Tra le due guerre

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Testo

• Nei periodi di guerra tra il 1914-18 e nel 1939 il mondo attraversò una fase di intense trasformazioni politico-istituzionali e di crisi economico sociali con un profondo senso di insicurezza e di instabilità: concentrazione di amplissimi poteri nelle mani del governo; riduzione del ruolo dei parlamenti; rafforzamento del potere esecutivo. Abbiamo così tendenze autoritarie con regimi totalitari: fascismo in Italia, nazismo in Germania e governi dittatoriali negli stati minori. Le classi lavoratrici avevano rafforzato l’organizzazione dei partiti socialisti e comunisti creando fasi di lotta civile. Inoltre vi è un crescente inserimento dello Stato nel campo economico e sociale definendo un modello economico “interventista” che porterà ad un “capitalismo organizzato”.
• La popolazione bianca si stabilizzò mentre quella nera, gialla e dei paesi sottosviluppati ebbero una violenta impennata. Le cause del rallentamento della popolazione europea furono: il calo delle nascite e la supermortalità civile. Il calo della natalità era dovuta a causa di un impiego dei metodi contraccettivi così i governi totalitari adottarono una politica demografica “natalista”: In Italia il fascismo limitò l’emigrazione e penalizzò con tasse i celibi; La Germania punì l’aborto e diede prestiti alle giovani coppie e alle famiglie con più di 4 figli; La Francia proibì la vendita dei contraccettivi e punì l’aborto; L’Unione Sovietica rendeva più difficile il divorzio e vietavano l’aborto. Nello stesso periodo abbiamo anche un declino della mortalità dovuta al progresso della medicina: dai 45 anni ai 67.
• Nel dopo guerra abbiamo anche una rigorosa limitazione delle grandi emigrazioni transoceaniche: Gli Stati Uniti introdussero nel 1921-24 il regime delle “quote” creando una sovrappopolazione relativa in Italia e in Giappone.
• Dal dopo guerra fino al 1929 abbiamo una crescita economica dovuta dall’aumento del reddito nazionale e dallo sviluppo della produzione industriale, mentre l’agricoltura era colpita da una sovrapproduzione che deprimeva i prezzi. Tra il 1920 e il ’40 gli occupati in agricoltura diminuirono del 15%, così nell’Europa centro-orientale abbiamo una serie di riforme agrarie: confiscando terreni e redistribuendoli ai piccoli contadini. Ciò allargò notevolmente la fascia della piccola o media proprietà contadina riducendo il peso socio-economico dei nobili.
• La crescita economica si sviluppò in 7 stati (USA, Ing, Fra, Germ, Ita, Un. Sov, Giap) che si spartivano i 4/5 della produzione mondiale. Gli Stati Europei a causa della guerra furono costretti ad aumentare il proprio debito pubblico e a stampare grosse quantità di carta moneta; Inoltre gli alleati occidentali si erano fortemente indebitati con gli Stati Uniti facendo affiancare il Dollaro alla Sterlina assumendo il ruolo di chiave di volta della finanza mondiale.
• L’aumento del volume della moneta nei paesi europei ebbe una forte inflazione e di conseguenza un aumento dei prezzi creando un collasso dell’ordine monetario di proporzioni drammatiche che però potevano essere convertite in oro nelle banche (Gold Standard).
Gli stati vinti o creati dai trattati di pace ebbero fino al 1924 un’inflazione galoppante. La Germania fu il caso limite: il marco era ridotto a un trilionesimo del valore d’anteguerra. L’inflazione tedesca venne esasperata dalla questione delle riparazioni dovute ai paesi vincitori, fissate nel1921 nella cifra di 132 miliardi di franchi da pagare in 30 anni. Dopo aver pagato il primo miliardo i tedeschi sospesero il pagamento provocando l’occupazione militare della Ruhr da parte della Francia e del Belgio. Nel 1924 Dawes, uomo politico americano, dilazionò i pagamenti concedendo alla Germania un prestito internazionale, nel 1932 il pagamento finirà con l’essere definitivamente dilazionato.
• L’inflazione modificò i redditi e i modi di vita delle varie classi sociali colpendo i piccoli risparmiatori; Ne approfittarono invece i venditori e i debitori che poterono ridurre il peso dei loro debiti grazie alla svalutazione delle monete. Dal 1924 iniziò la deflazione riducendo la massa monetaria in circolazione; L’inflazione era così sotto controllo ma con gravi costi sociali e con la crescita della disoccupazione. New York divenne il centro della finanza mondiale.
• Dal 1929 abbiamo la grande crisi che causò forti sconvolgimenti politici in vari paesi; il rallentamento della produzione in Germania e l’accumulazione di merci invendute negli Usa erano i segni premonitori. Il segnale che diede inizio alla crisi fu il crollo di Wall Street il 22 ottobre 1929 ponendo fine ad un boom speculativo: dal1925 al ’29 i prezzi delle azioni avevano avuto una forte impennata causando una speculazione sfrenata seguita nel “giovedì nero” da un ribasso delle azioni.
• La crisi del credito spinse i clienti delle banche a un ritiro dei depositi mandando in fallimento più di 4000 banche; questa crisi si propagò anche in Europa: La sterlina inglese si svalutò del 30% creando così una vera guerra monetaria e una caduta della produzione industriale. L’Europa ebbe difficoltà nel commercio internazionale. La disoccupazione salì e la crisi colpì soprattutto i salariati dell’industria e dei servizi, gli agricoltori e le classi medie. Il malessere favorirono il rafforzamento dei partiti comunisti che spaventarono i ceti medi spingendoli ad appoggiarono ai movimenti autoritari di destra.
• I due anni immediatamente successivi alla guerra si chiamarono: il “biennio rosso” dove il movimento operaio si allargò a nuove masse di lavoratori ampliando velocemente gli scioperi. Dopo la rivoluzione Russa del 1917 i movimenti socialisti dovettero affrontare il sistema comunista Russo: una parte si staccò creando nuovi partiti comunisti che appoggiarono l’internazionale Comunista (III int.,1919) diretta dai bolscevichi russi. I socialisti in contrapposizione al modello leninista segue la via democratico-parlamentare e riformista. Questo movimento era appoggiato dalla maggior parte dei Francesi e degli inglesi mentre la Italia e la Germania erano travolte dal fascismo e dal nazismo. La nascita del nazismo creò una lotta comune tra socialisti e comunisti francesi ed inglesi contro la minaccia delle destre che venne sanzionata nel VII congresso del Comintern (1935) dove fu lanciata la parola d’ordine dei Fronti popolari: vi parteciparono anche le forze democratiche, radicali e cattoliche che volevano sconfiggere il nazifascismo.

• L’intervento della Russia in guerra era stato voluto dallo Zar e dai circoli dirigenti per difendere l’impero e la crisi rivoluzionaria con il consenso dei menscevichi, mentre i bolscevichi erano contrari e volevano trasformare la guerra imperialista in guerra civile; ciò creò una contraddizione insanabile mentre le operazioni militari non erano pronte ad affrontare lo scontro; molti lavoratori maschi si allontanarono dalle campagne generando una grande scarsità di viveri. Le sconfitte militari e il malcontento portarono alla progressiva disgregazione dello stato; loZar Nicola II, influenzato dal corrotto monaco Rasputin (assassinato nel 1916), non voleva rinunciare portando così il paese nel caos totale.
• La politica russa dopo la rivoluzione di febbraio era caratterizzata da un “dualismo di potere”: da una parte c’era il governo provvisorio appoggiato dai ceti borghesi che volevano continuare la guerra al fianco dell’intesa, dall’altra c’era il soviet di Pietrogrado, appoggiato dai lavoratori delle fabbriche e dai soldati che assunsero una marcata connotazione politica e ebbero presto un potere maggiore di quello provvisorio.
I socialdemocratici ritenevano che la russia fosse troppo arretrata per realizzare una società socialista; mentre i socialisti rivoluzionari, ispirati dal populismo e dall’anarchismo, erano convinti che non fosse possibile edificare il socialismo in Russia senza una contemporanea rivoluzione nell’Europa occidentale.
• Sconvolgente fu l’arrivo di Lenin in aprile dall’esilio che preparò immediatamente una rivoluzione socialista sostenendo nelle sue Tesi di aprile: la necessità di trasformare la guerra imperialista in una civile contro la borghesia; la necessità di una dittatura del proletariato fino all’estinzione dello stato avviata verso il comunismo. Egli voleva creare una nuova internazionale completamente rivoluzionaria e proponeva il cambiamento del nome del partito bolscevico in quello di partito comunista. Il suo programma rese più sicura l’azione dei bolscevichi anche se il primo congresso panrusso dei soviet vide la prevalenza dei socialisti rivoluzionari e dei menscevichi
• Lenin propose di passare all’insurrezione armata e il comitato centrale bolscevico e Stalin appoggiarono la sua proposta. L’azione iniziò a Pietroburgo il 6/7 nov.1917 (24/25 ott. cal. Russo), il 7 nov. gli insorti erano divenuti padroni di tutti i punti nevralgici della capitale; 8 nov. conquistano il Palazzo d’inverno (sede del governo), il loro successo viene dichiarato durante un processo nei mesi successivi e dopo il II congresso panrusso dei soviet i bolscevichi avevano ottenuto la maggioranza assoluta

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