Sant'Agostino

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Testo

Sant’Agostino.
Aurelio Agostino nasce nel 354 d.C., nel periodo di declino dell’Impero romano, nell’Africa del Nord dove insegna retorica ed aderisce al manicheismo; riceve appoggi per trasferirsi a Milano; l’anno fondamentale della sua vita è il 386 quando si converte al cristianesimo e ritorna in Africa; ad Ippona diventerà vescovo ed il più importante dei Padri della Chiesa.
Il suo libro più famoso si chiama le “Confessioni” in cui la parola confessione non significa scavo interiore e psicologico, nel suo senso moderno e settecentesco, ma narrazione di fatti concreti sia positivi che negativi che possano esortare al senso etico ed alla Verità, a Dio; si tratta del racconto della lotta tra il desiderio e la volontà diretta a Dio e l’abitudine alla morte, cioè al peccato ed ai desideri carnali.
Agostino, pur essendo stato per breve periodo seguace della teoria che dubitava su tutto e negava la possibilità di scoprire la verità, lo scetticismo, conobbe profondamente l’opera di Plotino; proprio i neoplatonici sono stati il veicolo che ha portato Agostino al cristianesimo, religione comunque rivoluzionaria e per molti aspetti non assimilabile a nessuna altra, come dimostra la sua esistenza dopo 2000 anni; da Plotino Agostino accetta l’idea di Unità del Dio e della sua Trascendenza, insita al di fuori della materia; la verità si ricerca nel dialogo interiore tra Dio e la propria anima, che è il riflesso di Chi ci ha creato a sua somiglianza, e non nella contemplazione o nell’adorazione del mondo esterno; Dio e la sua incarnazione in Cristo sono, però, delle persone e non puro intelletto come diceva Plotino o motore immobile come affermava Aristotele.
Secondo Agostino, Dio è bene ed avendo creato tutto a propria immagine, anche ogni cosa per essere deve essere bene; lo è ontologicamente anche se con vari gradi di perfezione; il male non è inesauribile, non è un principio cosmologico come dicevano i manichei, ma è la corruzione del bene, fino al grado in cui il bene è completamente negato, è un difetto di volontà che deriva dal peccato originale; esiste perché esiste il Bene, il Supremo Bene e non viceversa; esso non è un principio assoluto derivante da Colui che è invece solo Provvidenza, Misericordia e soprattutto Amore; è un difetto, un indebolimento del bene e della perfezione, necessario per l’ordine cosmico ed etico, presente, quindi, sia nell’ordine fisico che nell’ordine morale delle cose, che porta alla conseguente scelta del peccato da parte del libero arbitrio dell’uomo.
Solo cercando dentro se stessi, dentro l’uomo, la creatura che Dio ama, si ritrova Dio, che è in noi; la ragione ci può portare alle soglie della Fede ed alla ricerca di Dio che è insita in ogni uomo che pensa; la ragione può anche spiegare e rendere forte la fede che comunque, in primis, ci è stata rilevata da Dio; solo con la fede, con il cuore, con la Grazia, cioè il dono dato da Dio alle sue creature, con l’inabissarsi verso Dio e spesso col lottare dell’anima, si scopre ciò che Dio è: un essere pieno, autosufficiente ed concreto; la fede insieme alla ragione (come dirà, sviluppando la questione, la Scolastica) portano alla Salvezza eterna.
Come si arriva alla salvezza? attraverso il libero arbitrio, la libera scelta da parte dell’uomo del sommo Bene, della Perfezione e rifiutando la privazione dell’Essere, cioè il male, i beni terreni o comunque inferiori, i beni non supremi dato che il male è solo un bene fuggevole e precario; solo Dio, comunque, ti permette di scegliere il bene grazie al dono della Fede ed alla Grazia che è la vera libertà; solo la Grazia rende fatto la volontà; per esempio rende possibile la conversione di Agostino e degli uomini in generale; ogni bene deriva da Dio, anche le cose materiali da lui create che infatti sono relative ed hanno una connotazione materiale, temporale e spaziale determinata, e derivano dall’unica Causa: Dio che è, invece, perfetto ed immutabile, senza tempo o luogo.
Il tempo d’altra parte è un atto umano, una nostra rielaborazione mentale, un’estensione dell’anima: il passato esiste perché esiste la memoria, il futuro ha un senso nell’attesa e nella progettualità operata dall’anima; il presente fuggevole non esiste, ma è così definito dalla nostra interiorità, dall’attenzione della nostra anima diretta ad esso.
Ne’il tempo ne’ la Storia hanno cicli o tornano all’Uguale, ma sono governate solo da Dio e dalla Provvidenza che, pur rispettando la libertà dell’uomo, si realizza secondo un fine: si svolge dal momento della creazione, all’incarnazione, alla Resurrezione dopo la fine del mondo; a questo punto l’uomo sarà presso Dio, finalmente salvo nell’Eternità e fuori dal tempo e dal peccato.
Nel frattempo il mondo di divide in due città, due società: la città dell’uomo, dell’amore di sé fino al disprezzo di Dio, della gloria del mondo, degli scopi terreni, degli Stati temporali di ogni tempo e luogo; solo quando lo Stato, oltre ad assicurare i beni temporali, vuole servire Dio e nella misura in cui il suo fine è quello redimere l’uomo non è del demonio, ma è subordinato alla città celeste che non è la Chiesa terrena, ma la terra degli angeli e di tutti gli uomini convertiti e redenti, anche non facenti parte della Chiesa empirica.
Entrambe queste realtà, quella terrena e quella celeste, sono concetti spirituali e mistici e non sono realtà contingenti o storiche.
Le confessioni
In particolare nell’opera le Confessioni Agostino descrive il disegno salvifico che Dio ha progettato per lui e per la sua anima, la lotta tra peccato e redenzione, il rifiuto finale delle lusinghe terrene, sia la lussuria che la gloria terrena; tutta la sua vita assume significato alla luce della conversione avvenuta, per l’epoca, a tarda età, tramite la Grazia divina e l’annuncio operato da Cristo e riconosciuto dal dono della Fede.
I toni stilistici usati nell’opera sono spesso emotivi e sostenuti dalla preghiera e non dalla disputa intellettuale in cui Agostino aveva impegnato i suoi anni, ma dalla invocazione a Dio presso cui solo si può trovare rifugio perché “tutto da te, tutto per te, tutto in te”.
Dio, che non ha vizi, è sempre vicino all’uomo e lo sostiene, rendendolo solidale col prossimo, con cui forma una comunità, ed elevandolo verso sé; per fare questo l’uomo, il cui paradigma è Agostino stesso, deve riconoscere i suoi peccati e convertirsi per diventare un uomo nuovo, purificato, depurato dalla morte del peccato e per conoscere, invece, la Verità immutabile e non opinabile grazie alla Fede.
Esiste, quindi, una Verità indefettibile che è “la vita delle anime, la vita delle vite, vivente per tua sola virtù (n.d.a quindi autosufficiente e causa prima dell’essere) senza mai mutare, vita dell’anima mia”. L’anima è creata a somiglianza della Trinità le cui Persone non corrispondono a realtà fisiche come invece sostenevano i manichei che identificavano la luce con il Padre, il sole e la luna con Cristo, l’aria con lo Spirito.
Le Confessioni è un libro che deve essere letto a tutti, a tutti i fedeli, anche analfabeti, per spronarli alla via del Signore, per fare capire loro come superare il peccato, presente in ogni uomo, anche in colui che diventerà Santo; questa esortazione morale si realizza attraverso la narrazione degli errori e della salvezza di Agostino e dei suoi comprimari operata da Dio; questi exempla, casi umani esemplari (come quelli di Ambrogio e dello stesso Agostino), i cui primogeniti sono presenti nella letteratura classica, sono spiegati davanti all’auditorio di tutti i fedeli e servono alla conversione del loro cuore grazie alla vita integerrima ed allo studio della religione operato da questi grandi cristiani attuato con la mente, ma soprattutto con l’anima.
Per esempio un fatto esemplare è quello raccontato nelle Confessioni: dopo la conversione la madre di Agostino, devota cristiana, morirà e la sua morte è il simbolo della fine dell’affetto umano che Agostino prova e che deve essere soppiantato dall’amore per Dio e dalla attesa della Vita ultraterrena e della Salvezza.
L’insegnamento finale ed ultimo di Agostino è, quindi, quello descritto dalla sua opera più famosa: “Gettati in Lui senza timore. Non si tirerà indietro per farti cadere. Gettati tranquillo, egli ti accoglierà e ti guarirà.”.

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