Candido ovvero l'ottimismo - Voltaire

Materie:Scheda libro
Categoria:Filosofia

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Testo

Candido ovvero l’ottimismo – Voltaire

Candido è un giovane ragazzo dal carattere mite e sognatore che vive nel castello di uno dei Baroni più importanti in Westfalia. Figlio della sorella del Barone, la sua educazione è gestita da Pangloss, il precettore del castello, seguace della filosofia di Leibniz. Il ragazzo è follemente innamorato della bellissima Cunegonda, la giovane figlia del Barone. Un giorno, a causa di un bacio trai due, il ragazzo viene malamente cacciato dal castello. Candido s’incammina senza una meta, fino a quando, giunge in una città dove, triste e affamato, viene notato da due uomini dell’esercito prussiano, che ne fanno una recluta. Durante una guerra tra i bulgari (prussiani) e abari (francesi), Candido decide di fuggire e raggiunge l’Olanda, attraversando paesi e terre distrutti dalla guerra. Rimasto senza soldi e provviste, trova fortunatamente aiuto da un anabattista, chiamato Giacomo, che vedendo la crudeltà con cui è stato trattato, aiuta il ragazzo sfamandolo e dandogli dei soldi. Casualmente rincontra Pangloss, il suo amato maestro, che però si trova in condizioni pietose, costretto persino a mendicare: egli spiega che il castello del Barone è stato distrutto da dei soldati bulgari, che tutti gli altri sono stati uccisi e che Cunegonda è stata violentata e uccisa. Curato il filosofo, Giacomo partì insieme ai due amici per Lisbona; durante il viaggio però una terribile tempesta fa naufragare la nave e morire molti passeggeri tra cui Giacomo. I due sopravvissuti raggiungono a piedi Lisbona, mentre le case vengono distrutte da un terremoto e saccheggiate dai ladri. Candido e Pangloss aiutano i feriti, ma quando la situazione si calma la gente del posto decide di dare un atto di fede: vengono presi due ebrei, un uomo che aveva sposato la comare e i due filosofi, accusati di aver detto e ascoltato parole che andavano contro la religione; otto giorni dopo vengono preparati per l’esecuzione: Candido viene fustigato, Pangloss impiccato e gli altri bruciati, ma la sera stessa la terra ritorna a tremare. Il ragazzo vene soccorso da una vecchia, che lo porta in una casa dove può mangiare, bere e dormire; due giorni dopo viene portato in un’altra casa, dove incontra Cunegonda, che, sopravvissuta alle violenze dei Bulgari, era stata venduta ad un ebreo, ed ora era contesa tra questo e un inquisitore, che se la dividevano equamente. Candido pur di riavere la sua amata uccide i due Contendenti e insieme a Cunegonda e alla vecchia partono e si dirigono verso Cadice. Da lì riescono, facendosi arruolare nella guerra ai gesuiti, a farsi imbarcare per Buenos Aires, dove vengono accolti dal governatore, che s’innamora della ragazza, chiedendole di sposarlo; ella è indecisa, ma l’arrivo di un uomo che cercava gli assassini dell’Inquisitore la vecchia la convince ad abbandonare Candido. Il ragazzo fugge con il servo Cacambo, che lo porta dai Gesuiti a cui dovevano fare guerra, per allearsi con loro. Vengono accolti dal comandante, che si rivela il figlio del Barone, sopravvissuto ai Bulgari e diventato il capitano dei Gesuiti. I due però, a causa di un battibecco, cominciano a combattersi e nel duello Candido uccide il comandante. Il ragazzo e il servo riescono a fuggire dalla fortezza, travestiti da Gesuiti. Spinti dalla corrente di un fiume arrivano a Eldorado, una città molto ricca d’oro e pietre preziose. Per Candido quel paese è un paradiso terrestre, ma dopo un mese il ragazzo vuole tornare dalla sua amata Cunegonda; convincono il re a donargli dodici montoni carichi di oro e pietre preziose, che in quel paese non avevano alcun valore, ma che in Europa sarebbero stati la loro fortuna. Dopo un lungo viaggio e la morte di dieci montoni, arrivano alla città di Surinam, posseduta dagli Olandesi. I due decidono di dividersi: Cacambo sarebbe andato a Buenos Aires per liberare la ragazza, mentre Candido sarebbe andato a Venezia ad aspettarli. Egli però viene derubato da un capitano che lo avrebbe dovuto portare in Italia. Riesce comunque a partire per l’Europa insieme ad un accompagnatore del posto, Martino, un erudito che aveva subito tante ingiustizie durante la sua vita. Due settimane dopo raggiungono la Francia, e Martino decide di seguire l’amico fino in Italia. Fermandosi a Bordeaux, Candido si ammala e viene curato da dottori e amici: la malattia, inizialmente non grave, peggiora e il ragazzo, per un breve periodo, rischia la vita. Dopo essere stato derubato un’altra volta, arriva a Venezia. Arrivato in città ritrova, non senza difficoltà, Cacambo, che nel frattempo è diventato schiavo di certi signori, che si rivelano dei sovrani molto sfortunati, giunti a Venezia per assistere al carnevale o per altri motivi. Il servo, liberato da Candido spiega le vicende che gli sono capitate e che Cunegonda ha perso la sua leggendaria bellezza: nonostante ciò Candido è sempre convinto di volerla sposare. A bordo di una galea, solcando il mare che li avrebbe portati al luogo dove era prigioniera la fanciulla, incontrano Pangloss e il figlio del Barone, che sono costretti a remare; Candido li fa liberare e tutti insieme salgono su un’altra galea per andare a Costantinopoli, da Cunegonda. Giunti a destinazione, Candido libera Cunegonda e la vecchia serva pagando al padrone un caro prezzo, comprando anche una fattoria nelle vicinanze per aspettare miglior fortuna. Parlando con un contadino, che non s’interessa di altro che del suo campo, capiscono finalmente che l’unica cosa che può dare la felicità all’uomo è il lavoro, per cui avrebbero dovuto lavorare il loro campo per rendere sopportabile la vita.
L’opera fu scritta da Voltaire nel 1759, periodo durante il quale si vede affermarsi la corrente illuministica, la quale si diffuse in tutta Europa, modificando strutture del pensiero e atteggiamenti civili proponendo il rinnovamento della società.
La tematica unificante dell’opera è quello del viaggio intorno al mondo intrapreso dal giovane non appena fu scacciato dal castello in cui viveva. Lungo questa vicenda si susseguono alcuni avvenimenti marginali, la maggior parte dei quali negativi, che indurranno il giovane Candido a distaccarsi dal principio “leibniziano” secondo cui l’uomo vive nel migliore dei mondi possibili (Pangloss: ”tutto è per il meglio”). Questo principio è più volte sostenuto dall’educatore del giovane, il filosofo Pangloss, il quale ripete costantemente a Candido che comunque, illuminato dalla ragione, scoprirà che il mondo avrebbe potuto essere anche stato migliore. In definitiva l’opera vuole svelarci il segreto della felicità: dedicarsi al proprio dovere senza pensare.
Attraverso una riflessione filosofica sui fatti della vita, Voltaire è giunto in questo libro alla conclusione che la somma dei mali supera di gran lunga quella dei beni e che il mondo procede senza che la volontà dell’uomo possa alterarne il corso. Ma il messaggio finale è che l’uomo può, attraverso uno sforzo quotidiano, migliorare la sua triste esistenza.

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