Socrate e i sofisti

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Testo

PERICLE: il leader della democrazia ateniese affermava che il nostro sistema politico non compete con istruzioni che sono vigenti altrove.
La democrazia rappresenta il presupposto genetico e lo spazio operativo entro cui si è mossa storicamente la corrente dei Sofisti. Questi, ritenendosi sapienti, si propongono di insegnare Sapienza dietro pagamento, al ceto dirigente. La loro creazione fondamentale fu la retorica. In ogni caso la connessione tra sofistica e democrazia risulta strettissima. Ciò spiega a sua volta perché la democrazia abbia potuto trovare, in alcuni maestri della sofistica, una leggittimazione teorica e filosofica.
CARATTERISTICHE CULTURALI DELLA SOFISTICA: La Sofistica è stata definita come una sorta di “illuminismo greco”. L?illuminismo è il movimento culturale che si è verificato in Europa nel XVIII secolo, avendo come sua insegna l’uso libero e spregiudicato della ragione in tutti i campi. I Sofisti hanno riconosciuto il valore formativo del sapere e , per primi, hanno elaborato il concetto occidentale di “cultura” intesa non come un insieme di conoscenze specialistiche, ma come la formazione globale di un individuo nell’ambito di un popolo o di un contesto sociale.
In virtù della loro stessa professione che li costringeva a viaggiare da un posto all’altro, i Sofisti si fecero portatori di istanze cosmopolitiche che contribuirono ad un allargamento della mentalità greca e antica in genere, per lo più particolaristica e nazionalistica.
Il relativismo culturale: ovvero la molteplicità delle credenze e dei costumi degli uomini
Uno scrittore anonimo si propone di dimodtrare che le stesse cose possono essere buone o cattive, belle o brutte, giuste o ingiuste: " ragionamenti doppi".
Tutto dipende dalle persone. Per esempio nella vita umana il mangiare , il bere ed i piaceri sessuali sono delle cure invece per un ammalato sono un male, mentre per chi è sano e nè ha bisogno sono un bene.
Si parla anche di relativismo culturale cioè il riconoscimento della disparità dei valori che presiedono alle diverse civiltà umane; ad esempio opinioni diverse sul tatuaggio che presso i Traci nelle fanciulle è un ornamento, mentre presso altri popoli è una pena che si impone ai colpevoli.
L'UTILE COME CRITERIO DI SCELTA
Secondo Protagora in teoria tutto è vero, ma ciò non vuol dire che si è pronti a legittimare ogni comportamento. Protagora rispondeva infatti che nel vuoto di verità forti l'unìco criterio cui l'uomo può attenersi è il principio della utilità privata e pubblica delle credenze.
L'utile viene inteso come il bene del singolo e della comunità e diviene dunque per lui lo strumento di verifica e di legittimazione delle teorie stesse con ciò la verità è tutto ciò verificato e dimostrato storicamente e socialmente utile all'individuo, alla comunità e alla specie. Dalla critica tradizionale, questa teoria è ritenuta poco solida:
- per stabilire ciò che è realmente utile bisogna presupporre un criterio di verità
- si risolverebbe tutto in una forma di pragmatismo amoralistico.
Utilità e polis
Il sofista per Protagora si presenta soprattutto come un propagandista dell'utile ossia un intellettuale che attraverso la parola tenta di modificare le opinioni nel senso dell'utilità.
Protagora diceva di rendere migliore il discorso peggiore ossia di trasformare l'opinione meno utile e più dannosa in opinione più utile e proficua. In quei tempi si rischiava di legittimare soltanto l'utile dei potenti.
PROTAGORA: la fama di Protagora si diffuse in tutta la Grecia, in virtù del suo grande fascino intellettuale e della sua straordinaria eloquenza. Le sue idee spregiudicate in fatto di relifgione gli crearono però notevoli opposizioni, nonché un’accusa pubblica di empietà, per la quale dovette allontanarsi da Atene.
La tesi fondamentale di Protagora risiene nel principio: “L’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono”. Alla lettera, questa espressione vuol dire che l’uomo è il metri, cioè il soggetto di giudizio, della realtà o irrealtà delle cose e del loro modo d’essere e significato.
La posizione di Protagora è dunque una forma di
Umanismo: in quanto ciò che si afferma o si nega intorno alla realtà presuppone sempre l’uomo come soggetto del discorso o baricentro di giudizio, cioè come criterio, resola o metro di valutazione
Fenomenismo: in quanto noi non abbiamo mai a che fare con la realtà in se stessa, ma con il fenomeno, ossia con la realtà quale appare a noi
Realtivismo conoscitivo e morale: in quanto non esiste una verità assoluta, cioè sciolta dai vari punti di vista, ma ogni verità, ideale o modello di comportamento, è relativa a chi giudica nell’ambito di una certa situazione. Questo relativismo conoscitivo e morale poteva condurre alla tesi di equivalenza ideale delle opinioni, cioè alla dottrina secondo cui, in teoria, “tutto è vero”.
GORGIA: L’altra grande figura della Sofistica, Gorgia Lentini, presenta una dottrina più negativa circa le possibilità conocsitive e pratiche dell’uomo.
Nella prima opera, che doveva essere quella più importante, egli stabilisce le sue tre tesi fondamentali:
1. Nulla c’è.
2. Se anche qualcosa c’è, non è conoscibile dall’uomo.
3. Se anche è conoscibile, è incomunicabile agli altri.
Vi è una visione tragica della vita: infatti Gorgia sembra ritenere che l’esistenza sia qualcosa di fondamentalmente irrazionale e misterioso. Per questo filosofo le azioni degli uomini non paiono rette dalla logica e dalla verità, ma dalle circostanze, dalla menzogna, dalle passioni o da un ignoto destino, il quale fa si che gli individui si rivelino sempre, ad uno sguardo profondo, determinati e incolpevoli, essendo permanentemente in preda a qualcosa che li supera e li tiene in pugno.
La retorica come arte del ben parlare diviene dunque, dal punto di vista di Gorgia, l’arte della suggestuone e della persuasione, per cui chi la detiene può veramente dire di avere in mano le chiavi della città. Tant’è vero che nell’impostazione gorgiana la politica tende a ridursi a retorica. Le sue tesi paradossali stimolarono tuttavia la meditazione filosofica sul problema del linguaggio.
Lo scetticismo metafisico
Secondo la dottrina di Gorgia, è dunque la distruzione di ogni possibile metafisica, cosmologia o teologia e la sfiducia nelle capacità della nostra mente soprattutto quando pretende di accedere a qualche assoluto metafisico. Sganciati dall'essere e dalla verità il pensiero ed il linguaggio perdono ogni valore. (scetticismo gnoseologico). Se nulla è vero vuo dire che per Gorgia tutto è falso .
L'unica cosa che conta è la potenza del linguaggio perchè permette di cambiare gli stati d'animo.
Uomo tecniche e storia
Nella cultura greca vi era una nuova dottrina che ha la concezione della storia come progresso cercando di scrutare l'ìorige dell'uomo al di la del mito e spiegarne realisticamente il faticoso costituirsi in società mediante le tecniche e le leggi. Secondo protagora l'uomo si differenziò dagli animale superò le sue debolezze entrando in società e creando delle tecniche per trasformare il mondo circostante a proprio vantaggio.
Un altra tecnica è la politica ossia l'arte di vivere insieme che non veniva concepita come qualcosa di ristretto ma aperta a tutti gli uomini della polis, Ciò rispecchiava la situazione della polizia atenies
Tesi sulla religione
La prima affermazione filosofica è di Protagora e rappresenta la agnosticismo religioso, cioè quella teoria secondo cui Dio non è razionalmente affermabile o negabile in quanto non si possiedono strumenti mentali adeguati per ammetterne o escluderne l'esistenza.
Prodico di ceo sosteneva ke gli antichi consideravano gli dei in virtù dell’utilità che ne derivava, il sole, la luna, i fiumi e ttt le cose ke giovano alla nostra vitae nn sono un’invenzione dei governanti che inducono a credere nell’esistenza di una divinità per punire i comportamenti proibiti. . secondo Crizia(sofista politico) le divinità sono utili per controllare i sudditi
La problematica delle leggi
Le leggi venivano concepite come decreti degli dei. I sofisti invece la loro origine tutta umana. La concezione religiosa delle leggi era stata messa in crisi dall avvento della democrazia ateniese. Quindi visto ke la democrazia significa dibattito di pareri di fronte a un’assemblea, ke poi traduce le deliberazioni in leggi.Una società nn può esistere senza quell’insieme di regole che sono le leggi e devono essere rispettate xke senza di loro nn ci sarebbe una società e quindi neanke l uomo. (Socrate dirà che l uomo è partorito dalle leggi ).
Natura e leggi
Vi è una distinzione fra la legge naturale immutabile e quella umana mutevole. Antifonte ritiene vera solo la legge di natura, mentre quella umana la reputa decisamente falsa; si può dire ke la legge di natura si identifichi con valori ke la città(opprime l’individuo e lo mette contro i suoi simili) tende ridurre a zero
Le leggi e i potenti
Trasimaco afferma ke la giustizia costituisce una semplice maschera che nasconde gli interessi dei potenti; nn è altro ke l’utile del più fortee le leggi sono soltanto dei strumenti di cui si servono. Secondo Crizia (principale tra i sofisti-politici)le leggi sono dei paraventi per tutelare i propri interessi cosi cm il timore degli dei.
Secondo Callicle la legge di natura si identifica cn il diritto del più forte e le leggi civili sono soltanto i mezzi di difesa inventati dai deboli per salvaguardarsi dai potenti
Antilogie
La parola è fondamentale poiché il pensiero (=verità)conosce e la parole esprime. Protagora sulla base della sua teoria uomo-misura sosteneva ad esempio ke il metodo dell’antilogia o del discorso doppio cioè l’arte di costruire su ogni questione due discorsi contrastanti.
Anticamente si pensava ke su ogni argomento esistesse un unico punto di vista vero e solo un discorso capace ad esprimerlo. Protagora ritiene invece che nn esista situazione ke nn può essere considerata da un’altra ottica e quindi nn possa dare origine ad un discorso diverso..
Intorno ad ogni problema vi possono essere opinioni opposte e che il dibattito è aperto a ttt le persone che la pensano diversamente
La crisi della sofistica
La sofistica giunge alla creazione della cosiddetta eristica ossia dell’arte di vincere nelle discussione confutando le affermazioni dell’ avversario senza riguardo alla verità o falsità concettuale. Con l’eristica si ha dunque la totale risoluzione della filosofia nella retorica.
I sofisti erano destinati a divenire degli intellettuali sempre +isolati rispetto alle correnti più vive della cultura edella filosofia.
I sofisti nella storia
Si parla addirittura di eliminazione dei testi sofistici come una sorta di censura. I sofisti sono stati visti sempre nei loro aspetti negativi da opporre agli “angeli del vero sapere”:Socrate, Platone ed Aristotele. I s. vengono considerati addirittura l’incarnazione vivente dell’anti-filosofia.
Alcuni invece li ritengono importanti per aver preparato Platone ed Aristotele.
Un altro filone della critica novecentesca afferma che i sofisti sono:
-un momento decisivo nella storia intellettuale dei Greci
-aver dibattuto cn alcuni problemi rilevanti del pensiero filosofico.
VITA E FIGURA DI SOCRATE: Nacque ad Atene nel 470 o 469. Forse fu scolaro di Anassagora. Si allontanò da Atene solo per compiere il suo dovere di soldato e partecipò alle guerre di Potidea,Delio e Anfipoli. Socrate si tenne lontano dalla vita politica attiva. La sua vocazione, il compito ak quale si dedicò e si mantenne fede sino all’ultimo, su la filosofia. Ma egli intese la ricerca filosofica come un esame incessante di se stesso e degli altri. La sua personalità aveva qualcosa di strano e inquietante: assomigliava ad un Sileno e ciò era in stridente contrasto con il suo carattere morale. Eppure quest’uomo, che ha dedicato alla filosofia l’intera esistenza ed è morto per essa, non ha scritto nulla. Se Socrate non scrisse nulla, fu perche ritenne che la ricerca filosofica non poteva essere condotta innanzi o continuata dopo da lui, da uno scritto. Per Socrate che intende il filosofare come l’esame incessante di se stesso e degli altri, nessuno scritto può suscitare e dirigere il filosofare. Lo scritto può comunicare una dottrina, non stimolare la ricerca.
FILOSOFIA COME RICERCA E DIALOGO SUI PROBLEMI DELL’UOMO: Socrate seguì con interesse le ricerche degli ultimi naturalisti: tuttavia ne rimase deluso e si convinse ben presto, anche sotto evidenti suggestioni sofistiche, che alla mente umana sfoggono inevitabilmente i perché ultimi delle cose e che da essa non è dato di conoscere con certezza l’Essere e i principi del mondo. Perciò, abbandonati gli studi cosmologici, Socrate cominciò ad intendere la filosofia come un’indagine in cui l’uomo, facendosi problema a se medesimo, tenta, con la ragione di chiarire sé a se stesso, rintracciando il significato profondo del suo essere uomo.
Socrate fece suo il motto dell’oracolo delfico Conosci te stesso e secondo lui non si è uomini se non fra uomini, in quanto ciò che ci costituisce come tali è proprio il rapporto con gli altri. Socrate disse infine che “una vita senza esame non è degna di essere vissuta”.
IL CONCETTO: Nella movimentata struttura “a spirale” del dialogo socratico il punto focale e la molla dell’intero processo è l’interrogativo definitorio simboleggiato dal “che cos’è”, ossia la richiesta di una definizione precisa di ciò di cui si sta parlando. A tali domande, ad esempio l’interrogativo “che cos’è la virtù?”, l’interlocutore risponde di solito mediante un catalogo di casi vistuosi. Ma Socrate non si accontenta di questa sterile elencazione, perché a lui non interessano esempi di virtù, ma la definizione della virtù in se stessa. La domanda “che cos’è” rivela un duplice volto: uno negativo, indirizzato a mettere in crisi il dialogante e a spogliarlo delle forumle acriticamente accettate; l’altro positivo, teso a condurlo verso una definizione soddisfacente dell’argomento trattato.
LA MORALE: VIRTù COME RICERCA E SCIENZA: Per virtù i Greci intendevano il modo di essere ottimale di qualcosa. Riferito alla persona il concetto di virtù indica in maniera ottimale di essere uomo. I Sofisti invece avevano sostenuto che la virtù non è un dono che si possieda per natura o per divina elargizione, ma un valore e un fine che devono essere umanamente cercati e conquistati con sforzo ed impegno. Socrate sostiene che la virtù è sempre forma di sapere. Così egli, condividendo lo spirito essenziale dell’Illuminismo greco del V secolo a.C., tenta di sottoporre la vita al dominio dell’intelletto. Infatti dal punto di vista socratico, per essere uomini nel modo migliore è indispensabile riflettere, cercare e ragionare: ossia riflettere criticamente.

La discussione critica sulla morale di socrate
IL razionalismo morale di Socrate si poggia sulle virtù=sapienza e vizio=ignoranza,e lo usa per suscitare un dibattito invitandoti a ragionare è cosi accusato:
- di sopravvalutare troppo la funzione dell intelletto nel comportamento umano dimenticando la forza impulsiva e la volontà della psiche.
Qualche studioso lo difende affermando che se una cosa si vuole e si ama si mette in pratica altrimenti vuol dire ke la sua concezione era troppo superficiale.
-di formalismo etico in quanto definisce la virtù senza spiegare quale sia il comportamento effettivo che ogni uomo deve seguire. Viene difeso dicendo ke secondo lui l’uomo deve agire secondo ragione senza pretendere di stabilire quale sia il bene o il male.
La religione di socrate
Egli considera il filosofare come una missione che gli è stata affidata dalla divinità; egli parla di un demone interpretato cm la voce della coscienza, che lo consiglia in tutti i momenti decisivi della sua vita invitandolo a nn fare certe cose. Il demone è anche la guida trascendente e divina della condotta umana, quindi è un concetto religioso nn semplicemente morale.
Egli fa appello alla divinità e la ritiene garante dell’ordine del mondo; è dunque la custode del destino degli uomini. La sua religiosità nn si basa su credenze ma anima la sua ricerca filosofica
LA MORTE DI SOCRATE e L’ACCUSA: Meleto, Anito e Licone lo denunciarono alla città. Socrate era colpevole di non riconoscere come dèi quelli tradizionali della città, ma di introdurre divinità nuove; ed è anche colpevole di corrompere i giovani. Pena: la morte. Di fronte a questa imputazione, Socrate avrebbe potuto tentare di scagionarsi, oppure di lasciare Atene. Invece non volle. La sua difesa fu un’esaltazione del compito educativo e dichiarò che in nessun caso avrebbe tralasciato questo compito, al quale era chiamato da un ordine divino.
Le cause storiche e…
La cosa importante della vita di Socrate fu la sua morte che nn si seppe mai di sicuro cm avvenn. lUi si collocava in un contesto storico-politico della Grecia Antica.
Dopo la sconfitta ad atene si instaurò un governo filospartano ke accusò socrate di corrompere i giovani insegnando dottrine contrarie alla religione di stato. Socrate ormai guardava ad un passato gloriosa come ad un patrimonio da conservare perciò tendeva a chiudersi verso le novità.
Sembra in 1 luogo ke socrate fosse fautore di un aristocraticismo apolitico antitetico all’ideologia democratica teorizzata da Protagore perché secondo lui il governo era da affidare a poche persone preparate in materia e nn riconosceva di accedere alle cariche per sorteggio o elezione popolare.
Significati filosofici e ideali
La morte del filosofo costretto a bere la velenosa cicuta, testimonia la piena fedeltà di Socrate a se stesso e ai suoi principi teorici. Anche per Socrate oltre che per Protagora l’uomo sia tale in quanto rapportato cn la società retta da leggi.
Anche la condanna al posto della fuga fu preferire morire rimanendo fedele alle leggi anzhè viverle violandole.
Socrate è apparso cm il 1 martire del pensiero occidentale e ella sua esigenza d porsi cm libera ricerca poiché la sua morte rappresenta il tragico soccombere dell’intellettuale nei confronti del potere organizzato dalle forze politiche.
Socrate(Vsec A.C.) nell storia venne visto come….
-nella filosofia greca è un maestro del dubbio e distruttore di certezze
-nella visone neoplatonica cristiano.medioevale di ricercatore religioso e precristiano della verità capace di condurre la mente verso Dio
-per gli umanisti un intellettuale eticamente e politicamente impegnatoa costruire la città dell uomo
-per gli illuministi un libero pensatore
-per HEGEL un individualista e un moralista avulso dalle concrete strutture della polis greca
LE SCUOLE SOCRATICHE: Il grande interprete e continuatore di Socrate fu Platone. A Socrate fanno capo tuttavia alcune scuole che riprendono qualche aspetto della dottrina di lui ma si allontanano tutte più o meno dall’insegnamento fondamentale del maestro.
Sono quattro le scuole fondate da scolari di Socrate e delle quali abbiamo notizie:
- La scuola di Megara fondata da Euclide: che accentua l’universalità del bene fino a sottrarlo all’uomo e a identificarlo con l’essere di Parmenide.
- La scuola cinica fondata da Antistene: che pone il bene nelle virtù e ripudia il piacere.
- La scuola cirenaica fondata da Aristippo: che pone il bene nel piacere.
- La scuola eretriaca fondata da Fedone e che ebbe il suo nome da Menedemo, successore di Fedone, che era nato ad Eretria.

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