Storia di Roma

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

La storia di Roma dalla fondazione alla morte di Ottaviano
La fondazione di Roma, deriva da più leggende:
1. L'eroe erea, scappato da troia, si rifugiò nel lazio deve sottomise le popolazioni e fondò lavinio, dopo avere sposato Lavinia, figlia del re Latino
2. Il figlio di Erea, Julio, si stabilì sui monti albani dove fondò Alba Longa
3. Io dio Marte sedusse la figlia del re Silvia di Alba longa e ebbe 2 figli. Il re Amulio, ottene il permesso di farla seppellire viva e abbandonò i gemelli nel tevere. Questi furono allattati da una lupa e poi trovati da un contadino. Diventati grandi questi uccisero il re Amulio e fondarono una città. Dopo avere combattuto contro il fratello, Romolo diventà re di Roma. Per consentire di formare nuovi abitanti, i romani rapirono le donne da un banchetto sabino. Tarpea, figlia del re del campidoglio, mentre si recava fuori città, incontà Tito Tazio, il re dei sabini. Gli disse che se gli avrebbe donato tutto quello che aveva al brtaccio, gli avrebbe aperto le porte di Roma. Questo accetta e una volta entrato uccide gli abitanti e fa scappare Romolo
Le origini
Le ricerche archeologiche, hanno dimostrato che i primi insediamenti nel lazio iniziarono del 5 e 6 secolo, dove si estendeva una pianura di 2000 Km/2
In questa pianura scorreva il Tevere e c'erano 7 colli. Sotto il regno di Anco Marzio, nel primo periodo della monarchia, venne costruito un ponte che li collegava, favorendo così il commercio. Questa lega venne chiamata il Settimozio. La vera città di Roma, venne creata poco dopo, grazie anche ai nuovi insediamenti per il commercio. I vari villaggi si diedero un capo, il “rex”. Roma di basava sull'agricoltura e durante il governo dei re tarquini, c'era un commercio internazionale, che permise l'introduzione della moneta nell'4 secolo.
Colli:
• Capitolino
• Qurinale
• Viminale
• Esquilino
• Platino
• Celio
• Aventino
Re:
• Romolo
• Numa Pompilio
• Tullio Ostilio
• Anco Marzio
Etruschi
• Tarquino Prsico
• Servio Tullio
• Tarquino il superbo
L'organizzazione politica
Nei primi secoli della sua storia, Roma era una città stato simile a quelle greche, con un unico magistrato chiamato rex eletto a vita. Durante il periodo monarchico (che durò 2 secoli e ½) ci furono 7 re.
Il compito del rex era quello di comandare la città in guerra e di rappresentarla davanti agli dei.
Oltre al rex, c'erano 2 assemblee:
1. il senato che era composto da diversi capi di gruppi famigliari, i senatori erano in totale 300. Questo aveva il compito di “associare” il re nelle decisioni e veniva consultato per le nuove leggi. Di questo facevano parte gentes (persone libere che ritenevano di avere lo stesso discendente) e familiae (persone libere e schiavi). Ma solo i capi delle gentes potevano sedere in senato.
2. I comizi curiati erano in totale 30 (10 persone per tribù). Questi dovevano: formare l'esercito, eleggere i senatori, e potevano dichiarare guerra.
Classi sociali
C'erano principalmente 2 gruppi di persone:
1. i patrizi che erano i ricchi, e che erano quelli che godevano di tutti i privilegi
2. i plebei che erano il popolo e dovevano lavorare per i patrizi. In seguito otterranno l'accesso al consolato (446)
3. i clienti che erano delle persone “salvate” da un partono e dovevano prestare dei servizi presso di lui. Tra il patrono e i clienti c'era una convivenza di reciproca fiducia
Nell'età romana, c'era un sistema patriarcale dove il capofamiglia era il più anziano e tutti dovevano sottostare a lui.
Religione
La religione romana, era diversa da quella dei Greci, qui c'erano le divinità ma non erano come quelle greche. La religione romana, si manifesta mediante pratiche di culto legate alla vita quotidiana. Era particolarmente importante il culto dei Lari (protettori del fuoco) e dei penati (protettori della famiglia).
Il re era anche il sacerdote. C'erano comunque alcune cariche religiose, i più importanti erano i pontefici. I sali erano così chiamati perché facevano una danza di guerra accompagnandola con parole magiche. Gli auguri interpretavano la volontà divina. I feziali erano quelli che facevano le dichiarazioni di guerra
Secondo la leggenda durante l'assedio della città di ardea, i figli dei re organizzavano dei banchetti. Una sera, con Collatino presero a vantare le virtù delle loro mogli. Collantino, sicuro che nessuna avrebbe potuto competere con sua moglie Lucrezia, decise di prendere i cavalli e andare a vedere. Sesto tarquino, rimase stupito dal suo fascino e tentò di conquistarla, ma fu tutto inutile. Le disse allora che se non lo avesse sposato, la avrebbe uccisa. Una volta chiamato il marito e il figlio, Lucrezia si uccise con un coltello. Lucio Giunio Bruto, giurò di cacciare Tarquinio e che Roma non fosse più governata da un re. Quando il popolo venne a conoscenza dell'accaduto i re etruschi vennero scacciati e il comando assegnato a due consoli.
Anche se questa storia non è storicamente vera, nel 509 i romani si ribellarono hai re e cacciarono via i re etruschi. Questo probabilmente perché i re stranieri avevano ridotto il potere dell'aristocrazia che decise allora di organizzare un colpo di stato, introducendo anche una nuova forma politica.
Dopo la cacciata dei re, a Roma governavano i consoli che erano eletti e rinnovati annualmente. Questi avevano il potere totale, convocavano il senato, comandavano l'esercito presiedevano i comizi (assemblee del popolo) e avevano il controllo delle attività pubbliche.
I consoli erano affiancati da altre magistrature, che avevano il compito di gestire le varie parti della vita civile.
Nel 5 secolo, la repubblica era nelle mani degli aristocratici e dovette affrontare molti problemi per potere sopravvivere. Se nel primo periodo vennero fatti molti lavori edilizi, la città sembra impoverirsi.
I principali problemi con cui dovettero vedersi sono:
1. la controffensiva degli etruschi
2. le lotte contro i popoli appenninici che volevano aprirsi la strada verso il mare
3. le lotte con le città latine che non volevano accettare la supremazia
La controffensiva degli etruschi
I tarquini tentarono di ritornare a Roma servendosi del re Porsenna, che fu costretto a ritirarsi per la resistenza della popolazione. Il re Porsenna dettò però delle leggi, come quella che non potevano avere oggetti di ferro se non per l'agricoltura. Anche se non riuscì a stabilire il suo dominio, si può pensare che per alcuni anni Roma dovette sottostare a lui.
La lega latina e lo scontro con Equi e Volsci
Tra Roma e le città latine, vi erano molti scontri che culminarono nella battaglia del lago Regillo (496 a.c.). Non si sa bene chi ha vinto, ma fu stipulato un patto di alleanza con le città latine, l'esercito doveva, per esempio, venire comandato ad anni alterni da un re romano e uno latino.
Le popolazioni appenniniche (equi, volsci e sebini) volevano conquistare il territorio romano, ma grazie anche all'accordo con i latini, questi riuscirono a sconfiggerli.
Lo sviluppo dello stato romano.
Nel 5 sec, i plebei (anche se ricchi) non avevano nessun diritto di appartenere ad una magistratura . Subito dopo la pace con i latini, i plebei si impadronirono del consolato e dettarono una legge che riservava solo a loro la magistratura. Questa lotta, serviva solo per chiedere hai patrizi di fare delle leggi scritte. Le lotte continuarono per circa 2 secoli, quando un giorno i plebei si rifiutarono di arruolarsi e si ritirarono sul mote Aventino. Grazie alla mediazione del senatore Menenio, ci fù un accordo secondo il quale i plebei avrebbero nominato ogni anno dei magistrati, i tribuni della plebe, che avevano dei poteri speciali, come quello di imporre il veto alle decisioni dei consoli.
In seguito i poteri dei tribuni si ampliarono e grazie a questo i plebei potevano convocare l'assemblea delle tribù riunite e il senato.
Nel 445 viene abolito il divieto di matrimonio tra patrizi e plebei.
Nel 450-51, furono redatte le 12 tavole, delle norme scritte. Questo è stato scritto da 10 persone, nominate apposta tra patrizi e plebei. Fu poi stato esposto al foro dopo fu danneggiato da un incendio applicato dai galli nel 390.
Nel 4 sec, ci fu un processo di trasformazione delle magistrature. Queste avevano delle caratteristiche condivise: elettività, temporaneità della carica, collegialità, gratuità (non si era retribuiti).
I comizi centuriati
Secondo la tradizione, questi si devono a Servio Tullio, il quale divise il popolo in base al censo. In origine essi erano riservati solo hai proprietari terrieri, ma grazie a Appio Caludio Cieco, questi vennero estesi a tutti
I comizi centuriati eleggevano i consoli, avevano una competenza legislativa e potevano respingere le proposte dei magistrati.
I comizi tributi e i concili tributi.
I comizi tributi, eleggevano i magistrati minori (edili e questori) e vi si apparteneva in base alla propria residenza.
I concili tributi erano le assemblee in cui si riuniva la plebe.
La guerra di Veio (396) consente hai romani di impadronirsi di nuovo territorio, era così iniziata l'espansione del Lazio che venne presto interrotta dai Celti Questi erano popolazioni Indo-latine, chiama Galli dai romani. Queste dopo avere conquistato il territorio degli etruschi, l'Italia settentrionale, avere fondato Milano, Torino e conquistato Bologna, si diressero verso sud dove incontrarono i romani che furono “massacrati” sul fiume Allia nel 390. I galli si impadronirono di Roma, alla quale rimase solo il colle del campidoglio. Poi i celti continuarono la loro avanzata verso sud.
I romani intanto si erano arricchiti da un certo punto avevano costruito una cinta di mura, e decisero di continuare la loro operazione di espansione. Intanto, anche le lotte interne tra patrizi e plebei diminuirono, grazie anche all'espansione che portava alla fondazione di nuove colonie di solo agricoltori.
La lega latina, però ora che con l'aiuto di Roma aveva superato il pericolo dei volsci, equi e sabini, non avevano più interesse a mantenere l'accordo con Roma, e decisero di ribellarsi, anche se per poco dato che furono costretti a firmare un trattato formato da molti accordi.
Roma continua quindi la sua espansione e si scontra con luconi, bruzi e sanniti.
Questi ultimi si erano stanziati in Campania, la strada naturale di Roma verso il sud dell'Italia.
I romani decisero quindi di conquistare la regione, la città di Capua temendo i sanniti si associa hai romani, e nel 316 scoppia una guerra contro i sanniti.
I romani vengono sconfitti e sottomessi, ma nel 315 riaprono la guerra, e nel 305 conquistano la capitale dei Sanniti Boinano che dovettero sottomettersi.
Nel 298, ci fu però un altra guerra. Tutti i popoli sottomessi dai romani decisero di attaccare Roma (galli e etruschi da nord, sanniti da sud). Nel 295, a Sentino (Umbria) i romani firmano degli accordi con etruschi e galli e i sanniti chiedono la pace.
Date importanti:
509: cacciata dei re etruschi
496: battaglia con i latini sul lago regillo e fondazione della lega Latina
450-51: scrittura delle 12 tavole
445: abolizione del divieto di matrimonio tra patrizi e plebei
396: sconfitta di Veio
390: i galli sconfiggono i romani sul fiume allia
340: i latini si ribellano a Roma
326->304: 1° guerra sannita
315-> 2° guerra sannita
298->290: 3° guerra sannita
295-> fine della terza guerra sannita.
Durante le guerre puniche, Roma si trovò difronte al problema di come organizzare e governare il territorio.
Vengono quindi istituiti territori come municipia, che avevano gli obblighi del cittadino romano, ma non i diritti.
Vennero poi costituiti i territori come federati.
Per diventare cittadini romani, si poteva:
• Essere nati da un matrimonio (seguivano la condizione del padre)
• Essere nati fuori dal matrimonio (seguivano la condizione della madre)
• Appartenere a una comunità politica che lo stato riconosceva
I cittadini romani potevano essere condannati a morte solo da una assemblea pubblica, non potevano essere torturati e soprattutto avevano diritti politici.
Alla fine delle guerre puniche, Roma si trovava a governare un grosso territorio che era venuto a contatto con la civiltà ellenica (grecai). Ci fu quindi una fusione delle due culture.
A Roma, nel 2 secolo c'erano due posizioni:
• quella tradizionalista, il cui massimo sostenitore era Catone, che non guardavano con sospetto le novità introdotte dai Greci
• quella degli altri che invece aveva una nuova mentalità ed era favorevole alla fusione con la civiltà greca, perché in questo modo i romani si sarebbero arricchiti anche culturalmente.
In questo secolo, molti studiosi iniziano ad arrivare a Roma, come medici e insegnanti. Successivamente arrivarono filologi e grammatici che fondarono le prime scuole di letteratura greche.
Il circolo degli Scipioni
Questo era il centro culturale dove la cultura greca e romana riuscirono a convergere nel modo più felice.
Durante il cambiamento, Roma di modernizzò in un certo senso, i ricchi abbellirono le loro case e facevano studiare i loro figli, le donne ottennero più diritti e non dovevano più occuparsi solo della casa.
Oltre a questo cambiò anche la religione, ci fù l'introduzione di nuove divinità. Si diffusero anche i riti dionisiaci, che consistevano in danze e riti in onore di Dioniso, e che venivano fatti dagli iniziati che raggiungevano un certo tipo di contatto con il loro Dio. Questi rituali furono però soppressi dal senato nel 186 a.c.
La situazione dopo le guerre puniche
Nell'8° secolo, Roma dominava praticamente tutto il mediterraneo. Le guerre avevano fatto arricchire qualcuno, ma impoverito molti contadini che erano stati chiamati per obbligo militare. Una volta tornati, le loro terre erano rimaste incolte e questi non avevano i soldi per ripartire. L'unico modo era quello di vendere la loro terra hai latifondisti e di lavorare come salariati. I latifondisti però preferivano la manodopera degli schiavi e così i piccoli contadini si riversarono a Roma come disoccupati, creando il proletariato.
In questo periodo i cavalieri si arricchiscono, non solo grazie all'acquisizione delle terre, ma perché divennero commercianti e appaltatori.
Nei terreni dei latifondisti intanto gli schivi lavoravano sotto i fattori che facevano rapporto al padrone. Oltre agli schiavi impiegati nei campi, c'erano anche quelli pubblici e quelli domestici. Il mercato degli schiavi era sempre più grosso, e il maggiore centro era l'isola di Delo.
In questo periodo, i contadini ormai poveri, per sopravvivere, decisero di diventare dei clientes e andare sotto la protezione delle grandi famiglie, offrendogli in cambio di votare per loro e dire quello che volevano nelle assemblee pubbliche.
Contemporaneamente a questo, tra i vari territori romani c'era uno scontento sempre maggiore: gli italici che si erano sempre comportati bene con Roma venivano trattati come sudditi e le province sempre più tartassate.
Alle difficoltà di Roma si aggiunsero quindi quelle esterne che la politica non riusciva a gestire. Si stava andando verso uno scontro sociale, fino a quando non arrivò Tiberio Gracco.
Tiberio e Caio Gracco
Tiberio Gracco, figlio di una famiglia patrizia, vide che la situazione di Roma stava degenerando. La maggior parte della popolazione viveva infatti in condizioni di miseria e secondo lui questa sarebbe stata la rovina di Roma.
La classe dei contadini si era trasformata in proletariato e di conseguenza anche l'esercito (formato da contadini) stava diminuendo, se questo fenomeno sarebbe continuato, l'esercito non sarebbe più stato in grado di fronteggiare i grandi conflitti.
Tiberio si decise allora che l'unico modo per rimediare era quello di ricostruire le case dei piccoli proprietari terrieri.
Nel 133 a.c. Tiberio si fece eleggere tribuno della plebe, avrebbe così potuto proporre una riforma agraria che se votata anche solo dalla plebe avrebbe avuto effettuo su tutti. Questa legge non aveva però senso perché la classe senatoria si era appropriata i terreni pubblici. In realtà Tiberio si era limitato a riformare una vecchia regola che diceva che nessuno poteva possedere più di 500 iugeri (125 ettari) di terreno. La nuova legge, permetteva di non mandare in rovina i senatori e di recuperare dello spazio per costruire nuovi appezzamenti (30 iugeri) da destinare hai contadini.
Nel 132 a.c i latifondisti si oppongono e allora Tiberio si fa eleggere tribuno, ma questa carica non poteva essere esercitata più di una volta. I latifondisti allora sostennero che esso voleva impossessarsi del potere e il senato votò allora il “senatoculto” che dava poteri straordinari hai consoli in caso di pericolo. Successivamente Tiberio fu ucciso.
Circa 10 anni dopo, suo fratello Caio riprese la politica di suo fratello. Diventò tribuno nel 123 a.c. Caio capì che per contrastare il senato bisognava avere essere appoggiati da tutti. Assegnò quindi la riscossione dei tributi provenienti dall'Asia hai cavalieri, introdusse distribuzioni di grano gratuite, alleviò il servizio militare e i poteri dei comandanti, oltre a riproporre la legge agraria del fratello.
Nel 122, grazie a una nuova legge si fa rieleggere tribuno e introduce una nuova legge che riconosce hai soci la cittadinanza romana. In questo modo però la plebe iniziava ad arrabbiarsi perché Caio stava mettendo in pericolo la loro lotta per conquistare migliori condizioni di vita.
Ora Caio era odiato dalla classe aristocratica e dalla plebe, e nel 121 non fu rieletto. Caio chiese allora agli schiavi di combattere con lui promettendogli la liberà, ma alla fine venne ucciso.
L'arrivo di Mario
Dopo la morte di Caio Gracco, il senato ritorna a governare e tutto torna come era prima. A coloro che sostenevano la politica del senato, si opponevano i populares (cavalieri e plebe) che avevano raggiunto un certo benessere. A questi a volte si affiancava il proletariato urbano che non aveva un progetto politico preciso, andava in base a quello che era meglio per il futuro. Nel 1° secolo quindi ci sono moltissime tensioni sociali e ad un certo punto i tribuni della plebe non hanno più la forza per affrontarli; si rivolgono quindi ai comandanti militari.
La politica estera di questo periodo fu caratterizzata da due avvenimenti: la guerra di giugurtina e quella contro i cimbri e teutoni.
Giugurta, che aveva ereditato il trono in Numidia, dopo avere ucciso i due fratelli si fece eleggere unico re e fece uccidere i commercianti italici che si erano dimostrati nemici. I senatori, nel 112 a.c, costretti dai cavalieri che li avevano accusati di essersi fatti comprare dai doni di giugurta, dichiarano guerra e qui viene mostrato come Roma era caduta in basso. Il senato era ormai caduto e i cavalieri nel 107 a.c riuscirono ad eleggere Caio Mario come console.
Mario oltre ad avere il problema con la guerra in Numidia, aveva anche il problema di cimbiri e teutoni, che dopo avere invaso la Gallia volevano entrare in Italia.
Per porre rimedio a questo, Mario fa in modo che l'esercito non è più obbligatorio ma volontario; e tutti potevano entrarvi.
Grazie al nuovo esercito e all'astuzia di Lucio Cornelio, riuscirono a catturare e uccidere Giuguruta e nel 105 il regno di Numidia venne sconfitto.
Per 5 anni Mario fu rieletto console e riuscì a sconfiggere i teutoni (102) e i cimbiri (101).
Grazie alla maggioranza che populares avevano nelle assemblee attuò a favore dei poveri una politica di concessioni, che provocò però l'opposizione dei ricchi.
Il tribuno della plebe Saturnino amico di Mario, aveva proposto che ai veterani dei generali venissero affidati dei pezzi di terra, ma questo scatenò la rivolta dei senatori. Mario abbandonò quindi Saturnino e decise di diventare senatore e di reprimere la rivolta che era scoppiata. Questo fu però un errore perché perse così l'appoggio delle classi più popolari e la politica dei polulares rimase sconfitta.
I socii italici, chiedevano da tempo la cittadinanza, ma senza risposte. Nel 91 a.c, fu eletto tribuno della plebe Marco Livio Druso e questo propose la cittadinanza a tutti i cittadini dell'Italia, oltre a prendere decisioni di vantaggio per i meno abbienti e a fare in modo che i cavalieri potessero entrare in senato. La proposta però non andava bene all'aristocrazia che lo fece uccidere.
I socii allora decisero – per farsi sentire – di scatenare una guerra contro Roma, una guerra sociale.
La guerra fu vinta dai romani grazie a Silla, ma la vittoria fu anche una sconfitta perché il senato fu costretto a concedere la cittadinanza ai socii.
In questi ultimi anni, il re del ponto Mitridate VI aveva dato inizio ad una guerra contro Roma e nel 89 il senato aveva dichiarato guerra, ma questa era restata solo su carta.
Nel 88, Mitridate inizia a farsi sentire e allora il senato decide di inviare a capo della spedizione in oriente Silla, ma i cavalieri ottennero che fosse Mario a comandare la spedizione. Silla però era intenzionato ad andare in oriente perché in questo modo avrebbe avuto il tesoro di guerra. Silla allora lo costringe alla fuga e nell'87 parte per l'oriente.
Durante i 4 anni di guerra, i veterani di Mario si erano raccolti intorno a suo figlio Mario il giovane che aveva anche stretto amicizia con i sanniti e gli etruschi, che volevano anche essi combattere Silla.
Nella primavera dell'83 Silla sbarca a Brindisi dove stringe amicizia con Marco Crasso e Gneo Pompeo, in questo modo aveva tutto l'esercito per lui.
Scoppiò una guerra civile tra le popolazioni italiche, ma alla fine Silla vinse.
Si fece poi eleggere dittatore e come prima cosa scrisse delle liste di proscrizione, oltre ad attuare delle riforme:
• le proposte dei tribuni della plebe dovevano essere sottomesse al senato
• i comizi centuriati avevano più potere
• per diventare consoli bisognava essere stati almeno pretori e censori ed avere almeno 30 anni
• durante l'anno di carica i consoli dovevano rimanere in città , questo serviva per separare il potere politico da quello militare
• i magistrati potevano essere eletti solo 1 volta ogni 10 anni
• i senatori da 300 diventarono 400
• introduce dei tribunali per vari reati
Nel 79 a.c Silla si ritira volontariamente dalla vita politica, pensando di avere portato a termine il suo progetto legislativo; ma il senato non fu più in grado di governare. Questo era infatti composto da poche famiglie aristocratiche. Era necessario rimpiazzare Silla, e serviva un uomo che inducesse l'esercito a sostenere il senato; arrivò quindi Gneo Pompeo.
Pompeo fu inviato in Spagna dove incontra il generale Quinto Sertorio e che comandava le truppe per l'indipendenza della Luisitania (portogallo). La lotta era cominciata nell'80 e si consulse nel 72. Pomepo arrivò in Spagna nel 76 e per 4 anni dovette combattere difficilmente, fino a quando Quinto Sertorio fu ucciso da un suo soldato.
Mentre Pompeo era in Spagna, nel 73 era scoppiata una rivolta servile, la rivolta di Spartaco. Spartaco era uno schiavo della Tracia che si era ritrovato ad una scuola per gladiatori a Capua, dove agli schiavi veniva insegnato il combattimento per poi farli esibire al circo. Spartaco che non voleva fare questa fine, decise di ribellarsi e preparò un piano per liberare tutti i suoi compagni. Tutti gli schiavi avrebbero dovuto andare verso nord per tornare in patria. Mentre risaliva Spartaco riuscì a formare un esercito di 50.000 schiavi, ma questi si diressero a sud e roma inviò 8 legioni per combatterli. Quasi tutti morirno o furono uccisi per ordine del senato, e i restanti furono sbarazzati da Pompeo che stava tornando dalla Spagna.
Tornato a Roma Pompeo ebbe il desiderio di diventare console, ma le riforme sillane non glielo consenstivano perchè non era stato questore e pretore. Decise allora di stringere un accordo con Crasso (ex tenente di Silla) e di promise ai populare di modificare in senso democratico la costituzione se lo eleggevano console. Il senato fu quindi costretto a cedere e nel 70 Pompeo e Crasso divennero consoli.
Durante l'assenza di Pompeo a Roma si scontravano i populares e gli Optimates con Catone e Cicerone. Dalla parte dei populars c'erano anche Crasso, Cesare e Catilina. Crasso e Cesare si alleano (Cesare usa i soldi di Crasso) mentre Catilina si candida console.
Catilina dopo 1 anno di consolato va in Africa per 2 anni ma qui viene accusato per concussione, quando rientra quindi non può più diventare console. Si allea quindi con la plebe, perdento il sostengo di Crasso e Cesare. Catilina intanto vuole uccidere Cicerone ma quando lo viene a sapere lo dive in senato che lo fa sconfiggere insieme ai suoi seguaci.
Cesare intanto stava tornando dalla Spagna e voleva diventare console servendosi dei voti di Crasso, ma gli servivi una altro aiuto. Decise quindi di stringere un accordo con Pompeo e Crasso, il primo Triumvirato
• Pompeo avrebbe appoggiato la candidatura di Cesare
• Cesare avrebbe sostenuto Pompeo
• Crasso avrebbe dato la terra a Pompeo
Cesare diventa console e decide quindi di uccidere Cicerone e Catone. Allontana infatti Cicerone con una legge che condanna quelli che avevano fatto giustiziare un cittadino romando (Cicerone con Catilina).
Durante l'ascesa di Cesare in Gallia, i popolari erano impegnati in lotte con le bande di Milione, che era mandato dagli aristocratici per combattere i populares.
Intanto Cesare nel 56 a.c torna in Italia e incontra Pompeo e Crasso a Lucca, dove stringe un nuovo accordo dove Cesare avrebbe auto il proconsolato della Gallia per altri anni e Pompeo e Crasso sarebbero stati consoli nel 55 a.c
Questo però non fu sufficiente a stabilire gli accordi tra i . Pompeo infatti voleva ingaggiare una lotta con Cesare e si era schierato come difensore dell'aristocrazia senatoria.
Nel 52 a.c. Crasso morì combattendo contro i Parti e nel Pompeo fu nominato dal senato Console.
La Gallia intanto grazie a Cesare era diventata una provincia romana.
Cesare voleva quindi diventare console, ma il senato su consiglio di Pompeo fece in modo che i candidati dovevano essere presenti in città. Cesare avrebbe quindi dovuto presentarsi come privato cittadino e come condizione per farlo chiese che Pompeo sciogliesse il suo esercito. Dopo avere avuto il rifiuto dal senato, nel gennaio del 49 diede quindi inizio ad una guerra civile varcando il Rubicone.
Pompeo e una parte dell'aristocrazia scapparono in macedonia, contando sul fatto che Pompeo con le sue amicizie avrebbe potuto fare un esercito per il contrattacco. Cesare però si impadronì prima di tutta l'Italia poi andò in Spagna per sconfiggere gli amici di Pompeo, per alla fine sconfiggerlo in Tessaglia.
Pompeo fuggì quindi in Egitto dove venne ucciso. Cesare intanto eliminato il re d'Egitto fa sposare Cleopatra a suo fratello e lui continua a combattere, fino ad uccidere tutti i pompeiani. Cesare diventò quindi l'indiscusso padrone di Roma.
Mentre era al governo, Cesare fece una serie di riforme, e di nuove leggi che favorivano anche la popolazione più povera; oltre ad attuare nuove opere pubbliche.
Gli optimates però temevano che Cesare volesse impadronirsi di Roma e il 15 marzo del 44 mentre si recava in senato venne fermato e ucciso.
A poche ore dalla morte di Cesare, l'esercito era rimasto fedele ad un suo luogotenente Antonio. Questo tentò tramite il suo potere dell'esercito di essere il successore di Cesare, promettendo di non aprire inchieste su chi lo aveva ucciso e di lasciare in vigore le sue riforme.
Quando fu aperto il testamento di Cesare però si scoprì che lui aveva lasciato tutto ad Ottaviano il quale decise di attuare le ultime cose che voleva Cesare. Vendette tutti i suoi beni e distribuì i soldi ai poveri diventando molto popolare tra la plebe e venne appoggiato anche da Cicerone.
Antonio che era diventato governatore di una provincia, ottenne l'approvazione di una legge che garantiva la permuta delle provincie, togliendo quindi il leggi timo governo a Decimo Bruto.
Cicerone intanto si era scagliato contro di lui e Decimo Bruto decise di dirigersi verso la regione deciso a sottometterla con la forza. Nel 43 Antonio fu sconfitto.
Il senato intanto inizia a pensare male di Ottaviano e quando questo gli chiede di diventare console, gli nega il tutto. Ottaviano decide quindi di allearsi con Antonio. Nel 43 torna a Roma e si fa eleggere come console dai comizi. Nello stesso anno incontra Antonio e Lepido e nasce il secondo triumvirato. L'accordo era quello di punire gli uccisori di Cesare, e ognuno dei 3 aveva un terreno da governare. Per prima cosa usarono le liste di proscrizione. Finite le varie guerre però la rivalità tra Ottaviano e Antonio rinasce e questi vengono nuovamente a patti per ripartirsi le terre.

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