Morte di Patroclo

Materie:Appunti
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Testo

MORTE DI PATROCLO

Il violento colpo di Apollo stordì Patroclo, e il corpo perse vigore: a tradimento un eroe troiano lo colpì con l’asta, costui era Euforbo di Pantoo che primeggiava sui coetanei per l’abilità nel lanciare l’asta e nel cavalcare e per la velocità nella corsa, uccise venti guerrieri appena giunse ad apprendere l’arte della guerra. A te per primo Patroclo lanciò l’asta, ma non ti uccise e scappò dopo aver ripreso l’asta di faggio: non ti seppe affrontare anche se ormai indifeso.
Ma Patroclo, vinto dal colpo infertogli da Apollo e dalla lancia di Euforbo, cercò di riparare tra i compagni per evitare la morte.
Ettore, come vide Patroclo nascondersi ferito dal bronzo, gli saltò addosso e lo trafisse al basso ventre. Cadendo fece un rumore sordo che straziò il cuore dell’esercito acheo. Come quando un leone vince un cinghiale indomabile – essi hanno combattuto aspramente sui monti per una piccola pozza d’acqua: volevano bere entrambi – così il leone vince l’altro che rantola; così Patroclo, che molti uccise, fu privato della vita da Ettore ed egli gli disse parole sfuggenti: “ Patroclo, tu speravi di distruggere la nostra città, e rendere schiave le donne troiane, condurle con le navi nella tua patria, stolto! Per esse i miei cavalli combattono: io con l’asta eccello tra i Troiani: così li difendo dal giorno della morte; ma te qui gli avvoltoi mangeranno. Pazzo! Achille, pur forte che sia, non ti potrà proteggere, a te che partivi raccomandò molte cose: “ O Patroclo, cavaliere, contornare da me prima che di Ettore sterminatore stracci intorno al petto l’insanguinata tunica.” Così certamente ti disse e persuase il tuo cuore.”
E tu rispondesti morente Patroclo: “ Si, Ettore, adesso vantati: ti hanno dato vittoria Zeus e Apollo che mi colpirono facilmente: essi mi tolsero le armi. Se anche venti guerrieri come te mi assalivano sarebbero morti, vinti dalla mia lancia. Mi uccise per primo il destino Apollo e tra gli uomini Euforbo: tu mi uccidi per terzo. Allora ti voglio dire e ricordalo: non andrai molto lontano, la morte ti è vicina: cadrai per mano di Achille”.
Mentre parlava così morì, la vita lasciò le membra e scese nell’Ade, piangendo il triste destino e lasciando la giovinezza e io vigore.

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