Livelli biologici

Materie:Altro
Categoria:Biologia

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Testo

L’organizzazione biologica
Introduzione
L’ insieme dei viventi sul nostro pianeta fa parte di un unico grande sistema interdipendente: esso interagisce e dipende da fattori abiotici quali l’ atmosfera, gli oceani, le acque dolci, le rocce ed il suolo. L’ intera umanità è intimamente correlata con la biosfera, della quale noi siamo parte integrante.
Biodiversità è il termine con il quale si rappresenta la varietà biologica a ogni livello di organizzazione, dal genoma sino all’ ambiente. Il complesso dei sistemi viventi e le loro relazioni costituiscono il patrimonio biologico naturale il quale, al pari della ricchezza materiale e culturale, deve essere attentamente gestito e tutelato.
I principali livelli di organizzazione biologica
e
le loro conseguenze
La Biodiversità rappresenta l’ indice della diversità totale delle specie presenti in una data area e/o in un determinato periodo di tempo. Si conoscono quattro differenti tipi di Biodiversità (livelli di organizzazione biologica) :
- ecosistemi
- genetica
- specifica
- cultura;
ognuna delle quali necessaria e sufficiente per il mantenimento delle altre ed indispensabile per la sopravvivenza dei relativi ecosistemi.
Il primo livello, degli ecosistemi, è riferito alla miriade di ambienti diversi in cui la vita può essere presente ( foreste, barriere coralline, ambienti umidi, praterie, ambienti sotterranei… etc. ); da questi ambienti le specie vengono fortemente influenzate così che, allorquando un tipo di habitat si deteriora o scompare, un gran numero di specie può essere di conseguenza eliminato.
La diversità genetica rappresenta la variazione dei geni all’ interno delle specie.
La sopravvivenza di una specie dipende essenzialmente dalla varietà di popolazioni di cui è composta: le specie costituite da una sola popolazione contengono evidentemente una minore variabilità rispetto a specie pluridimensionali. La sopravvivenza di una specie dipende, quindi, dal mantenimento delle sue popolazioni; se queste si riducono di numero, si riducono di conseguenza le opportunità adattative della stessa specie.
La variabilità genetica è la materia prima della diversità a ogni livello di organizzazione. In questo ambito vengono quindi evidenziati i pericoli per la conservazione della stessa specie, derivanti dall’ ibridazione e dall’ alterazione della struttura demografica delle popolazioni. La conoscenza del numero di specie presenti in un dato habitat e delle loro proporzioni relative, permette di definire la ricchezza specifica. Ed è attraverso lo studio della distribuzione de questa ricchezza che si possono individuare i “ punti caldi ” della diversità, e catalogare le specie endemiche, quelle rare e quelle a rischio di estinzione. Il tutto integrato da un’ analisi del paesaggio, che descriva l’ eterogeneità territoriale secondo un criterio ecologico, ricostruendo il tessuto di relazioni tra le comunità naturali dell’ ambiente.
Il terzo livello, della diversità specifica, rappresenta il complesso di specie che abita una determinata regione. Tale diversità può essere misurata in vario modo: il numero complessivo di specie preesistenti in una regione viene definito “ ricchezza di specie ”; più preciso è il termine “ diversità tassonomica ”che prende in considerazione le relazioni tra le diverse specie.
Perché la diversità nell'ambito di una comunità biologica possa essere considerata una risorsa deve essere caratterizzata da un adeguato numero di specie, da un'alta valenza ecologica e da uno stretto legame con le condizioni ambientali. E' noto come il nostro pianeta sia popolato da numerosi organismi, animali e vegetali che non conosciamo: attualmente sono state classificate poco più di un milione di specie, contro un numero di specie esistenti di gran lunga superiore. E', quindi, urgente e doveroso preoccuparsi della conservazione di specie e ambienti che rischiano di scomparire per sempre, in molti casi ancora prima di essere scoperti. Alcuni biomi risultano più importanti rispetto ad altri in termini di ricchezza e di diversità specifica: gli estuari dei grandi fiumi, le barriere coralline, gli ambienti marini litorali e le foreste tropicali, queste ultime abitate da oltre la metà degli esseri viventi, pur ricoprendo solo una piccolissima parte (6 %) dell' intera superficie terrestre.
Infine, al pari della diversità genetica e specifica, alcuni attributi della cultura umana (nomadismo, cambiamento di coltivazioni, etc.) rappresentano altrettante "soluzioni" al problema della sopravvivenza in ambienti particolari e all'adattamento a condizioni ambientali mutevoli: la diversità culturale si può esprimere in vario modo, con la diversità di linguaggio, religione, tecniche di coltura ed allevamento, arte, etc.
Il funzionamento di un livello dipende dalle interazioni delle sue parti, appartenenti al livello inferiore; lo scopo per cui un livello funziona è da ricercarsi nei livelli successivi. Tra i livelli di cui si è finora parlato sono presenti dei livelli intermedi, come ad esempio i rapporti tra predatori e prede che si trovano a metà strada tra il livello di popolazione e quello di comunità, o le regioni biogeografiche, che si situano ad un livello intermedio tra i biomi e la biosfera, essendo costituite dall’ insieme di biomi che caratterizzano una determinata regione del pianeta, separata da altre regioni geografiche da confini naturali come mari o montagne. Vi è continuità fra diversi i livelli, poiché ciascun livello dello spettro biologico è integrato e interdipendente con i livelli precedenti e successivi: gli organi possono sopravvivere solo all’ interno di un organismo; la vita di un individuo è profondamente influenzata dalla popolazione a cui appartiene, gli organismi appartenenti alla comunità non possono fare a meno della parte non vivente ( aria, acqua, suolo ) e ciò dimostra che una comunità non ha senso se non in un ecosistema.
La più importante conseguenza di questo tipo di organizzazione sulla terra è il fatto che passando da un livello al successivo emergono delle nuove proprietà che non è possibile prevedere in base allo studio delle singole componenti, che non sono riconducibili alla semplice somma delle singole parti, ma si originano dall’ interazione fra di esse. In breve:
“ una foresta è molto di più che un semplice insieme di alberi ”.

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