Il posthegelismo

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

Voto:

1 (2)
Download:118
Data:11.06.2001
Numero di pagine:8
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
posthegelismo_1.zip (Dimensione: 9.38 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_il-posthegelismo.doc     36.5 Kb


Testo

Destra hegelista
/
POST HEGELISMO
\
Sinistra hegelista -> Marx (entro un certo limite -> termini…)
Schopenhauer
/
ANTI HEGELISMO
\
Kierkegaard
ARTHUR SCHOPENHAUER

La sua è un'aperta violenza formale e verbale nei confronti di Hegel (Hegel come "sicario della verità"); tuttavia proprio questo fattore ne evidenzia l'inevitabile riferminto -> inesplicabile simmetria (volontà - razionalità, ragione - non ragione…).
Le radici culturali del sistema sono plurime:
- KANT: vuole "essere più kantiano di Kant stesso", portando all'estremo (ma coerentemente secondo lui) la separatezza tra oggetto e soggetto ma in realtà esagera;
- PLATONE: è affascinato dalla teoria delle idee intese come forme immutabili;
- SCUOLA ELLENNISTICA: nuovamente filosofia come medicina doloris;
- ILLUMINISMO: condivide ipotesi materialistiche sulla conoscenza e in particolare sul ruolo del sistema nervoso;
- ROMANTICISMO: riprende l'irrazionalismo e il tema dell'infinito;
- PENSIERO ORIENTALE: recupero di particolari immagini ed espressioni suggestive.
➢ "IL MONDO COME VOLONTA' E RAPPRESENTAZIONE" è il testo chiave di Schopenhauer, diviso in due parti ben distinte: la volontà e la rappresentazione.
Il punto di partenza è la distinzione kantiana tra fenomeno e cosa in sè, ma si traduce nel "mondo visto come rappresentazione" (Kant e Locke) = il mondo è una illusoria rappresentazione fenomenica, un sogno (Platone, Sofocle, Shakespeare…), mentre per kant il fenomeno non era sogno ma realtà oggettiva.
• VELO DI MAYA: parvenza del mondo codificata da un'antica immagine indiana e buddistica.
• Da un lato viene messo il SOGGETTO RAPPRESENTANTE, dall'altro l'OGGETTO RAPPRESENTO, ma entrambi non esistono se non dentro la rappresentazione e indipendentemente da uno dei due (VS materialismo e idealismo che facevano confluire la loro esistenza in una dei due).
• Ciò che ci consente la percezione e lo stesso punto di partenza alla filosofia sono le AFFEZIONI DEL CORPO (VS tradizione classica) e il nostro sistema nervoso, a sua volta basato su le forme a priori di SPAZIO e TEMPO e sull'unica categoria della CAUSALITA' -> sono come lenti che deformano la "cosa in sé".
Schopenhauer si vanta di aver trovato la VIA D'ACCESSO AL NOUMENO che la Ragion Pura aveva precluso:
• L'uomo non si limita a vivere dal di fuori ma anche dal di dentro, provando piacere e dolore -> l'essenza del nostro io, ovvero la COSA IN SE', è la VOLONTA' DI VIVERE, di cui gli aspetti fenomenici (digestione…) ne costituiscono l'oggettivazione.
• L'intero mondo fenomenico non è altro che la maniera in cui la VOLONTA' si oggettiva spazio-temporalmente.
• VOLONTA' = COSA IN SE'.
• VOLONTA' = non coincide con il nostro significato di "volontà cosciente" ma di ENERGIA INCONSCIA:
1- inconscia
2- unica (la moltiplicazione è frutto di attività spaziale) -> no "principio di individuazione"
3- eterna
4- natura irrazionale
5- senza scopo né fini se non quello di affermare se stessa, nel senso di autoconservazione caotica.
Due fasi:
1- la volontà si oggettiva nelle IDEE astratte, aspaziali e atemporali;
2- la volontà si oggettiva nella COSE, ovvero nel mondo fenomenico.
Piramide cosmica: a gradini più bassi stanno le forze della natura, poi piante ed animali ed infine l'uomo, dove la volontà diviene pienamente consapevole.
Compito del filosofo: in quanto "genio" è portato ad andare oltre l'illusione fenomenica per identificare la volontà.
PESSIMISMO -> vita = DOLORE - PIACERE - NOIA
Schopenhauer vuole rispondere al dolore e all'insensatezza del mondo, prendendo "lo scandalo del male" come punto di partenza per filosofare (VS Hegel).
VITA = DOLORE perché: volere significa desiderare ed il desiderare rappresenta la perenne mancanza di qualcosa:
• mondo come serie incessante di dolori
• filosofia nuovamente (scuola ellenista) come MEDICINA DOLORIS
• identificazione metafisica = etica -> il discorso metafisico concerne un ambito pratico a finalità morale
• "stupido ottimismo": DI FRONTE ALLO SCANDALO DEL MALE E' STUPIDO ESSERE OTTIMISTI (Leopardi)
Il piacere è dato come assenza di dolore (Verri e Leopardi) e di conseguenza solo come fase transitoria e non per questo necessaria -> "Non v'è rosa senza spine ma vi sono parecchie spine senza rose".
• NOIA: subentra quando viene meno l'aculeo del desiderio.
Vita come perenne oscillazione dal dolore alla noia -> pessimismo.
Pessimismo cosmico: tutto soffre in quanto tutto governato da un desiderio mai appagato (volontà); il genio, dotato di maggiore sensibilità, è votato a maggiore sofferenza.
ILLUSIONE DELL'AMORE: il desiderio dell'amore che pervade gli animi è finalizzato all'accoppiamento, quale espressione dell'autoconservazione della volontà -> non c'è amore senza sessualità. Per questo l'unico amore moralmente perseguibile non è quello generato dall'eros ma quello disinteressato della PIETA' tra due individui che soffrono.
SOLUZIONE (profondamente antihegelista):
Dal radicato pessimismo cosmico si potrebbe dedurre una soluzione altrettanto pessimistica come il suicidio universale; Schopenhauer tuttavia nega la validità di un simile provvedimento, anzi lo condanna come atto estremo della VOLONTA':
1. atto di rifiuto della vita come dolore ma affermazione definitiva della volontà di vivere;
2. il suicidio uccide solamente l'individuo come manifestazione fenomenica e lascia intatta la cosa in sé.
Ciò che deve ricercare l'individuo è la NOLUNTAS come negazione della VOLUNTAS e liberazione dei ceppi della volontà, come atto di libertà (= RESISTERE AL CONDIZIONAMENTO DEI FENOMENI).
Cammino di liberazione:
• SCIENZA: primo esempio di conoscenza disinteressata riguardante il mondo fenomenico.
• ARTE: è conoscenza teoretica libera e disinteressata di forme pure ed eterne (superiore alla scienza), quindi fuori della realtà fenomenica (IDEE -> Platone), non più mimesi del reale (astrazione dal particolare). L'individuo diventa (progressiva perdita di sé -> perdita del principio di individuazione) PURO OCCHIO DEL MONDO. Musica come arte suprema ("una metafisica dei suoni") perché è la meno imitativa di tutte.
Tuttavia la funzione catartica dell'arte è temporanea e si presenta come un "effimero incantesimo" -> teoria di Croce sull'arte: l'arte non è solo per pochi ma pochi riescono ad essere artisti.
• ETICA DELLA PIETA': Schopenhauer è d'accordo con Kant per ciò che riguarda il carattere disinteressato dell'etica ma aggiunge che questa sgorga non da un "imperativo morale" ma da un sentimento di pietà che abbiamo nel SENTIRE (e non solo sapere) le sofferenze degli altri attraverso due virtù cardinali:
- GIIUSTIZIA -> carattere negativo di freno all'egoismo
- CARITA' (agape) -> volontà attiva e positiva di fare del bene al prossimo = vero amore
Compassione: immedesimarsi nell'altro (einfuhulung) e partecipare letteralmente al suo dolore. È una tappa del cammino di emancipazione perché chi compatisce SUPERA SE STESSO E IL SUO EGOISMO, procedendo nell'astrazione dal particolare.
• ASCESI: è ciò che permette all'uomo la vera liberazione; primo passo è la castità, privandosi cioè della volontà istintiva di riproduzione, in seguito la rinuncia dei piacere e l'automacerazione; si perviene così ad uno stato di grazia, un'estasi, la NOLUNTAS = contemplazione del nulla. Secondo la filosofia buddista il NIRVANA o per i giapponesi lo ZEN, in pratica la contemplazione del nulla, inteso come negazione del mondo stesso. Il niente non porta felicità, ma semplicemente non dolore e costituisce l'unico atti di libertà concesso all'uomo.
SOREN KIERKEGAARD

Ad un certo punto della sua vita nei "Diari" (opera filosofico-intimistica) parla di un "grande terremoto", una "scheggia delle carni" che i biografi non hanno saputo identificare con precisione che però ha avuto una profonda risonanza nel suo modo di vedere il mondo e di filosofare.
L'aspetto più importante è il carattere OSSESSIONANTE che Kierkegaard attribuisce alla cosa, da cui deriva il suo concetto di individuo:
• Intera esistenza umana ridotta alla categoria della POSSIBILITA' ("Aut-Aut"), evidenziandone il carattere negativo e paralizzante in termini di vera e propria ANGOSCIA ("Concetto dell'angoscia") -> unicità dell'esperienza individuale.
• ANGOSCIA: deriva dalle possibilità terribilmente annientatrici di ogni alternativa che l'esistenza ci prospetta.
• Angoscia = indecisione permanente -> "scheggia delle carni"?
Incapace di scegliere definisce se stesso come poeta e moltiplica la sua personalità con pseudonimi per evidenziare il distacco dalle forme di vita che stava descrivendo, mettendo bene in chiaro il fatto che non si impegnava a scegliere.
FEDE: Cristianesimo come unico conforto -> dottrina dell'esistenza e dell'unicità individuale.
ISTANZA DEL SINGOLO: "la verità è tale quando lo è per me".
• Riflessione soggettivistica in quanto uomo direttamente coinvolto nel suo destino: irripetibile esperienza esistenziale di ognuno di noi.
• Opposizione all'hegelismo che ha fatto dell'individuo un animale, dal momento che solo negli animali il genere è superiore al singolo -> sulla tomba voleva far scrivere "quel singolo".
• Infinita differenza qualitativa tra uomo e Dio e finito - infinito.
In "Aut-Aut" Kierkegaard parla di TRE STATI FONDAMENTALI DELL'ESISTENZA; a prima vista potrebbero essere scambiati per una reminiscenza hegeliana, ma in realtà sono tre condizioni esemplari dell'esistenza, separate da un abisso incolmabile. Alla base di tutto sta la SCELTA
1. VITA ESTETICA: è rappresentata dalla figura del seduttore ("Diario del seduttore" -> "Faust" di Goethe, "Don Giovanni" di Mozart), colui che sceglie di vivere l'attimo e di collezionare esperienze irripetibili, credendo sua la libertà nello scegliere i piaceri e gli interessi. La sua crisi è l'essere sommamente schiavo perché non è libero di scegliere ma è lui scelto dalle circostanze; da qui deriva la noia e la disperazione di un'altra vita possibile, raggiungibile con un "salto".
2. VITA ETICA: è frutto della scelta di libertà nella quale l'individuo si attacca all'umanità proprio nel momento in cui sembra isolarsi di più; presuppone stabilità e continuità non propria della vita estetica ma rende una ricchezza infinita; l'uomo singolo si adegua all'universale e sacrifica la propria eccezionalità -> "marito" come compito che può essere proprio di tutti VS amore estetico, tale per l'eccezionalità degli amanti; l'uomo etico vive con il suo lavoro e con questo adempie a ciò che può desiderare. L'uomo non può però rinunciare alla sua storia, anche negli aspetti dolorosi, arrivando così al PENTIMENTO che coinvolge se stesso, il genere umano, finchè non si ritrova in Dio, potendo così scegliere se stesso in senso assoluto.
3. VITA RELIGIOSA: non è in continuità con la vita etica ma anch'essa è separata da un abisso ("Timore e Tremore" -> figura di Abramo che è costretto a scegliere tra principio religioso e morale-naturale) -> la fede sospende lo stesso principio morale ma è scelta singolarmente e non universalmente perché frutto di un rapporto privato uomo-Dio.
Paradosso della fede: l'angoscia dell'incertezza è l'unica assicurazione possibile della fede; Cristo è esemplificare di questo paradosso come uomo e Dio insieme -> Cristianesimo come rivelatore della sostanza stessa dell'esistenza (angoscia).
Esistenza come possibilità e angoscia (sentimento delle possibilità) come condizione umana generata dal possibile ("Nel possibile tutto è possibile") -> "Concetto dell'angoscia" - "La malattia mortale" descrizioni autobiografiche.
• Possibile = avvenire, quindi angoscia per l'avvenire; il passato può angosciare solo come possibilità di futuro, quindi come ripetizione.
• Una colpa passata genera pentimento, ma se non è ancora passata del tutto angoscia.
• UMANITA' = ANGOSCIA per l'onnipotenza e l'infinità del possibile ("Nel possibile tutto è possibile") e ciò è visibile nelle parole di Cristo ("mio Dio perché mi hai abbandonato?") che rivelano la sua umanità.
DISPERAZIONE:
se l'angoscia è inerente all'uomo nei confronti del mondo, la disperazione riguarda l'uomo e la sua personaità, il suo stesso io, ma entrambe sono fondate sulla struttura problematica dell'esistenza; la disperazione nasce dal VOLERE essere se stesso (da un insufficienza) o NON VOLERE essere se stesso, entrambe rappresentano un tentativo impossibile di negare la possibilità dell'IO.
L'opposto alla disperazione (che conduce al peccato) e il suo antidoto è la FEDE, intesa come sostituzione alla disperazione la SPERANZA E LA FIDUCIA IN DIO per cui l'uomo non si illude della sua autosufficienza ma riconosce la sua dipendenza da Dio. Chi crede si assume i rischi perché le categorie del pensiero religioso sono IMPENSABILI.
Secondo Kierkegaard la storia non è una TEOFANIA (Hegel) ovvero realizzazione dell'Assoluto e il rapporto UOMO-DIO non si verifica nella storia ma nell'istante (VS socratismo -> l'uomo vive nella verità e il maestro deve solo aiutare a tirarla fuori, il maestro cristiano è un salvatore che aiuta l'uomo a rinascere per la verità divina).

Esempio