Materie: | Tema |
Categoria: | Storia |
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Testo
n. 13 Fachino Eva Classe 3^A sc.
Fossano, 28.11.2007 Liceo Scientifico “G. Ancina”
Relazione
Strutture economiche
Tra il V e il IX secolo, dopo la caduta dell’impero Romano d’occidente, assistiamo ad un regresso economico che interessa tutta l’Europa. Vediamo l’Europa continuamente in guerra contro i barbari, che in questo periodo scendono in Europa portando con sé carestie, morte e distruzione, e anche contro i vari regni formatisi. Queste continue lotte per il potere portano con sé un numero enorme di morti, pestilenze, terreni devastati che pochissimi riescono a coltivare e quindi un grande regresso economico. Infatti, in questo periodo gli scambi commerciali tra oriente e occidente sono completamente bloccati e la stessa economia interna è in crisi. Durante questo periodo la moneta che circola è poca perché tutto l’oro ed il metallo presenti sono utilizzati per le varie spedizioni militari. La popolazione si trova stremata e i villaggi di contadini a poco a poco si spopolano per radunarsi poi vicino alle antiche villae romane. Si vengono così a creare centri economici basati sull’agricoltura. Le villae vengono sempre a capo ad un signore, sempre di origini nobili. Le terre del signore sono divise in tre parti: pars dominica, che è sotto il diretto controllo del signore ed è lavorata da servi, braccianti salariati e da contadini che devono offrire un certo numero di giornate di lavoro al signore, corveès; vi è anche la pars massaricia, parte lasciata alle colture dei contadini e infine la silva, formata da boschi e paludi, che è parte comune dove i contadini possono trovare cibo, fatta eccezione della selvaggina che è proprietà esclusiva del signore, e luoghi dove portare al pascolo il bestiame.
Tra il IX e il X secolo, dopo le ultime invasioni, l’Europa non ha un potere centrale forte, che dopo la morte di Carlo Magno si è indebolito e frammentato sempre di più, e i feudatari per rendere maggiormente sicuro il loro feudo, costruiscono vari castelli: nasce il fenomeno dell’incastellamento. In questo periodo vediamo un’economia feudale piuttosto chiusa. Questa si basa sul sistema di produzione curtense e quindi la tripartizione dei territori. La maggior parte delle entrate del signore provengono dai pesanti pedaggi e dazi imposti su ponti, mulini, forni e frantoi e dalle numerose tasse che il signore impone sulla popolazione. Come se non bastasse, i contadini sono costretti a versare le decime periodicamente al signore e se il raccolto è stato scarso, spesso ci si ritrovava senza cibo per lunghi periodi. Il sistema feudale prevede anche un rapporto di fiducia tra feudatario e imperatore, mentre il contadino è completamente sottomesso al feudatario e questo faceva sì che tutto ciò che decide il feudatario è legge per il contadino. Si può quindi dedurre che l’economia feudale fosse piuttosto chiusa.
Solo dopo l’anno Mille si vedono i primi cambiamenti positivi in ambito economico. Innanzitutto vi è una crescita demografica, portata dal cessare delle invasioni e delle guerre, e questo influisce positivamente sull’economia perché con una crescita di popolazione si può riprendere la coltivazione dei campi lasciati per molto tempo incolti e nelle città vi è molta manodopera e quindi vi è una ripresa dell’artigianato. Inoltre, si riprende la battitura delle monete e quindi il commercio sia interno sia con l’oriente. La ripresa economica è dovuta anche alla grande rivoluzione agraria avuta dopo il Mille. L’introduzione dell’aratro pesante, la sostituzione dei buoi con i cavalli, la rotazione dei campi trasformatasi da biennale a triennale e l’introduzione del mulino ad acqua diffusosi tra il XI e il XIV secolo, che a differenza di quello a vento ,che si era diffuso in Europa nel XII secolo, sfrutta l’energia dell’acqua e quindi possono essere costruiti dai contadini ovunque si fosse un corso d’acqua abbastanza potente in modo da permettere, sempre ai contadini, di non pagare i dazi imposti dal signore sui mulini, rendendo la vita nei campi più semplice. Finite le invasioni e le guerre il metallo torna a circolare e quindi nel XII e nel XIII secolo le tecniche innovative per lavorare il metallo a scopo militare, vengono volte a un uso civile e questo porta a dei progressi anche nel campo della metallurgica. La crescita demografica però porta anche un altro effetto: la ripresa dell’urbanesimo. Questo a sua volta permette la ripresa delle attività artigianali e lo svilupparsi di una nuova classe sociale, i mercanti, con il relativo mestiere.
Una delle attività artigianali più importanti di cui si ha la ripresa in questo periodo è l’attività tessile. Questa è considerata l’attività commerciale trainante perché a lei si legano molti mestieri. Innanzitutto i prodotti tessili sono i quelli principalmente venduti da numerosi mercanti sia internamente sia esternamente all’Europa. L’agricoltura e l’allevamento sono molto legati al settore tessile: la prima perché fornisce spezie pregiate per la produzione dei colori utilizzati alla colorazione dei tessuti, come lo zafferano che proviene dai campi toscani, e poi forniscono fibre grezze per la produzione del tessuto stesso; la seconda è legata al settore tessile perché gli allevatori, di ovini in particolar modo, forniscono il materiale principale, la lana, con cui si fabbricano la maggior parte di vestiti. Legata alla ripresa delle attività artigianali nascono le associazioni di mestiere, che si dividono a seconda dei mestieri. Queste controllavano la qualità, la quantità, il prezzo della merce che viene messa sul mercato in modo da tenere sotto controllo la concorrenza. Inoltre le associazioni controllano anche i salari dei vari operai delle singole attività in modo che tutti gli operai prendano lo stesso salario. classe
Riprendendo la battitura della moneta, riprende anche il commercio e quindi nasce una nuovo ordine sociale, i mercanti. Questi non sono visti di buon occhio dal resto della popolazione perché fin ad allora la popolazione è stata divisa in tre classi, oratores, bellatores, e laboratores, e si credeva che quest’ordine fosse voluto da Dio. Il fatto della nascita di questo nuovo ordine è quindi ritenuto un sacrilegio. Il mercante risulta presto figura trainante dell’economia perché grazie a lui si possono effettuare scambi commerciali con il resto dell’Europa e con l’Oriente; il mercante però deve essere istruito perché deve essere capace a farsi capire dalle altre popolazioni e quindi nascono le scuole rivolte al pratico.
Per la sicurezza del mercante e della sua merce nascono varie forme di associazioni e assicurazioni: prima di tutte è la commenda, rappresentata da un detentore del capitale e dal mercante stesso;questa forma di associazione espone il detentore del capitale al rischio di bancarotta ma allo stessi tempo questi ottiene un’alta percentuale dei profitti, mentre il mercante può anche rischiare la vita e ottiene solamente ciò che rimane dei profitti; questa forma di associazione, proprio perché così rischiosa e poco proficua per il mercante, dura solo per una spedizione e predilige i trasporti via mare. La seconda forma di associazione è la colleganza veneziana o societas maris genovese, dove è lo stesso mercante a seguire la sua merce e a venderla sul posto; anche questa è principalmente via mare. La terza forma di associazione è la compagnia: questa è formata da vari mercanti che mettono in comune i propri beni per ottenere profitti proporzionali e il loro scopo principale è quello di fondare nuove sedi nei luoghi in cui si effettuavano gli scambi commerciali, creando così una fitta rete di traffici e di affari. Le compagnie durano per più spedizioni e i loro viaggi sono spesso per via terra, fiume o mare.
Sempre legata alla figura del mercante e del commercio, tra il XIII e il XIV secolo, nascono nuove figure legate alla moneta: i banchieri, gli usurai e i cambia valute. I primi nascono per il trasferimento dei fondi che i mercanti depositano in un Paese e che poi devono essere trasferiti alla città del mercante tramite lettere di cambio, oppure per la concessione di prestiti, gestione dei capitali, pagamenti. I cambia valute, come dice il nome, nascono per il cambiamento delle valute che già all’epoca cambiano da un Paese all’altro. Gli usurai, invece, nascono per imprestare denaro, ma con un altissimo tasso d’interessi, che cresce con il tempo. Sono quindi considerati ladri di tempo e sono gli individui più odiati dell’epoca. I rapporti tra la figura del mercante e degli altri mestieri legati a esso, non sono ben visti dalla Chiesa, che reputa il denaro un’arma del demonio e quindi il mercante, contribuendo ai traffici e che è a stretto contatto con il denaro, è ritenuto un portatore di menzogne, ed è detentore dell’avidità, uno dei peccati più gravi. Al mercante dunque, non possono essere accettate offerte perché queste derivano da un giro di menzogne e quindi impure. Solo più tardi la Chiesa riconosce questo nuovo ordine sociale e questo solo nel caso in cui il mercante abbia un giusto guadagno, cioè nel caso in cui la sua merce sia venduta al prezzo giusto e, dopo aver donato parte del ricavato in opere di carità, il rimanente poteva essere reputato un giusto guadagno.