Socrate

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Testo

SOCRATE

Figlio di uno scultore e di una levatrice, nacque ad Atene e morм condannato a morte con l'accusa di introdurre nuovi dei e di corrompere i giovani.
Non lasciт nulla di scritto poichи la sua attivitа di filosofo si svolgeva attraverso il dialogo ed il rapporto personale.
Abbiamo sue notizie grazie a tre fonti principali: Platone, Senofonte, Aristotele. Ma la fonte platonica viene considerata la piщ affidabile.
Criticт la filosofia naturalistica, perchи convinto che l'uomo deve indagare se stesso e non quel che ha attorno, e dalla conoscenza di sи si arriva alla veritа. L'uomo non и in grado di capire quale sia il principio di tutte le cose poichи non ha questo dono.
Egli non demonizza il corpo, a contrario degli orfici, ma lo considera semplicemente la dimora dell'anima, e quindi inferiore ad essa.
Egli afferma di non sapere ed interroga tutti coloro che incontra; insegna la vera virtщ, ma non la definisce mai, valorizza l'individuo ed il suo valore e si preoccupa essenzialmente della salvezza dell'umanitа.
Capiamo dunque che il suo interesse и rivolto esclusivamente all'uomo.
IL DIALOGO: Il modo di far filosofia di S. ed il suo pensiero, sono contenuti nei suoi dialoghi biunivoci.
Solo attraverso un lavoro di decostruzione e di analisi del pensiero possiamo giungere alla veritа, alla conoscenza di se e alla virtщ.
Nei dialoghi di Platone appare il gusto di Socrate a contrapporre la sua arte di parlare a quella dei sofisti. L'interesse comune и quello dell'uomo , del suo sapere; ma mentre per i sofisti questo interesse и soggetto di mestiere, per Socrate non poteva essere tale, ma doveva essere trovato in se stessi, attraverso un esercizio di dialogo.
Inoltre i sofisti erano soliti retoreggiare e parlare con una folla impossibilitata alla replica, il dialogo socratico и botta e risposta. La meta dei sofisti и il guadagno e la vittoria, la meta di Socrate и la veritа.
Per attivare il dialogo, egli usa l'atteggiamento dell'ironia: professando di non sapere, smaschera la falsa pretesa dell'altro, la sua vuota presunzione, e questa sensazione di smarrimento in cui si viene a trovare l'interlocutore lo rende capace e curioso di cercare la vera conoscenza.
La confutazione di Socrate va contro l'ignoranza di se stesso e delle cose primarie per l'esistenza.
IRONIA: dire una cosa intendendone il contrario. L'ironia appunto non и esclusivamente distruttiva ma mira a suscitare la RICERCA DEL SAPERE.
Vi sono due momenti principali nel dialogo:
-pars destruens: quando si confuta (si smonta la falsa pretesa di sapere)
-pars costruens: l'arrivo alla veritа
MAIEUTICA: arte di far partorire. Cosм come sua madre si occupava di far nascere corpi, cosм Socrate si occupa di far nascere la veritа. Egli stesso disse: "la mia arte di ostetrico, assomiglia a quella delle levatrici, ma a loro differenza io opero sugli uomini e non sulle donne, e provvede alle anime partorienti e non ai corpi.Poichи, questo ho in comune con le levatrici, che anche io son sterile...di sapienza; che si, interrogo gli altri, ma mai manifesto io stesso in alcuna questione il mio pensiero, ignorante come sono. E la ragione и appunto questa, che il Dio mi costringe a fare da ostetrico, ma mi vietт di generare".
Anche qui si nota la differenza tra Socrate ed i Sofisti. Il dialogo di Gorgia и apparente e mirato a convincere una folla "ignorante" che si vuol rendere schiava delle proprie opinioni. Il dialogo di Socrate и reale e reciproco, per cui chi interroga e chi risponde giunge alla consapevolezza del significato della propria vita. La retorica sofista non и che pura adulazione. Il dialogo socratico aiuta l'uomo nella ricerca della virtщ.
VIRTщ: ricerca e scienza, per i greci era qualcosa di dato dagli dei , per Socrate non и un dono ma una conquista.
La differenza tra Socrate e i sofisti, si misura inoltre nel dialogo tra Socrate e Gorgia. Ai discorsi lunghi dei sofisti si contrappongono quelli corti di Socrate, che permettono attraverso domande e risposte attinenti al tema, di non perdere di vista l'argomento di cui si sta parlando. Connesso al tema dei discorsi brevi vi и inoltre quello della folla, ripreso piщ volte da S. La folla, in sostanza, va bene per i sofisti, interessati non al bene del singolo ma al dominio. Si noti il ritornare all'affermazione : CONFUTA E LASCIATI CONFUTARE. Questo indica quanto nei dialoghi ci sia in gioco qualcosa che riguarda essenzialmente il singolo individuo e non l'oggetto del contendere.
CONFUTARE: controbattere un'affermazione dimostrandone l'infondatezza.
Di fronte all'offerta di libertа in cambio di non filosofare Socrate ribadisce il suo solito modo di fare che consiste nel non lasciar tragua a coloro che incontra., interrogando e confutando per vedere se si preoccupeno delle cose essenziali, pittosto di quelle meno importanti. Il pensiero e la cura dell'uomo, infatti, devono essere rivolti al conseguimento della veritа e della virtщ: questo significa occuparsi dell'anima. Di fronte a ciт il resto non ha importanza, neppure in una cittа grande e famosa quanto Atene, ne in un'altra cittа, perchи il senso ed il significato della vita stanno prorpio nella continua ricerca del bene e della virtщ. Nи d'altronde gli sarebbe possibile, anche se volesse perchи deve obbedire al comando del Dio. Questa voce, il famoso DEMONE SOCRATICO, compare spesse volte nei dialoghi socratici ed esprime, insieme alla consapevolezza di un impiego coerente a cui non venir meno e al rispetto di sи , anche la profonda differenza tra Socrate e i sofisti. Al di lа dell'uomo misura di tutte le cose, esiste una "misura" diversa, indipendente dall'uomo stesso, che non consiste solo nella capacitа di capire e vincere nella discussione. E' un dono che non va sprecato, come invece gli ateniesi erano soliti fare,; per questo Socrate non chiese compassione, poichи bisogna aver rispetto per la veritа che non dipende dall'uomo.
Senza conoscere noi stessi non saremo mai in grado di classificare bene e male.
L'anima и specchio del divino. Non si tratta di autoriflessione, di una misura riferita solo a sи, ma di una conoscenza resa possibile da un precedente uscire da sи, dal riconoscimento di una veritа che, presente giа nell'interioritа dell'uomo, non и tuttavia da lui esclusivamente fondata, poichи coinvolge tutti gli uomini. Arriviamo dunque all'affermazione: vero sapiente и colui che ammette di non sapere.
Coloro che vengono ritenuti sapienti: politici, poeti, artigiani...hanno false pretese di sapere, poichи confondono la tиchne sofista con la sapienza. Presumono cioи di avere la veritа, e di poterla insegnare agli altri, ma unico e vero sapinte и DIO. La veritа и un dono di Dio, che l'uomo da solo non possiede, e che va ricercata. La virtщ и una sola, anche se si manifesta con volti diversi (coraggio, giustizia...). La virtщ и una sola poichи consiste nel riconoscere il meglio dell'uomo: IL BENE.
Socrate trovт tre caratteristiche principali nella virtщ:
-AUTODOMINIO:dominio della ragione su tutti i sensi irrazioneli
-AUTARCHIA: l'uomo virtuoso и autarchico, non ha bisogno di nulla poichи trova tutto nella ragione
-LIBERTA'
ETICA: dottrina di ciт che и bene e ciт che и male, sempre molto vicina all'antropologia: dico cosa и bene e cosa и male in base all'uomo.
INTELLETTUALISMO ETICO:
si riassume in due grandi paradossi:
-l'uomo ingiusto и tale per ignoranza, infatti non conosce ciт che и meglio per sи
-se l'uomo conosce se stesso non sbaglierа poichи conosce cosa и bene e male
Non esiste il caso in cui l'uomo conosca il bene e non lo compia. LA CONOSCENZA DEL BENE и NECESSARIA E SUFFICIENTE PER COMPIERLO.
L'ANIMA и intelligente, razionale e coscente.
FELICITA': и data dalla misurazione sapiente di piacere (non solo intellettuale). Ribadendo, d'altro canto, che il piacere spirituale dona piщ soddisfazioni rispetto a quello fisico.

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