I pellegrini

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Testo

I pellegrini, i viaggiatori del Medioevo
Chi viaggiava nel Medioevo ? Generalmente i motivi che spingevano la gente a spostarsi erano il
pellegrinaggio e il commercio. Vi erano poi gli studenti, che passavano da un centro di studi all’altro, i
cavalieri erranti (generosi, o attaccabrighe), i predicatori, i messaggeri e i corrieri ; poche erano coloro
che viaggiavano per la curiositа di conoscere luoghi e genti diverse .
Le mete principali dei pellegrinaggi medievali erano tre : Roma, Gerusalemme e il Santuario di San
Giacomo di Compostela in Galizia ( Spagna ).
In Palestina si poteva giungere solo via mare, dai porti italiani di Genova e Venezia o da quelli francesi
della Provenza. A Roma e al santuario di San Giacomo si arrivava con lunghe marce a piedi o a dorso di
mulo, l’animale piщ adatto alla disastrate vie montane. I valichi alpini piщ usati dai pellegrini erano quelli
de Monginevro e del Moncenisio. La via piщ nota e battuta era la Francigena che, attraversando il Po
dopo essere salita per la valle del Taro e ridiscesa in Val di Magra verso Pisa e Lucca univa il Nord -
Euoropa a Roma.
I pellegrini diretti alla sede di Pietro erano detti “romei” perchй Roma era la loro meta ; godevano di
particolari agevolazioni alle frontiere e pagavano pedaggi piщ bassi. Il loro afflusso aumentт ancora con la
proclamazione del primo Anno Santo, effettuata da Papa Bonifacio VIII nel 1300 ( in quell’occasione
andт a Roma Dante ).
Lungo le principali vie di comunicazione, soprattutto nei pressi dei valichi alpini e dei guadi dei fiumi
sorsero ospizi per ospitare i pellegrini e rendere meno duro il loro viaggio. Abbazie e conventi si
allineavano lungo le vie e lungo i fiumi percorsi da pellegrini e mercanti, e i monaci avevano fra i loro
doveri anche quello di assistere i viandanti considerando la loro esperienza nell’uso delle erbe medicinali e
confortavano gli infermi e gli affaticati con sciroppi, infusi e decotti.
Il viaggio tra disagi e insidie ad ogni passo
Molto vari potevano essere i motivi per cui si iniziava un pellegrinaggio : per il desiderio di chiedere sulla
tomba del santo la guarigione da una malattia, per scogliere un voto pronunciato in un momento di
bisogno e di pericolo per devozione, o semplicemente per il desiderio di viaggiare, una motivazione
questa che spesso era intrecciata con le altre.
A percorre le strade potevano, poi, essere pellegrini inviati in penitenza a Compostella dalla sentenza di
un tribunale ecclesiastico o anche da quella di un tribunale civile come si verificт nei Paesi Bassi, in
Germania, in Polonia o in Boemia.
Da un certo momento fecero la loro comparsa anche pellegrini che compivano il viaggio dietro
finanziamento al posto di altri che quel viaggio non erano in grado di affrontare o che avevano promesso
dio farlo in momento della loro vita e ora, giunti sul limitare dell’esistenza, si accorgevano con rammarico
e preoccupazione di non avere rispettato l’impegno.
Per mare e per terra
Il santuario di Compostella venne raggiunto da pellegrini proveniente da tutto quello che sino all’avvento
della Riforma protestante, era il mondo cattolico. Sostanzialmente lontana si tenne lontana la cristianitа
orientale, che aveva i propri luoghi santi e i propri pellegrinaggi ( unica destinazione comune a tutti i
cristiani Gerusalemme e Terra santa ).
Coloro che si mettevano in viaggio per Compostella appartenevano ai piщ diversi strati sociali, ma piщ
numerosi erano gli ecclesiastici e i membri della nobiltа. Portare a termine una simile impresa, dati i tempi
e i costi che richiedevano, non era infatti cosa facile per chi vivesse del proprio lavoro e avesse da
mantenere una famiglia.
Vari erano i modi di viaggiare. Non era affatto diffusa quanto si potrebbe pensare la figura del pellegrino
solitario, non fosse altro perchй l’autoimposizione, attraverso la solitudine, di una penitenza ulteriore
difficilmente poteva essere mantenuta lungo le strade, negli ospedali o nei luoghi di accoglienza a
pagamento. Piщ diffuso era il viaggio in coppia, in piccoli nuclei, di familiari e amici, e anche in grandi
gruppi, organizzati quasi in forma moderna, attorno a qualche figura che godeva di prestigio o aveva giа
fatto il viaggio.
Fra i pellegrini non mancavano le donne, che furono comunque, nel complesso, meno numerose degli
uomini.
Si viaggiava a piedi ma anche a cavallo o alternando l’uno e l’altro modo, magari affittando
temporaneamente una cavalcatura. Si poteva compiere anche parte del viaggio via mare, sbarcando, ad
esempio, a Barcellona oppure a Bordeaux o a La Coruсa, e proseguendo poi via terra a piedi o in sella.
Del grande porto catalano si servivano, ad esempio, i pellegrini dell’Italia centrale e meridionale, di La
Coruсa gli Inglesi, gli Irlandesi, i Tedeschi del Nord e gli Scandinavi.
I tempi di viaggio via terra erano lunghissimi e richiedevano talvolta mesi tra andata e ritorno, quando si
partisse dalla Germania interna o dall’Italia centrale. Le imbarcazioni, che non si arrestavano neppure
nelle ore notturne, erano molto piщ veloci di chi marciava a piedi o viaggiava in sella, ma in questo caso
occorreva affrontare il mare cattivo, o le avversitа dei venti o le loro improvvise cadute.
I costi del viaggio equivalevano talvolta al compenso che un artigiano o un lavoratore manuale era in
grado di percepire nel corso di molti mesi.
Non si deve pensare, infatti, che l’accoglienza all’interno degli ospedali potesse sopperire in tutto ai
bisogni di chi viaggiava.
Ad accogliere il pellegrino di passaggio potevano essere i privati, gli alberghi o gli ospedali. La prima di
queste possibilitа и la meno documentata e avveniva sempre per via indiretta, vale a dire come una delle
forme di caritа cristiana consigliata dalla chiesa. Nulla ci impedisce , perт, di credere che talvolta, chi
accoglieva il pellegrino presso di sй, lo facesse dietro corresponsione di un compenso, magari modico.
Sugli alberghi le notizie diventavano, invece, piщ numerose a partire da un certo momento, anche perchй
questo asilo a pagamento venne affermandosi proprio in connessione con la crescente animazione delle
strade e con la piщ fitta circolazione degli individui, fenomeni a cui i pellegrini dettero il loro contributo,
ma che appaiono, piщ in generale, con lo sviluppo complessivo della vita economica e degli scambi che si
verificт in Europa a partire almeno dall’XI secolo.
L’ospedale era invece la manifestazione piщ tipica della caritа nei riguardi del pellegrino. Un tetto, un letto
anche soltanto un giaciglio per la notte, un fuoco per riscaldarsi, qualche cosa da mangiare costituivano
i conforti materiali che venivano offerti al pellegrino. A completarli venivano la pratica, simbolicamente
cristiana della lavanda dei piedi la partecipazione alla preghiera, la certezza di disporre del necessario
conforto religioso nel caso ci si trovasse in punto di morte. Il viaggiare comportava pure pericoli e disagi.
I disagi s’incontravano davanti agli alberghi o al loro interni per le insistenze e le false promesse degli osti
ai potenziali clienti, per gli imbrogli che essi perpetravano a danno di quelli che avevano scelto di
pernottare presso di loro. Altri disagi potevano riguardare le misure, i pesi, la qualitа scadente del vino e
delle pietanze, la biada fornita ai cavalli, il cambio delle monete e altro ancora.
Sempre negli alberghi c’era una grande promiscuitа e, data la consuetudine del tempo di dormire in piщ di
uno su un medesimo letto, si doveva sopportare talvolta la vicinanza di uno sconosciuto nel corso della
notte. Se invece si viaggiava a bordo di una nave, lo si faceva soffrendo le pene del mal di mare e una
terribile promiscuitа, che costringeva talvolta da adagiarsi in un cantuccio in mezzo a una ressa di propri
simili. C’erano poi sia in mare che sulle strade di terra, ben piщ inquietanti pericoli diffusi e di diversa
natura : naufragi o attacchi dei pirati. Dei viaggi via terra, le fonti del tempo testimoniano le morti dei
pellegrini assiderati sulle montagne coperte di neve, gli attacchi dei lupi o quelli dei briganti che
popolavano tante contrade d’Europa, ma che si facevano piщ numerosi e audaci nelle zone boscose e
meno popolate dell’Appennino.
Sempre all’erta
Preoccupazione costante del pellegrino, come del resto di qualsiasi viandante, era dunque quella di stare
sempre con gli occhi ben aperti e con l’orecchio teso, pronto ad individuare o a informarsi su un
passaggio pericoloso della strada o ancora ad individuare in un compagno di viaggio un delinquente o un
truffatore mascherato. Le stade infatti vennero a conoscere sempre piщ tutta una folla di malviventi che
si fingevano pellegrini per danneggiare il prossimo.
Riguardo ai pellegrinaggi si pensa che secoli di grande fortuna siano stati l’XI, il XII e forse anche il XIII
mentre nei due secoli successivi si sarebbe manifestata una certa decadenza , se non forse nel numero dei
pellegrini certo nello spirito del viaggio, a seguito della diffusione dei pellegrinaggi su commissione e di
quello a seguito di condanne.Successivamente la Riforma Protestante ha sottratto a questa pratica una
buona fetta di popolazione europea , come i Tedeschi, gli Scandinavi o gli Inglesi.
Una miniera d’oro
L’esistenza e la fioritura della cittа di Santiago di Compostella sono indissolubilmente legate alla scoperta
della tomba dell’apostolo Giacomo, al suo culto e al pellegrinaggio.
La cittа diventa il centro religioso, economico e politico piщ importante della Galizia.
Dal ritrovamento della tomba del santo si sviluppa dunque l’urbanizzazione intorno agli edifici sacri
costruiti via via sul luogo della scoperta.
Entro il secolo XI il pellegrinaggio una dimensione europea. Nell’anno 1075 inizia la costruzione della
nuova cattedrale romanica. Per volontа dei monarchi la cittа diventa il fulcro di una signoria vasta e
potente, capoluogo quindi non solo religioso ed ecclesiastico ma anche politico. Notevoli sono le
ricchezze e le entrate della chiesa locale, come pure eccezionali i poteri signorili del vescovo - che in caso
di guerra scende in campo alla testa delle proprie truppe - sulla cittа e il territorio dipendente dalla chiesa.
Economicamente la cittа beneficia innanzitutto dei prodotti e dei redditi delle terre del vescovo ed и il
luogo di scambio giornaliero per gli abitanti dei dintorni. Ma il pellegrinaggio e la presenza di stranieri
porta alla crescita di attivitа come quelle del calzolaio, del fabbro, del cambiatore di monete e
dell’albergatore.
Un ospedale a cinque stelle
Collocato in un passaggio tanto obbligato quanto difficoltoso per la solitudine faticosa del percorso e per
la montagne e le gole incombenti, l’ospedale di Roncisvalle svolge una funzione basilare per il pellegrino
che si trova il passo pirenaico. Nel suo atto di fondazione ( 1127 - 1132 ) si parla delle “ molte migliaia di
pellegrini morti, alcuni soffocati dalle tormente di neve molti altri assaliti e divorati vivi dai lupi “.
L’ospedale riesce fin dall’inizio ad accogliere e a dare conforto ai poveri, agli ammalati, ai pellegrini che
si fermano alla sua porta. Retta da una comunitа di monaci agostiniani, questa struttura si caratterizza per
ampiezza e disponibilitа di mezzi. Giа sulla porta d’entrata c’и un incaricato che offre del pane a chi и per
via e ne fa richiesta. A chi poi entra per prima cosa si lavano i piedi e la testa si fanno barba e capelli e si
accomodano le scarpe consumate. Il lavaggio dei piedi del pellegrino ricorda simbolicamente Gesщ che
lava i piedi agli apostoli e si configura come gesto di caritа e umiltа, oltre che come mezzo igienico e per
dare ristoro a chi a camminato per ore e ore. L’alimentazione fornita ai viandanti e ai pellegrini
comprende generalmente pane, legumi, verdura, frutta anche fatta venire da lontano. L’ospedale si
prende poi cura degli ammalati, posti su morbidi e comodi letti in ambienti divisi per sesso e illuminati di
notte. Quando qualche pellegrino muore riceve qui anche una degna sepoltura.
Ma al di lа dei servizi, per cosм dire, di tipo materiale, pur se prestati per caritа cristiana, gli ospedali in
genere non trascurano l’anima di chi lм si ferma. Poveri e pellegrini possono beneficiare dei servizi
religiosi e specificamente della massa domenicale in una cappella dell’ospedale o in una chiesa annessa o
vicina all’edificio.
L’abbigliamento del pellegrino
Il pellegrino era, per definizione, un “povero” ( cioи bisognoso e indifeso ), anche quando era un
mercante, uno studioso o un signore. Si avvolgeva in un lungo mantello, che gli serviva da riparo anche
per la notte, indossava un cappello a larghe tese che lo riparava dalla pioggia e dal sole, portava la
bisaccia, si appoggiava al bordone ; questo era l’unico e rudimentale sostegno nella marcia, il lungo e
saldo bastone dalla punta ferrata al quale si appoggiavano che chiamavano “il nostro mulo” ( da burdo,
mulo ).
Il pellegrino prima di partire concedeva il perdono a chi lo aveva offeso ; dava poi disposizioni a chi
rimaneva di distribuire in elemosine i suoi averi ai bisognosi. Come gli apostoli egli non doveva avere con
sй denaro se non per donarlo ai poveri. Non erano ben vestiti ne si muovevano a cavallo perchй anche
san Pietro era giunto a Roma scalzo e senza denaro.
Le donne pellegrine
Qualche nome di donna figura giа fra i primi pellegrini dell’XI - XII secolo. Intorno al 1065 il conte
Sigfrido di Sponheim pellegrini in terra santa insieme alla moglie, nel viaggio del ritorno trova la morte,
ma la donna prosegue il viaggio fino al santuario di Compostella per adempiere un voto formulato in
quell’occasione.
Nel 1112 va a Santiago, con il marito e altri compagni, santa Paolina che giа in precedenza aveva
compiuto vari pellegrinaggi.
Tuttavia oltre alle sante altre figure femminili si recano sulla tomba dell’apostolo Giacomo e cosм Santiago
diventa il luogo prescelto da nobildonne e regine, ma anche meta di pazze e invasate dal demonio che
sperano nella guarigione o di donne mandate in pellegrinaggio per condanna. Considerando che per le
donne il pericolo и maggiore rispetto a quello che corrono gli uomini si mettono in cammino da sole ; le
piщ nobili e le regine sono spesso a fianco del marito o seguite da una scorta. Si viaggia quindi in coppia o
meglio ancora in gruppo, come testimonia in una lettera il Petrarca che nel 1353 incontra in prossimitа di
Aix - en - Provence un folto gruppo di matrone romane dirette a Compostella.

La Via Francigena :
Una strada nell’Italia del Medioevo
Giа nell’ottavo secolo esiste un’attestazione, seppure in diretta dell’esistenza di una direttrice via aria alto
medievale per il collegamento di Roma con il mondo oltrappenninico. La presenza dei sacerdoti orientali
nel senese, in Lucchesia, in Lunigiana, a Pavia, dimostra una penetrazione missionaria attestatasi lungo
quello che sarа il percorso della cosiddetta “via di Monte Bardone” che piщ tardi assumerа il nome di
“Francigena” oppure “Romea”.
Il nome usato per indicare la strada stava a significare Mons Largobardorum e andт a individuare gran
parte dell’Appennino tosco - emiliano che, politicamente era appunto il “monte dei longobardi”. Monte
Bardone tuttavia era anche il nome del passo corrispondente all’attuale Cisa.
L’origine della strada и facilmente ricostruibile per la necessitа dei longobardi di collegare il ragno di
Pavia con i loro ducati meridionali attraverso un corridoio interno, al sicuro da eventuali colpi di mano dei
bizantini che avevano mantenuto il controllo di alcuni territori della penisola.
Inizialmente la nuova strada doveva essere poco piщ di una traccia e apparire come una odierna
carrareccia, con forti dislivelli, curve improvvise davanti s ostacoli naturali, guadi in corrispondenza dei
corsi d’acqua e naturalmente sfondo stradale sprovvisto di pavimentazione.
Tuttavia seguendo tale traccia il viandante poteva contare di raggiungere al sua meta ed era in grado di
individuare con certezza i punti di attraversamento dei fiumi e delle aree paludose i valichi montani, gli
ospizi e in genere le localitа dotate di strutture ricettive.
Col passare del tempo la via di Monte Bardone venne attrezzata mediante la creazione di una serie di
“abbazie regie” e di ospizi secondo un programma che servм anche a rafforzare il dispositivo di sicurezza.
I vari monasteri fondati in quel periodo dalla corte regia di Pavia non svolsero soltanto una funzione
religiosa ma servirono anche da “spedali”, furono punti di sosta e con ogni probabilitа dovettero anche
essere fortificati, in quanto sicuri punti di appoggio lungo i principali itinerari del regno.
Sostituitasi la dominazione franca a quella longobarda, la direttrice via aria che, per il passo di Monte
Bardone, faceva capo a Pavia, assunse maggiore consistenza e dovette prendere l’aspetto di una strada di
grande comunicazione.
Per i Franchi la via di Monte Bardone in quanto permetteva il collegamento con Roma rivestiva
un’importanza ben superiore a quella che essa poteva avere avuto per i longobardi : da questo il
comprensibile interesse dell’amministrazione carolingia a che la via diventasse piщ stabile e meglio
percorribile. Del resto in tutto il territorio del ripristinato Sacro Romano Impero furono adottate misure
per il miglioramento delle condizioni di circolazione lungo le principali arterie. La strada dei longobardi
divenne cosм la strada dei Franchi, il che determinт la nascita dell’espressione “via Francigena”, cioи,
etimologicamente, “strada originata dalla Francia”. La nuova denominazione, documentata sin dal secolo
IX in seguito verrа usata sempre piщ frequentemente e la si ritroverа in numerose fonti documentarie del
secolo XII. Le fonti inoltre contemplano i primi itinerari che permettono di ricostruire il tracciato della
strada, in precedenza indicato come semplice direttrice transappenninica.
Le guide ad uso dei pellegrini a partire dal decimo secolo diventano sempre piщ ricche di notazioni
riguardo all’itinerario attraverso l’elenco delle successive “mansioni” ( luoghi di tappa ) che denunziano
l’esistenza di un vero e proprio asse attrezzato nei collegamenti dell’Italia peninsulare, non solo con la
Padania ma anche con il mondo d’oltralpe. Nel secolo X infatti aumentт il flusso dei pellegrini
provenienti dall’area francese alimentato sempre piщ dagli abitanti delle isole britanniche.
La via seguita da tutti questi pii. viandanti per giungere alla tomba di san Pietro era la cosiddetta “Ruote
de la Flandre”, che si dirigeva verso l’Italia, attraverso l’Artois e la Champagne, valicava le alpi al Gran
San Bernardo, giungeva ad Aosta, discendeva poi nella pianura Padana dove a Piacenza, si immetteva
nella via di Monte Bardone. Il percorso era quello seguito anche dai mercanti poichй metteva in
comunicazione le due grandi aree mercantili del Medioevo : la Mediterranea e quella del Mare del Nord
che entravano in rapporto nel continente nelle famose fiere che in piщ periodi dell’anno si tenevano nella
contea di Champagne. Sul finire dunque del secolo decimo la via Francigena non solo aveva consolidato
il suo tracciato, ma era divenuta un’importante arteria che faceva capo a punti nodali : centri dotati di
strutture ricettive, valichi montani, attraversamento di fiumi. Negli stessi anni и probabile fosse stata giа
realizzata una sistemazione almeno parziale del fondo stradale, con operazioni di contraffortatura,
delimitazione e pavimentazione.
La via Francigena :
punto d’incontro dei grandi pellegrinaggi del medioevo
Le grandi mete della cristianitа medievale cioи la Terrasanta, Roma e Santiago di Compostella
coinvolsero cristiani di ogni etа e condizione sociale ; conseguentemente la via Francigena si trovт a
essere sempre piщ percorsa da pellegrini diretti a Roma e non solo da questi, perchй anche chi si voleva
recare a Gerusalemme, per imbarcarsi ai porti della Puglia doveva necessariamente servirsi di tale strada
per raggiungere Roma e poi, tramite la via Appia, per venire ai punti di imbarco sul canale d’Otranto.
La via Francigena inoltre costituм il tracciato di base seguito anche dai pellegrini italiani che andavano a
Compostella, poichй la strada valicate le Alpi, si immetteva nella via tolosana, percorso abituale dei
pellegrini jacopei che partivano dall’Italia.
Divenuta cosм punto d’incontro tra gli itinerari di tutte e tre le Pergrinationes maiores, a partire dal
secoloXI la strada accrebbe incredibilmente la sua importanza, svolgendo un ruolo di primissimo piano in
quello scambio di energie culturali la cui fusione portт alla sostanziale unitа della cultura europea del
Medioevo.

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