Storia e sviluppo economico in italia

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Categoria:Storia

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Testo

Sviluppi economici dell'Italia repubblicana.
L'Italia uscм dalla seconda guerra mondiale in condizioni disastrose e fu grazie al Piano Marshall e grazie alle proprie risorse interne che il paese riuscм a riprendersi rapidamente. Oltre al piano Marshall che permise l'afflusso nella penisola di beni e capitali necessari per la ricostruzione, vanno ricordati gli accordi di Bretton Woods nel luglio del 1944 sanciti da una Conferenza Internazionale, che assegnarono al dollaro la funzione di moneta base e stabilirono rapporti di cambio fissi tra le monete dei vari paesi. Il fondo monetario internazionale doveva intervenire in favore dei paesi piщ deboli per evitare che questi in momenti di difficoltа imponessero gli espedienti del protezionismo. Gli accordi di Bretton Woods consentirono fino al al 1971 una fortissima ripresa degli scambi internazionali. Favorevoli alla nostra ripresa furono anche gli scambi ineguali con i paesi del terzo mondo. L'Europa ebbe a disposizione per quasi un quarto di secolo petrolio nelle quantitа necessarie e a prezzi molto convenienti. Ci furono altre circostanze che favorirono la ricostruzione in Italia: capacitа industriali sufficienti per le produzioni a medio e basso livello (automobili, elettrodomestici....), inoltre l'Italia possedeva un vasto serbatoio di forza-lavoro non ancora drenata dalle campagne all'industria. Le capacitа produttive dell'anteguerra furono raggiunte tra il 1948-1949. In seguito lo sviluppo s'intensificт con rapiditа crescente: il reddito nazionale raddoppiт e grazie al trasferimento di forza-lavoro dall'agricoltura all'industria e ai servizi, le strutture produttive subirono una modificazione rilevantissima anche dal punto di vista qualitativo. A questo punto l'Italia cessa di essere un paese agricolo-industriale (come era stata dall'etа giolittiana alla seconda guerra mondiale) e si afferma come paese industriale.Lo sviluppo и trascinato dalle esportazioni. Salari e stipendi in reale aumento, crescita piщ alta della produttivitа grazie al rinnovamento tecnico e la riorganizzazione del lavoro. Un forte contributo allo sviluppo viene anche dalle aziende a partecipazione statale. (Oscar Sinigaglia: piano per l'attuazione di una siderurgia nazionale a ciclo completo, Enrico Mattei commissario AGIP ricerca giacimenti petroliferi in Italia, in Val Padana).Gli anni di espansione e di prosperitа culminano nel cosiddetto "Miracolo economico" 1955-1963, l'Italia per la prima volta raggiunge il traguardo di completa occupazione. Esaurita la vasta riserva dei disoccupati il potere contrattuale dei sindacati si rafforza, aumento dei salari del 50%. Miglioramento delle condizioni di vita esteso anche anche a strati popolari che non avevano mai conosciuto questa agiatezza. La crescita di capacitа d'acquisto delle grandi masse fa lievitare i consumi:radio, televisori, elettrodomestici. Crescono soprattutto i bisogni alimentari a cui perт il paese non riesce a far fronte da solo: si ricorre maggiormente alle importazioni. Ai rischi di inflazione e di deficit la Banca d'Italia oppone una restrizione di liquiditа e del regime creditizio che contribuisce a creare una recessione nel biennio 1964-1965. L'emigrazione "selvaggia" dal Sud e dalle regioni depresse verso i grandi centri industriali del nord creano problemi, non affrontati tempestivamente. L'emigrazione interna determina la congestione delle cittа settentrionali e lo spopolamento e la degradazione del Sud. Inoltre l'insufficienza dei servizi e della gestione politica determinт la formazione di vaste fasce sottoproletarie degradate.Gli interventi statali rivolti a regolare lo sviluppo furono inadeguati per le carenze del sistema fiscale, troppo fondato sulle imposte indirette. L'iniquitа fiscale dovuta alla necessitа di conservare il consenso di ambienti borghesi lasciт nelle mani dello Stato la sola leva monetaria e creditizia, efficace a bloccare l'inflazione ma non a incentivare gli investimenti. Nei periodi di depressione e di disoccupazione crescente lo Stato non dispone di entrate sufficienti, e quindi va in contro a un deficit di bilancio che puт essere colmato solo dalla Banca d'Italia o dall'emissione di titoli statali, a prezzo di sottrarre denaro agli investimenti. Difatti la spesa pubblica viene deciosamente convogliata verso l'erogazione di sussidi, pensioni, stipendi pagati per lavoratori fittizi, ampliando cosм le clientele dei partiti di governo e il numero degli assistiti e dei "parassiti", si sviluppa quindi una sorta di "circolo perverso". La diminuzione degli investimenti costringe a distribuire sussidi e stipendi "assistenziali" sottraendo denaro agli investimenti, accrescendo il numero di "parassiti" (lavoro in nero).. La periodica fuga di capitali verso paesi piщ sicuri и un'altro ostacolo allo sviluppo. Nell'agosto del 1971 il presidente Nixon annunciт che gli Stati Uniti (a causa delle gravi spese sostenute per la guerra in Vietnam e della crescente concorreza con i prodotti giapponesi e europei ) sospendevano la convertibilitа del dollaro in oro e seppellм gli accordi di Bretton Woods. In quegli anni gli U.S.A non riuscivano ad esercitare la schiacciante supremazia dei primi anni del dopoguerra. I paesi esportatori del petrolio riuniti nel 1960 nell'OPEC riescono nel 1973 a imporre un aumento dei prezzi del petrolio di oltre il 200%. Negli anni successivi il costo del petrolio scenderа sensibilmente, contribuendo a dare in Italia un periodo di respiro frenando il tasso d'inflazione.Negli anni '80 una seconda crisi petrolifera dovuta alla guerra Iran-Iraq fa salire il prezzo del greggio fino al 150% in piщ, l'inflazione sale quindi vertiginosamente sino a raggiungere nel 1981 un tasso annuale del 22%. A questo punto Banchitalia governata da Carlo Azeglio Ciampi interviene con una terapia d'urto, elevando il tasso ufficiale di sconto fcino al 19% (1981) e abbandonando tutti i titoli emessi dallo Stato che non trovano acquirenti nel settore privato. Lo Stato mette in atto una politica dei redditi fondata sulla concertazione fra lavoratori e padronato intesa a contenere salari e profitti. Nei primi anni '80 l'indicizzazione dei salari viene progressivamente ridotta e gli effetti inflazionistici risultano dimezzati. Effetto di questa manovra и un aumento pauroso del debito pubblico: le imprese si difenderanno ristruttutandosi e licenziando, lo Stato dovrа cercare di controllare la diosoccupazione crescente, emetterа quindi titoli in quantitа crescente. Negli anni '90 l'Italia conduce una politica di progressiva edificazione dell'unitа europea e di attuazione degli accordi comunitari. Entrata nel Sistema Monetario Europeo (SME) nel marzo del 1979 и costretta ad uscirne nonostante gli sforzi del governo Amato nel novembre del 1992. Vi rientrerа nel novembre '96 durante il governo Prodi, in vista dell'entrata nell'euro. Nei quattro anni compresi tra l'uscita e il rientro nello SME, la lira, soggetta a un forte gioco della domanda e dell'offerta si и fortemente svalutata e questo ha permesso un forte incremento delle esportazioni che ha aiutato la nostra economia a crescere e preparare le condizioni per l'entrata nel gennaio del '99 nei paesi europei a moneta unica.

Esempio



  


  1. mima

    sto cercando gli appunti di storia dello svillupo economico sostengo l'esame alla facultà di economia università degli studi di milano