Pablo Picasso e l'astrattismo

Materie:Riassunto
Categoria:Storia Dell'arte
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Data:13.11.2006
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Testo

Pablo Picasso
E’ nato nel 1881 a Malaga, in Spagna, da un padre pittore modesto. Frequentò l’Accademia di Barcellona, poi si trasferì a Madri dove venne a conoscenza del “Neo-gotico” e del “Postimpressionismo francese”, quest’ultimo lo spinse quindi a trasferirsi a Parigi. Dove nonostante la giovane età nel 1901 ci fu la sua prima mostra con i quadri come la “Signora in Blu”, tradizionale nella struttura ma innovativo nei particolari del braccio teso all’orizzonte, lo sfondo piatto e lo sguardo folle. In Francia prese un casolare abbandonato che divenne il luogo d’incontro di diversi pittori (tra cui Degas) che formarono la “bande Picasso”. Rimase impressionato dalla tecnica di Seurat, Redon, Van Gogh e Gaughin; da questi abbiamo il suo periodo blu in cui disegnò ciò che vedeva per strada, un’umanità povera, diversa da quella romantica di Degas, come in “Pasto frugale” e “Madre e figlio”. Detto periodo blu, poiché utilizza solo il colore blu. Queste persone povere riescono a trovare un consolazione solo nei legami affettivi, come si vede nella serie di rappresentazioni dei teatranti di strada con cui si apre il periodo rosa. In questo periodo i quadri diventano più essenziali, scompaiono aspetti decorativi, le figure sono più stilizzate e meno espressive; questa stilizzazione diventerà sempre più accesa nei quadri successivi, in cui le linee sono geometriche e i volumi ridotti. Anche la prospettiva scompare, i tratti del viso diventano asimmetrici, scompare l’effetto luce e compaiono elementi dell’arte africana, ciò è ben visibile nella serie di autoritratti e busti di donna. Fino ad arrivare a “Les Demoiselles d’Avignon” e al Cubismo, in cui Picasso abbandona le regole accademiche, conscio che nel seguirle sarebbe rimasto un semplice copista.
Pablo Picasso: Les Demoiselles d’Avignon
Il quadro, conservato al Museo di arte moderna di New York, rappresenta cinque ragazze nude sfigurate da lineamenti asimmetrici. Il titolo riprende dai soggetti rappresentati: le prostitute di un bordello di Barcellona nella strada d’Avinyo, conosciuto all’autore; per il loro lavoro le donne hanno questo aspetto così terrificante e tutte le linee del loro corpo sono taglienti e spigolose, come i nasi e i seni. Non sono presenti né ombreggiature né alcuna regola prospettica, i piani sono incastrati fra di loro, ciò si nota dalla ragazza accovacciata a lato a destra che guarda verso lo spettatore nonostante anche la schiena sia rivolta verso di lui. I lineamenti del viso delle due figure a destra richiamano le maschere africane a simboleggiare un desiderio di ritorno all’arte essenziale del mondo tribale e primitivo; quest’essenzialità è ben espressa dall’uso di due soli colori: l’ocra e i blu. Il quadro ha avuto dietro un lungo studio di preparazione, infatti, sono stati trovati moltissimi bozzetti preparatori, niente è lasciato al caso. L’attenzione del dipinto è concentrata nei nudi femminili ben diversi da quelli dell’antichità con caratteri mitologici, ma che riprendono invece quelli più innovativi e vicini alla realtà di Ingres, Cezanne, Renoir e Degas. In uno dei bozzetti c’erano anche altre due figure, due uomini di cui uno studente, forse simbolo dell’autore e del suo difficile rapporto con la sfera della sessualità; in un altro bozzetto lo studente reggeva anche un teschio probabilmente a significare la vanità della carne e la minaccia di questi rapporti dato che in quel periodo era molto diffusa la sifilide. Innovazione ma anche tradizione, come si desume dalla natura morta al centro, il piatto però posto sotto è completamente sfigurato a simbolo della lontananza della sua pittura da quella realista. La tenda a sinistra invece ricorda una scena teatrale in cui queste donne sfilano davanti ai clienti, cioè gli spettatori, diventando così coinvolti all’interno di esso.
L’astrattismo
Si considera l’iniziatore di questa corrente Kandiskij che nel 1913 vedendo un quadro capovolto rimase molto colpito dalle macchie di colore, senza guardarne la forma. Da quest’episodio capì che l’importante in un quadro non è la figura ma il colore e con il suo primo acquerello astratto, datato dall’autore 1910, inizia l’astrattismo. A questa nuova corrente artistica erano più o meno giunti tutti gli artisti del novecento, tra cui Picasso, Severini, Monet e Turner. Mentre per Kandiskij il colore passa in primo piano, per Malevic è la forma sintetica e simbolica a passare in primo piano, diversamente Mondrian arriva ad un astrattismo equivalente ad un cubismo estremamente sintetizzato. L’arte si distacca dal mondo materiale e dalla percezione di esso, questo nuovo modo di dipingere ha i suoi antecedenti nella pittura ebraica e islamica, le cui chiese sono dipinte solo con motivi astratto-geometrici. Inoltre secondo alcuni studiosi l’uomo nel dipingere tende sempre a modificare la realtà, a stilizzarla, oppure a vedere in essa delle forme astratte regolari. L’astrattismo ha però rappresentato una vera e propria rivoluzione dal momento che tutta l’arte europea si è sempre basata sulla figura, l’arte astratta non ha più il compito di rappresentare la realtà (compito ormai affidato alla fotografia) ma il mondo interiore. Questa differente visione non si applica solo alla semplice rappresentazione ma diventa una vera e propria rivoluzione dello spirito, per questo l’astrattismo tocca anche oggetti di vita quotidiana, come case, suppellettili, ecc.
Il colore dalla schiavitù alla libertà
Grazie all’astrattismo il colore in sé e non il colore della cosa acquista importanza, mentre fino ad allora il colore era stato sempre schiavo della figura. Già nel Medioevo però con lo sviluppo dell’industria tessile furono scritti diversi trattati su di esso, attribuendo ad esso diversi valori simbolici. In seguito con Isaac Newton i colori acquistarono anche importanza scientifica e letteraria con Goethe. Con l’avvento dei colori chimici nel XIX e i cosiddetti “tubetti”, la gamma cromatica dei pittori si ampliò.
Vassilij Kandiskij
Nato in Russia da un ricco mercante, studiò economia e legge per poi rinunciare all’insegnamento universitario preferendo seguire la carriera di pittore. Durante la sua gioventù numerosi furono gli spostamenti: prima risiedette a Monaco dove conobbe lo “Judenstijl” (Neo-gotico), poi a Parigi dove incontrò i Fauvisti, tornato a Monaco comprò una casa in campagna che divenne luogo d’incontro per artisti. Per un certo periodo insegnò alla Bauhaus e dopo la sua chiusura si trasferì definitivamente a Parigi. Fu sia il leader del gruppo “Cavaliere Azzurro”, ma fu soprattutto l’iniziatore dell’astrattismo con il suo primo “Acquerello astratto”, datato dall’artista 1910. Fu influenzato molto da artisti come Matisse, Seurat, e dal colore di Gauguin e Van Gogh. Interessato principalmente all’importanza del colore cominciò a privare i suoi quadri delle linee prospettiche e a inserirne altre secondo un ordine casuale. Il suo fine era rivolto all’impressione suscitata dalle macchie di colore per questo disegnò non opere uniche ma serie chiamate: improvvisazioni, composizioni e impressioni. Scrisse anche un libro “Lo spirituale nell’arte” in cui spiegò il significato delle linee, dei colori e delle figure geometriche.
L’artista è visto come un profeta, riprendendo dalla filosofia di Schelling, e dalle religioni orientali che Kandiskij ben conosceva. La prima fase della sua produzione fu caratterizzata da un disegno molto libero, simile allo scarabocchio di un bambino, in cui non c’è dietro un disegno preparatorio e da un uso pastoso del colore. Dopo il trasferimento alla Bauhaus cambiò il suo stile, il colore appariva steso in maniera più disteso e anche il disegno era meno libero ma caratterizzato dall’intreccio di diverse figure geometriche. Le sue opere sono piatte prive di qualsiasi prospettiva.
Kasimir Malevic
Un altro importante rappresentante dell’astrattismo geometrico, noto come suprematismo differente da quello lirico di Kandiskij, è stato Malevic, sconosciuto per molto tempo a causa dal silenzio imposto intorno a lui dal regime sovietico. Molti suoi quadri infatti sono giunti a noi solo grazie al museo di Amsterdam che li ha comprati quando stavano per essere bruciati dai tedeschi. Le sue prime opere sono quelle della scenografia della “Vittoria sul sole” in cui compare una delle sue opere più importanti “quadrato nero su fondo bianco”. Quest’opera raffigura l’ultima scena dello spettacolo teatrale, in cui gli uomini sono riusciti ad inventare una nuova fonte di energia da contrapporre al sole, questo nuovo sole umano è raffigurato dal quadrato nero, al contrario di sfere e cerchi che sono figure naturali, che si pone sopra la luce divina, cioè lo sfondo bianco. Le dimensioni del quadro riprendono dall’iconografia russa così come la sua posizione nella mostra “0.10”, in un angolo in alto come se fosse un mediatore fra il cielo e la terra. Nei suoi quadri in cui compaiono figure geometriche con colori ben definiti e che rappresentano il mondo interiore, il suprematismo si configura come una vera e propria rivoluzione spirituale per questo Malevic lo applicò ad oggetti di vita quotidiana e produsse anche dei modellini, detti Architekton, di edifici squadrati. Il momento culminante di questo stile si raggiunge con “quadrato bianco su fondo bianco”. Tuttavia il suo stile non piacque al regime sovietico che voleva opere più tradizionaliste, rivolte ad un realismo socialista, molti studiosi alludono a questa causa il suo cambiamento di stile negli ultimi anni della sua produzione rivolta ad un realismo classicista e ad una sorta di cubismo.

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