Civiltà romana

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Testo

I vestiti dei romani
L’abbigliamento romano ha avuto tanti cambiamenti dovuti non solo alle mutate situazioni politiche e culturali, ma anche alle influenze provenienti dalle popolazioni che conquistavano.
in età repubblicana l’abbigliamento era piuttosto severo e per lo più confezionato in casa con materiali naturali (cotone,lino,canapa, lana ,seta).all’inizio il tipo di vestiario non differiva molto fra
uomini e donne,solo quest’ultime portavano spesso un velo, che più tardi fu usato solo nelle cerimonie religiose o in segno di lutto. Il loro abbigliamento era la toga, ma in seguito la toga rimase solo per gli uomini e per le donne di facili costumi o per le adultere. L’austerità dei costumi passò verso la fine del periodo repubblicano tanto che Plinio il vecchio scrisse : “ oggi si vanno a comperare i vestiti di seta in Cina,si vanno a pescare le perle nel mar Rosso……e le matrone, come se non bastasse il numero di gioielli di cui si adornano, si bucano i lobi delle orecchie per conficcarsi i gioielli”
Anche gli uomini amavano portare i gioielli , anche se in minima parte, questi determinano spesso il rango sociale così come l’abbigliamento.
Il vestiario femminile
Le donne usavano come biancheria intima delle mutandine (subligar) ma solo durante il bagno, ed una fascia per reggere il seno, sopra indossavano la tunica interior,una lunga veste con aperture solo per le maniche e la testa con maniche corte, su cui posizionavano sopra la stola, lunga tunica che arrivava fino a i piedi , stretta alla vita con una cintura che poteva ripetersi anche sotto il seno.Sull’orlo esterno della tunica si cuciva una balza di porpora . Sopra la tunica a seconda la stagione si usavano le sopravvesti: in età repubblicana il ricinum , un mantello quadrato che copriva le spalle, più tardi nel periodo imperiale la palla grande mantello rettangolare che copriva entrambe le spalle ed arrivava generalmente alle ginocchia e copriva anche il capo.
In età imperiale i vestiti si arricchiscono di ricami e la scelta ricade su stoffe con colori vivaci.
Le calzature femminili erano uguali a quelle maschile e si differenziavano solo per la vivacità dei colori la maggior morbidezza della pelle e per la ricchezza degli ornamenti.
In genere le donne indossavano per casa i sandali (soleae, tenuti fermi da una serie di striscioline di cuoio), per uscire i calcei , infine i socci ( ciabattine) .
Le fanciulle andavano in giro a capo scoperto, mentre le donne sposate si coprivano il capo con un lembo della palla.Tanti erano gli accessori dalle fibulae, anelli, orecchini (inaures), braccialetto (armillae),collana (monilia) e anelli alle caviglie, tutto in oro.Tutto questo sfarzo portò lo stato romano ad emanare una legge Oppia del 215 a.c. per frenare il lusso delle donne. Ma ben presto questa legge cadde in disuso anche perché il numero di gioielli indossati e la loro preziosità indicava l’importanza del rango sociale e la propria ricchezza.
Aspetto importante erano anche i capelli: all’inizio le donne li legavano sulla nuca in modo semplice, poi le acconciature divennero sempre più complesse. Dalle donne etrusche le donne romane ripresero il modo di tirare i capelli in alto sulla testa tenendoli stretti con nastri (tutulus) , poi questa acconciatura passò di moda. L’età dei Flavi è l’età della delle acconciature più alte i capelli venivano tirati su e poi ricadevano a riccioli tenuti sulla testa da spilloni. Per questo spesso ricorrevano a posticci o addirittura a parrucche di capelli veri provenienti soprattutto dal nord europa (germania).
Interessante era la cura che le donne prestavano sia al loro viso che ai loro capelli.
Spesso si andavano a dormire con una maschera di bellezza fatta di mollica di pane intrisa nel latte o in un unguento oleoso estratto dalla lana delle pecore fatta bollire, per far ammorbidire la pelle.
Contro le rughe la crema fatta con tallone di toro fatto bollire o latte d’asina per pelle delicata e bianca.
Il vestiario maschile
I romani chiamavano indumenta le vesti che si infilavano dalla testa e amictus ciò che veniva avvolto intorno al corpo. In genere l’abbigliamento maschile consisteva in una tunica, una sorta di camicia, ed una specie di mantello, la toga che veniva indossata sopra. La tunica,all’origine era corta sul ginocchio e senza maniche, ornata da una striscia di porpora (clavus) che a seconda delle dimensioni indicava l’appartenenza ad un determinato rango ( i senatori l’avevano più larga dei cavalieri). Il tipo più diffuso fu la tunica dalmatica, presente già durante la repubblica ma diffusasi nel II sec d.C.,che aveva maniche lunghe sino ai gomiti, che poi si allungarono fino al polso,guarnendosi con frange .Dopo il III secolo d.C.la tunica si allungò fino alle caviglie segnando una moda già presente e venne detta caracalla La toga era molto ampia infatti era lunga 3 volte e larga due rispetto all’altezza di chi la metteva ed aveva forma di semicerchio , la toga virilis era quella del tipico cittadino ed era indossata dai ragazzi dopo l’età di 15-16 anni, prima indossavano la toga praetexta caratterizzata da una striscia viola e per questa portata anche dai magistrati..
La toga Picta era rossa ricamata in oro , indossata dai generali durante processioni trionfali e dagli imperatori.La toga Candida era bianca e indossata dalle persone che si muovevano negli uffici pubblici. infine la toga Pulla era fatta di lana nera per i funerali.
L’abbigliamento era completato da un mantello con una fibbia sulla spalla destra.
Il mantello più comune era la lacerna, indumento rettangolare di lana con gli angoli arrotondati, drappeggiato sulle spalle e fermato al collo o alla spalla con una fibula. La Paenula era una mantella di lana pesante con cappuccio che veniva adoperata nei periodi freddi. Fra gli ornamenti quello prediletto era l’anello spesso usato come sigillo, e portato nell’anulare sinistro. In seguito oltre all’anello sigillo gli uomini di una certa aristocrazia ne portavano anche altri con pietre preziose. Le calzature più usate erano i calceus una specie di stivale alto fino al polpaccio con linguetta centrale e una serie di lacci per fermare la calzatura,i senatori lo avevano di colore nero.
Il Muleus calzato dall’imperatore era uguale ma aveva i lacci rossi.
Il vestiario militare
LEGIONARI
I legionari erano il fulcro dell’Esercito romano. Ogni fante era dotato di una tunica rossa sopra la quale era tenuta la corazza che poteva essere di cuoio lorica hamata (usata dai legionari impiegati nelle flotte navali) o a piastre lorica segmentata. Attorno alla parte bassa del busto c'èra il cingulum ossia una cintura. Nell' armamentario troviamo un gladium una corta ma robusta spada adatta al corpo a corpo tenuta nel fodero sulla destra del legionario, un coltello chiamato daga, tenuto sulla sinistra ed un pilum ossia una specie di lancia molto maneggevole da usare contro le cariche nemiche. Da non dimenticare lo scudo rettangolare in legno di faggio e rinforzato in ferro (scutum), e l'elmo (cassis). Ogni legionario aveva inoltre uno "zaino tattico" dove portava tutto il suo stretto necessario.
Con la riforma di Diocleziano, il legionario si trasforma nuovamente, ed è dotato di una spatha cioè di una spada lunga adatta a colpire da cavallo, di una lunga lancia detta hasta, di uno scudo tondo, e una cotta di maglia come protezione per il busto.
COME COMBATTEVANO
Il legionare generalmente combatteva spalla a spalla con i suoi compagni, con lo scudo ben posto davanti a lui, a protezione della parte frontale del corpo, e il gladio/pilum nella mano destra. Il pilum era usato contro la cavalleria, o contro le cariche nemiche di fanteria: questo strumento bellico è composto da un'asta di legno, e di una punta di ferro lunga e sottile, fatta in modo che quando s’infilza nello scudo del nemico si storce e non si può più sfilare per essere rilanciata. Per questo il pilum era la prima arma che il legionario usava in battaglia. Lanciato il pilum al nemico, il legionare estraeva il gladio che al contrario di quanto si pensa si trovava sulla destra, per non intralciare la mano sinistra che tiene lo scudo. Il gladio era usato come una sorta di pugnale, il legionario quando combatteva faceva dei movimenti con il braccio simili a degli affondi rapidi ma tenendo sempre lo scudo davanti a sé. Nel qual caso perdeva il gladio sulla sinistra dell'armatura, aveva un fodero con un pugnale detto pugium. Lo scudo come arma difensiva era studiato per essere leggero, e resistente, e la sua forma rettangolare allungata per proteggere tutto il busto, in tal modo i legionari formavano un lungo muro che si contrapponeva alla spinta del nemico. E' uno dei motivi che favorì molte delle vittorie romane.
PRETORIANII
uomini comandati dal Prefectus Praetorio. Solitamente entravano a fare parte del corpo dei Pretoriani solo soldati scelti e valorosi oppure di un certo grado come i centurioni. Da semplice guardia all'Imperatore la Legione Pretoriana diventò la guardia di Roma, e negli ultimi La guardia Pretoriana è istituita la prima volta da Ottaviano. Inizialmente era composta da solo cinquecento anni dell'Impero "strumento politico assai persuasivo". La legione era formata da 9000 uomini divisi in 10 coorti che risiedevano nel Castrum Praetorium inglobato successivamente nelle mura Aureliane. Solitamente solo una centuria rimaneva al Palazzo Imperiale in una piccola caserma a lato dell'Aula Regia. La Legio Praetoria fu sciolta da Costantino.
EQVITES
La cavalleria aveva svariati compiti ma i principali erano operazioni di fiancheggiamento, azioni di supporto e di esplorazione. Ogni cavaliere era dotato di due spade di una lancia lunga e flessibile di legno, di uno scudo ovale, un elmo ed un’armatura leggera di solito di cuoio o una cotta di maglia, la cavalleria pesante era dotata inoltre una spada per poter meglio colpire i nemici appiedati. La cavalleria prenderà maggiore importanza sopratutto verso la seconda metà dell’IV secolo d.C. In questo periodo inoltre si trasformerà passando da una cavalleria leggera ad una cavalleria catafratta armata pesantemente e utilizzata per irrompere sulle masse barbare.
AVXILIA
Gli auxilia erano fanti appiedati armati molto leggermente e utilizzati per azioni di sostegno ed aiuto alla fanteria pesante. Gli ausiliari erano molto rapidi negli spostamenti e nelle operazioni: armati di spade, pilum o fionde, compivano azioni di disturbo e di "distrazione", ossia tenevano impegnati i nemici. Esistevano inoltre una serie di truppe ausiliarie che provenivano da svariati punti dell'Impero e che possedevano delle specialità particolari, come i cavalieri della Numidia. Erano in ogni modo truppe extra, che non rientravano nella composizione regolare della legione, eccetto la fanteria leggera, e gli arcieri appiedati. Gli ausiliari non erano cittadini, ma acquistavano l'ambita cittadinanza romana al termine del servizio militare. Erano raggruppati in diversi modi in base alle loro caratteristiche e comandate sempre da un ufficiale romano: la cavalleria era inquadrata nelle ale equitum comandate da un Praefetus equitum; la fanteria alleata era inquadrata in coorti da cinquecento (cohors quigenaria) o seicento (cohors sexgenaria) uomini, queste coorti erano comandate da un Praefectus cohortis; gli altri ausiliari in genere erano invece inquadrati in numeri ossia unità che conservavano i loro caratteri etnici (costume, armamento, lingua). Nella legione erano sempre presenti degli ausiliari regolari particolari come i ballistarii, ossia gli addetti alle macchine d'assedio.
SAGITTARII
Rientrano tra i corpi di ausiliari più adoperati. Erano utilizzati per colpire a distanza i fanti nemici, ma anche la cavalleria, e talvolta utilizzavano delle frecce incendiarie, che mettevano in fuga eventuali animali (come elefanti, cavalli...) usati nella battaglia. Gli arcieri oltre all'arco ed alla faretra erano armati con un pugium, una lorica leggera come una cotta di maglia, ed un elmo. Solitamente erano raggruppati in coorti da cinquecento uomini ed erano disposti dietro alla seconda fila di coorti legionarie. Esistevano principalmente tre tipi di arcieri:
- Gli arcieri semplici armati con un arco convenzionale.
-Gli arcieri siriani che provenivano dalle Province orientali ed utilizzavano un arco "composito", cioè composto da più materiali (come legno, corno, metallo ed altri), che permetteva quindi una gittata di oltre 300metri.
LEGATVS LEGIONIS
E' colui che comanda e dirige la legione e ne è il diretto responsabile sia nella Vittoria che nella disfatta. Nella Repubblica erano i Consoli stessi a dirigere le legioni, ma talvolta le affidavano ad altri legati. Dal primo Impero in poi le legioni sono condotte da generali scelti direttamente dall'Imperatore.
TRIBVNI MILITIVM
contrario degli altri arcieri erano organizzati in numeri.
I Tribuni comandavano la legione assieme al generale ed erano in sette:
- Cinque erano solitamente eletti dal popolo ed erano chiamati angusticlaves (facevano parte dell'ordine equestre) ed avevano il comando di due coorti di legionari.
- Uno invece era invece di rango senatorio ed era chiamato laticlaves.
- L’ultimo era il Tribunus Sexmextris chiamato così perché rimaneva in carica per seri mesi circa: egli aveva il comando della cavalleria.
PRAEFECTI
Ogni legione aveva dei prefetti i quali avevano dei compiti amministrativi e logistici di vario genere quali il controllo delle scorte (Praefectus anonnae), la gestione dell'accampamento (Praefectus Castrorum), la gestione delle comunicazioni, oltre che il comando di reparti alleati (Praefectus cohortis), o di ali di cavalleria (Praefectus alae). Ne esistono anche altri come il Praefectus dilectator con il compito di controllare e dirigere l'addestramento dei soldati.
CENTVRIONES
I centurioni erano i comandanti delle centurie. Essendo queste a loro volta unite a due a due per formare i manipoli avevano due centurioni, di cui uno superior (ossia aveva il comando supremo dell'unità) e uno inferior cioè suo subordinato. Inoltre i centuriones erano distinti priores se erano nella prima linea di coorti o posteriores se stavano nella seconda. Nella legione il centurione più importante era il centurio primipilus, che era il comandante del primo manipolo, della prima coorte; costui era l'unico centurione che partecipava al consiglio di guerra della legione. Nella legione c'erano anche manipoli di ausiliari, anch'essi comandati da centurioni che erano un po’ diversi dai centurioni legionari.
L'armatura era composta da una lorica hamata attaccata a questa c'erano le phalere cioè dei dischi di metallo che ne indicavano le imprese, e i riconoscimenti. Completavano l'armatura dei gambali e un elmo con le "crine a spazzola". Possedeva inoltre un bastone detto baculus che era simbolo di comando e strumento d’esercizio e d'autorità.
OPTIONES
Ai centuriones si affiancavano gli optiones ossia dei legionari con il compito di aiutare il centurione ed eventualmente sostituirlo se necessario. Erano contraddistinti dal fatto che portavano un bastone con in cima un pomolo di legno.
CORNICIFER
Era un legionare con il compito di trasmettere i comandi impartiti dal centurione alle truppe attraverso uno strumento musicale detto tuba.
SIGNIFERES
I signiferi erano coloro che tenevano e avevano cura delle insegne avevano un'armatura leggera (cotta di maglia o una lorica squamata), avevano inoltre uno scudo tondo, e una pelle d’animale sopra l'elmo; questa poteva essere di lupo, orso, leone, volpe... oltre che all'Insegna. Tra i signiferi si distinguono l'aquilifer, il portatore dell'Aquila, il vexillifer portatore del vessillo della legione, il signifer portatore dell'insegna della coorte o del manipolo. La legione solitamente aveva anche un imago che portava un’insegna con il volto dell'Imperatore.
L’EQUIPAGGIAMENTO GENERALE
Le Loriche
A) Lorica segmentata
Questa armatura, ritenuta una tra le più belle dell’antichità, fu utilizzata dai romani solo dall'inizio del regno di Tiberio fino a metà (circa) del III secolo. Si pensa che il suo utilizzo sia dovuto principalmente a 3 motivi: risparmio di metallo, risparmio di tempo nella fabbricazione e per evitare perdite immani di materiali nel caso di sconfitta.
Questa corazza, disponibile in 2 tipi diversi (Corbridge e Newstead), assicurava da un lato una protezione maggiore della Hamata contro l'armamento offensivo dei barbari, garantiva dall'altro libertà di movimento, indispensabile contro nemici resi agilissimi dal ridotto peso del loro equipaggiamento come in oriente. C’è chi pensa che quest’armatura fosse riservata prevalentemente alla tranquilla vita di presidio e non ad imprese di conquista come quelle repubblicane, ma è un’ipotesi ormai smentita. Un'altra ipotesi vuole che la lorica segmentata sia stata concepita per proteggere i legionari contro la potenza di tiro dell'arco partico e contro i colpi di punta delle spade dei barbari nord europei (forse la più probabile di tutte). I legionari comunque non cambiarono subito il loro armamento; la lorica segmentata era sostituita a quella Hamata solo quando quest'ultima si rompeva, quindi si trovavano truppe armate con nuovissime loriche segmentate insieme ad altre armate ancora con quelle Hamate.
Le differenze principali tra i tipi Corbridge e Newstead è nel numero dei lacci. La Corbridge ha molti lacci che tendevano a rompersi ed ad usurarsi, fino all’introduzione della Newstead, che non aveva più così tanti lacci e quindi riduceva il tempo usato dai soldati nella manutenzione del loro armamento.
B) Lorica Hamata
La lorica Hamata era un'armatura precedente a quella Segmentata. Fu utilizzata dai romani già durante la fine della repubblica e la si continuò ad usare fino alla fine dell’impero, anche se in truppe diverse e a momenti alterni. Poiché era più pesante, più difficile da costruire e richiedeva più metallo, venne pian piano sostituita nelle legioni dalla lorica Segmentata, ma mai del tutto. A differenza delle legioni si continuò ad utilizzarla nella cavalleria (dove la Segmentata non fece mai la sua comparsa), insieme alla Squamata, e nelle truppe ausiliarie che però utilizzavano anche armature meno conosciute. Il vantaggio rispetto alla segmentata stava nei colpi di fendente dei barbari per i quali quest’armatura si mostrava più efficace.
C) Lorica squamata
Questa armatura era meno diffusa delle due precedenti. Era utilizzata più dalle truppe ausiliarie e dalla cavalleria che dai legionari; in seguito fu utilizzata dai pretoriani che ne fecero la loro armatura d’ordinanza. Era molto bella e si mostrava adatta a tutte le situazioni; il suo scopo era più che altro attutire il colpo e non bloccarlo del tutto. Era generalmente fatta in bronzo o in ferro in placche che variavano dai 2 agli 8 cm che erano unite tra loro, quindi era relativamente comoda (rispetto alla lorica Segmentata). Il peso, il costo e il tempo per la fabbricazione erano inferiori rispetto alla lorica Hamata ma rispetto a questa risultava anche meno resistente.
Scudi
Esistevano diversi tipi di scudi che erano usati da unità diverse e che variano da legione a legione poiché per ragioni tattiche tutti dovevano avere gli scudi uguali.
A) Scudo tardo repubblicano:
Questo scudo fu utilizzato durante una breve parte dell’impero e dovette affrontare scontri in tutte le condizioni e in tutte le situazioni e se i romani (generalmente) ne uscirono vittoriosi bisogna anche dire che questo scudo influì notevolmente. Era di forma semi cilindrica e semi rettangolare con gli angoli arrotondati e rinforzati per resistere ai fendenti. Con questo tipo di scudo Cesare batté i Galli, i Britanni. Lo scudo era usato oltre che come arma di difesa anche come arma d’attacco (la miglior difesa è l'attacco): infatti, molti corpi ritrovati in Francia presentavano fratture al capo che solo uno scudo romano poteva aver provocato.
B) Lo Scutum:
Lo scutum (nome latino) fu utilizzato dai romani a partire dal principato di Claudio fino alla metà del III secolo circa. Lo scutum deriva da quello dei gladiatori, rimpicciolito e alleggerito; il suo primo utilizzo fu quello in Britannia (con successo). Questo scudo è il più famoso (tra quelli usati dai legionari); di forma semi cilindrica e rettangolare, fu introdotto per difendersi dall'arco partico, infatti, consentiva una maggiore protezione. La parte più debole dello scudo erano gli angoli: per risolvere questo problema si utilizzarono dei rinforzi metallici. Era sicuramente il migliore degli scudi romani, e in abbinamento con lorica segmentata e gladio (o pilum) era eccezionale.
C) Lo scudo ovale:
Utilizzato dalle corti e dalle ali ausiliarie era uno dei tanti loro tipi di scudi; usato dai legionari anche in battaglia oltre che nelle parate e soprattutto durante il tardo impero.
Armi offensive
A) Gladio:
Ne esistono di vari tipi, ma sicuramente il migliore e più famoso è quello usato dai legionari da Mario a Traiano; Rispetto al gladio ispanico risulta più corto. Era usato di punta per la sua incredibile forza di penetrazione, e perché non lasciava scoperti i legionari che con lo scudo potevano contemporaneamente attaccare e difendersi. Dal I - II secolo d.C. furono costruiti esemplari con la punta smussata, forse per consentire una maggiore efficacia nei colpi inferti di taglio. Il gladio si trovava sul fianco destro del legionario e per usarlo i legionari dovevano ruotare il polso: se si fosse trovato a sinistra avrebbe dato problemi allo scudo e in formazioni compatte sarebbe stato impossibile estrarlo. Durante il regno di commodo, il gladio fu portato a sinistra per essere riportato a destra sotto Settimio Severo. Uno dei motivi perciò il gladio era usato di punta era perché i romani sapevano che una ferita profonda 4 dita era di per sé mortale. Durante la crisi del III secolo il gladio fu progressivamente abbandonato per la sua inefficacia dalla lunga distanza.
B) Pugio:
Il pugio non è altro che un pugnale portato a sinistra di 30-40 cm. È di origine antichissima, ma il suo utilizzo nell’esercito è sicuro solo nel II secolo prima di Cristo. Il suo fodero era in legno ed era ricoperto con lamine d’argento, di bronzo o di rame (a seconda della disponibilità economica e del grado). Ne esistono di vari tipi con delle particolarità e delle somiglianze. Tra le somiglianze che tutti i pugnali dovevano presentare vanno ricordate: era un'arma a doppio taglio, l’impugnatura era dotata di avvallamenti atti a facilitare la presa delle dita. Durante la repubblica era portato nella stessa cintura del gladio, ma da Augusto le due armi erano in cinture separate. Da Tiberio inizia il declino di quest’arma che scompare progressivamente col passare degli anni. Durante il basso impero torna ad essere utilizzato anche se viene lavorato meno accuratamente che negli anni dell’impero.
C) Spatha:
La spatha era utilizzata dagli ausiliari fin dal primo secolo. I legionari cominciarono ad utilizzarla sicuramente durante le guerre in Germania di Marco Aurelio, anche se la presenza di Gladi era ancora rilevante. La spatha era leggermente più pesante del gladio, aveva una lama più sottile e più lunga ed era più adatta a contrastare singolarmente i barbari che utilizzavano armi più lunge e impedivano ai romani di avvicinarsi. Nonostante la spada fosse un'arma più utilizzata dai barbari, i romani non cambiarono mai il loro modo di combattere in formazione.
D) Pilum:
Il pilum era un capolavoro dell'arte bellica: aveva un corpo di circa un metro fatto di legni pesanti che terminava con una punta piramidale, e sul vertice della punta era una sfera di materiali vari, legno leggero il più delle volte, da cui partiva la lunga asta di ferro di circa 50 cm, la cui punta era fatta a cuore. Il Pilum non aveva solo una grande forza di penetrazione, data dal suo peso, ma era progettato per non poter essere tirato una seconda volta dai nemici contro i romani: infatti, se colpiva uno scudo, trapassandolo, la parte di ferro si piegava, rendendo così inutilizzabile lo scudo, che doveva essere abbandonato. Se invece si conficcava per terra, il raccordo piramide-sfera si spezzava, rendendo così impossibile l'immediato riutilizzo. Fu abbandonato durante il III secolo come tante altre armi e armature, per combattere meglio contro i nuovi nemici dell’impero. Non era utilizzato come una lancia macedone ma come giavellotto da lancio.
E) Lance:
Il nome generico lance deriva dal fatto che ne esistevano tantissime che erano utilizzate dagli ausiliari. In seguito furono utilizzate dai legionari a partire dal III secolo; molto efficaci contro i nuovi nemici dell’impero.
Elmi
I romani usarono tantissimi elmi, ma durante il primo impero i legionari usarono principalmente due tipi di elmi: gli elmi italici e quelli galli chiamati cassis.
A) Elmi imperiali italici:
- Elmo imperiale italico A:
Simile al tipo gallico, ma più semplice nella realizzazione e nelle decorazioni molto simili a quelle italiche ed etrusche, si crede sia stato realizzato in Italia. Fu prodotto dal I sec. a.C. fino all'inizio del III sec. d.C. In alcuni di questi elmi veniva montata una doppia cresta a forma di "T". Alcuni studiosi pensano che questo tipo di elmo sia stato usato anche dai Pretoriani. Anatomicamente è migliorato: c'è più spazio per le orecchie e la visiera è leggermente incurvata in basso oltre che per parare la vista dal Sole anche per resistere di più ai fendenti delle spade; è molto più rifinito nella parte posteriore.
- Elmo imperiale italico B:
Prodotto sempre nello stesso periodo dell'italico A, quest’altro tipo di italico presenta molte decorazioni di un differente metallo rispetto alla composizione generale dell'elmo. I due assi della coppa vengono rinforzarti, e con essi gli attacchi dei paraguance e la parte posteriore. Fra le decorazioni abbiamo un'aquila ed una casa (probabilmente una decorazione italica).
- Elmi imperiali italici C:
Questo tipo di elmo è sostanzialmente simile a quello precedente, presenta però una maggiore protezione per il collo; il disco posteriore, infatti, questa volta oltre che obliquo è anche incurvato per difendere il collo da attacchi laterali. Poteva anche avere delle borchie metalliche per rinforzare agganci e punti più deboli. Alle decorazioni più dettagliate si sostituiscono delle stilizzazioni di ali d'aquila poco più sopra della visiera.
B) Elmi imperiali gallici:
L’elmo gallico è basato su quello indossato dai Galli. Presentano diverse decorazioni poi riprese dagli elmi italici. Molto più rinforzato il disco incurvato che protegge il collo, e il materiale di costruzione è il ferro. Creste possono essere fissate trasversalmente o verticalmente (a seconda del grado), ma vi potevano essere fissate anche delle piume.
Caligae
Le Caligae non erano altro che i calzari usati dalla fanteria e dalla cavalleria romana; erano dotate di speroni. Le Caligae erano comode per le lunghe marce, non si consumavano facilmente e per i soldati romani erano un vantaggio verso Celti e altri barbari, che usavano invece altri calzari più facilmente consumabili dalle marce. Per far sì che non si consumassero in tempi troppo brevi, vi erano applicate inoltre delle borchie metalliche che permettevano al piede una presa più forte sul terreno, durante la battaglia o anche a terreno bagnato.
B) Cingulum:
Era la cintura usata dai legionari e dai centurioni. A seconda delle decorazioni e dei materiali usati si capisce il grado. Per i legionari si utilizzavano cuoio e bronzo: il cingulum era in cuoio con delle borchie di bronzo; a questo erano applicate nella parte anteriore delle sottili e lunghe cinture con piccole borchie che finivano con le più svariate forme in punta. Queste cinture attaccate alla cinta più grande (cingulum) sono dette pteruges. Di sicuro uno dei motivi per il quale veniva indossata questa cinta era che servivano a proteggere l'inguine del soldato, ma altre ipotesi avanzate sono state che servisse ad equilibrare il peso durante le marce o a fare rumore per spaventare i nemici.

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