Storia della rivoluzione americana

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Testo

LA GUERRA D' INDIPENDENZA E LA
FORMAZIONE DEGLI U.S.A.
PRIMA DELLA RIVOLUZIONE AMERICANA
Nel Nordamerica, l'Inghilterra aveva 13 colonie che si estendevano sulla costa atlantica per 2250 chilometri. Sebbene i coloni fossero liberi di decidere se accettare o meno le nuove tasse votando nelle proprie assemblee, erano però ancora soggetti alla corona britannica.
I coloni erano uomini di carattere indipendente e i loro capi, in maggioranza avvocati, erano anche preparati. Avevano letto le opere del filosofo inglese John Locke, che aveva giustificato la rivoluzione inglese del 1688, affermando che il governo doveva avere l' approvazione dei governati. E i coloni conoscevano i loro diritti.
Finchè furono trattati bene ed ebbero bisogno dell'aiuto inglese contro i Francesi, accettarono il dominio britannico. Con la sconfitta dei Francesi, un nuovo sentimento di indipendenza pervase i coloni.
Gli Inglesi insistettero perchè le colonie pagassero in forma di tasse le spese della guerra contro i Francesi, ma le assemblee locali protestarono: prima di pagare le imposte volevano che queste fossero approvate dai loro rappresentanti eletti. Ma non era l' unica cosa di cui si lamentavano. Erano tornate in vigore vecchie leggi che imponevano restrizioni al commercio fra le colonie e gli altri paesi. E, nel timore di una costosa guerra contro i pellirosse, Londra non permetteva ai coloni di sfruttare le terre strappate alla Francia.
Così le relazioni con l'Inghilterra peggiorarono rapidamente, e quando i coloni cominciarono a protestare, si escogitarono nuovi metodi per punirli. Tale repressione provocò atti di violenza: la "piccola guerra " attorno a Boston e poi gli incidenti si trasformarono ben presto in un conflitto generale.
LA DICHIARAZIONE D'INDIPENDENZA
(testo originale nell'inserto)
Alla Virginia spetta l'onore di essersi dichiarata per prima colonia indipendente.
George Washington era un partigiano deciso dell'indipendenza e i coloni erano rimasti indignati dal bombardamento di Norfolk e dal fatto che il governo inglese avesse offerto la libertà agli schiavi negri che avessero preso le armi al suo fianco.
Fino ad allora le basi giuridiche delle rivendicazioni degli Americani erano quelle della vecchia tradizione britannica; ma quest'argomento era ormai insufficiente. Si fece appello all'ideologia di Locke.
Richard Hanry Lee presento' al congresso la celebre mozione: "Queste colonie unite sono e devono essere di diritto stati liberi e indipendenti. Esse sono esonerate da ogni fedelta' alla corona britannica. Ogni legame tra loro e lo Stato di Gran Bretagna è e deve essere sciolto".
John Adams, Benjamin Franklin e Thomas Jefferson fecero parte del comitato incaricato di redigere la Dichiarazione d'Indipendenza. Jefferson era un virginiano di 32 anni. Buon scrittore, colto, appassionato di scienze, di architettura, di economia politica, deciso e convinto ma cortese, senza fanatismo, molto popolare; fu una delle piu' alte figure che presiedettero alla nascita degli Stati Uniti. Adams e Franklin accettarono quasi integralmente il suo progetto che fu approvato e pubblicato il 4 luglio 1776. (il 4 luglio negli U.S.A. oggi è festa nazionale).
Ecco alcuni passi del preambolo della Dichiarazione d'Indipendenza:
"Quando, nel corso degli umani eventi, diventa necessario per un popolo rompere i legami politici che lo tenevano unito a un altro popolo e prendere, fra le potenze della terra, il rango uguale e distinto al quale le leggi della natura e il Dio dell'universo gli danno diritto, il riguardo che esso deve avere per l'opinione degli uomini esige che dichiari le cause che lo forzano a questa separazione.... Noi riteniamo incontestabili ed evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono stati creati uguali; che essi sono dotati dal loro Creatore di certi diritti inalienabili, fra cui quelli alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini dei governi e che questi traggono il loro legittimo potere dal consenso dei governati; che dovunque una forma di governo sia contraria a questo fine, è diritto dei popoli cambiarla o abolirla, e istituire un nuovo governo i cui principi siano fondati e i poteri organizzati nel modo che paia loro più adatto a garantire la loro sicurezza e la loro felicità.... Di conseguenza, noi, rappresentanti degli Stati Uniti d'America, raccolti in congresso generale, proclamiamo e dichiariamo solennemente: che queste colonie unite sono e devono essere di diritto stati liberi e indipendenti; che esse sono affrancate da ogni fedeltà verso la corona britannica; che ogni legame politico tra esse e la Gran Bretagna è e deve essere sciolto completamente e che esse, come stati liberi e indipendenti, hanno il potere di dichiarare la guerra, di concludere la pace, di contrarre alleanze, di regolare il loro commercio e di compiere tutti gli altri atti che degli stati indipendenti hanno il diritto di compiere".
Tutti gli stati, salvo quello di New York, avevano deciso di rompere con la Gran Bretagna. L'indipendenza era ormai proclamata; non restava che farla trionfare. A questa dichiarazione Londra poteva reagire soltanto con la guerra. Il piano degli Inglesi era semplice e perfettamente logico: occupare New York e la valle dell'Hudson, tagliando in due le colonie; sbarcare in Virginia per raccogliere i lealisti assai numerosi nel Sud. Ma quest'ultimo progetto fallì, perchè il generale Cornwall, accolto a colpi di cannone, non riuscì a sbarcare a Charleston.

WASHINGTON EVACUA NEW YORK
Il generale William Howe aveva il compito, partendo da Halifax, di conquistare New York. Un altro corpo d'armata formato in Canada doveva discendere verso la valle dell'Hudson, dove i due eserciti si sarebbero dovuti ricongiungere ad Albany. George Washington aveva posto il suo quartier generale a New York, dove la foce dell'Hudson era difesa da due forti situati all'altezza dell'attuale Washington Bridge. Le truppe di Howe sbarcarono a Staten Island, mentre gli Americani tenevano Manhattan e Long Island. In agosto gli Inglesi, che avevano truppe più numerose e una potente flotta, s'impadronirono di Brooklyn, poi sbarcarono a Manhattan; questa manovra, mal condotta, permise a una parte degli Americani di evacuare l'isola e di stabilirsi sulla riva destra dell'Hudson. I forti di Manhattan dovettero capitolare e gli Americani si ritirarono attraverso il New Jersey. La situazione si faceva per loro veramente drammatica: George Washington aveva 4.000 uomini e dovette rifugiarsi in Pennsylvania , mentre il congresso era già riparato a Baltimora.
Howe preferì passare tranquillamente le feste di Natale a New York, lasciando sul posto i mercenari tedeschi.
Il giorno di Natale, Washington, con un audace colpo di mano, s'impadronì di Trentron e respinse Cornwallis a Princeton. Era la sua prima vittoria.
LA CAPITOLAZIONE DI SARATOGA
Intanto il piano inglese non era cambiato: il generale Burgoyne lasciò il Canada con la sua armata per raggiungere quella di Howe ad Albany. Howe intanto si era deciso a prendere Philadelphia. Gli Inglesi erano ormai padroni di Boston, New York, Philadelphia e gli Americani erano scoraggiati. Burgoyne per raggiungere Albany doveva attraversare una regione selvaggia, coperta di foreste piene di guerriglieri. Alcune truppe Americane comandate da Gates e Benedict Arnold, arrestarono la sua avanzata ed egli preferì rinserrarsi dentro Saratoga. Capitolò il 17 ottobre con 5.000 uomini.
La notizia colpì duramente Londra , che inviò un emissario a Parigi per incontrarvi Franklin e Silas Deane, rappresentanti degli insorti in Francia. Questi ultimi riaffermarono la volontà di indipendenza dei loro concittadini; inoltre sapevano che Luigi XVI era sul punto di riconoscere ufficialmente l'esistenza degli Stati Uniti e di impegnare il proprio regno in un conflitto al quale i Francesi già partecipavano indirettamente.
L'INTERVENTO FRANCESE: IL MARCHESE DI LA FAYETTE
Sin dagli inizi, la Rivoluzione Americana aveva trovato numerosi appoggi in Francia. Il ministro Vergenners seguiva gli avvenimenti da vicino e ricostruiva intanto una potente flotta, ma Luigi XVI era poco entusiasta di aiutare dei ribelli contro il loro legittimo sovrano. Vergenners doveva dunque agire con grande discrezione; dal dicembre del 1775 uno dei suoi agenti era in contatto con gli americani e la Francia si impegnò a fornirgli delle munizioni in cambio di tabacco.
Erano numerosi i volontari francesi corsi a servire nell'esercito degli insorti. L'esempio più celebre è quello del marchese di La Fayette, un giovane di 19 anni imparentato con la grande famiglia di Noailles, al quale era stato promesso il grado di general maggiore. In realtà gli ufficiali francesi restavano spesso delusi dall'accoglienza fredda degli americani, i quali male accettavano di essere comandati da stranieri che non parlavano neppure la loro lingua.
La Fayette arrivò in America nel giugno del 1777. A Philadelphia fu dapprima mal ricevuto: fu preso per un avventuriero. Fieramente, La Fayette protestò di voler servire senza ricompense, come semplice soldato. L'intervento di Franklin dissipò il malinteso e La Fayette divenne general maggiore dell'esercito americano. Fu ferito in occasione della presa di Philadelphia da Howe; nell'inverno successivo, strinse amicizia con Washington durante il duro periodo di svernamento a Valley Forge.
L'ENTRATA IN GUERRA DELLA FRANCIA E DELLA SPAGNA: L'AMBASCIATA DI
LA FAYETTE A PARIGI
La capitolazione di Saratoga mise fine alle esitazioni di Vergennes, che la conquista di Philadelphia aveva reso prudente. Un atro agente americano, Arthur Lee, era stato inviato in Spagna; il suo compito era difficile per l'antica ostilità della politica coloniale spagnola verso il dominion inglese. Carlo III finì però con l'offrire un aiuto: dei sussidi e l'apertura dei porti spagnoli alle navi americane. Gli insorti negoziarono anche con le Provincie Unite e le navi olandesi trasportarono munizioni e rifornimenti inviati dalla Francia. Il 6 febbraio 1778 la Francia, seguita poco dopo dalla Spagna, concludeva con gli Stati Uniti un trattato di amicizia, di alleanza e di commercio: cio' significava la guerra con l'Inghilterra. Anche l'Olanda riconobbe l'indipendenza degli Stati Uniti. Ormai gli insorti disponevano di appoggi considerevoli: tre flotte potenti, oro, ufficiali e distaccamenti francesi. Nel Sud gli insorti tenevano testa efficacemente alle truppe del generale Cornwallis con la guerriglia.
Howe fu richiamato in patria e sostituito da Henry Clinton.
Alla fine dell'anno La Fayette fu inviato a Parigi per spingere la Francia ad accrescere il proprio intervento. Il governo americano pensava soprattutto ad un attacco diretto contro l'Inghilterra. Infine fu deciso che 6.000 uomini comandati dal conte Rochambeau sarebbero stati inviati in America (febbraio 1780).
ROCHAMBEAU E DE GRASSE: LA CAPITOLAZIONE DI YORKTOWN

Nel maggio del 1780 Cornwallis riportò un grosso successo in Virginia con la presa di Charleston. Il corpo di spedizione di Rochambeau sbarcò a Newport nel luglio del 1780 e La Fayette assicurò i collegamenti tra Washington e il comando in capo francese. Le truppe di Washington erano allo stremo delle forze. Cornwallis aveva fatto ripiegare la sua armata dalla Virginia su Yorktown nella baia di Chesapeake. Washington era favorevole ad un attacco contro New York, mentre Rochambeau voleva concentrare gli sforzi a sud. L'arrivo della flotta francese dell'ammiraglio De Grasse, con 3.000 uomini, fece prevalere la linea francese. Le truppe francesi e americane lasciarono New York e si misero in marcia verso la Virginia. Esse bloccarono a poco a poco la linea fortificata di Yorktown, mentre la flotta dell'ammiraglio De Grasse costringeva l'ammiraglio Graves a ritirarsi verso New York. Cornwallis, che non intendeva far massacrare i suoi uomini in un tentativo di sortita, capitolò il 19 ottobre 1781.
Gli Inglesi potevano continuare la guerra, ma l'opinione pubblica inglese, sollecitata dai liberali Fox, Burke e Chattham, desiderava la pace. I commercianti e gli armatori ne avevano abbastanza di vedere centinaia delle loro navi catturate dagli arditi corsari americani. Nel marzo del 1782 i comuni si dichiararono a favore dei negoziati.
LA PACE DI VERSAILLES E L'INDIPENDENZA DEGLI STATI UNITI
Lord North si ritirò, Fox divenne ministro degli esteri e i negoziati presero inizio da Parigi nell'autunno del 1782. Da parte americana fu designato come plenipotenziario John Adams, assistito da Jay e da Franklin; egli era tenuto a non firmare la pace senza il preventivo accordo della Francia.
La Francia non aveva rivendicazioni territoriali ma la Spagna pretendeva di riavere Gibilterra. Franklin voleva addirittura che l'Inghilterra rinunciasse al Canada! Finalmente Inglesi e Americani si accordarono: i primi conservarono il Canada, ma rinunciarono ai territori oltre il Mississipi. La Francia recuperava Saint-Pierre e Miquelon e otteneva alcuni vantaggi sulle Antille e in India.
Il trattato di pace definitivo fu firmato a Versailles il 3 settembre 1783. La Spagna recuperava la Florida e Minorca; più tardi doveva restituire alla Francia la Luisiana. Di fatto i veri vincitori erano gli Americani. Alla fine del 1783 le ultime navi inglesi lasciavano New York: occorreva ormai organizzare una nuova nazione.
La vittoria americana ebbe considerevoli ripercussioni in Europa: fece precipitare la crisi finanziaria della monarchia francese, causa immediata della Rivoluzione, proprio mentre la Dichiarazione d'Indipendenza, l'esempio di un'insurrezione per la libertà e il diritto dei popoli accendeva i partigiani delle riforme. Più tardi emersero le conseguenze della libertà per l'America Latina.
L'ORGANIZZAZIONE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA
Molti problemi attendevano i governanti del nuovo stato: era necessario unificare dei territori assai gelosi della propria indipendenza; versare le paghe e le pensioni promesse ai combattenti, creare una moneta stabile, elaborare una costituzione che doveva soddisfare esigenze contradditorie ecc... Certamente, il complesso dei territori era molto ricco e le rovine della guerra relativamente limitate.
Non esisteva un vero potere esecutivo. Il congresso era una semplice assemblea di delegati, in cui era richiesta l'unanimità per le decisioni: esso presiedeva alla guerra, agli affari esteri ecc... ma non aveva alcun diritto sugli stati singoli, che restavano sovrani.
Questi rifiutavano di imporre diritti fiscali o doganali per garantire entrate al Tesoro. Inoltre, si facevano tra loro concorrenza economica, e ci furono persino degli scontri armati tra il Connecticut e la Pennsylvania. Gli Inglesi ne approfittavano per smerciare i loro prodotti e manufatti, a detrimento della piccola industria americana creata durante la guerra d'Indipendenza.
Occorreva inoltre risolvere il problema dell'Ovest, dove i pionieri si insediavano sempre più numerosi.
Nel 1787 l'Ovest fu proclamato proprietà federale e diviso in territori: quelli che avevano meno di 5.000 abitanti erano amministrati dal congresso; quelli compresi tra i 5.000 e i 60.000 abitanti avevano il diritto di eleggere delle assemblee; oltre i 60.000 abitanti potevano formare uno stato, che sarebbe entrato a far parte dell'Unione. La vittoria del principio federale doveva assicurare l'avvenire degli Stati Uniti e la loro prodigiosa espansione.
LA COSTITUZIONE DEL 1787
(testo originale nell'inserto)
Quasi tutti gli stati, nel corso della lotta per l'indipendenza, si erano dati costituzioni particolari e differenti, ma non esisteva ancora nè governo nè costituzione a livello federale e ogni stato continuava a fare la propria politica interpretando talvolta a proprio modo il trattato firmato con l'Inghilterra.
Nel maggio del 1786 si riunì a Philadelphia, sotto la presidenza di Washington, una Convenzione incaricata di mettere a punto le leggi commerciali e di discutere su un governo federale.
La Costituzione del 1787 realizzava un compromesso su molti piani. Ispirata alle idee di Montesquieu sulla separazione dei poteri, assicurava la forza dell'esecutivo grazie al regime presidenziale.
Eletto per quattro anni da elettori speciali, i quali vengono a loro volta eletti in ogni stato, il presidente, assistito da un vice-presidente, rappresenta il popolo degli Stati Uniti e detiene un potere corrispondente in Inghilterra a quello del re e del primo ministro insieme.
L'elezione di George Washington a primo presidente degli U.S.A., nel 1789, rafforzò ulteriormente il prestigio della carica.
Due Camere esercitano il potere legislativo: la Camera dei rappresentanti e il Senato. Le due Camere votano le leggi, ma le leggi finanziarie devono essere presentate anteriormente alla Camera dei rappresentanti, mentre il Senato ha certe prerogative in materia di politica estera. Inoltre il Senato può trasformarsi in Alta Corte per giudicare i cittadini messi sotto accusa dalla Camera dei rappresentanti.
Per assicurare la separazione tra il legislativo e l'esecutivo, il presidente americano sceglie i ministri al di fuori del congresso davanti al quale non sono responsabili.
Sopra alle leggi, all'interpretazione della costituzione e agli uomini stessi, c'è la Corte Suprema, i cui sette giudici sono nominati a vita dal presidente, per assicurare loro una completa indipendenza.
La Corte Suprema giudica se le leggi sono conformi alla costituzione e ai diritti naturali; essa risolve i contrasti tra gli stati e i conflitti tra cittadini e amministrazione.
La costituzione fu completata con dieci emendamenti che costituivano una specie di Dichiarazione dei Diritti che garantivano tutte le libertà individuali, la libertà di stampa e le libertà religiose.
Il congresso scelse infine il distretto di Columbia per edificare la capitale federale.
INDICE
I colonizzatori del nord-America pag. 1
Guerra d'indipendenza e formazione degli USA pag. 3
Prima della Rivoluzione Americana pag. 3
La Dichiarazione d'Indipendenza pag. 4
Washinghton evacua New York pag. 6
La capitolazione di Saratoga pag. 7
L'intervento francese: il marchese di La Fayette pag. 8
L'entrata in guerra della Francia e della Spagna:
l'ambasciata di La Fayette a Parigi pag. 9
Rochambeau e De La Grasse: la capitolazione di
Yorktown pag. 10
La pace di Versailles e l'indipendenza degli Stati
Uniti pag. 11
L'organizzazione degli Stati Uniti d'America pag. 12
La costituzione del 1787 pag. 13
I presidenti americani dal 1789 ad oggi pag. 15
I 50 stati degli USA oggi pag. 18
Indice pag. 22
Bibliografia pag. 24
Documenti
1) la dichiarazione d'indipendenza (testo inglese)
2) la costituzione americana (testo inglese)
BIBLIOGRAFIA
I mondi dell'uomo vol.4 ARNOLDO MONDADORI EDITORE - 1975
Atlante storico vol.2 FRATELLI FABBRI EDITORI - 1965
La grande storia universale vol.9 FRATELLI FABBRI EDITORI - 1965
L'America dei mondiali 94 vol.6 LA STAMPA 7-6-1994
The declaration of indipendence.
The constitution of the U.S.A. INTERNATIONAL COMUNICATION AGENCY EMBASSY OF THE UNITED STATES OF AMERICA
Conoscere vol.vari FRATELLI FABBRI EDITORI - 1962
L' America della TWA - piccola guida degli Stati Uniti GARZANTI EDITORE - 1984
PRESIDENTI AMERICANI DAL 1789 AD OGGI

George Washinghton
1789-1797
John Adams
1797-1801
Thomas Jefferson
1801-1809
James Madison
1809-1817
James Monroe
1817-1825
Jhon Quincy Adams
1825-1829
Andrew Jackson
1829-1832
Martin Van Buren
1837-1841
Henry Harrison
1841
John Tyler
1841-1845
James Polk
1845-1849
Zachary Taylor
1849-1850
Millard Fillmore
1850-1853
Franklin Pierce
1853-1857
James Buchanan
1857-1861
Abraham Lincoln
1861-1865
Andrew Johnson
1865-1869
Ulysses S. Grant
1869-1877
Rutherford Hayes
1877-1881
James Garfield
1881
Chester Arthur
1881-1885
Grover Cleveland
1885-1889 e
1893-1897
Benjamin Harrison
1889-1893
William McKinley
1897-1901
Theodore Roosevelt
1901-1909
William H. Taft
1909-1913
Woodrow Wilson
1913-1921
Warren G. Harding
1921-1923
Calvin Coolidge
1923-1929
Herbert Hoover
1929-1933
Franklin Roosevelt
1933-1945
Herry Truman
1945-1953
Dwight Eisenhower
1953-1961
John F. Kennedy
1961-1963
Lindon Johnson
1963-1969
Richard Nixon
1969-1974
Gerald Ford
1974-1977
Jimmy Carter
1977-1981
Ronald Regan
1981-1989
George Bush
1989-1993
Bill Clinton
1994-2002
I COLONIZZATORI DEL NORD AMERICA
LE COLONIE INGLESI
Gli Inglesi, nell'anno 1584 mentre regnava la regina Elisabetta I, fondarono la loro prima colonia nell'America settentrionale. La guida di questi primi coloni fu Sir Gualtiero Raleigh, che diede a questa terra il nome di Virginia. Altre colonie inglesi sorsero in seguito, a nord e a sud della Virginia, sempre lungo la costa atlantica del continente. Nelle colonie del nord, che avevano un suolo non molto fertile e un clima piuttosto rigido, si formò una popolazione di piccoli agricoltori, pescatori e artigiani, gente rude e molto laborisa. Nelle colonie del sud, invece, poste in territori fertilissimi e con clima caldo, sorsero immense piantagioni di cotone, tabacco e riso. I proprietari di queste piantagioni si arricchirono enormemente e, da semplici agricoltori, divennero grandi proprietari di terre. Le loro piantagioni richiedevano un gran numero di braccia che lavorassero la terra e raccogliessero le enormi quantità di prodotti. Si incominciò allora a deportare in America migliaia di negri catturati nei loro villaggi africani. Essi venivano venduti come schiavi e impiegati nel lavoro delle piantagioni.
LE COLONIE FRANCESI
I Francesi si stabilirono lungo una fascia di territorio mol-to più interna. Essi fin dal 1534 avevano scoperto la foce del San Lorenzo, il fiume che oggi segna il confine meridionale del Canada. Nel 1608 fondarono Quebec che attualmente è un'importantissima città canadese. Da qui, seguendo il corso del fiume, si inoltrarono nel continente fino a raggiungere la regione dei grandi laghi; poi scendendo lungo il corso del fiume Mississipi, raggiunsero, dopo un lunghissimo cammino, il Golfo del Messico. Sul loro percorso lasciarono una serie di ben 60 fortini che testimoniavano il loro dominio su quelle terre. All'immenso territorio prercorso diedero il nome di Luisiana, in onore del loro re Luigi XIV.
Le colonie francesi erano formate da esploratori, soldati, cacciatori di pelliccie e missionari: essi non divennereo mai molto numerosi ed ognuno desiderava tornare al più presto nella patria lontana.
LE COLONIE OLANDESI
Gli Olandesi che si recarono in America non erano nè coloni nè soldati, ma ricchissimi mercanti. Essi costruirono magazzini e porti commerciali in diversi punti della costa. Nel 1624 acquistarono dai Pellirosse un'isoletta rocciosa nella baia del fiume Hudson, pagando l'equivalente di 25 dollari. Questa isola si trovava in un'ottima posizione per l'approdo, lo scarico e il carico di un gran numero di navi. Sull'isola gli Olandesi costruirono grandissimi magazzini e, accanto, le loro caratteristiche abitarioni.
In ricordo della loro patria lontana, chiamarono la città che stava per sorgere Nuava Amsterdam. In seguito gli Inglesi tolsero agli Olandesi Nuova Amsterdam, ormai divenuta un attivissimo porto, e la chiamarono New York.
Quando le colonie inglesi iniziarono la loro espansione verso l'interno del continente, si dovettero arrestare davanti al territorio della Luisiana. Tra la Francia e l'Inghilterra, in qel tempo già nemiche in Europa, scoppiò una guerra coloniale che durò moltissimi anni. Alla fine i coloni inglesi rimasero gli unici padroni della parte orientale del continente. Davanti a loro, oltre ai monti Allegani, si estendevano immense e sconosciute praterie, abitate da un popolo guerriero: i Pellirosse; gli Inglesi chiamarono quelle terre "Far West". Un giorno sarebbero giunti fin là a fondare fattorie agricole, industrie e città.
Così, mentre l'America centrale e quella meridionale subivano ancora lo sfruttamento dei conquistatori, l'America settentrionale diventava la patria di un nuovo popolo di pacifici e laboriosi coloni.
I 50 STATI DEGLI U.S.A., OGGI
Dal 4 luglio 1960, giorno anniversario dell'indipendenza americana, una nuova stella si aggiunge alle altre della bandiera americana: è la cinquantesima. Essa rappre-senta le isole Hawaii che, con una legge dell'agosto 1959, sono entrate a far parte della grande Confederazione Americana. Ognuna delle cinquanta stelle poste su campo azzurro nella bandiera degli U.S.A. rappresenta uno stato. Le sette strisce rosse e le sei strisce bianche della bandiera, simboleggiano i 13 Stati originali, cioè le antiche colonie britanniche divenute indipendenti il 4 luglio 1776. Gli Stati Uniti sono attualmente una confederazione di 50 Stati, tutti a regime repubblicano, tranne il distretto federale, chiamato distretto Columbia, nel quale ha sede la capitale Washinghton. Essa fu creata appositamente (il governo vi si installò nel 1800) perchè gli U.S.A. avessero un centro politico distinto dalle varie capitali.
DATA E ORDINE IN CUI GLI STATI ENTRARONO A FAR PARTE DEGLI U.S.A.
DELAWARE
1787

PENNSYLVANIA
1787

NEW JERSEY
1787

GEORGIA
1788

CONNECTICUT
1788

MASSACHUSETTES
1788

MARYLAND
1788

SOUTH CAROLINA
1788

NEW HAMPSHIRE
1788

VIRGINIA
1788
10°
NEW YORK
1788
11°
NORTH CAROLINA
1789
12°
RHODE ISLAND
1790
13°
VERMONT
1791
14°
KENTUCKY
1792
15°
TENNESSEE
1796
16°
OHIO
1803
17°
LOUISIANA
1812
18°
INDIANA
1816
19°
MISSISSIPPI
1817
20°
ILLINOIS
1818
21°
ALABAMA
1819
22°
MAINE
1820
23°
MISSOURI
1821
24°
ARKANSAS
1836
25°
MICHIGAN
1837
26°
FLORIDA
1845
27°
TEXAS
1845
28°
IOWA
1846
29°
WISCONSIN
1848
30°
CALIFORNIA
1850
31°
MINNESOTA
1858
32°
OREGON
1859
33°
KANSAS
1861
34°
WEST VIRGINIA
1863
35°
NEVADA
1861
36°
NEBRASKA
1867
37°
COLORADO
1876
38°
NORTH DAKOTA
1889
39°
SOUTH DAKOTA
1889
40°
MONTANA
1889
41°
WASHINGHTON
1889
42°
IDAHO
1890
43°
WYOMING
1890
44°
UTAH
1896
45°
OKLAOMA
1907
46°
NEW MESSICO
1912
47°
ARIZONA
1912
48°
ALASKA
1958
49°
HAWAII
1959
50°
3

Esempio