Propaganda fascista

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Testo

La propaganda fascista fu un complesso sistema che si avvaleva di ottimi metodi per manipolare il pensiero delle persone appartenenti al regime. Il movimento fascista fu sempre intollerante verso le manifestazioni popolari e pronto ad appoggiare chiunque fosse propenso a usare la “mano forte”. Questo sistema autoritario fu assicurato da una grande capacità comunicativa:”La Propaganda”,attraverso la quale fu stabilito un controllo totale sull’informazione e sulla cultura.I fascisti tendevano a distinguersi perfino da caratteristiche fisiche e comportamentali quali,ad esempio,il volto sbarbato e un corpo allenato(simbolo di una vita attiva e sportiva);il modo di camminare che doveva imprimere sicurezza:movimenti veloci e scattanti;un proprio modo di salutare:braccio e mano tesi in avanti,il cosiddetto saluto romano obbligatorio nelle circostanze ufficiali e nelle parate. Proprio riguardo il modo di salutare il fascismo tentò,senza ottenere risultati,di abolire la stretta di mano. Mussolini nella sua Dottrina espose una concezione dello stato che sembrava riallacciarsi al pensiero risorgimentale,ma in realtà il fascismo pretese di costruire uno stato che accogliesse in sé ogni individualità per annullarla nella concezione di una propria priorità assoluta volta ad affermare il primato del dominio e della forza. Vi fu l’intelligente opera di strumentalizzazione che sfruttò le capacità di indottrinamento delle masse. Avvenne un drastico annullamento della volontà individuale per l’esaltazione assoluta del sacrificio e della sottomissione alla volontà del capo per il bene della patria. Tramite una propaganda che effettuò il controllo politico su tutti i mezzi di comunicazione ,avvenne il processo di fascistizzazione del paese,con lo scopo di orientare l’opinione pubblica,di caricarla,comunicando l’esaltazione della missione nazionale. I messaggi furono rivolti a tutte le categorie della società italiana e furono diffusi attraverso la radio,la stampa e il cinema. Con la propaganda si cercò di dare una giustificazione alle iniziative di guerra e di conquista.
GIOVENTU’ ITALIANA DEL LITTORIO:
Il fascismo considerava fondamentale la missione educativa,dedicando le cure maggiori all’educazione giovanile attraverso istruzioni di carattere assistenziale,risolvendo tutti i problemi attinenti alla scuola nelle istituzioni educative,scolastiche e parascolastiche,come la Gioventù Italiana del Littorio(G.I.L.).Il motto della G.I.L. era;”credere,obbedire,combattere.”,essa organizzava tutti i fanciulli e giovani italiani dei due sessi,dai sei ai ventun’anni,nelle seguenti categorie:
• Per i maschi:Giovani Fascisti,Avanguardisti, e Balilla;
• Per le femmine:Giovani Fasciste,Giovani Italiane,e Piccole Italiane;
• E inoltre i Figli Della Lupa per maschi e femmine.
Per la gioventù maschile,la G.I.L. coltivava ogni attitudine militare,impartiva una formazione che li preparava ad una vita in Marina o nell’Aviazione;per quanto riguardava la gioventù femminile invece la principale attività erano i corsi di preparazione alla vita domestica,nei quali le fanciulle si addestravano al buon governo della casa.
LA RADIO:
più di ogni altro mezzo assunse un ruolo di primo piano. I programmi trasmessi, in cui erano presenti svago ed informazioni allo stesso tempo per aumentare il numero degli ascoltatori, erano costituiti per lo più da discorsi del Duce o del Fuhrer, marce ufficiali o conversazioni sul razzismo. La radio diventava, così, la voce ufficiale dello Stato. Nel 1928 nacque l'Ente Italiano Audizioni Radiofoniche (EIAR) e la radio grazie a questo acquistò molta importanza tra i mass-media utilizzati dal Fascismo e tra la popolazione. In un regime totalitario avere il controllo dell'informazione è un elemento essenziale per il fatto che è l'unica voce esistente. Partendo da questo incontrovertibile dato di fatto si ha un indicazione per quanto concerne l'attività pratica del controllo dell'informazione fascista: ciò che è nocivo si evita e ciò che è utile al Regime si fa!
LA STAMPA:
E’ importante rilevare come il controllo attuato dai regimi sull’informazione fu possibile grazie all’acquisto,tra il 1911 e il 1925,delle maggiori testate giornalistiche,e,grazie all’introduzione degli albi. I quotidiani,attuando una censura su cronache nere o fallimenti economici,dipingevano il periodo fascista come un modello storico di pace e moralità. Lo stesso accadde nei giornali per bambini,volti ad inculcare nella testa dei più piccoli le ideologie fasciste(superiorità dei bianchi sui neri,malvagità degli ebrei)Già dai primi anni del Regime la stampa fu sottoposta ad un controllo formale.Nonostante però Mussolini avesse il controllo sulla maggior parte dei giornali,alcuni giornali d’opposizione come La Stampa e Il Corriere della Sera riuscirono a sopravvivere.Con le “Leggi Fascistissime” e quelle del venticinque,Mussolini dispose che ogni giornale avesse un direttore responsabile inserito nel partito fascista e che il giornale stesso,prima di essere pubblicato,fosse sottoposto ad un controllo.
Queste leggi inoltre istituirono”L’Ordine dei Giornalisti”i cui membri,ovviamente,dovevano far parte del Partito Fascista. Mussolini creò inoltre l’Ufficio Stampa,che nel 37,venne trasformato in Ministero della Cultura Popolare.Questo ministero aveva l’incarico di controllare ogni pubblicazione,sequestrando tutti quei documenti ritenuti pericolosi o contrari al regime,diffondendo i cosiddetti “ordini di stampa”( o veline) con i quali si impartivano precise disposizioni circa il contenuto degli articoli,l’importanza dei titoli e la loro grandezza. A capo di questo Ministero v’era Galeazzo Ciano,che poi divenne ministero degli Esteri e che si interessò anche dei mezzi di comunicazione di massa(radio e cinema).Il Min.Cul.Pop,oltre a controllare le pubblicazioni,si pose come obbiettivo quello di suscitare entusiasmo ed esaltare il mito del Duce.
IL CINEMA:
Nel 1925 avvenne la costituzione dell’istituto nazionale L.U.C.E. ovvero l’unione cinematografica educativa,(e nello stesso periodo,si chiudeva il cinema privato UCI. ente parastatale e poi in seguito statale per la propaganda e la diffusione della cultura popolare).Questo istituto,in cui i cinegiornali venivano proiettati obbligatoriamente in tutte le sale a partire dal 26,rappresenta il più efficace mezzo in campo dello spettacolo. La tematica più ricorrente diventa il mito bellico con il conseguente elogio del patriottismo.L.U.C.E. divenne il fulcro del cinema che venne posto alle dirette dipendenze del Capo del governo con l’obbligo della supervisione diretta di Mussolini sui materiali realizzati. La produzione del cinegiornale era costituita da immagini tipo rotocalco dove l’apertura e la chiusura erano dedicate a notizie riguardanti Mussolini,e nella parte interna trovavano spazio i documentari dell’estero.
Negli anni 30 nascono gli studi di Cinecittà e gli stabilimenti di Tirrenia,importanti riviste del cinema. Lo stato sostiene finanziariamente l’industria cinematografica,tanto che le sale presenti in Italia non erano poche,ma non così tanto da coprire l’intero territorio nazionale,così nacque il Cinemobile che proiettava i film nelle piazze. Nel 31 avvenne il passaggio dal cinema muto a quello sonoro.
LO SPORT:
Fin dagli anni ’30 fu perseguita la realizzazione di un’educazione fisica di massa.Mussolini fu spesso ritratta in foto come aviatore,schermidore,automobilista,cavaliere ecc. incarnando il simbolo di una concezione attiva e virile dello sport e dello stato.Il regime mussoliniano costituì il primo esempio di utilizzazione dell’organizzazione sportiva come strumento di propaganda.Al nascere della prima guerra mondiale il crescendo di vittorie olimpiche dell’Italia rappresentava uno dei fenomeni più caratteristici nel panorama sportivo internazionale,in particolare negli sport motoristici la nostra nazione raggiunse significativi risultati.La Mille Miglia concretizza nella propaganda il mito della velocità:le vittorie dell’Alfa Romeo,della Bugatti e della Maserati erano prova dell’elevato grado tecnologico dell’industria automobilistica italiana e campioni del volante come Nuvolari entrarono nella leggenda.Lo sport assunse un valore come attività educativa in sintonia con i valori della nazione guerriera propagandati dal Fascismo.Esso,come attività di massa,doveva stabilire una nuova gerarchia di valori ed essere espressione di uno stile di vita basato sulla supremazia del più forte.
Capitale: Pechino
Speranza di vita:71 anni
Densità:137 Ab./Kmq
Popolazione:131169000
Superficie:9574028
La Cina, rimasta a lungo in una posizione d’isolamento e in forte arretratezza, nel
XX secolo la Repubblica Popolare Cinese ha preso una svolta, ha abbandonato l'esperienza dell'economia pianifica. Il regime ha pianificato una graduale introduzione nel sistema produttivo di alcuni caratteri del libero mercato. Grazie a questa riforma l'economia cinese ha avuto un aumento di crescita molto sostenuto, il quale l’ha portata verso il vertice delle più grandi potenze economiche mondiali. Le riforme hanno permesso una metamorfosi della struttura sociale dello stato. Le massicce migrazioni dalle campagne verso le città, all'urbanizzazione e un'espansione edilizia che sta stravolgendo i territori; quindi anche i rilevanti danni ambientali; la disoccupazione di centinaia di milioni, i forti squilibri territoriali. Governare la crescita di questo paese nel modo sociale e ambientale migliore non è per nulla una cosa facile. Di questo ritardo ne risente soprattutto la democratizzazione del sistema politico, il rispetto dei diritti umani; ebbene questi problemi sono il peso maggiore per la Cina da abbattere per poter integrarsi nel contesto mondiale. Tra gli altri problemi che affliggono la Cina in questi anni, sono le controversie politico-territoriali:
la tensione con Taiwan, e la questione del Tibet, che da tempo vuole l'autonomia.
LA POPOLAZIONE
La Cina fu il primo paese a superare il milardo di abitanti, negli anni 80, fini a giungere 1,3miliardi di persone in questo periodo. Negli altri paesi il boom demografico fu provocato dalla diminuzione del tasso della mortalità e un miglioramento delle condizioni di vita. Le autorità cinesi negli anni 70, impaurite dall’enorme crescita demografica hanno varato un programma di pianificazione familiare, con il compito do controllare le nascite:penalizzavano le famiglie con più di un figlio, mentre agevolavano quelle con un figlio unico. Ad esempio: consentivano l'accesso alle sovvenzioni dello Stato solo alle famiglie con un figlio unico. Questa legge stava stravolgendo il sistema sociale tradizionale fondato sui legami famigliari. Nonostante il programma per il controllo delle nascite, il problema demografico rimane prioritario per lo sviluppo economico, che si stima toccare il miliardo e mezzo di abitanti a metà del XXI secolo. La forte pressione demografica crea notevoli squilibri sul piano sociale ed economico. Si verificano costanti esodi dalle aree rurali colpite da una forte disoccupazione verso i centri urbani per cercare impiego nel commercio o nell'industria. Si stima che nei prossimi anni tra i 300 e 500 milioni di persone abbandoneranno le campagne, facendo la più grande migrazione di massa nella storia umana.
TERRITORIO CINESE
La Cina è il terzo paese del mondo per estensione, dopo la Federazione Russa,e il Canada, e di conseguenza offre una grande varietà di climi e paesaggi.
Il territorio è a maggioranza montuosa, anche se il paese ha ampie aree di costa, essendo bagnato a sud e a est dall'oceano Pacifico.
A est, lungo le coste del Mar Giallo e del Mar Cinese Orientale, si estendono vaste pianure alluvionali molte densamente popolate, come il Bassopiano Cinese; le coste del Mar Cinese Orientale e la Cina meridionale sono dominate da catene montuose di scarsa altitudine.
Il territorio cinese può essere suddiviso in sette zone, ciascuna contraddistinta da particolari caratteristiche che la differenziano dalle altre:
• Cina nordorientale
• Pianura dell’Huang He
• Pianura del Chang Jiang
• Cina meridionale
• Cina nordoccidentale
• Mongolia interna
• Tibet
LE CITTA'
Le città cinesi sono di origine molto antiche: già al tempo di Marco Polo le città assunsero caratteristiche di commercio.
Tuttora c'è una grande divisione dal mondo rurale, analfabeta, a quello urbano, colto, tra sfruttati e sfruttatori. Grazie alla riforma politica-econimica varata dallo Stato dopo il secondo dopoguerra, si sta modificando l'assetto sociale della Cina, rendendo più facile l'integrazione fra i due mondi.
Nonostante ciò i forti squilibri sul piano socio-economico non sono stati annullati: si sta sempre più allargando il divario tra città e campagna dove risiede ancora la gran parte della popolazione, approssimativamente il 65%. Qui le condizioni di vita sono ancora di estrema arretratezza.
L'espansione delle città rappresenta un esempio molto evidente del volto nuovo che il paese sta raggiungendo. Molte città cinesi toccano i due milioni di abitanti:
• Harbin con 3 milioni
• Guangzhou con 4 milioni
• Sheyang con 5 milioni
• Hong Kong con 7 milioni
• Tiaijin che supera i 9 milioni
In molti casi, però, le città sono cresciute grazie alla continua migrazione dalle campagne alla città fino a formare megalopoli come Shanghai che tocca i tredici milioni e anche Beijing, ovvero Pechino la capitale con oltre 11 milioni.
Shanghai, è diventata la città principale del paese, capitale economica che ha attirato molte persone anche da capitali straniere.
Pechino sta procedendo a una ristrutturazione urbanistica per ospitare le Olimpiadi del 2008: si demoliscono quartieri senza riguardi, anche per le testimonianze storiche. Questa radicale crescita ha mutato radicalmente il volto delle città, i centri hanno perso la loro tradizionale struttura urbana, per accogliere grandi edifici residenziali e quartieri industriali.
Un esempio rappresentativo dello sviluppo urbano ed edilizio della Cina è rappresentato dalla città di Chongqing nella regione sud-occidentale del paese. Essa sfiora i trentuno milioni di persone, che può ormai contendere il posto di area urbana più popolosa del mondo. Questa città è stata fortemente voluta dal governo centrale per attivare il piano di sviluppo economico della sua regione, una delle aree interne della Cina meno sviluppate.
ECONOMIA
Lo sterminato territorio cinese possiede molte risorse naturali, tra qui spiccano quelle idriche, forse la più importante del mondo.
L'agricoltura cinese detiene da anni alcuni primati nella produzione di cereali.
L'industria, il pilastro dell'economia è sviluppato in tutti i comparti, tra la quale primeggia quello tessile cotoniero. In forte espansione è pero quello siderurgico, sul quale poggia la crescita realizzata negli ultimi anni, quello dell'informatica, delle automobili, e quello delle costruzioni.
La Cina si sta mostrando al livello internazionale uno Stato produttivo ma anche consumatore. La scelta del libero mercato sta consentendo un passaggio meno traumatico. Si sono comunque manifestati a livello sociale ed economico notevoli problemi, primo fra tutti il consistente aumento della disoccupazione.
La crescita economica non ha beneficiato in tutte le regioni allo stesso modo, ci sono ancora forti squilibri dovuti all'estensione del territorio: la regione costiera marcia spedita verso i livelli economici più avanzati, le regioni interne restano ancorate a un'economia prevalentemente agricola, o pastorale.
La società cinese mostra una spaccatura tra il nuovo ceto borghese, concentrano nelle metropoli, e la popolazione rurale.
BIOGRAFIA
L’autore, Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896, e muore nel 1981 a Milano. Trascorre l’infanzia a Monterosso, nelle Cinque Terre: il paesaggio ligure resta molto impresso nella sua anima, lo si può ben capire dalle sue poesie.
Studia canto fino al 1917 che è chiamato al fronte, terminata la guerra, ritorna in Liguria ed nel 1925 pubblica la prima raccolta Ossi di seppia; nello stesso anno prende anche posizione contro il fascismo, firmando come prova, il manuale degli intellettuali antifascisti, fatto dal filosofo Benedetto Croce. Nel 1926 incontra Italo Svevo e scrive alcuni articoli che lo renderanno famoso. Si trasferisce a Firenze dove, fino al 1938, dirigerà il Gabinetto Scientifico Letterario. Poi verrà assolto dall’incarico perché non era iscritto al Partito Fascista. Finita, la guerra alloggerà a Milano e sarà redattore del Corriere della Sera.
Nel 1975 riceve il Nobel per la Letteratura.
Le sue raccolte principali sono:
• Ossi di seppia (1925)
• Le occasioni (1939)
• La bufera e l’altro (1956)
• Farfalla di Dinard (1956)
• Satura (1971) con le liriche di Xenia, dedicate alla moglie morta nel 1963.

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
Che schiude la divini indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato
Montale grazie a questa poesia, dimostra la sua visione profondamente negativa dell’esistenza. Da come si può capire nella prima strofa il male di vivere affligge ogni essere vivente. Il ruscello strozzato, la foglia riarsa, il cavallo stramazzato, sono tre esempi del male de vivere. Il poeta il male di vivere l’ha provato molte volte, basti pensare all’epoca in cui lui consumava l’esistenza, un’esistenza afflitta da due guerre mondiali, una compiuta e l’altra in un futuro molto prossimo, e la nascita dei tre regimi totalitari europei. Questa poesia contrappone il male di vivere con la divina indifferenza, che sembra essere l’unica possibilità di fuga dal male di vivere.Il rivo strozzato, la foglia riarsa, il cavallo stramazzato sono le metafore usate per esprimere il “male di vivere” nella prima strofa, mentre nella seconda, la statua, la nuvola, il falco sono le metafore usate per esprimere la “divina indifferenza “.In questa poesia sono espresse due sfere di vita completamente diverse tra di loro: bene e male. Questi due concetti antitetici sono divisi dalle due strofe: nella prima il male è rappresentato dal cavallo, dal ruscello, e dalla foglia. Mentre nella seconda strofa è evidenziato il bene come l’indifferenza divina, cioè atteggiamento di superiorità e di distacco che possa rappresentare una momentanea fuga dal male di vivere.
Autore: Elisa springer
Titolo: Il silenzio dei vivi
Casa editrice: Marsilio editori
Ambiente: La vicenda si svolge in moti stati, e anche ambienti chiusi
Anno di pubblicazione:1997
Riassunto:
Il libro si apre con Elisa che ricorda la sua vita, la sua casa e tutte le persone a lei care che non ha più rivisto alla fine della guerra. Elisa è nata a Vienna e il suo tormento iniziò in seguito alla votazione nel 1938 dell’Anschluss (annessione con espropriazione totale dei patrimoni dell’ebrea espulsione dalle scuole.) In questo modo era approvata la legge che poneva fine all'indipendenza della' Austria, ma che la rendeva parte della Grande Germania. Uno dei i primi a risentire di questo cambiamento furono il padre di Elisa, Richard Springer, che fu catturato dalle SS e portato prima a Dachau e poi a Buchenwald da dove non fece più ritorno. La madre ed Elisa furono cacciate dalla loro casa, ma trovarono una sistemazione temporanea. Nel 1939 la situazione precipitò sempre di più e le persecuzioni incominciarono a interessare anche le donne e tutti gli ebrei. Una zia di Elisa che viveva a Londra, era riuscita ad ottenere il permesso di soggiorno solo per la madre ed Elisa avrebbe dovuto raggiungerla in un secondo momento. La madre di Elisa, si rifiutò di lasciare la propria figlia sola e così decise di rimanere per trovarle una via di scampo. Da lì a poco, riuscirono a conoscere un ebreo italiano che consentì a sposare Elisa per farle prendere una nuova cittadinanza. I tempi si prolungarono perchè i nazisti avevano capito i retroscena di questi matrimoni e così cercarono di ostacolarli. Nel frattempo il permesso di soggiorno per la madre era scaduto e inoltre, con il matrimonio,Elisa doveva lasciare presto l'Austria. La madre tentò di scappare in Ungheria, ma fu catturata e grazie alle conoscenze dello zio Richard, che nel frattempo le ospitava, sono stati relegati nel ghetto di Budapest; così Elisa si trovò sola con la speranza che un giorno avrebbe potuto rivedere sua madre. Elisa decise di trovare riparo in Italia, dove decise di fermarsi a Milano a lavorare come traduttrice. Ma le persecuzioni arrivarono anche lì ed Elisa fu arrestata nel giugno del 1944 e rinchiusa in carcere prima a San Vittore, poi a Como, infine di nuovo a San Vittore, da dove fu portata, con un treno che partiva da Verona il 2 agosto 1944, ad Auschwitz Birkenau. Dopo un lungo e disumano viaggio, la fecero scendere insieme agli altri ebrei in un campo di betulle in piena notte, dove vi erano gli ufficiali che li dividevano in due file; a chi era spedito nella fila di destra gli rimanevano soltanto poche ore di vita. C'era un ufficiale medico SS, Joseph Mengele e uno scrivano ucraino, un certo Bogdan. Quando fu la volta di Herta (una sua amica conosciuta durante la sua prima detenzione) con i suoi bambini, Elisa notò che le SS in camice bianche non alzarono nemmeno gli occhi su di lei. Con il frustino la spinse nella fila, dove c'erano in maggioranza vecchi, donne gravide, ammalati, invalidi e bambini. In quel momento senza pensare chiese in tedesco di poter seguire l'amica. D'improvviso, con uno scatto di rabbia, Bogdan prese Elisa per un braccio, la riportò nella colonna di sinistra e le disse: " Resta dove sei, domani mi ringrazierai". Mengele non fece caso al fatto e proseguì imperterrito il suo lavoro. Terminata la selezione, Herta e i suoi figli e tutti i deportati della colonna di destra furono condotti all'interno del cortile di quel fabbricato in mattoni rossi con un grosso camino che fumava in continuazione. In meno di due ore sarebbero stati fumo e cenere. Fortunatamente nella sua fila c'era anche l'amica Hedy. Gli uomini e le donne rimasti sul posto furono spinti invece in due baracche diverse, destinate alla disinfezione e alle docce. Subita Elisa si vide costretta a spogliarsi nuda davanti ai soldati SS armati e alle sorveglianti: come tutte le donne, fu depilata, in ogni parte. Asciugate con enormi ventole che producevano aria calda, subito dopo, ricevettero divise e abiti consunti, senza biancheria e con zoccoli disuguali. All’ingresso furono registrate e marchiate del numero di matricola sull’avambraccio sinistro. Per Elisa Springer, A24020. Auschwitz era diviso in due parti: c'era Auschwitz 1, formato solo da lager e Auschwitz Birkenau, il vero e proprio campo di sterminio, a cui era annesso il campo femminile. Elisa fu costretta a vivere in una baracca costruita in legno senza finestre e con due entrate. In mezzo una stufa mai funzionante nemmeno quando la temperatura esterna scendeva a più di venticinque gradi sotto zero. Alle pareti erano appoggiati dei tavolacci a castello su tre piani separati. Fu costretta a dormire su quei tavolacci in dodici che impedivano ogni tipo di movimento. Al risveglio le era dato un surrogato di caffè che usava per sciacquarsi. Poi c'era l'appello: dovevano metterti in fila fuori e gli ufficiali le contavano. Non era concesso guardare in faccia i tedeschi, ma si doveva guardare dritto senza muoversi mai. L'appello durava secondo il tempo atmosferico: se la giornata era bella, magari tre ore potevano bastare, se il tempo era brutto, tante volte duravano anche dieci o dodici ore. Il mangiare consisteva in un po' di minestra di rape dal sapore strano che bruciava terribilmente. Dopo la liberazione Elisa scoprì che nella minestra c'era del bromuro per farle stare calme e altri medicamenti per renderle sterili (esperimenti che facevano sui prigionieri). Nel pomeriggio c'era un nuovo appello e dopo si rientrava nella baracca, dove ti portavano della margarina con un pezzettino di carne. Quest’alimentazione così carente sarà causa di molte malattie tra cui il tifo, la scabbia, la febbre gialla, la dissenteria. Ogni quindici giorni c'erano delle selezioni che portavano ai camini crematori. Nella baracca di Elisa non si lavorava mai perché erano destinate a un altro campo. Poi, verso la fine di ottobre, Elisa fu trasferita e il suo convoglio doveva andare a Buchenwald, invece, durante il viaggio, il convoglio è stato diviso: una parte è andata a finire a Buchenwald incontro morte mentre il reparto dove stava Elisa a Hedy andò a finire a Bergen Belsen. La vita a Bergen Belsen era pressoché identica a quella di Auschwitz, anche se inizialmente sembrava migliore poiché non funzionavano ancora i crematori. Ma con l'arrivo del comandante J. Kramer, iniziarono ad essere attivate anche lì le camere a gas e i forni. Da Bergen Belsen è stata trasferita a Raghun. Vicino a questo campo si sentivano in lontananza dei bombardamenti, segno che le truppe alleate stavano arrivando. Il 17 marzo del 1945 dovette affrontare un altro spostamento con destinazione ignota. Dopo quattro giorni di viaggio arrivarono nel lager di Theresienstadt, in Cecoslovacchia, dove nel giro di pochi giorni i deportati aumentavano enormemente. Il Reich stava per attuare la Soluzione finale. In questo campo Elisa si ammalò di tifo petecchiale e rimase in coma per circa un mese. Al suo risveglio l'amica Hedy le disse che era il 9 Maggio del 1945 e che Terezin era stato liberato dalle truppe russe. Elisa fu messa in quarantena in un lazzaretto, poi ritornò in l'Austria da una sua zia, poi andò in Italia nell'Agosto del ‘45, dove fu aiutata e dove rincominciò a vivere.
PERSONAGGI:
Richard Springer: padre di Elisa, ragioniere, di cui ricorda i regali che le portavano al ritorno dai suoi viaggi.
La madre Sidonie Bauer, detta Siddy, molto bella.
Mucchi: la giovane governante.
La nonna paterna, Betty, e materna, Sofia; il nonno materno, Elkan.
Gli zii e le zie: l'unica sopravvissuta fu la zia Lotte, che ospitò e curò Elisa a Vienna al suo ritorno dalla deportazione.
Ge.sta.po: polizia segreta di stato in Germania.
Hedy è l'amica che si affianca alla protagonista in tutta la sua odissea attraverso i campi di Auschwitz, di Bergen-Belsen, di Theresienstädt.
Joseph Mengele: medico di Auschwitz, tristemente famoso per i suoi esperimenti su cavie umane.
Herta: amica conosciuta in carcere a San Vittore.
Tempo:
Il libro parla della vita di Elisa Springer (nata il 12 febbraio 1918). La maggior parte della vicenda, comunque si svolge durante la seconda guerra mondiale(1938-1945) . All'inizio del libro è presente un'introduzione datata 1995, anno in cui Elisa tornò ad Auschwitz.
Valutazione:
Il libro mi è piaciuto perché racconta in modo molto dettagliato la vita di Elisa nei campi di concentramento e gli descrive anch'essi in modo dettagliato, mi è piaciuto anche perché questo libro fa capire cosa dovevano sopportare gli ebrei nei campi, e la crudeltà dei tedeschi.

Questa serie di ricerche è stata eseguita da me stesso, non altro che Mion Alberto, per l’esame orale di terza media. Attraverso l’utilizzo delle seguenti fonti: Geografia, il libro adottato dalla nostra scuola “Geografia Mondo 3” a cura di R. Bernardi S. Salgaro M. L. Pappalardo e S. Vantini; editato a Bergamo dalla casa Atlas 2007. Per italiano la poesia è tratta dal libro “il colore dei testi” a cura di Comalini Pieralda e Muschialli Giuseppina Archimede edizioni 2001, mentre per la scheda libro si trova tutto scritto nella pagina iniziale. Per quanto riguarda il Propaganda fascista, visto le scarse e in esaurienti informazioni contenute nel libro, ho trovato quello che cercavo nel sito: mercoledì 21 maggio 2008. Ho comunque dovuto sintetizzarlo e modificare il contenuto.
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La propaganda fascista fu un complesso sistema che si avvaleva di ottimi metodi per manipolare il pensiero delle persone appartenenti al regime. Il movimento fascista fu sempre intollerante verso le manifestazioni popolari e pronto ad appoggiare chiunque fosse propenso a usare la “mano forte”. Questo sistema autoritario fu assicurato da una grande capacità comunicativa:”La Propaganda”,attraverso la quale fu stabilito un controllo totale sull’informazione e sulla cultura.I fascisti tendevano a distinguersi perfino da caratteristiche fisiche e comportamentali quali,ad esempio,il volto sbarbato e un corpo allenato(simbolo di una vita attiva e sportiva);il modo di camminare che doveva imprimere sicurezza:movimenti veloci e scattanti;un proprio modo di salutare:braccio e mano tesi in avanti,il cosiddetto saluto romano obbligatorio nelle circostanze ufficiali e nelle parate. Proprio riguardo il modo di salutare il fascismo tentò,senza ottenere risultati,di abolire la stretta di mano. Mussolini nella sua Dottrina espose una concezione dello stato che sembrava riallacciarsi al pensiero risorgimentale,ma in realtà il fascismo pretese di costruire uno stato che accogliesse in sé ogni individualità per annullarla nella concezione di una propria priorità assoluta volta ad affermare il primato del dominio e della forza. Vi fu l’intelligente opera di strumentalizzazione che sfruttò le capacità di indottrinamento delle masse. Avvenne un drastico annullamento della volontà individuale per l’esaltazione assoluta del sacrificio e della sottomissione alla volontà del capo per il bene della patria. Tramite una propaganda che effettuò il controllo politico su tutti i mezzi di comunicazione ,avvenne il processo di fascistizzazione del paese,con lo scopo di orientare l’opinione pubblica,di caricarla,comunicando l’esaltazione della missione nazionale. I messaggi furono rivolti a tutte le categorie della società italiana e furono diffusi attraverso la radio,la stampa e il cinema. Con la propaganda si cercò di dare una giustificazione alle iniziative di guerra e di conquista.
GIOVENTU’ ITALIANA DEL LITTORIO:
Il fascismo considerava fondamentale la missione educativa,dedicando le cure maggiori all’educazione giovanile attraverso istruzioni di carattere assistenziale,risolvendo tutti i problemi attinenti alla scuola nelle istituzioni educative,scolastiche e parascolastiche,come la Gioventù Italiana del Littorio(G.I.L.).Il motto della G.I.L. era;”credere,obbedire,combattere.”,essa organizzava tutti i fanciulli e giovani italiani dei due sessi,dai sei ai ventun’anni,nelle seguenti categorie:
• Per i maschi:Giovani Fascisti,Avanguardisti, e Balilla;
• Per le femmine:Giovani Fasciste,Giovani Italiane,e Piccole Italiane;
• E inoltre i Figli Della Lupa per maschi e femmine.
Per la gioventù maschile,la G.I.L. coltivava ogni attitudine militare,impartiva una formazione che li preparava ad una vita in Marina o nell’Aviazione;per quanto riguardava la gioventù femminile invece la principale attività erano i corsi di preparazione alla vita domestica,nei quali le fanciulle si addestravano al buon governo della casa.
LA RADIO:
più di ogni altro mezzo assunse un ruolo di primo piano. I programmi trasmessi, in cui erano presenti svago ed informazioni allo stesso tempo per aumentare il numero degli ascoltatori, erano costituiti per lo più da discorsi del Duce o del Fuhrer, marce ufficiali o conversazioni sul razzismo. La radio diventava, così, la voce ufficiale dello Stato. Nel 1928 nacque l'Ente Italiano Audizioni Radiofoniche (EIAR) e la radio grazie a questo acquistò molta importanza tra i mass-media utilizzati dal Fascismo e tra la popolazione. In un regime totalitario avere il controllo dell'informazione è un elemento essenziale per il fatto che è l'unica voce esistente. Partendo da questo incontrovertibile dato di fatto si ha un indicazione per quanto concerne l'attività pratica del controllo dell'informazione fascista: ciò che è nocivo si evita e ciò che è utile al Regime si fa!
LA STAMPA:
E’ importante rilevare come il controllo attuato dai regimi sull’informazione fu possibile grazie all’acquisto,tra il 1911 e il 1925,delle maggiori testate giornalistiche,e,grazie all’introduzione degli albi. I quotidiani,attuando una censura su cronache nere o fallimenti economici,dipingevano il periodo fascista come un modello storico di pace e moralità. Lo stesso accadde nei giornali per bambini,volti ad inculcare nella testa dei più piccoli le ideologie fasciste(superiorità dei bianchi sui neri,malvagità degli ebrei)Già dai primi anni del Regime la stampa fu sottoposta ad un controllo formale.Nonostante però Mussolini avesse il controllo sulla maggior parte dei giornali,alcuni giornali d’opposizione come La Stampa e Il Corriere della Sera riuscirono a sopravvivere.Con le “Leggi Fascistissime” e quelle del venticinque,Mussolini dispose che ogni giornale avesse un direttore responsabile inserito nel partito fascista e che il giornale stesso,prima di essere pubblicato,fosse sottoposto ad un controllo.
Queste leggi inoltre istituirono”L’Ordine dei Giornalisti”i cui membri,ovviamente,dovevano far parte del Partito Fascista. Mussolini creò inoltre l’Ufficio Stampa,che nel 37,venne trasformato in Ministero della Cultura Popolare.Questo ministero aveva l’incarico di controllare ogni pubblicazione,sequestrando tutti quei documenti ritenuti pericolosi o contrari al regime,diffondendo i cosiddetti “ordini di stampa”( o veline) con i quali si impartivano precise disposizioni circa il contenuto degli articoli,l’importanza dei titoli e la loro grandezza. A capo di questo Ministero v’era Galeazzo Ciano,che poi divenne ministero degli Esteri e che si interessò anche dei mezzi di comunicazione di massa(radio e cinema).Il Min.Cul.Pop,oltre a controllare le pubblicazioni,si pose come obbiettivo quello di suscitare entusiasmo ed esaltare il mito del Duce.
IL CINEMA:
Nel 1925 avvenne la costituzione dell’istituto nazionale L.U.C.E. ovvero l’unione cinematografica educativa,(e nello stesso periodo,si chiudeva il cinema privato UCI. ente parastatale e poi in seguito statale per la propaganda e la diffusione della cultura popolare).Questo istituto,in cui i cinegiornali venivano proiettati obbligatoriamente in tutte le sale a partire dal 26,rappresenta il più efficace mezzo in campo dello spettacolo. La tematica più ricorrente diventa il mito bellico con il conseguente elogio del patriottismo.L.U.C.E. divenne il fulcro del cinema che venne posto alle dirette dipendenze del Capo del governo con l’obbligo della supervisione diretta di Mussolini sui materiali realizzati. La produzione del cinegiornale era costituita da immagini tipo rotocalco dove l’apertura e la chiusura erano dedicate a notizie riguardanti Mussolini,e nella parte interna trovavano spazio i documentari dell’estero.
Negli anni 30 nascono gli studi di Cinecittà e gli stabilimenti di Tirrenia,importanti riviste del cinema. Lo stato sostiene finanziariamente l’industria cinematografica,tanto che le sale presenti in Italia non erano poche,ma non così tanto da coprire l’intero territorio nazionale,così nacque il Cinemobile che proiettava i film nelle piazze. Nel 31 avvenne il passaggio dal cinema muto a quello sonoro.
LO SPORT:
Fin dagli anni ’30 fu perseguita la realizzazione di un’educazione fisica di massa.Mussolini fu spesso ritratta in foto come aviatore,schermidore,automobilista,cavaliere ecc. incarnando il simbolo di una concezione attiva e virile dello sport e dello stato.Il regime mussoliniano costituì il primo esempio di utilizzazione dell’organizzazione sportiva come strumento di propaganda.Al nascere della prima guerra mondiale il crescendo di vittorie olimpiche dell’Italia rappresentava uno dei fenomeni più caratteristici nel panorama sportivo internazionale,in particolare negli sport motoristici la nostra nazione raggiunse significativi risultati.La Mille Miglia concretizza nella propaganda il mito della velocità:le vittorie dell’Alfa Romeo,della Bugatti e della Maserati erano prova dell’elevato grado tecnologico dell’industria automobilistica italiana e campioni del volante come Nuvolari entrarono nella leggenda.Lo sport assunse un valore come attività educativa in sintonia con i valori della nazione guerriera propagandati dal Fascismo.Esso,come attività di massa,doveva stabilire una nuova gerarchia di valori ed essere espressione di uno stile di vita basato sulla supremazia del più forte.
Capitale: Pechino
Speranza di vita:71 anni
Densità:137 Ab./Kmq
Popolazione:131169000
Superficie:9574028
La Cina, rimasta a lungo in una posizione d’isolamento e in forte arretratezza, nel
XX secolo la Repubblica Popolare Cinese ha preso una svolta, ha abbandonato l'esperienza dell'economia pianifica. Il regime ha pianificato una graduale introduzione nel sistema produttivo di alcuni caratteri del libero mercato. Grazie a questa riforma l'economia cinese ha avuto un aumento di crescita molto sostenuto, il quale l’ha portata verso il vertice delle più grandi potenze economiche mondiali. Le riforme hanno permesso una metamorfosi della struttura sociale dello stato. Le massicce migrazioni dalle campagne verso le città, all'urbanizzazione e un'espansione edilizia che sta stravolgendo i territori; quindi anche i rilevanti danni ambientali; la disoccupazione di centinaia di milioni, i forti squilibri territoriali. Governare la crescita di questo paese nel modo sociale e ambientale migliore non è per nulla una cosa facile. Di questo ritardo ne risente soprattutto la democratizzazione del sistema politico, il rispetto dei diritti umani; ebbene questi problemi sono il peso maggiore per la Cina da abbattere per poter integrarsi nel contesto mondiale. Tra gli altri problemi che affliggono la Cina in questi anni, sono le controversie politico-territoriali:
la tensione con Taiwan, e la questione del Tibet, che da tempo vuole l'autonomia.
LA POPOLAZIONE
La Cina fu il primo paese a superare il milardo di abitanti, negli anni 80, fini a giungere 1,3miliardi di persone in questo periodo. Negli altri paesi il boom demografico fu provocato dalla diminuzione del tasso della mortalità e un miglioramento delle condizioni di vita. Le autorità cinesi negli anni 70, impaurite dall’enorme crescita demografica hanno varato un programma di pianificazione familiare, con il compito do controllare le nascite:penalizzavano le famiglie con più di un figlio, mentre agevolavano quelle con un figlio unico. Ad esempio: consentivano l'accesso alle sovvenzioni dello Stato solo alle famiglie con un figlio unico. Questa legge stava stravolgendo il sistema sociale tradizionale fondato sui legami famigliari. Nonostante il programma per il controllo delle nascite, il problema demografico rimane prioritario per lo sviluppo economico, che si stima toccare il miliardo e mezzo di abitanti a metà del XXI secolo. La forte pressione demografica crea notevoli squilibri sul piano sociale ed economico. Si verificano costanti esodi dalle aree rurali colpite da una forte disoccupazione verso i centri urbani per cercare impiego nel commercio o nell'industria. Si stima che nei prossimi anni tra i 300 e 500 milioni di persone abbandoneranno le campagne, facendo la più grande migrazione di massa nella storia umana.
TERRITORIO CINESE
La Cina è il terzo paese del mondo per estensione, dopo la Federazione Russa,e il Canada, e di conseguenza offre una grande varietà di climi e paesaggi.
Il territorio è a maggioranza montuosa, anche se il paese ha ampie aree di costa, essendo bagnato a sud e a est dall'oceano Pacifico.
A est, lungo le coste del Mar Giallo e del Mar Cinese Orientale, si estendono vaste pianure alluvionali molte densamente popolate, come il Bassopiano Cinese; le coste del Mar Cinese Orientale e la Cina meridionale sono dominate da catene montuose di scarsa altitudine.
Il territorio cinese può essere suddiviso in sette zone, ciascuna contraddistinta da particolari caratteristiche che la differenziano dalle altre:
• Cina nordorientale
• Pianura dell’Huang He
• Pianura del Chang Jiang
• Cina meridionale
• Cina nordoccidentale
• Mongolia interna
• Tibet
LE CITTA'
Le città cinesi sono di origine molto antiche: già al tempo di Marco Polo le città assunsero caratteristiche di commercio.
Tuttora c'è una grande divisione dal mondo rurale, analfabeta, a quello urbano, colto, tra sfruttati e sfruttatori. Grazie alla riforma politica-econimica varata dallo Stato dopo il secondo dopoguerra, si sta modificando l'assetto sociale della Cina, rendendo più facile l'integrazione fra i due mondi.
Nonostante ciò i forti squilibri sul piano socio-economico non sono stati annullati: si sta sempre più allargando il divario tra città e campagna dove risiede ancora la gran parte della popolazione, approssimativamente il 65%. Qui le condizioni di vita sono ancora di estrema arretratezza.
L'espansione delle città rappresenta un esempio molto evidente del volto nuovo che il paese sta raggiungendo. Molte città cinesi toccano i due milioni di abitanti:
• Harbin con 3 milioni
• Guangzhou con 4 milioni
• Sheyang con 5 milioni
• Hong Kong con 7 milioni
• Tiaijin che supera i 9 milioni
In molti casi, però, le città sono cresciute grazie alla continua migrazione dalle campagne alla città fino a formare megalopoli come Shanghai che tocca i tredici milioni e anche Beijing, ovvero Pechino la capitale con oltre 11 milioni.
Shanghai, è diventata la città principale del paese, capitale economica che ha attirato molte persone anche da capitali straniere.
Pechino sta procedendo a una ristrutturazione urbanistica per ospitare le Olimpiadi del 2008: si demoliscono quartieri senza riguardi, anche per le testimonianze storiche. Questa radicale crescita ha mutato radicalmente il volto delle città, i centri hanno perso la loro tradizionale struttura urbana, per accogliere grandi edifici residenziali e quartieri industriali.
Un esempio rappresentativo dello sviluppo urbano ed edilizio della Cina è rappresentato dalla città di Chongqing nella regione sud-occidentale del paese. Essa sfiora i trentuno milioni di persone, che può ormai contendere il posto di area urbana più popolosa del mondo. Questa città è stata fortemente voluta dal governo centrale per attivare il piano di sviluppo economico della sua regione, una delle aree interne della Cina meno sviluppate.
ECONOMIA
Lo sterminato territorio cinese possiede molte risorse naturali, tra qui spiccano quelle idriche, forse la più importante del mondo.
L'agricoltura cinese detiene da anni alcuni primati nella produzione di cereali.
L'industria, il pilastro dell'economia è sviluppato in tutti i comparti, tra la quale primeggia quello tessile cotoniero. In forte espansione è pero quello siderurgico, sul quale poggia la crescita realizzata negli ultimi anni, quello dell'informatica, delle automobili, e quello delle costruzioni.
La Cina si sta mostrando al livello internazionale uno Stato produttivo ma anche consumatore. La scelta del libero mercato sta consentendo un passaggio meno traumatico. Si sono comunque manifestati a livello sociale ed economico notevoli problemi, primo fra tutti il consistente aumento della disoccupazione.
La crescita economica non ha beneficiato in tutte le regioni allo stesso modo, ci sono ancora forti squilibri dovuti all'estensione del territorio: la regione costiera marcia spedita verso i livelli economici più avanzati, le regioni interne restano ancorate a un'economia prevalentemente agricola, o pastorale.
La società cinese mostra una spaccatura tra il nuovo ceto borghese, concentrano nelle metropoli, e la popolazione rurale.
BIOGRAFIA
L’autore, Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896, e muore nel 1981 a Milano. Trascorre l’infanzia a Monterosso, nelle Cinque Terre: il paesaggio ligure resta molto impresso nella sua anima, lo si può ben capire dalle sue poesie.
Studia canto fino al 1917 che è chiamato al fronte, terminata la guerra, ritorna in Liguria ed nel 1925 pubblica la prima raccolta Ossi di seppia; nello stesso anno prende anche posizione contro il fascismo, firmando come prova, il manuale degli intellettuali antifascisti, fatto dal filosofo Benedetto Croce. Nel 1926 incontra Italo Svevo e scrive alcuni articoli che lo renderanno famoso. Si trasferisce a Firenze dove, fino al 1938, dirigerà il Gabinetto Scientifico Letterario. Poi verrà assolto dall’incarico perché non era iscritto al Partito Fascista. Finita, la guerra alloggerà a Milano e sarà redattore del Corriere della Sera.
Nel 1975 riceve il Nobel per la Letteratura.
Le sue raccolte principali sono:
• Ossi di seppia (1925)
• Le occasioni (1939)
• La bufera e l’altro (1956)
• Farfalla di Dinard (1956)
• Satura (1971) con le liriche di Xenia, dedicate alla moglie morta nel 1963.

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
Che schiude la divini indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato
Montale grazie a questa poesia, dimostra la sua visione profondamente negativa dell’esistenza. Da come si può capire nella prima strofa il male di vivere affligge ogni essere vivente. Il ruscello strozzato, la foglia riarsa, il cavallo stramazzato, sono tre esempi del male de vivere. Il poeta il male di vivere l’ha provato molte volte, basti pensare all’epoca in cui lui consumava l’esistenza, un’esistenza afflitta da due guerre mondiali, una compiuta e l’altra in un futuro molto prossimo, e la nascita dei tre regimi totalitari europei. Questa poesia contrappone il male di vivere con la divina indifferenza, che sembra essere l’unica possibilità di fuga dal male di vivere.Il rivo strozzato, la foglia riarsa, il cavallo stramazzato sono le metafore usate per esprimere il “male di vivere” nella prima strofa, mentre nella seconda, la statua, la nuvola, il falco sono le metafore usate per esprimere la “divina indifferenza “.In questa poesia sono espresse due sfere di vita completamente diverse tra di loro: bene e male. Questi due concetti antitetici sono divisi dalle due strofe: nella prima il male è rappresentato dal cavallo, dal ruscello, e dalla foglia. Mentre nella seconda strofa è evidenziato il bene come l’indifferenza divina, cioè atteggiamento di superiorità e di distacco che possa rappresentare una momentanea fuga dal male di vivere.
Autore: Elisa springer
Titolo: Il silenzio dei vivi
Casa editrice: Marsilio editori
Ambiente: La vicenda si svolge in moti stati, e anche ambienti chiusi
Anno di pubblicazione:1997
Riassunto:
Il libro si apre con Elisa che ricorda la sua vita, la sua casa e tutte le persone a lei care che non ha più rivisto alla fine della guerra. Elisa è nata a Vienna e il suo tormento iniziò in seguito alla votazione nel 1938 dell’Anschluss (annessione con espropriazione totale dei patrimoni dell’ebrea espulsione dalle scuole.) In questo modo era approvata la legge che poneva fine all'indipendenza della' Austria, ma che la rendeva parte della Grande Germania. Uno dei i primi a risentire di questo cambiamento furono il padre di Elisa, Richard Springer, che fu catturato dalle SS e portato prima a Dachau e poi a Buchenwald da dove non fece più ritorno. La madre ed Elisa furono cacciate dalla loro casa, ma trovarono una sistemazione temporanea. Nel 1939 la situazione precipitò sempre di più e le persecuzioni incominciarono a interessare anche le donne e tutti gli ebrei. Una zia di Elisa che viveva a Londra, era riuscita ad ottenere il permesso di soggiorno solo per la madre ed Elisa avrebbe dovuto raggiungerla in un secondo momento. La madre di Elisa, si rifiutò di lasciare la propria figlia sola e così decise di rimanere per trovarle una via di scampo. Da lì a poco, riuscirono a conoscere un ebreo italiano che consentì a sposare Elisa per farle prendere una nuova cittadinanza. I tempi si prolungarono perchè i nazisti avevano capito i retroscena di questi matrimoni e così cercarono di ostacolarli. Nel frattempo il permesso di soggiorno per la madre era scaduto e inoltre, con il matrimonio,Elisa doveva lasciare presto l'Austria. La madre tentò di scappare in Ungheria, ma fu catturata e grazie alle conoscenze dello zio Richard, che nel frattempo le ospitava, sono stati relegati nel ghetto di Budapest; così Elisa si trovò sola con la speranza che un giorno avrebbe potuto rivedere sua madre. Elisa decise di trovare riparo in Italia, dove decise di fermarsi a Milano a lavorare come traduttrice. Ma le persecuzioni arrivarono anche lì ed Elisa fu arrestata nel giugno del 1944 e rinchiusa in carcere prima a San Vittore, poi a Como, infine di nuovo a San Vittore, da dove fu portata, con un treno che partiva da Verona il 2 agosto 1944, ad Auschwitz Birkenau. Dopo un lungo e disumano viaggio, la fecero scendere insieme agli altri ebrei in un campo di betulle in piena notte, dove vi erano gli ufficiali che li dividevano in due file; a chi era spedito nella fila di destra gli rimanevano soltanto poche ore di vita. C'era un ufficiale medico SS, Joseph Mengele e uno scrivano ucraino, un certo Bogdan. Quando fu la volta di Herta (una sua amica conosciuta durante la sua prima detenzione) con i suoi bambini, Elisa notò che le SS in camice bianche non alzarono nemmeno gli occhi su di lei. Con il frustino la spinse nella fila, dove c'erano in maggioranza vecchi, donne gravide, ammalati, invalidi e bambini. In quel momento senza pensare chiese in tedesco di poter seguire l'amica. D'improvviso, con uno scatto di rabbia, Bogdan prese Elisa per un braccio, la riportò nella colonna di sinistra e le disse: " Resta dove sei, domani mi ringrazierai". Mengele non fece caso al fatto e proseguì imperterrito il suo lavoro. Terminata la selezione, Herta e i suoi figli e tutti i deportati della colonna di destra furono condotti all'interno del cortile di quel fabbricato in mattoni rossi con un grosso camino che fumava in continuazione. In meno di due ore sarebbero stati fumo e cenere. Fortunatamente nella sua fila c'era anche l'amica Hedy. Gli uomini e le donne rimasti sul posto furono spinti invece in due baracche diverse, destinate alla disinfezione e alle docce. Subita Elisa si vide costretta a spogliarsi nuda davanti ai soldati SS armati e alle sorveglianti: come tutte le donne, fu depilata, in ogni parte. Asciugate con enormi ventole che producevano aria calda, subito dopo, ricevettero divise e abiti consunti, senza biancheria e con zoccoli disuguali. All’ingresso furono registrate e marchiate del numero di matricola sull’avambraccio sinistro. Per Elisa Springer, A24020. Auschwitz era diviso in due parti: c'era Auschwitz 1, formato solo da lager e Auschwitz Birkenau, il vero e proprio campo di sterminio, a cui era annesso il campo femminile. Elisa fu costretta a vivere in una baracca costruita in legno senza finestre e con due entrate. In mezzo una stufa mai funzionante nemmeno quando la temperatura esterna scendeva a più di venticinque gradi sotto zero. Alle pareti erano appoggiati dei tavolacci a castello su tre piani separati. Fu costretta a dormire su quei tavolacci in dodici che impedivano ogni tipo di movimento. Al risveglio le era dato un surrogato di caffè che usava per sciacquarsi. Poi c'era l'appello: dovevano metterti in fila fuori e gli ufficiali le contavano. Non era concesso guardare in faccia i tedeschi, ma si doveva guardare dritto senza muoversi mai. L'appello durava secondo il tempo atmosferico: se la giornata era bella, magari tre ore potevano bastare, se il tempo era brutto, tante volte duravano anche dieci o dodici ore. Il mangiare consisteva in un po' di minestra di rape dal sapore strano che bruciava terribilmente. Dopo la liberazione Elisa scoprì che nella minestra c'era del bromuro per farle stare calme e altri medicamenti per renderle sterili (esperimenti che facevano sui prigionieri). Nel pomeriggio c'era un nuovo appello e dopo si rientrava nella baracca, dove ti portavano della margarina con un pezzettino di carne. Quest’alimentazione così carente sarà causa di molte malattie tra cui il tifo, la scabbia, la febbre gialla, la dissenteria. Ogni quindici giorni c'erano delle selezioni che portavano ai camini crematori. Nella baracca di Elisa non si lavorava mai perché erano destinate a un altro campo. Poi, verso la fine di ottobre, Elisa fu trasferita e il suo convoglio doveva andare a Buchenwald, invece, durante il viaggio, il convoglio è stato diviso: una parte è andata a finire a Buchenwald incontro morte mentre il reparto dove stava Elisa a Hedy andò a finire a Bergen Belsen. La vita a Bergen Belsen era pressoché identica a quella di Auschwitz, anche se inizialmente sembrava migliore poiché non funzionavano ancora i crematori. Ma con l'arrivo del comandante J. Kramer, iniziarono ad essere attivate anche lì le camere a gas e i forni. Da Bergen Belsen è stata trasferita a Raghun. Vicino a questo campo si sentivano in lontananza dei bombardamenti, segno che le truppe alleate stavano arrivando. Il 17 marzo del 1945 dovette affrontare un altro spostamento con destinazione ignota. Dopo quattro giorni di viaggio arrivarono nel lager di Theresienstadt, in Cecoslovacchia, dove nel giro di pochi giorni i deportati aumentavano enormemente. Il Reich stava per attuare la Soluzione finale. In questo campo Elisa si ammalò di tifo petecchiale e rimase in coma per circa un mese. Al suo risveglio l'amica Hedy le disse che era il 9 Maggio del 1945 e che Terezin era stato liberato dalle truppe russe. Elisa fu messa in quarantena in un lazzaretto, poi ritornò in l'Austria da una sua zia, poi andò in Italia nell'Agosto del ‘45, dove fu aiutata e dove rincominciò a vivere.
PERSONAGGI:
Richard Springer: padre di Elisa, ragioniere, di cui ricorda i regali che le portavano al ritorno dai suoi viaggi.
La madre Sidonie Bauer, detta Siddy, molto bella.
Mucchi: la giovane governante.
La nonna paterna, Betty, e materna, Sofia; il nonno materno, Elkan.
Gli zii e le zie: l'unica sopravvissuta fu la zia Lotte, che ospitò e curò Elisa a Vienna al suo ritorno dalla deportazione.
Ge.sta.po: polizia segreta di stato in Germania.
Hedy è l'amica che si affianca alla protagonista in tutta la sua odissea attraverso i campi di Auschwitz, di Bergen-Belsen, di Theresienstädt.
Joseph Mengele: medico di Auschwitz, tristemente famoso per i suoi esperimenti su cavie umane.
Herta: amica conosciuta in carcere a San Vittore.
Tempo:
Il libro parla della vita di Elisa Springer (nata il 12 febbraio 1918). La maggior parte della vicenda, comunque si svolge durante la seconda guerra mondiale(1938-1945) . All'inizio del libro è presente un'introduzione datata 1995, anno in cui Elisa tornò ad Auschwitz.
Valutazione:
Il libro mi è piaciuto perché racconta in modo molto dettagliato la vita di Elisa nei campi di concentramento e gli descrive anch'essi in modo dettagliato, mi è piaciuto anche perché questo libro fa capire cosa dovevano sopportare gli ebrei nei campi, e la crudeltà dei tedeschi.

Questa serie di ricerche è stata eseguita da me stesso, non altro che Mion Alberto, per l’esame orale di terza media. Attraverso l’utilizzo delle seguenti fonti: Geografia, il libro adottato dalla nostra scuola “Geografia Mondo 3” a cura di R. Bernardi S. Salgaro M. L. Pappalardo e S. Vantini; editato a Bergamo dalla casa Atlas 2007. Per italiano la poesia è tratta dal libro “il colore dei testi” a cura di Comalini Pieralda e Muschialli Giuseppina Archimede edizioni 2001, mentre per la scheda libro si trova tutto scritto nella pagina iniziale. Per quanto riguarda il Propaganda fascista, visto le scarse e in esaurienti informazioni contenute nel libro, ho trovato quello che cercavo nel sito: mercoledì 21 maggio 2008. Ho comunque dovuto sintetizzarlo e modificare il contenuto.
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