Ma Patroclo, vinto dal colpo infertogli da Apollo e dalla lancia di Euforbo, cercò di riparare tra i compagni per evitare la morte.
Ettore, come vide Patroclo nascondersi ferito dal bronzo, gli saltò addosso e lo trafisse al basso ventre. Cadendo fece un rumore sordo che straziò il cuore dell’esercito acheo. Come quando un leone vince un cinghiale i
Epica
Ordina per: Data ↓ Nome ↑ Download Voto Dimensione ↑
Achille gli rispose dicendo: “ Questo sarà fatto come tu ordini, Scamandrio divino! Ma sicuramente non smetterò di uccidere i troiani, prima di averli chiusi n città e combattuto Ettore cosi che si possa proclamare il vincitore”.
Dicendo così balzò tra i troiani come un dio, allora il fiume parlò ad Apollo: “ Ohimè, Apollo, figlio di Zeus, non segu
Guardandolo bieco Zeus gli rispose: “ Non stare qui seduto a piangere, banderuola! Per sei il più odioso tra tutti i numi: sempre ti è gradita contesa, guerra e battaglia. Hai lo stesso furore indomito di tua madre Era; anch’ella a fatica posso domare con le parole. Sono sicuro che soffri perché hai ascoltato i suoi consigli. Non posso volere che tu pat
L’eroe con la spada inseguiva Afrodite, sapendo che non è una dea guerriere e quindi non è Atena o Eniò. Raggiunse la dea a scagliò la lancia che la ferì il polso; l’asta penetrò nella pelle attraverso al peplo divino, a cui lavorarono le Grazie, all’altezza del polso, il sangue immortale della dea sgorgò, l’icore, quello che scorre negli dei. Essi non
Allora tutti gli Achei gridarono insieme che fosse onorato quel sacerdote e accatto il ricco riscatto. Ma Agamennone non era d’accordo, cacciò il sacerdote malamente, aggiungendo queste parole offensive: “ Non ti ritrovi presso le navi, vecchio, non indugiare, non tornare in futuro, perché in tal caso non ti serviranno più lo scettro e le bende del dio!
Nel proemio dell’Odissea, invece, il narratore ha sviluppato idealisticamente un ruolo più importante: egli esordisce con la richiesta di “raccontare a lui”; questo concetto è ribadito al verso 10, che dice: “Anche a noi di’ qualcosa di queste avventure, o dea, figlia di Zeus”. La partecipazione del narratore all’interno del poema è un chiaro segno d
• Clio (colei che celebra), della storia;
• Euterpe (colei che allieta), della poesia lirica e della musica;
• Melpomene (colei che canta), del canto e poi della tragedia;
• Tersicore (lieta della danza), del canto corale e della danza;
• Erato (l’amabile), della poesia amorosa;
• Urania (la celeste), dell’astronomia;
• Polinnia
era aguzzo sulla sua cima, ed i capelli erano radi.
Era odiosissimo, soprattutto ad Achille e a Odisseo,
poiché parlava sempre di loro, ma allora diceva ingiurie
contro il glorioso Agamennone, vociando stridulo; certo che i Greci ce
l'avevano con Agamennone, lo odiavano, però solo nel loro cuore;
ma Tersite con parole, accusava Agame
Per liberare la figlia, Crise venne alle veloci navi degli Achei, avendo tra le mani bende e le saette d'oro per riscattare sua figlia, e pregava tutti gli Achei, ma soprattutto i due comandanti dell'esercito:
"Agamennone e Menelao, e voi tutti, Achei con armature robuste difendenti lo stinco, a voi diano gli dei che abitano il Monte Olimpo, il pot
oppure è andata al tempio di Atena, dove pure le altre troiane dalle belle chiome placano la dea terribile con la pregherà?».
La dispensiera fidata gli rispondeva:
«Ettore, se proprio comandi cheti diciamo la verità, ne a casa di una delle tue sorelle o delle tue cognate,
e neanche è andata al tempio di Atena, dove pure le altre troiane dall