Giusnaturalismo di Grozio e Hobbes - politica di Locke

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Testo

partiamo da Aristotele: per lui la politica, insieme all’etica, è una scienza pratica → studia il possibile → non c’è una forma di governo perfetto → procede con un metodo induttivo descrittivo.
Ma nel 1500, periodo in cui si stanno formando gli stati moderni, i sovrani devono giustificare il loro potere → nasce il giusnaturalismo = filosofia che si occupa del diritto di natura → non ricavano tutto dal passato e dagli esempi ma solo con la ragione.

Giusnaturalismo = corrente giuridico-politica sorta nel XVII secolo che si rifaceva ai concetti di “diritto” e “legge naturale”. Sono quindi il contrario di Aristotele e altri filosofi che partivano dal metodo induttivo “la gente ritiene che…”.
Per i giusnaturalisti invece il diritto naturale non si fonda su un elemento universale (come il consenso di tutti gli uomini), ma va ricercato nei dettami della retta ragione.

Grozio

Fondatore del giusnaturalismo, è un razionalista politico.
Scrive “il diritto della guerra e della pace” = l’identificazione di ciò che è naturale con ciò che è razionale perchè la natura dell’uomo è ragione. Certe azioni sono positive perchè la ragione è in accordo con loro e lo sono per principio, l’uomo deve fare come se Dio non ci fosse; mentre ci sono leggi che sono imposte dal diritto positivo umano o divino e sono lecite solo in virtù delle leggi stabilite dagli uomini o Dio.
Lui ammette la teoria che il popolo abbia fatto un contratto con un potere, ma per lui anche il principe deve rispettare delle condizioni, che, non rispettate, permettono la distruzione del contratto.
Per lui esiste una sola religione valida per tutti, fondata sulla ragione e con solo 4 principi:
1. Dio esiste ed è uno
2. Dio è superiore alle cose visibili
3. Dio governa e giudica tutte le cose umane
4. Dio è l’artefice di tutte le cose naturali
A questi principi le varie religioni aggiungono altre nozioni non altrettanto razionali, ma da rispettare ugualmente. (lui era stato incarcerato per eresia in Olanda).

Hobbes

La condizione presociale ed il diritto di natura

Ci sono 2 postulati fondamentali della natura umana:
1. la bramosia naturale per la quale ognuno pretende di godere da solo dei beni comuni → l’uomo di per se non è animale sociale, lo diventa per necessità
2. ognuno sfugge alla morte violenta come se fosse il peggiore dei mali
l’origine delle più grandi società è pertanto il timore reciproco, la cui causa è l’uguaglianza tra tutti gi uomini nello stato di natura → tutti vogliono accedere esclusivamente ai beni comuni → è uno stato di guerra continua. Tutti hanno diritto su tutto.
Questa situazione è molto svantaggiosa in quanto vengono trascurate le principali attività produttive e culturali. Nello stato di natura non esiste giusto o sbagliato, buono o cattivo, perché nascono con la legge.
tra gli stati c’è un legame molto più debole che nei singoli stati → si torna allo stato di natura (guerra).
Lo stato di natura, se danneggia i cittadini, è positivo con gli stati, perché aumenta la produttività.

La ragione calcolatrice e la legge naturale

La ragione umana è la capacità di provvedere ai bisogni dell’uomo. È da questa ragione naturale che discende la legge naturale, togliendo all’uomo ciò che reca la distruzione della vita.
Da questo nascono le tre norme fondamentali che servono a placare gli istinti e a dare quindi una sicurezza che permetta di dedicarsi ad altre attività:
1. cercare e conseguire la pace, e quando non si è in grado di conseguirla cercare di usare i vantaggi della guerra
2. togliere il diritto su tutto e dare tante libertà agli altri quante a se
3. bisogna stare ai patti
diritto di natura = libertà di fare o no un azione
legge di natura = impone una cosa invece che un'altra

lo stato e l’assolutismo

il passaggio dallo stato di natura allo stato civile è il contratto con cui gli uomini rinunziano totalmente diritti che avevano nello stato di natura e lo cedono al potere.
Lo stato = l’unica persona la cui volontà si può ritenere la volontà di tutti → il Leviatano o “Dio mortale” a cui dobbiamo pace e difesa.
Bisogna considerare innanzitutto il carattere irreversibile e unilaterale del contratto, in secondo luogo l’indivisibilità del potere, che una volta diviso diminuirebbe la libertà dei cittadini o causerebbe guerre. In terzo luogo il giusto e sbagliato è deciso unicamente dal potere e quindi dalla legge civile, il male è ciò che va contro la legge.
In ultimo si deve sempre e comunque obbedienza al potere, anche su ordini folli o ingiusti.
A parte obbligare qualcuno farsi male da solo o a cari lo stato a libertà totale e non è soggetto a nessuna legge, la libertà dei cittadini è in base a la legge posta dal sovrano.
Lo stato ingloba anche l’autorità religiosa.
L’unità nasce appunto perchè sono tutti ugualmente sottomessi e privi di diritti → opposto a locke in cui sono tutti uguali perchè detentori degli stessi diritti.

Locke

Il diritto naturale e stato e libertà

In locke lo stato di natura è positivo, in quanto esistono già delle limitazioni alla propria libertà dove inizia la libertà degli altri, ma rimane l’uguaglianza.
Il diritto è limitato alla propria persona: diritto alla vita, alla libertà, alla proprietà.
Lo stato di natura non è uno stato di guerra ma può diventarlo quando una o più persone ricorrono alla forza per ottenere ciò che la noma naturale vieta.
È per evitare questo ce gli uomini abbandonano lo stato di natura e si pongono in società. Questo stato non toglie i diritti agli uomini (a parte quello di farsi giustizia da se) ma aiuta a difenderli.
Lo stato è uno stato magistrale, che deve tutelare i diritti a cui l’uomo n rinuncia ma affida a un potere, potere che viene meno quando chi governa viene meno al motivo per cui era stato posto al potere.
Il patto avviene tra tutti gli individui e il potere.

Esempio