Socrate e i Socratici

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

Voto:

2.5 (2)
Download:339
Data:16.10.2001
Numero di pagine:5
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
socrate-socratici_1.zip (Dimensione: 6.83 Kb)
trucheck.it_socrate-e-i-socratici.doc     31.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

SOCRATE E I SOCRATICI
La crisi di Atene e la condanna di Socrate
Socrate viene considerato il filosofo per eccellenza, che dedica la propria vita alla filosofia . Il periodo storico in cui vive è caratterizzato dalla disastrosa conclusione della guerra del Peloponneso, dalla dittatura dei Trenta Tiranni e dalla successiva restaurazione del regime oligarchico.
Nasce ad Atene nel 496 a.C. da uno scultore e da un’ostetrica. Inizialmente segue l’attività del padre ma poi grazie ad un’eredità può mantenere la famiglia e dedicarsi completamente alla filosofia. Si allontana da Atene solo tre volte durante la guerra del Peloponneso in cui combatte.
Svolge la sua attività soprattutto nelle vie e nei centri della vita pubblica della città, impegnato in un’incessante ricerca, in un continuo dialogo con i giovani e con gli uomini di ogni ceto e condizione. Nel 399 viene processato con l’accusa di non riconoscere come dei quelli tradizionali della città e di corrompere i giovani e per questo fu condannato a morte.
Si descrive come un tafano posto ai fianchi della città con il compito di stimolare ogni giorno, ovunque, uno per uno i suoi cittadini, per convincerli a seguire la virtù.
Il problema delle fonti
Socrate non ha lasciato nessun testo scritto e lo conosciamo solo tramite le testimonianze di altri filosofi e autori, soprattutto:
• Senofonte, ma ha conosciuto Socrate solo nel periodo giovanile
• Platone: la fonte principale, discepolo e amico di Socrate, che fa di lui il personaggio principale dei propri dialoghi
• Aristotele, che è stato discepolo di Platone ma è nato dopo la morte di Socrate quindi lo conosce solo tramite altre fonti
È difficile distinguere il Socrate della leggenda dal Socrate storico perché spesso le interpretazioni degli autori hanno la prevalenza sulla realtà storica.
La vita come dialogo e ricerca
Socrate si impegna nello studio dei discorsi ma a differenza dei sofisti egli non considera il discorso un semplice mezzo di persuasione ma come un mezzo per cercare la verità oggettiva.
• Per i sofisti il discorso è comunicazione unidirezionale finalizzata a persuadere l’interlocutore, il quale ascolta e viene convinto.
• Per Socrate il discorso invece è dialogo, finalizzato a cercare la verità insieme all’interlocutore che è attivo, pone domande e risponde a domande ragionando insieme all’altro.
Socrate si impegna a smascherare ogni presunzione di verità: la sua pratica filosofica fondamentale è la confutazione del sapere corrente.
Afferma “so di non sapere” e il riconoscere la propria ignoranza costituisce il primo passo verso l’acquisizione della verità. Infatti chi presume di sapere non assume un atteggiamento di ricerca. Coloro che pensano di sapere sono doppiamente ignoranti: perché non sanno e soprattutto perché non si rendono conto di non sapere.
Il compito fondamentale del filosofo non è quindi quello di rendere gli ateniesi più sapienti come intendevano fare i sofisti, ma renderli più consapevoli dei limiti del proprio sapere e soprattutto di insegnare a ragionare.
L’altra affermazione è “conosci te stesso”: secondo il filosofo il bene maggiore per l’uomo è fare ricerche su sé stesso e sugli altri. La vita è una ricerca incessante e la verità non è mai data una volta per tutte.
Il metodo e la conoscenza
Come metodo di ricerca nei dialoghi Socrate utilizza l’ironia: con essa il filosofo pone continue domande al proprio interlocutore fingendo di essere ignorante. Le domande hanno come scopo la confutazione delle certezze altrui, in modo da renderlo consapevole della propria ignoranza.
All’ironia segue la maieutica, cioè l’arte di far partorire che praticava la madre. Socrate non trasmette il sapere ma si limita a comunicare lo stimolo per la ricerca aiutando ciascuno a generare da sé la verità. Di sé dice di essere “sterile”: fa partorire, ma egli stesso non partorisce una verità.
L’arte maieutica è quindi un metodo della ricerca in comune.
La ricerca di Socrate ha come oggetto l’essenza, cioè quella caratteristica comune a numerosi atti che li definisce in un certo modo. Chiede che gli venga detto “che cosa è”, cerca i concetti generali da usare come modello. Cerca cosa c’è di identico nelle azione buone, in determinate cose ecc.
Secondo Aristotele, Socrate ha per la prima volta realizzato un procedimento volto a fornire la definizione razionale di quei valori, per determinarne il concetto e l’essenza.
A Socrate interessano solo le finalità morali della propria indagine e non gli interessa il raggiungimento di un risultato definitivo.
La sua filosofia è dunque una ricerca sempre aperta sui problemi e sui fini della condotta umana.
La nuova idea di virtù
Per Socrate la virtù è sapere: sapere cosa dobbiamo fare ogni volta che ci troviamo di fronte a scelte importanti. L’identificazione tra sapere e virtù porta a due conclusioni:
• Tutte le virtù si riducono al sapere. Cioè la virtù è una sola: sapere ciò che è bene e ciò che è male
• Nessuno fa il male volontariamente. Nessuno farebbe del male conoscendolo come tale, quindi chi fa il male significa che non sa. Chi compie il male avendo la possibilità di non farlo è spinto solo dalla sua ignoranza.
Per queste affermazioni si è parlato di un intellettualismo etico di Socrate, cioè una morale ridotta alla conoscenza in cui è trascurato il momento della scelta. Questo perché nella cultura greca non era ancora presente l’idea moderna di volontà. Per noi c’è una diversità tra ciò che si sa e ciò che concretamente si decide di fare.
Invece per Socrate il sapere è una forza direttiva dell’azione umana: se davvero si sa cosa è bene, non si può non farlo.
La riflessione socratica è coerente con l’eudonismo della filosofia greca classica: essa identifica il bene morale con la felicità e il male con l’infelicità. Questo implica che chi fa il bene è anche felice, quindi chi conosce il male non può farlo perché lo renderebbe infelice.
Una nuova concezione dell’anima
Se la parte principale della dottrina socratica è “conosci te stesso”, la fonte primaria della conoscenza e dell’azione è l’anima. Per Socrate l’anima è un’entità spirituale contrapposta al corpo e in questo sembra riprendere alcuni motivi tipici dell’orfismo e del pitagorismo.
Per Socrate il morire è una delle due cose: o un non essere più nulla, non avere più nessuna sensazione, oppure un “mutar sede”.
L’anima si presenta come il luogo della coscienza e del pensiero, l’asse su cui si muove l’intera vita interiore dell’individuo.
Socrate afferma di recare dentro di sé un demone, una specie di divinità la cui voce si fa sentire per dirgli quello che non deve fare. L’idea del demone fa pensare agli ateniesi che lui voglia introdurre nuove divinità e per questo lo condannano a morte.
Secondo alcune interpretazioni il demone sarebbe la voce della coscienza, la principale guida morale dell’uomo
La polis e la legge
Fra i doveri primari del cittadino c’è il rispetto della legge, anche quando essa viene applicata in modo ingiusto.
Per questo Socrate non scappa quando viene condannato a bere la cicuta: anche se gli ateniesi hanno sbagliato egli è figlio delle leggi della sua città e non può quindi sottrarsi ad esse.
La convivenza sociale è frutto di un patto tra tutti i cittadini e tra questi e le leggi che hanno contribuito a emanare.
La morte di Socrate rappresenta l’intransigenza morale con cui il filosofo ribadisce il valore delle sue idee. L’attività filosofica richiede un impegno esistenziale completo, e una piena coerenza fra parole e fatti.
Confronto tra Socrate e i Sofisti
ANALOGIE
1. attenzione per l’uomo e disinteresse per il cosmo
2. ricerca nell’uomo e non fuori dall’uomo dei criteri che guidano i pensieri e l’azione
3. atteggiamento spregiudicato, mentalità antitradizionalista e anticonformista e razionalistica che porta a mettere tutto in discussione
4. importanza del linguaggio e dei paradossi
DIFFERENZE
1. Socrate rifiuta di fare della cultura una professione, non si fa pagare
2. Socrate ha un grande amore per la verità e un rifiuto di ridurre la filosofia a pura retorica cioè a puro esercizio verbale
3. Socrate tenta di andare oltre il relativismo conoscitivo e morale dei sofisti, crede alle verità e ai valori comuni

Esempio