Materie: | Appunti |
Categoria: | Filosofia |
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Data: | 15.11.2000 |
Numero di pagine: | 3 |
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Testo
Erika De Candido cl.4°A
Socrate e la filosofia
“Cittadini Ateniesi, voi avete certamente conosciuto Cherofonte,(…) e voi sapete anche che uomo era e come era ben determinato verso quello che si volgeva a fare. Ed ecco una volta che egli recatosi a Delfi osò chiedere all’oracolo questa domanda, e, come vi chiedo, non rumoreggiate cittadini, faceva appunto domanda se vi è qualcuno più sapiente di me. E la Pizia rispose che non v’era nessuno che fosse più saggio. (…) Dopo aver udito questo responso ragionai così fra me e me :Cosa mai intende significare il Dio ? Perché io, per quel che mi riguarda, so di non essere sapiente, né molto né poco. (…) Ma, cittadini, sapiente è solo il Dio, e questo vuol significare nel suo oracolo: che la sapienza umana è degna di ben poco conto e pare anche che chiamando Socrate come sapiente, si è valso unicamente del mio nome a mo’ di esempio, come se avesse voluto dire cosi: è sapientissimo tra gli uomini quello che come Socrate ha riconosciuto in verità che a quanto sapienza non è degno di alcun conto.” ( Apologia di Socrate ).
La condizione prima e necessaria per la nascita della filosofia è, secondo Socrate, l’assunzione del fatto che l’uomo, per sua natura, non possiede la sapienza : “ L’unica cosa che so è di non sapere “ dice il filosofo. Il discorso filosofico si pone quindi come una incessante ricerca della verità, che ha appunto origine e stimolo dalla volontà e dal bisogno di conoscenza che solo chi si rende conto di non sapere possiede. Filosofia diventa ricerca, e il metodo della ricerca filosofica diventa discussione, esame e confutazione di tutte le opinioni possibili. Soltanto dal dialogare, che vuol dire collaborare ad una comune ricerca della verità, possono scaturire valori e verità comuni, o almeno vie e spunti che possano condurre ad essi. La continua ricerca socratica è infatti molto spesso inconcludente ( ed è questa una delle accuse che il discepolo Platone muoverà poi al maestro ),e al termine dei dialoghi spesso non si giunge ad una soluzione definitiva.
Ma qual è l’oggetto dell’indagine filosofica? Socrate nel Fedone dice di aver avuto, durante la sua gioventù, interesse vivissimo per lo studio della natura e delle cause della nascita, dello sviluppo e della corruzione delle cose. Tuttavia la molteplicità e la diversità delle ipotesi proposte dai naturalisti, anziché offrirgli la soluzione gli fecero aumentare i dubbi e lo convinsero ad abbandonare quel tipo di ricerca:
“ Intorno a costoro ( i filosofi precedenti ) ragionava così: ritengono di conoscere già tanto le cose umane che si mettono in tali indagini, ovvero, tralasciando le cose umane ed esaminando quelle divine credono di agire come si conviene ? E si meravigliava che alla loro mente non balzasse manifesta l’impossibilità di risolvere tali questioni, poiché anche quelli che erano orgogliosi di trattale non si accordavano mai l’un con l’altro, ma erano tra loro molto simili a gente che vaneggi.” ( Senofonte Memorabili ).
Socrate, assieme ai sofisti, è quindi il primo a spostare l’oggetto della ricerca filosofica sull’uomo e sui suoi valori. Per il filosofo compito primo dell’uomo è proprio occuparsi di sé stesso e della propria anima, secondo il celebre motto delfico “ Conosci te stesso “: la filosofia diviene quasi un continuo occuparsi di questioni morali assieme ad altri uomini, poiché ciò che ci rende tali è proprio il rapporto con gli altri, e il filosofare viene a costituirsi come la più importante e vitale attività per l’uomo. “ Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta “ così dice Socrate durante il suo processo, aggiungendo anche che egli, se fosse assolto, non potrebbe interrompere il proprio “ lavoro “ di interrogare e discutere con tutti i cittadini Ateniesi su questioni che riguardano l’uomo, perché egli si sente investito dal Dio per questa missione. La filosofia è quindi anche missione per Socrate, dovere di risvegliare e far vivere i propri concittadini, stimolandoli a trovare la propria opinione e la verità sui valori umani. Stimolare, non insegnare : il filosofo infatti non si propone come Maestro ( “ Io non sono mai stato maestro di nessuno “ afferma nella sua apologia ), e la sua arte è detta appunto maieutica, arte di far partorire.