazione si calma viene deciso di dare ai cittadini un atto di fede: vengono presi due ebrei, un uomo che aveva sposato la comare e i due filosofi, accusati di aver detto e ascoltato parole che andavano contro la religione; otto giorni dopo vengono preparati per l’esecuzione: Candido viene fustigato, Pangloss impiccato e gli altri bruciati, ma la sera stessa la terra ritorna a tremare. Il ragazzo vene soccorso da una vecchia, che lo porta in una casaccia dove può mangiare, bere e dormire; due giorni dopo, dopo non aver ottenuto alcuna informazione dalla donna, viene portato in un’altra casa, dove incontra Cunegonda, che, sopravvissuta alle violenze dei Bulgari, era stata venduta ad un giudeo, ed ora era contesa tra questo e un inquisitore, che se la dividevano equamente. Il giorno dopo giunge alla casa il giudeo che, lamentandosi di non voler dividere la ragazza con un altro uomo, vorrebbe uccidere Candido, ma viene ucciso dalla spada del filosofo. Cunegonda si spaventa di quello che potrebbe succedere se la giustizia scoprisse il cadavere di un uomo in casa sua; il giorno dopo, quando arriva l’inquisitore, il ragazzo capisce che se fosse uscito avrebbe potuto chiedere aiuto e farli scoprire, così decide di uccidere anche lui. Candido, Cunegonda e la vecchia intuiscono che è meglio partire, così sellano tre cavalli e si dirigono verso Cadice, portando con loro dei diamanti e delle pistole di valore che li avrebbero aiutati in caso di necessità. Durante il viaggio, però, vengono derubati da un reverendo, così sono costretti a vendere un cavallo per raggiungere la città. Qui si stava allestendo una flotta per andare in Paraguay a sottomettere una colonia di Gesuiti e Candido, mostrando gli esercizi che aveva imparato con i Bulgari, si fa nominare comandante di una compagnia: i tre si imbarcano così con i due cavalli e con due servi. Durante il viaggio, la vecchia racconta la sua storia, che è peggiore di quella patita da Cunegonda. Arrivati a Buenos Aires, vengono accolti dal governatore, che si innamora della ragazza, chiedendole di sposarlo; ella è indecisa, ma l’arrivo di un alcade che cercava gli assassini dell’Inquisitore la convince ad abbandonare Candido. Il ragazzo fugge con il servo Cacambo, che lo porta dai Gesuiti a cui dovevano fare guerra, per allearsi con loro. Vengono accolti dal comandante, che si rivela il figlio del Barone, sopravvissuto ai Bulgari a diventato il capitano dei Gesuiti. I due tedeschi rimangono molto a tavola, raccontandosi le loro storie. Alla notizia che Candido vuole sposare sua sorella, però, il Barone sguaina la spada, ma viene ucciso dall’arma del filosofo. Il ragazzo e il servo riescono a fuggire dalla fortezza, travestiti da Gesuiti. Salvano due ragazze da due scimmie, ma vengono catturati per questo da una tribù di Orecchioni, che odiano quel genere di religiosi: vengono preparati per essere mangiati, ma il servo riesce a convincere i selvaggi che loro non sono Gesuiti, così vengono liberati. Volendo tornare in Europa, i due si dirigono verso Caienna, colonia francese dove avrebbero trovato qualcuno che li potesse portare a casa: un mese dopo raggiungono un fiume, dove trovano una barchetta che li trasporta seguendo la corrente: dopo qualche giorno di navigazione giungono finalmente ad una città, che solo in seguito capiscono essere la mitica Eldorado. Questa è una città molto ricca di oro e pietre preziose, che però non vengono considerati un bene di lusso dai cittadini, in cui non ci sono templi e preti. Per Candido, in confronto all’Europa, quel paese è un paradiso terrestre, ma dopo un mese il ragazzo vuole tornare dalla sua amata Cunegonda; convincono il re a donargli dodici montoni carichi di oro e pietre preziose, che in quel paese non avevano alcun valore, ma che in Europa sarebbero stati la loro fortuna. Dopo un lungo viaggio e la morte di dieci montoni, arrivano alla città di Surinam, posseduta dagli Olandesi. I due si informano se c’è una nave che li può portare a Buenos Aires, ma dopo aver incontrato il capitano del vascello, che dice loro che Cunegonda è l’amante favorita del governatore, decidono di dividersi: Cacambo sarebbe andato nella città argentina a comprare la libertà della ragazza, mentre Candido sarebbe andato a Venezia ad aspettarli. Qualche giorno dopo il filosofo incontra il capitano Vanderdendur, padrone del vascello che lo avrebbe dovuto portare in Italia: questi, però, gli ruba i due montoni e fugge con le ricchezze di Candido. Il ragazzo, tornato a terra, si rivolge al giudice, che però non risolve nulla e si fa anche pagare. Qualche tempo dopo il filosofo compra una cabina su un vascello francese in partenza per l’Europa: Candido decide di farsi accompagnare da un uomo che fosse disgustato dalla sua vita, in modo da poter discorrere con lui durante il viaggio, così annuncia la sua decisione ai cittadini di Surinam: dopo aver esaminato tutti quelli che si erano fatti avanti, sceglie Martino, un dotto che aveva subito tante ingiustizie durante la sua vita. Durante la navigazione i due discutono molto, e Martino spiega al ragazzo che, secondo lui, questo non è il migliore dei mondi possibili, dato che Dio lo aveva abbandonato a qualche creatura malvagia, che faceva combattere tra loro città o famiglie, esclusa la mitica Eldorado. Mentre i due discutono si sentono rumori di artiglieria, e Candido riconosce nella nave affondata dagli spagnoli, quella del ladro che gli aveva rubato i suoi montoni; dopo lo scontro riesce a recuperare un animale, e per questo è più felice che non se avesse ritrovato i suoi tesori. Due settimane dopo raggiungono la Francia, e Martino decide di seguire l’amico fino in Italia. Fermandosi a Bordeaux, Candido si ammala e viene curato da dottori e amici che nessuno aveva chiamato: la malattia, inizialmente non grave, peggiora e il ragazzo rischia la vita per un breve periodo. Ristabilitosi, frequenta le persone aristocratiche della città, non trovando mai riscontro alle sue idee negli uomini di cultura che incontra; il ragazzo viene imbrogliato da un abate che aveva ascoltato la sua storia e aveva inscenato un ritorno di Cunegonda, che gli estorce tre diamanti per condurlo in Inghilterra su un vascello olandese. Assistendo all’uccisione di un ammiraglio, colpevole di non aver ucciso abbastanza persone durante la guerra, Candido non vuole nemmeno sbarcare e si fa portare a Venezia dal capitano della nave. Arrivato in città fa cercare il servo Cacambo in ogni luogo, ma senza risultato: Martino gli spiega che non può essersi fidato di un servo con tante ricchezze, di dimenticarsi la sua amata e si suoi soldi. Candido, reso ancora più triste dalle idee del dotto, incontra Pasquetta, la donna che aveva fatto ammalare Pangloss: risollevato da questo incontro, nonostante le tristi vicende accadute alla donna, si reca a casa del senatore Pococurante, credendolo un uomo che non abbia preoccupazioni; qui capisce che in questo mondo non c’è una persona felice, come sostiene Martino. Una sera i due cenano in una osteria, seduti al tavolo con altre sei persone: qui il filosofo rivede Cacambo, che serve uno dei signori, che si rivelano dei sovrani dalla sorte avversa, giunti a Venezia per assistere al carnevale o per altri motivi. Il servo ha convinto il padrone a condurre nella sua terra i due amici, che vengono imbarcati per il Mar di Marmara; durante il viaggio Cacambo spiega le vicende che gli sono capitate e della perdita della bellezza di Cunegonda: nonostante ciò Candido è sempre convinto di volerla sposare. Arrivati nel Mar Nero il filosofo riscatta il servo e dopo si reca con i due amici su una galea alla volta del luogo dove era prigioniera la sua amata: sulla nave incontrano Pangloss e il Barone, creduti morti, che sono costretti a remare; Candido li fa liberare e tutti insieme salgono su un’altra galea per andare in Turchia, da Cunegonda. Il ragazzo chiede scusa al Barone di averlo trafitto con la spada e poi si fa raccontare le storie dei due durante la navigazione. Giunti a destinazione, le prime persone che incontrano sono proprio Cunegonda e la vecchia, che Candido libera pagano al padrone un caro prezzo, comprando anche una fattoria nelle vicinanze per aspettare miglior fortuna. La ragazza ricorda al filosofo la sua promessa di matrimonio che il ragazzo intende rispettare, ma il Barone non è d’accordo; non avendo però alcun potere sulla sorella, viene riportato dal padrone della galea su cui era stato prigioniero. Il destino sembra favorevole a Candido, che però viene imbrogliato dagli Ebrei a cui vende i diamanti, per questo è costretto a rimanere solo con la fattoria e i suoi amici, con la convinzione che ovunque nel mondo si stava male. Raggiunti anche da Pasquetta, ritornata in povertà dopo il dono di Candido, i filosofi decidono di andare a parlare con il miglior saggio della Turchia, che dopo aver sentito le richieste degli uomini, sbatte loro l’uscio in faccia. Dialogando con un contadino, che non si interessa di altro che del suo campo, capiscono finalmente che l’unica cosa che può dare la felicità all’uomo è il lavoro, per cui avrebbero dovuto lavorare il loro campo per rendere sopportabile la vita.
Opinioni e giudizio personale: Il libro è piacevole e la lettura è semplice. Le vicende che accadono ai personaggi sono magari esagerate, ma le disavventure che capitano a Candido sono utili a comprendere la sua ostinazione nel credere nelle sue idee ottimistiche. Questo rende il libro quasi comico, facendo capire che molto spesso le persone comuni (vedi la vecchia o Martino) capiscono meglio com’è la vita ed hanno una mentalità aperta ad altre opinioni, in confronto ai ricchi o i dotti che invece si ostinano sulle proprie idee.

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