Il pensiero di Nietzsche

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Testo

NIETZSCHE

Il PENSIERO di Nietzsche è caratterizzato dagli aggettivi: critico, negativo, distruttore, propositivo. E’ caratterizzato da una messa in discussione della civiltà e della filosofia occidentale (da Socrate in poi). N vuole attuare una distruzione programmatica di tutte le certezze del pensiero, di tutte le ideologie metafisiche religiose e morali, che agli occhi del filosofo sembrano necessità di sopravvivenza, costruzioni arbitrarie dell’uomo. Dalla distruzione di tutte le certezze sorgerà una nuova epoca, quella dell’uber-mensch, un uomo che crea nuovi valori e distrugge quelli del passato. Zarathustra annuncia l’epoca del superuomo. Le 3 fasi del pensiero di
N: 1) subisce l’influenza di Schopenauer e di Wagner, privilegia l’arte perché è in grado di attingere la realtà profonda. L’arte esprime lo spirito dionisiaco, l’ebbrezza, l’instintualità che accompagna ogni momento creativo.
2) la filosofia di Schopenauer è accusata di predicare la mortificazione dell’energie vitali e la musica di Wagner viene considerata come espressione della decadenza della cultura europea. Critica della metafisica e della morale, morte di Dio, plasvalutazione di tutti i valori, morale dei signorie degli schiavi, tematica dell’oltreuomo.
3) nichilismo: vuoto di essere che deriva dalla distruzione di tutti i valori. L’eterno ritorno, teoria secondo cui tutto quello che c’è stato si deve ripetere, presupponendo l’abbandono della concezione di ideale del tempo ebraica e cristiana.
APOLLINEO E DIONISIACO: servendosi dei suoi studi filologici ribalta l’immagine di perfezione del mondo greco. Contraddistingue due visioni del mondo greco, vissute in contrapposizione: -apollineo(Apollo dio della bellezza)= simboleggia la tensione alla forma perfetta e si esprime nell’arte plastica e nella poetica, ha una visone del mondo fondata sulla ragione e sull’autocontrollo e quindi sulla repressione del piacere; -dionisiaco(Dionisio dio del vino)= rappresenta la forza vitale, irrazionale, l’impeto del divenire caotico, si esprime nella musica, ha una visone del mondo basata sull’entusiasmo per la vita, sull’ebbrezza e sull’orgia. Questi due aspetti dell’uomo sono stati sintetizzati nella tragedia greca, questa è sorta dal coro tragico formato dai seguaci di Dionisio travestiti da capre. Lo spettatore si immedesima nella vicenda e si sente trasformare in coreuta, in satiri che contemplavano il Dio. La tragedia viene divisa in due periodi: I Eschilo e Sofocle (coro e dialogo sono armonizzati, ma prevale ancora il coro); II Euripide (inserisce il prologo ovvero un personaggio che racconta la vicenda, porta sulla scena il greculo, l’uomo mediocre; alla fine della vicenda quando si arriva ad una soluzione insolubile per l’uomo appare il Deus ex machina). N è influenzato da Schopenauer perché l’apollineo(fenomeno) è dominato dal principio di individuazione, che rende razionale il mondo, al di sotto del velo di Maya(rappresentazione) c’è un volto inquietante il dionisiaco(cosa in sé) che coincide con una volontà di potenza. Per Schopenauer la scoperta di questa volontà è alogica, per N la scoperta provoca delle reazioni ambivalenti (inanzitutto è orrore, ma significa anche ricongiungimento dell’individuo con le forze vitali della natura). Lo spirito dionisiaco è stato sostituito da quello apollineo a causa di Socrate che sostituisce alle passioni la fredda luce della ragione. Socrate è l’uomo teoretico i cui discepoli sono Platone e Aristotele. Cercano la verità in un mondo altro rispetto a quello in cui viviamo, imitazione dell’altro mondo.
MORALE ARISTOCRATICA E MORALE GREGARIA: la morale è sempre stata considerata come qualcosa di metastorico. N vuole distruggere tutti i valori, vuole dimostrare tramite il metodo genealogico l’origine storica della morale in generale, del valore di tutti i valori. Questi valori non hanno niente di ontologico. I valori trascendenti della morale sono le proiezioni di tendenze psicologiche umane. La voce della coscienza, superego, è l’interiorizzazione delle norme sociali, che vengono fissate dall’elite dominante. N individua due tipi di morale: -aristocratica=nel mondo classico la morale era espressione della cavalleria aristocratica, si basava su valori vitali. E’ la morale di chi dice sì alla vita, del dionisiaco. – gregaria= col cristianesimo c’è stata l’inversione dei valori, si passa a valori anti-vitali. E’ la morale di chi rinuncia alla vita, espressione di debolezza e inferiorità.
DIO E’ MORTO: si riferisce allo sviluppo di una coscienza laica autonoma da ogni tipo di religione, l’uomo fa a meno di ogni entità ultraterrena. Dio: è simbolo di ogni prospettiva oltremondana e antivitale(il senso dell’essere è posto al di là dell’essere, al mondo imperfetto viene contrapposto a un mondo perfetto, da ciò ne segue che Dio è fuga dal mondo); è personificazione di tutte le umanità per dare un ordine alla vita(personificazione di tutte le certezze). La religione, la metafisica sono degli amuleti per proteggerci da un universo che balla sul caos. Dio è la più antica di tutte le bugie vitali. Noi viviamo in un mondo già divinizzato e quindi non c’è bisogno di dimostrare la sua inesistenza. Dio è morto è differente da Dio non esiste, infatti Dio non esiste è un enunciazione che assume valore metafisico e dato che N è un antimetafisico per eccellenza non può utilizzare questa connotazione. Prendendo atto che Dio è morto l’uomo perde ogni punto di riferimento, dalla morte di Dio nasce il superuomo. L’annuncio è fatto ufficialmente in “Così parlò Zarathrusta”, ma viene anticipato nella “Gaia Scienza”. Il cammino che porta al superuomo è lungo e difficile perché l’uomo tenderà a cercare nuove forme di divinità, caverne in cui c’è l’ombra di Dio.
LE 6 TAPPE DELLA DIILLUISONE: 1) in un primo tempo si ritiene che il mondo vero è accessibile solo ai saggi e ai filosofi(platonismo); 2) con il cristianesimo il mondo vero viene promesso non solo ai saggi ma anche ai virtuosi; 3) il mondo vero ritenuto indimostrabile e ritenuto un obbligo, un postulato morale(Kant); 4)canto del gallo, ovvero il positivismo che porta al risveglio della ragione antimetafisica, il mondo vero viene prospettato come inconosciblie(Spencer); 5) il mondo vero si rivela un’idea inutile e superflua ormai confutata, con il trionfo di tutti gli spiriti liberi che godono per avere svergognato Platone; 6) con l’eliminazione del mondo vero dell’al di là si ha pure l’eliminazione del mondo apparente dell’al di qua, ne segue la sconfitta definitiva di ogni prospettiva metafisica dualistica che faccia del nostro mondo una copia negativa dell’altro mondo; l’uomo diventa responsabile.
NICHILISMO: 1) individua la negazione della vita che la morale tradizionale ha perpetuato, ne segue un atteggiamento di fuga e di disgusto dalla vita e dal mondo. Il nichilismo estremo è il cristianesimo, l’uomo più è rimasto illuso più sarà deluso. 2) la specifica situazione dell’uomo moderno, che avendo determinato la morte di Dio, non crede più nei valori supremi. Avviene lo smascheramento del nulla che stava dietro ai valori tradizionali(nichilismo del mondo vero). L’uomo viene preso da un senso di sgomento e desolazione. Mancando il fine i supremi valori si svalorizzano, in un primo momento l’uomo ha creduto in realtà trascendenti dopo scopre che questi valori non esistono, non esiste l’essere unico, non è buono, non è vero. L’uomo cade nell’angoscia del vuoto e del nulla. L’uomo cerca comunque un’entità esterne, un fine per dare senso alle cose. Il termine nichilismo è ambiguo, N ne distingue due forme: nichilismo passivo(segno di arrendevolezza e debolezza, N lo rifiuta, coincide con la 1° metamorfosi ovvero il cammello); nichilismo attivo(è il punto di partenza del superuomo, è una forza attiva che distrugge le vecchie certezze, non è abbastanza forte per porre nuovi valori e quindi viene superato, coincide alla 2° metamorfosi ovvero il leone). La 3° metamorfosi è il fanciullo, crea nuovi valori, inventa e gioca. SUPERUOMO: è un concetto filosofico di cui si serve N per esprimere il progetto di un nuovo essere qualificato da una serie di caratteristiche che emergono oggettivamente dall’insieme della sua opera. Il superuomo è colui che accetta la vita, rifiuta la morale tradizionale, opera la tra svalutazione dei valori, supera la morte di Dio e il nichilismo, si colloca nella prospettiva dell’eterno ritorno.
ETERNO RITORNO: è la dottrina secondo cui tutte le realtà e gli eventi del mondo sono destinati a ritornare identicamente infinite volte. Credere nell’eterno ritorno significa:- ritenere che il senso dell’essere non stia fuori dall’essere, ma nell’essere stesso;- disporsi a vivere la vita, e ogni attimo di essa, come coincidenza di essere e di senso, ossia come un gioco creativo avente in se medesimo il proprio senso appagante. Proprio per questi motivi, l’eterno ritorno, in quanto apoteosi estrema del divenire, incarna al massimo grado l’accettazione superoministica dell’essere, ponendosi come la suprema formula dell’affermazione che possa mai essere raggiunta. Dopo l’intuizione N non prosegue perché cade in una profonda delusione. Questa intuizione prende corpo in Zarathustra: lo sceglie perché è il più lontano dalla cultura occidentale, è un estraneo e anche perché ha detto il contrario di quello che doveva dire, ha proposto la morale considerando come principio la lotta tra bene e male, facendogli espiare il suo errore. Questo pensiero è la dimensione di fondo della filosofia di N. Connessa all’eterno ritorno è la VOLONTA’ DI POTENZA: si identifica sostanzialmente con il modo di essere del superuomo, concepito come libertà creatrice, che ergendosi al di sopra del caos della vita, impone ad essa i propri significati e le proprie interpretazioni. La volontà di potenza è la dimensione stessa dell’oltreuomo, che può accettare l’essere solo a patto di ricreare l’essere a propria misura. In quanto forza ermeneutica o interpretativa, la volontà coincide pure con il continuo superamento che la vita fa di se stessa, nello sforzo di reinventare incessantemente se medesima e il proprio rapporto con il mondo. CONCEZIONE DEL TEMPO: N accetta la concezione ciclica del tempo, rifiuta quella lineare di tipo ebraico-cristiana(il tempo è costituito da una successione lineare di momenti effimeri ognuno dei quali rinvia a quello che lo precede e a quello che lo segue, quindi un momento è privo di un proprio significato intrinseco. L’insieme sei momenti rimane un fine che sta al di fuori del tempo). Chi imposta la vita secondo la concezione lineare del tempo non da valore ai vari momenti specifici, il senso lo trova alla fine del tempo. Chi si colloca nel pensiero dell’eterno ritorno rifiuta questa concezione del tempo, ritiene che il senso dell’essere sia nell’essere stesso e non in una trascendenza. Si dispone a vivere la vita ed ogni suo momento come coincidenza di senso e di essere.

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