Omeostasi e Apparato Escretore

Materie:Riassunto
Categoria:Biologia

Voto:

1 (2)
Download:714
Data:02.07.2007
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
omeostasi-apparato-escretore_1.zip (Dimensione: 4.77 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_omeostasi-e-apparato-escretore.doc     26 Kb


Testo

OMEOSTASI
L’omeostasi è il mantenimento delle condizioni del corpo stabili, caratterizzato da uno scambio dinamico tra forze esterne e meccanismi interni di controllo. Sopravvivere in un determinato ambiente richiede un preciso equilibrio tra l’escrezione e il fabbisogno di acqua e sali. Il sistema escretore, producendo ed eliminando urina, gioca un ruolo fondamentale nell’omeostasi. Gli organi principali dell’apparato escretore sono i reni, entrambi contengono circa 80km di tubuli ed una fitta rete di capillari. I tubuli estraggono quotidianamente dal sangue un liquido chiamato filtrato costituito da acqua, urea e diversi importanti soluti per il corpo. Se noi eliminassimo tutto il filtrato attraverso le urine perderemmo sostanze nutritive vitali, ma ciò non avviene perché i reni riassorbono gran parte del filtrato concentrando l’urea.

NEFRONE
ogni rene contiene circa 1milione di nefroni, ciascuno dei quali costituito da un tubulo(diviso in tre sezioni: tubulo prossimale, ansa di Henle e tubulo distale) e da capillari ad esso associati. Il nefrone compie in scala ridotta le funzioni svolte dal rene, estraendo una piccola quantità di filtrato dal sangue e trasformandolo in urina. Nella parte iniziale del nefrone troviamo la capsula di Bowman, mentre all’ altra estremità troviamo il dotto collettore , che trasporta l’urina alla pelvi renale. Il glomerulo (un ammasso di capillari) e la capsula di Bowman costituiscono la parte filtrante del nefrone. Il nefrone può svolgere la sua funzione grazie alla sua stretta associazione con i vasi sanguigni. La pressione sanguigna infatti induce l’acqua e i soluti a passare(attraverso la capsula di Bowman) dal sangue presente nei capillari glomerulari verso l’interno del tubulo, creando così il filtrato.

APPARATO ESCRETORE
l’urina esce dal rene per mezzo di un dotto chiamato uretere, passa nella vescica e viene poi eliminata tramite un condotto chiamato uretra. Il rene è diviso principalmente in due regioni: quella corticale (esterna) e quella midollare (interna).
Il sistema escretore produce ed elimina urina attraverso 4 processi principali:
• Filtrazione: l’acqua ed altre piccole molecole passano dal glomerulo al tubulo del nefrone.
Due processi elaborano il filtrato contemporaneamente.
• Riassorbimento: l’acqua ed importanti soluti come glucosio , sali e amminoacidi vengono recuperati dal filtrato e nuovamente immessi nel sangue.
• Secrezione: alcune sostanze vengono rimosse dal sangue e aggiunte al filtrato, come farmaci e sostanze tossiche.
• Escrezione: l’urina passa dai reni all’esterno attraverso l’uretere, la vescica urinaria e l’uretra.

BILANCIO IDRICO E ADH
Le cellule dei tubuli prossimale e distale riassorbono NaCl e secernono alcune sostanze tossiche, regolando così anche il Ph del sangue grazie alla secrezione nel filtrato di ioni H+ in eccesso e al riassorbimento di ioni HCO3- . Il riassorbimento di NaCl e di urea mantiene il gradiente di concentrazione dei soluti nel liquido interstiziale. Appena arriva nel liquido interstiziale l’acqua viene prelevata dai capillari circostanti perché altrimenti andrebbe a diluirlo annullando così il gradiente di concentrazione. I nefroni mantengono l’equilibrio tra l’acqua e i soluti nei nostri liquidi corporei. Quando la concentrazione dei soluti aumenta entro un certo limite, un centro di controllo del cervello aumenta il livello ematico si un ormone chiamato ADH (ormone antidiuretico), il quale favorisce il riassorbimento dell’acqua da parte delle cellule dei tubuli renali e la conseguente diminuzione del volume di urina nel caso in cui il corpo abbia bisogno di risparmiare acqua. Quando invece l’acqua è in eccesso, l’ipotalamo risponde al feedback negativo riducendo la quantità di ADH liberata dal lobo posteriore dell’ipofisi.

Esempio