Senegal

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SENEGAL

POSIZIONE GEOGRAFICA:
Il Senegal si trova nella parte più a ovest dell’ Africa , è delimitato a nord dalla Mauritania, a est dal Mali, a sud dalla Guinea e dalla Guinea-Bissau, a ovest dall'Oceano Atlantico. All’ interno, nella parte meridionale, c’ è il Gambia , un piccolo stato dalla forma allungata che prende il nome dal fiume omonimo ed è unito al Senegal dal 1982.

Il vero nome del Senegal è République du Sénégal ,essendo stata infatti una colonia francese fino al 1958.Ha una superficie di 196.722 km2e una popolazione di 8.130.000 abitanti. La lingua ufficiale è il francese, ma sono d’uso anche molte lingue sudanesi . La religione è la musulmana con l’ 85 % della popolazione, poi ci sono animisti e cristiani.
La moneta usata è il franco. Ha una repubblica di tipo presidenziale e il presidente, che è anche capo del governo e detiene il potere esecutivo, è eletto a suffragio universale ogni 7 anni e per non più di due mandati, così come dell’Assemblea Nazionale composta da 120 membri a cui spetta il potere legislativo.

MORFOLOGIA DEL TERRITORIO:
Il Senegal è quasi interamente pianeggiante e una buona parte del territorio si trova in una depressione posta a 100m sotto il livello del mare. I monti più alti , che non superano comunque i 500m di altitudine sono situati all’ estremità sud-orientale, lungo il confine con la Guinea (la punta settentrionale dell’ altopiano Futa Djallon) e sul confine con il Mali. Ed è presente anche qualche vulcano nella penisola di Capo Verde (Capo Verde è un promontorio situato vicino a Dakar ed è il punto più occidentale dell‘ africa continentale). Le coste del Senegal sono basse e sabbiose nel tratto settentrionale, ma diventano articolate a sud di capo verde le coste appaiono più articolate intorno alle foci dei fiumi e sono spesso paludose e orlate da isolotti sabbiosi e bordate da frequenti lagune costiere.

IDROGRAFIA :
La rete idrografica si estende su tre fiumi principali :il Senegal, il Gambia e il Casamance. Il Senegal , lungo 1440 km , attraversala Guinea, il Mali e infine sfocia nell’ oceano atlantico nei pressi di Saint Louis vicino al confine con la Mauritania. Ha un regime irregolare , con magre invernali e piene estive da maggio a ottobre , è parzialmente navigabile. Nasce dal massiccio del Fouta Djallon in Guinea cosi’ come il Gambia che è lungo 1126 km e sfocia nell’ atlantico con un profondo estuario dopo aver attraversato l’ omonimo paese; è navigabile per oltre 400km. Il Casamance si trova nell’ estremo sud e sfocia sempre con un estuario. La rete idrografica del paese è però in generale molto povera e costituita soprattutto da corsi d’ acqua stagionali in particolare nel nord del paese

CLIMA:
Il Senegal ha un clima tropicale con una stagione secca da novembre a giugno e una stagione delle piogge da luglio a ottobre. Le temperature sono mitigate dalla vicinanza del mare e a Dakar oscillano tra 21°C a gennaio e 27 C° a luglio , raggiungono valori anche superiori a 40 gradi all’ interno. Nella regione del Casamance ci sono invece temperature meno elevate e sbalzi termici meno frequenti. Le precipitazioni annue sono maggiori a sud (1400 mm circa) e decrescono drasticamente verso nord ( meno di 381 mm ) , dove il clima diventa quasi desertico.

AMBIENTE:
Benché i periodi di siccità mettano a dura prova il Senegal, dalla fine degli anni Sessanta la fauna è più abbondante che nella maggior parte dei Paesi del Sahel. Il Senegal è il maggiore esportatore mondiale di uccelli esotici. Alla piaga del bracconaggio, che mette a rischio la sopravvivenza degli animali, il Governo ha risposto proteggendo più dell'11,3% del Paese sotto forma di parchi e riserve. Il Senegal ha inoltre sottoscritto accordi internazionali e regionali per la tutela dell'ambiente.
La siccità, la deforestazione e l'eccessivo sfruttamento delle terre a pascolo sono alla base del fenomeno di desertificazione in ampie zone del Paese, anche se è in atto un processo di rimboschimento. Nell'ultimo decennio i progressi per rendere più accessibile l'acqua potabile alla popolazione rurale sono stati poco significativi.

FAUNA:
IL Senegal è il paese dell’ africa occidentale piu’ diversificato dal punto di vista biologico , con oltre 550 specie di animali. E’ anche luogo di migrazione degli uccelli , soprattutto acquatici che vengono qui in tutta Europa per trascorrere l’ inverno e si fermano spesso al parco Djudj a nord
St Louis , una delle piu’ importanti riserve ornitologiche del mondo

FLORA:
La limitata quantità delle precipitazioni e la loro distribuzione nei pochi mesi estivi condizionano fortemente, specie a nord della Gambia, il manto vegetale. Dalle aree semidesertiche e dalle steppe del sahel si passa verso sud a una savana ricca di baobab, di acacie, tra cui l’Acacia senegalensis che fornisce la gomma arabica, e di palme. Nella Casamancesi trova un ambiente forestale che prelude a quello tipico dell’Africa guineana con formazioni a galleria lungo i fiumi.

STORIA:
La storia della colonizzazione del Senegal, così come quella di gran parte dell'Africa, è strettamente legata alle vicende interne del continente europeo.
Lungo tutto il XVII e XVIII secolo francesi, inglesi e olandesi si diedero battaglia per il controllo della regione, finchè il Trattato di Versailles del 1783 la assegnò definitivamente ai francesi. Era questo uno dei primi atti stipulati tra le potenze europee in cui queste si assegnavano un ruolo di tutela sul continente africano, con il conseguente diritto di dividerselo.
Il trasferirsi sulle coste dei commerci portò alla decadenza degli scambi con gli arabi attraverso le vie carovaniere. Le antiche e fiorenti città del Sudan persero importanza a favore dei nuovi centri costieri e l'economia "di tratta" favorì nuove concentrazioni di ricchezza, a tutto svantaggio delle regioni interne, che si vedevano spogliate degli uomini.
Sul piano sociale si approfondì la distanza tra l'aristocrazia e il popolo
L'arrivo degli europei ruppe inoltre gli equilibri politici locali e generò discordie e tensioni crescenti, che degenerarono spesso in guerre civili e guerre tra paesi vicini. Per questo, quando i francesi si "aggiudicarono" la regione si trovarono di fronte a una realtà politica destrutturata ed popolazioni indebolite e divise.
Uno dei traffici più lucrosi che tra il XVI e il XIX secolo si sviluppò lungo le coste dell'Africa occidentale fu costituito dalla tratta degli schiavi. Inizialmente essa venne monopolizzata dai portoghesi che caricavano ogni anno sulle navi diverse centinaia di schiavi neri da inviare in Europa per soddisfare i gusti esotici delle corti o dei palazzi aristocratici.
Ma quando nei vasti territori del nuovo mondo si diffuse la coltura della canna da zucchero, la domanda di manodopera a basso costo da utilizzare nelle piantagioni aumentò rapidamente. Europa, Africa e America divennero quindi i cardini di un commercio triangolare articolato in questo modo: dall'Europa salpavano bastimenti carichi di armi, stoffe, alcol, tabacco e perline, che giunti sulle coste africane svuotavano il proprio carico per stivarvi schiavi neri che sarebbero poi stati scambiati in America con zucchero, cacao, caffè e tabacco. Nel corso dei secoli inglesi, olandesi e francesi acquisirono il controllo del traffico degli schiavi che ebbe sulle coste o lungo i grandi fiumi del Senegal e del Gambia i principali punti di approdo.
Se inizialmente gli europei acquistavano dai mercanti locali solo i prigionieri delle guerre tra tribù, la crescita della richiesta di schiavi per le piantagioni di zucchero e di cotone spinse gli intermediari africani, i mercanti arabi e anche gli stessi europei a compiere razzie indiscriminate nei villaggi dell'interno.
Questo commercio di schiavi continuo’ fino al 1940 circa quando gli inglesi e i francesi lo dichiararano illegale.
Nella prima metà dell'ottocento gli inglesi estesero la propria egemonia lungo la valle del Gambia (creando così le premesse per la nascita dell'omonimo stato). I francesi gettarono invece le basi di un vastissimo impero coloniale che dalle coste dell'attuale Senegal si sarebbe espanso su larga parte dell'Africa occidentale.
Le autorità coloniali si ritennero investite della missione di civilizzare popolazioni considerate ancora immerse nella barbarie, riconoscendo loro una potenziale uguaglianza di diritti in quanto esseri umani, ma rigettando e soffocando ogni aspetto della cultura africana.

La decolonizzazione:
Il processo d'emancipazione e indipendenza dei paesi sottomessi alla dominazione coloniale iniziò dopo la seconda guerra mondiale. La decolonizzazione dell'Africa nera soggetta alla Francia avvenne pacificamente, nell'arco di quindici anni, attraverso lunghe battaglie parlamentari e il costituirsi e lo sciogliersi di schieramenti politici. Si elaboravano progetti e si emanavano leggi per la migliore soluzione della questione coloniale che tendeva a diventare sempre più ingovernabile con i metodi coloniali, infatti
La Costituzione dello stato francese faceva dell'Africa nera una parte integrante della repubblica. Nel 1946 vennero votate delle leggi riguardanti i paesi d'oltremare, una di esse aboliva il lavoro forzato e una seconda proclamava "cittadini francesi" tutti coloro che fino ad allora erano stati considerati soltanto dei sudditi della Francia. Questa "cittadinanza" restò comunque puramente teorica, poiché in realtà non comportò l'uguaglianza dei diritti.
Il definitivo avvenimento che portò i paesi africani all'indipendenza accadde nel 1958: l'ascesa al potere in Francia del generale De Gaulle. Il generale De Gaulle formò un "Comitato costituzionale consultivo" incaricato di studiare i futuri rapporti tra l'Africa francofona e la Francia. Gli africani furono chiamati per il referendum nel 1958 ad aderire alla "Communautè",un insieme di paesi di cui la Francia avrebbe mantenuto il proprio sostegno economico riconoscendone l’ESISTENZA NAZIONALE.
In realtà l'alleanza prospettata dalla Francia aveva lo scopo di consentire alle società controllate dagli europei di continuare la loro attività nei paesi africani salvaguardando gli interessi economici che vi erano stati fatti nel corso di un secolo.
Dopo il referendum i territori africani proclamarono la repubbblica e si diedero una propria costituzione e le nuove republiche vennero accolte nelle nazioni unite.
In Senegal questi anni ferventi e cruciali fecero via via emergere come "gigante politico" Lèopold-Sèdar Senghor che proprio nell'anno dell'indipendenza divenne presidente della neonata repubblica. Egli si fece interprete di una politica improntata al legame con la Francia e al contemporaneo recupero delle radici africane del popolo senegalese. Nell'ottobre 1980 Senghor lascio’ la carica di Presidente. Dal punto di vista politico egli lasciava una eredità positiva: caso unico nell'Africa moderna, egli aveva dimostrato tolleranza e un certo rispetto per le regole della democrazia, non aveva mai troppo abusato del suo potere ed era riusito ad evitare il pericolo della dittatura.
Negli ultimi decenni si sono approfonditi gli squilibri e le difficoltà che avevano già caratterizzato i primi anni di vita del Senegal indipendente: sviluppo industriale carente, difficoltà di diversificazione della produzione agricola, presenza di un apparato burocratico-amministrativo oneroso e inadeguato, mancanza di autonomia finanziaria e conseguente vertiginoso aumento del debito estero.
Le conseguenze negative di questa situazione si sono avvertite su tutti i piani, da quello dell'istruzione a quello della sanità, da quello dello standard di vita e dell'alimentazione a quello dell'occupazione. La diseguaglianza sociale e la frattura tra città e campagna si sono approfondite.
Nel complesso si è assistito a un degrado progressivo degli indicatori sociali, rilevatore di una profonda insufficienza dello sviluppo umano del paese. Tutto ciò in presenza di un consistente problema demografico e di un vistoso fenomeno di inurbamento nell'area di Dakar, dove una crescita squilibrata ha concentrato la gran parte delle opportunità di lavoro e di sopravvivenza. Le prove si chiamano gestione dello stato, rottura con la corruzione a tutti i livelli, trasparenza degli atti pubblici, fine del monopolio del potere da parte di una persona e di un apparato, lotta alla disoccupazione.

GEOGRAFIA UMANA:
Composizione etnica:
La popolazione del Sènegal è costituita da neri sudanesi che però hanno avuto contatto con genti “bianche”, soprattutto attraverso i Fulbe, e che ormai sono quasi interamente islamizzati. Il gruppo etnico più rappresentativo è quello dei Wolof ,attivi agricoltori delle zone bagnate dal Sine e dal Saloum, sparsi soprattutto nelle regioni di Thiès e Diuorbel, ma numerosi anche sulla costa, dove praticano la pesca; molti di loro fanno oggi parte del personale burocratico e amministrativo dello Stato. Affini ai Wolof sono i Serèr anch’essi in prevalenza coltivatori. Diffusi un po’ ovunque sono i Fulbe tradizionalmente allevatori nomadi presenti in tutti i Paesi situati al margine meridionale del Sahara, ma oggi anche contadini e commercianti. Linguisticamente e culturalmente affini ai Fulbe sono i Tukulor , stanziati soprattutto lungo il corso del fiume Senegal. Nella Casamance prevalgono i Diola che vivono in piccoli gruppi ai margini del fiume, praticando l’agricoltura; molti sono ancora animisti.

CULTURA:
Come in molte tribù africane , l’ importanza di una persona si determina alla nascita. Al vertice della piramide ci sono gli appartenenti alla stirpe della nobiltà e le famiglie dei guerrieri, seguite dai contadini, commercianti e lavoratori specializzati come fabbri , falegnami, tessitori e griot. Questi ultimi appartengono alla casta inferiore, ma sono molto rispettati perché mantengono la tradizione orale e , in genere sono gli unici a conoscere la storia dei villaggi e delle famiglie. Negli strati più bassi della gerarchia sociale c’erano gli schiavi catturati durante le guerre o comprati dai commercianti. La schiavitù pero’ è abolita da tempo, ma molti discendenti di schiavi lavorano ancora sotto il vecchio padrone. Oggi pero’ questa gerarchia sta scomparendo e le persone piu’ rispettate sono le poche istruite.

ECONOMIA:
Con l’ acquisizione il governo si è impegnato a dare un aspetto sempre più africano all’ economia senegalese e nello stesso tempo a realizzare una maggiore redditività dell’ intero apparato produttivo. Si tratta della cosidetta “politica di senegalizzazione”, che in effetti presenta due aspetti piuttosto contrastanti. Da un lato lo Stato interviene a controllare, mediante vari enti appositamente istituiti, soprattutto le attività primarie (agricoltura, pesca), il commercio e il settore minerario Dall’altro lato, per accelerare l’industrializzazione del Paese lo Stato ha delegato essenzialmente ai capitalisti stranieri il compito di promuovere lo sviluppo dell’industria. A tale scopo è stata creata attorno a Dakar una vasta zona franca industriale, dove gli operatori fruiscono di complete esenzioni fiscali e non sono soggetti ai controlli governativi.

Agricoltura.
l’80% della popolazione attiva è occupato nell’agricoltura; si tratta di una percentuale molto elevata, ma è bensì vero che l’agricoltura costituisce la base dell’economia senegalese, partecipando per un quinto alla formazione del prodotto nazionale e per circa metà alle esportazioni. La coltura principale è quella delle arachidi, di cui il Sènegal è uno dei maggiori fornitori mondiali .La produzione subisce però forti oscillazioni per le ricorrenti siccità. Le coltivazioni si estendono
su 886.000 ha (circa il 12% dell’arativo) e hanno le loro aree migliori nella regione intorno a Kaolack, che è il grande centro di raccolta delle arachidi. Dal 1975 il governo sovrintende alla commercializzazione dei prodotti oleari mediante una società apposita , però nell’intento di sottrarre il Paese alla troppo schiacciante dipendenza da questa monocoltura sono in atto vari programmi pubblici che, avvalendosi in larga misura di aiuti della Comunità Economica Europea, mirano a diversificare il panorama delle produzioni agricole e soprattutto a raggiungere l’autosufficienza alimentare (un 10-15% delle importazioni consiste proprio in generi alimentari); in questa ottica opera anche un progetto di valorizzazione del fiume Senegal, avviato dopo una lunga fase preparatoria alla fine del 1981 per l’ irrigazione di una buona parte di terreno nel nord del Paese. Le principali colture alimentari sono quelle dei cereali, soprattutto miglio che è il tipico cereale africano e che copre un quarto dei terreni coltivati ; seguono il riso che è abbastanza importante ma è del tutto insufficiente a soddisfare le richieste interne, e il mais. Si coltivano anche manioca, banane, agrumi, palma da olio e da cocco. Un certo incremento ha registrato la coltura del cotone. Non mancano belle foreste, specie nel Sènegal meridionale, ma sono ancora scarsamente sfruttate anche per la mancanza di adeguate vie di comunicazione.

Allevamento
L’allevamento riveste un ruolo economico piuttosto importante, potendo anche contare su vaste aree a prato e a pascolo permanente .Prevalgono i bovini con 2,7 milioni di capi ,ma altrettanto numerosi sono gli ovini e i caprini, mentre i volatili da cortile ammontano a 14 milioni .

Pesca:
In costante espansione è la pesca, favorita dalla ricchezza di pesci nelle acque intorno a Capo Verde; essa fornisce un prodotto alimentare diffusissimo nel Paese, oltre a sostenere una fiorente industria conserviera e a consentire una rilevante esportazione. In particolare Dakar è una grande base africana per la pesca del tonno.

Risorse minerarie:
Il governo senegalese è fortemente interessato al potenziamento del settore minerario, le cui principali risorse sono offerte sinora dai ricchi giacimenti di fosfati ,è stata però accertata la presenza al largo della costa sia di petrolio sia di gas naturale, mentre sono in corso indagini riguardanti l’uranio; dovrebbero inoltre essere sfruttati fra breve i cospicui giacimenti di minerali di ferro.

Industria.
Il settore più dinamico dell’economia senegalese è oggi quello dell’industria, che fornisce quasi un terzo del prodotto nazionale. Prevalgono nettamente le attività manifatturiere, non avendo il governo potuto ancora affrontare con i necessari supporti finanziari il problema di dotare il Sènegal di un’adeguata industria di base. Ben rappresentate sono le industrie alimentari (che comprendono oleifici, conservifici, zuccherifici, complessi molitori, birrifici, ecc.), cui si aggiungono manifatture di tabacchi, cotonifici, calzaturifici, cementifici, ecc.; i settori di più recente impianto, ma già di grande sviluppo, sono quelli chimico (fertilizzanti) e petrolchimico.

Comunicazioni:
Per secoli i corsi d’acqua sono statele vie più facili per la penetrazione nell’interno del Paese; si eve ai Francesi la costruzione delle ferrovie e delle prime arterie stradali di grande comunicazione. Dopo l’indipendenza, i piani di sviluppo hanno dedicato particolare attenzione al potenziamento della rete stradale, è molti importante anche la navigazione pluviale e oltre il Senegal sono navigabili il Saloum e il Casamance. Il commercio marittimo è svolto quasi interamente da Dakar, che è il secondo porto dell’Africa occidentale ; la capitale senegalese è anche un grande centro aeroportuale.

Commercio:
Discretamente intensi sono gli scambi interni, vivacizzati soprattutto dalla presenza della grande concentrazione urbana centro-occidentale. Per quanto riguarda il commercio con l’estero, il Sènegal intrattiene rilevanti rapporti con parecchi Stati (come la Costa d’Avorio, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e, tra i Paesi produttori di petrolio, l’Iraq e la Nigeria); un terzo degli scambi si svolge però tuttora con la Francia, la quale sostiene con aiuti finanziari l’economia senegalese. La bilancia commerciale è fortemente deficitaria, in quanto le esportazioni coprono appena la metà delle importazioni. Il Sènegal esporta essenzialmente olio di arachidi, pesce fresco e inscatolato, fosfati, ecc., mentre le principali importazioni sono rappresentate da prodotti petroliferi, macchinari e generi alimentari.

Istruzione:
Dall’indipendenza (1958) il governo del Paese ha cercato di orientare maggiormente l’istruzione in senso tecnico e scientifico e a livello di studi superiori, si è accentuata la tendenza a valorizzare le culture locali e a creare personale insegnante africano. L’istruzione primaria, impartita in lingua francese, ha durata di 6 anni. A essa fa seguito il primo ciclo di istruzione di orientamento e di selezione per coloro che intendono proseguire gli studi. L’istruzione secondaria superiore viene impartita nei licei e nei collegi classici e moderni. L’istruzione tecnica è molto sviluppata e viene impartita nei centri di apprendistato, nei collegi tecnici e nelle scuole tecniche superiori e si attua in stretto contatto con i vari settori dell’economia del Sènegal al fine di assicurare manodopera qualificata a quei settori produttivi che ne sono maggiormente carenti. L’istruzione superiore viene impartita nelle università di Dakar e di Gorée .

Sviluppo demografico:
Schiavitù, malattie, guerre tribali hanno frenato a lungo lo sviluppo demografico del Sènegal, che agli inizi del secolo annoverava meno di 1 milione di abitanti; da allora l’aumento fu assai rapido, tanto che dal 1930 al 1970 la popolazione senegalese è aumentata di oltre due milioni ed è cresciuta, con un tasso molto alto, persino eccessivo rispetto alle possibilità di sviluppo economico del Paese. Nel complesso dell’Africa occidentale il Sènegal è tuttavia uno dei Paesi dove le condizioni di vita sono più elevate : esso è perciò meta di una corrente migratoria (in parte solo stagionale) dal Mali e dal Burkina Faso. La maggior parte della popolazione, la cui densità media è di 37 abitanti/km2, si concentra lungo la costa, intorno a Dakar, e in genere nella penisola del Capo Verde, dove si superano i 60 abitanti/km2.

CITTA’ IMPORTANTI:
DAKAR:
Dakar è capitale del Senegal e maggiore città del Paese, con popolazione 1.641.358 abitanti e un porto tra i più importanti dell'Africa Occidentale, dotato di moderne attrezzature per la movimentazione delle merci .La posizione della città è strategica, essendo infatti all’ estremità della penisola di capo verde, si trova sulle rotte che collegano l'Europa con la Repubblica Sudafricana e l'America del Sud, ne fa un importante scalo marittimo e aereo. E’ inoltre il crocevia stradale e ferroviario del Senegal.
Le principali attività economiche di Dakar sono la pesca, specialmente quella del tonno, e la lavorazione del pesce, oltre alla produzione di olio di arachidi, tessuti, zucchero, alimentari, birra e sapone.
Tra gli edifici moderni, si segnalano il Museo d'Arte e un grande complesso sanitario. L'Università di Dakar è sede di un centro per lo studio della cultura africana.

THIES:
Thiès, capoluogo della regione omonima, ha una popolazione 216381 abitanti e si trova nel Senegal occidentale, si trova 60 km circa a est di Dakar, in una regione produttrice di riso, arachidi, manioca, miglio e frutta. La città è mercato del bestiame e della carne, e ospita officine ferroviarie e di riparazione.

KAOLACK:
Kaolack, importante città portuale sul fiume Saloum e uno dei maggiori centri urbani del Senegal occidentale, ha sviluppato attività di lavorazione e smercio delle arachidi e del sale, entrambi prodotti locali. Nei sobborghi di questa città sorge una grande moschea appartenente alla setta islamica Sufi Tijaniyah. Ha una popolazione di 193.115.

SAINT LOUIS:
Saint Louis, alla foce del fiume Senegal, nei pressi del confine con la Mauritania, è un notevole porto marittimo e centro di scambi commerciali e di comunicazioni della valle agricola del fiume Senegal. La città, tra i primi insediamenti di origine europea in Africa Occidentale, fu fondata nel 1659 dai francesi, che ne fecero un avamposto fortificato per l'attività mercantile. Saint Louis fu capitale dell'Africa occidentale francese dal 1885 al 1902, del Senegal e della Mauritania dal 1902 al 1958.Ha una popolazione di 132.499 abitanti.

Un’ altra città abbastanza importante è Ziguinchor che si trova nella parte meridionale.

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