Verso la prima guerra mondiale

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Testo

L’Europa verso la Prima Guerra Mondiale
L’Ottocento ci ha lasciato tanti documenti della Belle époque che riguardano la classe borghese e hanno come contraltare gli scioperi degli operai, l’emigrazione dei contadini e lo sfruttamento dei popoli colonizzati; nascondono però le gravissime tensioni tra i governi e le classi dirigenti delle diverse nazioni europee.
All’inizio del Novecento si avvertirono le conseguenze di una serie di problemi nati nell’Ottocento:
-la “Questione balcanica”, che rendeva inquieti i popoli slavi dell’est europeo;
-le conseguenze del nazionalismo, che poteva essere considerato un sentimento positivo quando dei popoli sottomessi dal dominio straniero lottavano per la libertà, ma che nel Novecento si trasformò in senso di superiorità;
-il darwinismo sociale, che divenne una componente del razzismo;
-la squilibrata distribuzione della ricchezza determinata dalla Seconda rivoluzione industriale;
-la società di massa.

La Germania
Il Kaiser Guglielmo II aveva allontanato dal governo il cancelliere Otto von Bismarck, che per vent’anni aveva lavorato con le armi della diplomazia per mantenere la pace in Europa e permettere all’industria tedesca di percorrere in tranquillità tutto il suo sviluppo; questo però aveva irritato molto il Kaiser, impaziente di realizzare le sue ambizioni. Così si era circondato di uomini più simili a lui ed essi stavano procedendo lungo le linee principali della sua politica che erano:
-la prima si basava sul fatto che molte persone di lingua e tradizioni tedesche vivevano al di fuori del territorio della Germania. Guglielmo II sosteneva che bisognava assorbire tutti i territori abitati da tedeschi all’interno del Reich. Questo era in sintonia con un movimento chiamato pangermanesimo che riteneva i tedeschi un popolo eletto e gli altri europei genti di qualità inferiore;
-la seconda era l’aspirazione a diventare la più grande potenza coloniale del mondo e fare della Germania un impero grande ed invincibile.
Per raggiungere questi scopi, il Kaiser strinse un’alleanza con l’Austria, conquistò numerose e vaste colonie in Africa, in Asia e in Oceania,impiegò somme enormi negli armamenti, creando un esercito e una marina formidabile.
Guglielmo II si mostrava impaziente di mostrare alle altre potenze europee la forza del proprio Stato. Purtroppo gli si presentò presto il momento opportuno.

La Francia
Il pangermanesimo mise in stato di allarme la Francia, che non dimenticava né l’umiliazione subita nella Guerra franco-prussiana, né la perdita di due regioni, Alsazia e Lorena. Tutto il Paese covava un sentimento di rivincita che esplose in violente manifestazioni antitedesche. La Francia nata dopo la destituzione di Napoleone III divenne sempre più dominata dall’autoritarismo del governo e inoltre dal nazionalismo e dall’antisemitismo. Così, piena di odio verso i tedeschi, riuscì a creare un cerchio di Stati ostili intorno alla Germania, formato dall’Inghilterra, dalla Francia stessa e dalla Russia. Nel 1897 Francia e Russia si unirono in un’alleanza difensiva contro l’Austria e la Germania; nel 1908 anche l’Inghilterra si unì a questa alleanza, detta “Trattato della Triplice Intesa”.

L’Inghilterra
L’Inghilterra entrò in stato d’allarme a mano a mano che si diffondevano le notizie sul potenziale della flotta tedesca. Le nuove corazzate del Kaiser, le grandi navi da guerra, erano destinate a lanciarsi sugli oceani per cercare di conquistare nuove colonie.
L’Impero britannico stava cadendo per motivi interni, scosso da rivolte e guerre locali che l’esercito di sua maestà non riusciva a tenere sotto controllo.
Nonostante ciò, il Paese mantenne il suo governo liberale, che si fece notare per una riforma fiscale: essa stabiliva che i più ricchi avrebbero pagato sui loro redditi una percentuale che aumentava via via in proporzione all’aumento del loro patrimonio. Ciò stabilì il principio per cui un’economia è tanto più sana quanto più il benessere è equamente distribuito tra le varie classi sociali.

La Russia
L’Impero russo era considerato forte e potente e lo zar godeva di grande prestigio nelle riunioni tra capi di Stato. Egli governava un territorio immenso che si estendeva fino alle coste dell’Oceano Pacifico. Ma in realtà la Russia aveva un’economia squilibrata e non aveva ancora una Costituzione e una monarchia assoluta, al contrario degli altri Paesi europei.
Nel 1894 salì al trono lo zar Nicola II Romànov. Devotissimo alla moglie Alessandra e ai figli, Nicola era angosciato per la salute dell’erede al trono Alessio, ammalato di emofilia che presto lo avrebbe portato inevitabilmente alla morte. Questa tragedia aveva indotto gli imperatori a fidarsi completamente a Rasputin, un monaco entrato a corte come un santone, la cui influenza era considerata così negativa negli ambienti di corte che un gruppo di ufficiali decisero di assassinarlo.
Inoltre Nicola incoraggiava l’antisemitismo di buona parte della popolazione russa e sotto il suo regno avvennero moltissime devastazioni.
Nel 1905, terrorizzato da una folla di donne, preti e bambini che chiedevano i loro diritti e la Costituzione, Nicola ordinò di sparare sui manifestanti causando un massacro. La Russia fu scossa da questa carneficina e scoppiò in una grande rivoluzione.

L’impero Austro-Ungarico
L’impero Austro-Ungarico è reduce dalla serie di sconfitte militari e politiche subite nell’Ottocento. Nel 1867 dovette concedere una serie di autonomie agli ungheresi creando una monarchia “dualista” in cui un unico sovrano, Francesco Giuseppe d’Asburgo, governava due diversi Stati: l’Impero austriaco e il Regno d’Ungheria. Ognuno dei due Stati ha parlamento, governo e leggi proprie e comprende popoli diversi per origine etnica, lingua e religione. L’aspetto positivo di questa varietà era lo sviluppo di una brillante civiltà multinazionale che aveva reso Vienna, Praga, Budapest e Trieste le capitali della cultura moderna. L’aspetto negativo però era che la convivenza di tonti popoli era tutt’altro che pacifica.
La Bosnia era abitata da serbi che volevano ricongiungersi con la Serbia; i triestini e gli istriani volevano tornare in Italia; nelle campagne tedesche e slave, i contadini erano ostili alle minoranze ebraiche.

La Serbia
La Serbia era la vera spina nel fianco dell’Austria. Nel 1912 aveva combattuto contro i Turchi e aveva vinto ma la spartizione dei territori non aveva soddisfatto nessuno perché l’Austria impedì alla Serbia di avere uno sbocco sul mare creando l’Albania.
L’Austria quindi considerava la Serbia un nemico; la Russia invece era protettrice e amica della Serbia e costituiva quindi la seconda minaccia per Francesco Giuseppe.

L’Italia
Nell’Italia dell’Ottocento c’era una forte corrente di nazionalismo, che nel Novecento assunse l’aspetto dell’irredentismo. Gli irredentisti sono una minoranza rispetto ai cattolici e ai socialisti che rappresentavano la maggioranza pacifista, ma sono molto attivi e hanno la volontà di liberare Trento e Trieste. Guidati da Gabriele D’Annunzio e da Benito Mussolini indicono manifestazioni in tutta Italia.

Così in Europa si formarono due schieramenti: la Triplice Alleanza, formata da Germania, Austria e Italia, e la Triplice Intesa, formata da Gran Bretagna, Francia e Russia.

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