Appunto sui filosofi Pluralisti

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Testo

- Appunto sui filosofi Pluralisti -

Una svolta nella filosofia presocratica: il pluralismo

A partire dal V secolo a.C. alcuni pensatori ristudiarono la posizione degli Eleati, riesaminarono i loro ragionamenti e riproposero su basi differenti la trattazione intorno all’essere e al non-essere. Tenendo fede all’essere e all’esigenza che l’essere coinvolgeva. Essi cercarono di evitare la conclusione più vistosa che da quelle premesse derivava, e cioè la negazione del divenire. A tal fine abbandonarono il “manismo” fin allora imperante: non vollero quindi spiegare più la realtà mediante un unico elemento (l’acqua di Talete, l’aria di Anassimandro, ecc.) e fecero appello a più elementi. Ma essi immisero le qualità che l’eleatismo aveva dato all’essere.
Ciascuno degli elementi originari ammessi dal pluralismo ha i caratteri dell’Essere parmenideo, e cioè è ingenerato, indistruttibile, immutabile e, contemporaneamente, questi molteplici danno origine alla vita, alle trasformazioni ed alla morte delle cose e quindi permettono il divenire della realtà.
Questi filosofi furono chiamati PLURALISTI in quanto sfruttarono più principi per spiegare tutto. I più importanti sono : Empedocle, Anassagora, Democrito.

Empedocle e le 4 “radici” dell’essere

Empedocle nacque ad Agrigento introno al 468 a.C. e morì nel 424. Non solo filosofo ma anche uno scienziato, fisico e taumaturgo. La sua attività letteraria fu molto consistente, ci sono rimasti solo 150 frammenti, risalenti alle due opere principali: Sulla Natura e le Purificazioni.
Empedocle ammette come sostanze, o RADICI dell’universo quattro elementi: FUOCO,ARIA,TERRA E ACQUA, ciascuno dei quali possiede una propria struttura qualitativa irriducibile: il fuoco rimane sempre fuoco, l’aria sempre aria e così via. Le quattro radici sono perciò sostanze eterne e immutabili, ma le particelle di questi elementi si uniscono secondo determinate proporzioni quantitative e si separano dando vita a molteplici cose, alla loro trasformazione e alla loro morte. Inoltre ciascuna radice è riportata a una divinità. Zeus splendente è il fuoco, Era che vivifica, l’aria. Idoneo la terra e Nesti l’acqua.
Ma come si realizzano i due processi di mescolanza e di separazione? Le due forze cosmiche contrapposte che uniscono e separano gli elementi sono PHILIA: amore; NEIKOS: odio.
Nel divenire cosmico c’è un ciclo costituito da due emicicli, ciascuno dei quali predomina philia e neikos.
Le due forze si richiamano tra loro in entrambi gli emicicli e in entrambi svolgono una loro lotta, in quanto l’espansione di philia comporta un ritiro di neikos e viceversa.
Solo in due momenti philia e neikos hanno dominio assoluto, e cioè quando i due emicicli si sono compiuti e allora ha espulso dagli elementi neikos – e abbiamo lo SFERO- o neikos ha espulso philia- e abbiamo il VORTICE.
La Discordia, secondo il pensiero di Empedocle, è forza disgregatrice in opposizione all’Amore che aggrega e fonde.
Infatti, essa, quando penetra nello Sfero, spezza la fusione degli elementi. Ma essi si distribuiscono unendosi secondo la loro natura. Acqua, fuoco con fuoco ecc.
Perciò contrariamente alle premesse, il compito di unire sembra affidato alla Discordia, piuttosto che all’Amore, e quello di sapa rare all’Amore, anziché alla Discordia.

Anassagora: i “semi” delle cose e il “nous”

Nato a Clazomene intorno al 500 a. C. Anassagora venne ad Atene sui vent’anni e qui si legò in amicizia con Pericle, ciò lo mise in contatto coi personaggi più illustri del tempo. Dopo un processo di empietà intentatogli per le sue posizioni in campo fisico, fu condannato all’esilio: si recò quindi a Lampsaco dove continuò a insegnare e dove morì nel 428 a.C.
I frammenti che di lui ci sono rimasti ben s’adattano all’opera che s’intitolava Physica (le cose naturali) e che ebbe ben presto ampia risonanza, come testimonia Socrate,
Per Annasagora le cose sono formate di semi, cioè di particelle materiali innumerevoli e piccolissime, e perciò invisibili, di tante specie diverse quante sono le qualità e le sostanze che costituiscono le cose stesse.
Queste particelle (che saranno chiamate omeomerie = parti simili, da omoios simile e meros porta) sono immutabili.
Esse,inoltre, si uniscono e si separano in vario modo producendo la vita, le trasformazioni e le singole cose: così è riaffermato il principio eraclitico del divenire.
In origine le particelle erano mescolate e confuse in un disordine indeterminato e immobile; poi un Intelletto divino ordinatore, detto Nus, impresse al miscuglio caotico un movimento vorticoso che separò le particelle riunendole secondo la qualità similare, anche se questi raggruppamenti non risultavano completamente omogenei nel senso che in ciascuno predominavano certamente particelle di una determinata qualità, ma erano contenuti, in piccola parte anche semi di tutte le altre sostanze. In tal modo hanno avuto vita i singoli esseri particolari che, pur costituiti di particelle di tutte le qualità, sono formati in proporzione maggiore da particelle di una determinata sostanza: ed è proprio questa prevalenza a dare un aspetto specifico a ciascuna cosa ed a stabilire l’essenza.
Il Nus è uno di quei concetti che segnano una tappa nel faticoso cammino della riflessione umana. Da Omero a Senofane a Parmenide il pensiero era stato sempre accostato alla divinità: ora la divinità diventa semplicemente Intelletto, Pensiero.

Leucippo e Democrito e la teoria atomistica

Gli atomisti Leucippo, forse di Mileto, vissuto nella seconda metà del V secolo a.C. e Democrito, di Abdena, colonia della Tracia, affermava che la realtà è costituita da un numero infinito di piccolissimi corpuscoli indivisibili detti, appunto per questo, atomi, simili tra loro per sostanza, dissimili per figura, ordine e posizione.
Gli atomi sono ingenerati e indistruttibili, e perciò eterni e immutabili ma, movendosi nel vuoto, si urtano, si uniscono, si disgregano, producendo la vita e la morte degli esseri particolari.
Secondo Parmenide il vuoto rappresenta il non-essere e di conseguenza non esiste; secondo gli Atomisti, invece, il vuoto, è reale perché altrimenti gli atomi non potrebbero muoversi.
L’uomo è formato di anima e di corpo, l’uno e l’altro sono costituiti di atomi: gli atomi dell’anima sono sferici.
Per gli atomisti l’anima è principio del movimento: di qui l’importanza della respirazione, mediante la quale l’organismo provvede alla perdita di atomi causata dalla pressione dell’aria ambiente: immettendo atomi l’uomo si difende e, dunque, vive finché respira.
Democrito distingue una conoscenza genuina, autentica e una conoscenza oscura. La prima è quella mediante la quale raggiungono gli ingredienti del reale e le loro proprietà.

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