Populonia

Materie:Appunti
Categoria:Geografia
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Data:23.04.2001
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Testo


Relazione della visita a Populonia, effettuata a scopi didattici, il giorno mercoledì 28 marzo 2001, in orario mattutino, delle classi IªA-B LST “Enrico Mattei”, con l’accompagnamento degli insegnanti di lettere.
La gita è stata preceduta dalla spiegazione, in classe, degli argomenti trattati in riguardo al popolo etrusco, da parte degli insegnante e lo studio, da parte di noi alunni.
Partiti dall’istituto alle ore 9:00, e percorrendo la superstrada con sbocco a Piombino, siamo giunti sul luogo di destinazione, a circa un’ora di pullman, verso le ore 10:00/10:30. Con gli insegnanti ci siamo incamminati verso il Centro Visita. Abbiamo pagato £10.000 per il biglietto del Parco, il quale include anche un servizio di visita guidata. E’ comunque possibile circolare nel parco in modo autonomo, attenendosi al rispetto dei monumenti e dell’ambiente.
La tesi più corrente vuole che il nome Populonia derivi da quello della divinità etrusca di Popluna che qui avrebbe avuto un tempio votivo, luogo sacro per gli etruschi marittimi che costruirono la città diventata, poi, una delle più forti e più ricche dell’Etruria. Populonia, unica città etrusca sorta sul mare, si sviluppò e divenne potente grazie alla lavorazione del minerale di ferro proveniente dall’Elba. La zona era immersa nei fiumi delle fonderie a tal punto che i greci definirono l’Isola d’Elba, e probabilmente l’intero territorio del Golfo, con il nome di Aethalia: colei che fuma.
Il parco archeologico di Populonia è un bell’esempio di come deve essere valorizzato il patrimonio culturale del paese. In un’area molto vasta, dotata di ampi parcheggi, trovano posto il Centro Visita, il Centro di Archeologia Sperimentale, i percorsi naturalistici e, ovviamente, i percorsi archeologici guidati. Il centro di Archeologia sperimentale introduce alla lavorazione della ceramica, della pietra e alla simulazione di scavi archeologici. I sentieri sono attrezzati con cartelli esplicativi, con tavoli ed aree per la sosta.
Le guide del parco sono appassionate e competenti; hanno inizio ad orari stabiliti, con punti di partenza segnalati sulla carta: presso la Necropoli di San Cerbone, e la Necropoli delle Grotte. Il Centro Visita offre un’esauriente documentazione, con pannelli che spiegano la storia del luogo, degli scavi archeologici e degli usi delle antiche popolazioni locali.
Tra le “chicche” del Centro Visita il corredo completo di una tomba della necropoli delle grotte, collocato dentro una teca così come è stato ritrovato dagli archeologici. I servizi del Centro Visita sono completati da un negozio dove si possono acquistare libri, videocassette e gadget, un punto ristoro e una sala multimediale.
Dopo una mezzora di sosta nel centro ristoro, all’arrivo della guida, ci siamo diretti, a piedi, verso la Via delle Cave (durata ore 2); essa permette di percorrere la parte alta del Parco, con un sentiero circolare che inizia al Campo dell’Arpia, conduce attraverso il bosco alla scoperta delle cave etrusche di calcarenite (pietra da costruzione detta anche “panchina”). Tutta l’area è stata utilizzata in età ellenistica (IV-III sec. a.C.) per ricavarvi tombe a camera, necropoli delle Grotte, (tombe cosiddette “limitrofe”, Tomba della Protone). Si consiglia di procedere in senso orario, per osservare la cava delle Grotte dal “belvedere”, con una delle visioni più suggestive del Golfo di Baratti e dalla val di Cornia. Durante questo sentiero possiamo ammirare le tombe che gli etruschi vi scavarono, tra le quali, le tombe a schiera nella macchia attorno alle cave, la Tomba del Corridietro, che prende il nome dalla delicata decorazione a forma di onda che ne impreziosisce la camera.
Nella necropoli di Populonia sono presenti quasi tutte le tipologie dell’architettura funeraria etrusca: tombe a tumulo, a edicola, a cassone, sepolture scavate nella roccia e vere e proprie tombe rupestri. Nell’area bassa del Parco è situata la necropoli del Casone (VI-V secolo), con alcuni tumuli a pseudocupola, tombe a edicola, come la bellissima Tomba del Bronzetto di Offerente, e tombe a cassone. In prossimità del Centro Visita si trova la necropoli di San Cerbone, come la tomba delle Pissidi Cilindriche (VII-VI secolo).
Dopo aver visitato questa necropoli, abbiamo proceduto verso la Via del Ferro (durata ore 2/2.30), che mette in collegamento la parte bassa del Parco con il Centro di Archeologia Sperimentale, attraverso i resti di antichi edifici legati all’attività siderurgica, vicino ai quali è stata riscontrata traccia di nuclei abitativi. Gli edifici industriali rimasero in funzione dalla seconda metà del VI sec. all’inizio del III sec. a.C. quando furono distrutti e al loro posto vennero ad accumularsi le scorie che, con il passare del tempo, coprirono anche le vicine necropoli, come quella del Cerbone.
La visita è stata una lezione pratica, da parte delle guide del Centro, che ha permesso a noi studenti di consolidare le conoscenze apprese teoricamente.
Il ritorno a Rosignano Solvay, presso il nostro istituto scolastico, è stato verso le ore 17.15.

Necropoli delle grotte, in vista “belvedere”. Tomba a edicola: Tomba del Bronzetto Offerente.

Tomba dei carri.

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