Il Congresso di Vienna e La Santa Alleanza

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Categoria:Storia

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Testo

IL CONGRESSO DI VIENNA E LA SANTA ALLEANZA
A) IL CONGRESSO DI VIENNA
Cronologia
1814
- abdicazione di Napoleone e restaurazione di Luigi XVIII; si apre il Congresso di Vienna
1815
- fuga di Napoleone dall’Elba: iniziano i Cento Giorni
- Conclusione del Congresso di Vienna
- Napoleone è sconfitto a Waterloo e confinato a Sant’Elena
- costituzione della Santa Alleanza
Gli artefici dei Congresso
Al Congresso partecipano 5 grandi potenze: Inghilterra, Russia, Austria, Prussica, con preminenza dette prime due.
Fra i diplomatici s’impongono soprattutto:
- il Principe di Metternich (1773-1859), rappresentante dell’impero d’Austria, che impone il contrasto tra Russia e Prussia per il possesso della Polonia ad orientare le scelte del Congresso verso un equilibrio conservatore;
- il principe di Talleyrand (1754-1838), inviato del sovrano francese Luigi XVIII, che, da semplice osservatore, s’impone come protagonista, proponendo il principio di legittimità, e riuscendo ad evitare il ridimensionamento della Francia.
Principi e criteri
Il riassetto geopolitico dell’Europa viene attuato sulla base dei criteri suggeriti da:
- il principio di legittimità: il potere “legittimo”, in quanto d’origine divina, spetta alle dinastie spodestate dalla Rivoluzione;
- i1 principio d’equilibrio, tendente a:
- ripristinare il bilanciamento tra le grandi potenze;
- evitare l’espansionismo della Francia, rafforzando gli Stati con essa confinanti.
Benché condotto con una mentalità settecentesca, il Congresso di Vienna ha tuttavia il merito di aver dato all’Europa un quarantennio di pace
B) LA SANTA ALLENAZA
La Santa Alleanza è il patto sottoscritto da Austria, Prussica, Russia e successivamente dalla Francia e da altri Paesi (ma non dall’Inghilterra), che in pratica sancisce l’alleanza Trono-Altare.
Nelle intenzioni del suo promotore, lo zar Alessandro I, doveva essere un organo di cooperazione internazionale sulla base della comune matrice cristiana delle monarchie europee.
Ma Matternich trasforma la Santa Alleanza in uno strumento d’assistenza, aiuto e soccorso reciproco tra i sovrani, codificando il principio dell’intervento (= legittimazione dell’interferenza di uno Stato nelle vicende interne di un altro).
Di fatto, questo strumento di solidarietà internazionale viene usato:
- per conservare il nuovo equilibrio politico e sociale uscito dal Congresso e, quindi,
- per bloccare le spinte indipendentistiche delle nazionalità oppresse e le istanze rivoluzionarie dei ceti progressisti.
I MOTI DEL 1820-21
A) GLI OBIETTIVI
Organizzata prevalentemente dalle società segrete, la lotta alla Restaurazione ha la sua manifestazione più evidente nei moti del ’20 – ‘21 che si sviluppano parti più deboli della realtà socio-politica Europea (Italia, Spagna, Grecia).
Gli obbiettivi sono differenziata:
- libertà civile e politiche (in tutti i Paesi).
- regimi costituzionali ( Spagna, Piemonte) o repubblicani (Romagna);
- indipendenza, nei paesi soggetti a dominazione straniera (Grecia).
Contro i moti scatta il dispositivo di solidarietà (previsto dalla Santa Alleanza): ovunque, tranne che in Grecia, la repressione è resa possibile dall’intervento armato delle grandi potenze.
B) LE INSURREZIONI IN ITALIA
Regno delle Due Sicilie
PROMOTORI: i carbonari (tra i quali Spiccano i tenenti Morelli e Silvati) e il generale murattiano Guglielmo Pepe.
PROGRAMMA: la Costituzione spagnola del 1812. In Sicilia il moto assume carattere separatista.
RISULTATI:
- il re Ferdinando I è costretto, nel luglio del 1820 a concedere una Costituzione analoga a quella spagnola del 1812:
- si forma un governo liberale con prevalenza di moderati burattini;
- viene eletto il Parlamento, anch’esso a prevalenza murattiana;
- sorgono gravi contrasti tra murattiani e democratici;
- il governo è costretto ella repressione armata del moto separatista siciliano.
REAZIONE:
- al Congresso di Lubiana (1821) viene invitato anche Ferdinando I,
- il quale, contrariamente a quanto promesso al Parlamento, chiede l’intervento austriaco;
- l‘Austria interviene nel marzo 1821 e abbatte il regime Costituzionale.
CAUSE DEL FALLiMENTO: la rivolta può essere repressa perché;
- moderati e democratici sono in conflitto;
- il moto separatista siciliano va oltre gli obiettivi del movimento carbonaro e, quindi, la sua repressione indebolisce il governo liberale;
- manca l’adesione delle masse popolari.
I moti in Piemonte (1821)
PROMOTORI: militari e liberali (aderenti alla Carboneria e alla setta dei Federati), legati ai teorici della rivista milanese Il Conciliatore, liberale e antiaustriaco.
PROGRAMMI:
- Ottenere la Costituzione,
- dichiarare guerra all’Austria per liberare la Lombardia,
- indurre i Savoia a formare un Regno dell’Italia Settentrionale, indipendente e a regime Costituzionale.
RISULTATI:
- inizialmente il moto ottiene l‘appoggio del principe reggente Carlo Alberto, che concede una Costituzione sul modello spagnolo del ‘12;
- questi primi successi accendono le speranze liberali lombardi in una dichiarazione di guerra all’Austria.
REAZIONE: il nuovo Sovrano, Carlo Felice:
- sconfessa Carlo Alberto,
- revoca la Costituzione,
- reprime la rivolta con l’aiuto degli Austriaci (battaglia di Novara, aprile ‘21).
CAUSE DEL FALLIMENTO:
- le divisioni interne,
- l’inadeguata organizzazione militare.
- la mancata partecipazione popolare.

L’ITALIA: DAL SETTARISMO AL RISORGIMENTO CONSAPEVOLE
1. ASPETTI GENERALI
La Rivoluzione di Luglio in Francia ha riflessi immediati anche sul movimento settario dei Ducati e delta Romagna. L’insurrezione parte da Modena, come sbocco della Congiura estense, in cui il patriota Ciro Menotti aveva coinvolto il duca Francesco IV d’Este. Ma questi tradisce i congiurati e li fa arrestare (compreso Menotti, che sarà poi fucilato). Da Modena, l’insurrezione si estende in gran parte dello Stato Pontificio, ma il pronto intervento delle truppe austriache sconfigge gli insorti r ristabilisce l’ordine. Quest’ulteriore fallimento dei moti induce i democratici e i liberali a cercare nuove vie per realizzare il Risorgimento italiano. Non più, dunque, cospirazioni di élites e regionalismi, ma:
- progetti unitari;
- ampia partecipazione popolare;
- coinvolgimento dei sovrani.
2. I MOTI DEL 1831
PROMOTORI: carbonari, liberali, più numerosi che nel 1820-21, moderati. PROGRAMMI: a differenza dei moti del ‘20-‘21, che chiedevano per lo più garanzie costituzionali, ora gli obiettivi sono più radicali:
- deposizione dei sovrani assoluti,
- formazione di uno Stato unItario in Italia.
RISULTATI:
- insurrezione a Modena e, quindi, a Parma, Bologna, Romagna e in altre zone dello Stato Pontificio;
- proclamazione delle Province Unite Italiane;
- intervento militare e repressione dell’Austria;
- neanche in questo caso la Francia si oppone all’intervento austriaco, contrariamente a quanto lasciava supporre il principio del non intervento, proclamato da Luigi Filippo.
3. LE NUOVE PROPOSTE POLITICHE
La consapevolezza che solo la “guerra di popolo” e una diffusa coscienza nazionale possono realizzare l’indipendenza e l’unità d’Italia spinge i patrioti italiani di tutte le tendenze:
- ad elaborare delle proposte politiche unitarie e
- a dar loro massima pubblicità, così da raggiungere il maggior numero di strati sociali.
Le principali tra queste proposte sono:
-- sul versante democratico:
- il repubblicanesimo unitario di Mazzini.
- il federalismo repubblicano lombardo;
-- su quello liberal-moderato:
- il neoguelfismo,
- il federalismo piemontese.
A) GIUSEPPE MAZZINI
Mazzini (1805-‘72), nel programma della “Giovine Italia” (‘31), propone la formazione di uno Stato unitario e repubblicano, da ottenersi attraverso la rivoluzione del popolo, che deve abbattere:
- l’egemonia austriaca per conseguire l’indipendenza;
- il dispotismo dei principi per conseguire la libertà.
Per la realizzazione di questo programma è prioritaria la formazione della coscienza nazionale, attraverso l’educazione (con gli scritti e la parola) e l’insurrezione che “supplisce alla mancanza dì eserciti regolari”.
A questi principi si ispirano i tentativi insurrezionali:
- organizzati da Mazzini: in Piemonte e Liguria (‘33), in Savoia (’34);
- d’ispirazione mazziniana: nel Lombardo-Veneto (‘35), a Bologna (‘43), e Cosenza, ad opera dei fratelli Bandiera (’44), a Rimini (’45).
Il fallimento dei moti mazziniani favorisce l’affermarsi delle proposte liberal-moderate.
B) CARLO CATTANEO
D’indirizzo democratico, ma lontano dal misticismo unificatore mazziniano, è il federalismo repubblicano di Carlo Cattaneo (1801259): il rinnovamento nazionale può avvenire solo attraverso una federazione di repubbliche che coinvolga progressivamente tutte le regioni europee (Stati Uniti d’Europa).
C) VINCENZO GIOBERTI
Nell’ambito del cattolicesimo liberale, il progetto di maggior rilievo è quello che Vincenzo Gioberti (1801-’52) prospetta nel Primato morale e civile degli Italiani (’43): una Federazione di Stati italiani, guidata dal Papa. Per il ruolo assegnato al Papa, I programma giobertiano è indicato come neoguelfismo, al quale si oppone la corrente toscana, laica e anticlericale, del neoghibellinismo (G.Guerrazzi, G.B. Niccolini). Successivamente Gioberti opterà per l’ipotesi monarchico-liberale unitaria del Savoia.
D) CESARE BALBO E MASSIMO D’AZEGLIO
Il federalismo piemontese, sostenuto soprattutto da Cesare Balbo (1789-1853) e da Massimo D’Azeglio (1798-1866), propone una Confederazione di Stati, sotto la guida del Piemonte, l’unico Stato che dispone del prestigio e della forza militare necessari per fronteggiare l’Austria.
Ma questa, secondo Balbo, potrebbe anche accettare una soluzione diplomatica per il Lombardo-Veneto: rinunciare al suo dominio, in cambio di compensi nella regione balcanica.
4. LA SITUAZIONE DEGLI STATI ITALIANI DAL 1831 AL ‘46
Sotto il profilo politico, dopo il ‘30-’31, la situazione degli Stati Italiani non presenta, rispetto all’epoca della Restaurazione, sostanziali mutamenti.

Esempio



  


  1. Francesca

    La Santa alleanza