La Rivoluzione Americana

Materie:Appunti
Categoria:Storia

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LA RIVOLUZIONE AMERICANA

L’America entrata nella storia da appena quattro secoli, è la più nuova delle grandi nazioni: ma da molti punti di vista, è la più interessante.Su essa, infatti, ha agito la maggior parte delle forze che hanno creato il mondo moderno: imperialismo, nazionalismo, immigrazione, industrialismo, scienza, religione, democrazia e libertà; ed essa è oggi, nonostante la giovane età, la più vecchia democrazia, e si fonda sulla più vecchia Costituzione scritta del mondo, basata sul principio della libertà dell’individuo.
Per raccontare la storia degli Stati Uniti non è necessario iniziare dalla scoperta dell’America, ma dalle prime colonizzazioni inglesi del Nordamerica avvenute dall’inizio del ‘600 sino alla fine del ‘700.Fu una colonizzazione intensa avvenuta per mezzo di compagnie commerciali, speculatori, e singoli grandi proprietari interessati al possibile guadagno nello sfruttare le colonie e per mezzo di minoranze religiose in cerca di quella libertà negata in patria dall’assolutismo degli Stuart.
Ben presto le attività principali dell’America del nord furono essenzialmente quelle commerciali-industriali (pellicce, legname, pesce, olio) e in gran misura aziende contadine; queste ultime incentrate soprattutto sulle piantagioni (tabacco, riso e, più tardi cotone).Tutto il “sistema” si fondava sulla grande proprietà e si reggeva sul lavoro dei primi schiavi reclutati in Africa.
Tutta l’economia delle colonie inglesi, divenute tredici alla fine del ‘600, era strettamente integrata con quella della madrepatria, che si riservava il monopolio di tutti i commerci (Staple Act 1663).
Solo le navi inglesi potevano accedere ai porti delle colonie del Nord, e tutte le merci europee dirette li, dovevano prima passare per la Gran Bretagna. Si cercò, inoltre, di ostacolare in tutti i modi, il progredire dell’industria locale per evitare che il continente producesse non solo il suo fabbisogno ma, una volta avviata tale produzione, ostacolasse il mercato della madrepatria.
Sul piano politico le colonie erano poste sotto il controllo di un Governatore inglese di nomina regia. Ma ogni colonia ben presto costituì una propria assemblea legislativa, eletta dai cittadini, con cui cercava di rivendicare una libertà d’iniziativa economica e di condizionare i poteri del governatore. Ma le 13 colonie erano ancora troppo deboli perché potesse svilupparsi una vera e propria ribellione alla madrepatria.
Passarono qualche decina d’anni, poi queste colonie, in seguito allo sviluppo della popolazione, vennero trovarsi in lotta con le vicine colonie francesi del Canada e della Luisiana.Durante le guerre di successione spagnola in Europa (1770-14) e dei sette anni (1756-63), i coloni inglesi riuscirono a conquistare il Canada e la Luisiana. Tuttavia i rapporti tra le colonie e la madrepatria peggiorarono proprio dopo il 1763. Il governo inglese, infatti, vietò ai coloni lo sfruttamento dei nuovi territori conquistati, che vennero sottoposti sotto il diretto controllo della corona. Non solo: fece ricadere sui propri domini coloniali le spese occorrenti alla difesa e all’amministrazione dei territori conquistati aumentando le imposte e i dazi doganali.
I coloni naturalmente reagirono, anche perché, vinta la dominazione Francese in Canada e Luisiana non avevano più bisogno della protezione della madre patria. Essi, si sentivano in dovere di pretendere una loro rappresentanza nel parlamento inglese. Ma il governo britannico, piuttosto che concedere tale rappresentanza, ritirò la tassa di bollo. Sennonché, nel 1767, il parlamento inglese, per sostituire il mancato gettito del bollo impose forti dazi su the, carta, vetro, tessuti. I coloni decisero di boicottare tali merci, evitandone l’import e il consumo; andarono poi con la protesta anche oltre; famoso resta l’assalto alla nave del the che fu affondata nel porto di Boston.
Londra reagì con il Boston Port Act chiudendo il porto e sostituendo in tutte le colonie i giudici americani con propri funzionari.La ribellione divenne guerra.
In due storici congressi a Filadelfia (1774 e 1776), i delegati di tutte le 13 colonie decisero con la “dichiarazione dei diritti e dei reclami” di boicottare totalmente tutte le merci inglesi e di istituire un vero e proprio esercito in comune (una milizia irregolare, i minute man), affidandone il comando a Gorge Washington. Inoltre emanarono la Dichiarazione d’Indipendenza (1776), che sancì la definitiva rottura con la madrepatria.
Era il primo passo per la nascita degli stati uniti d’america.
In Europa ovviamente il conflitto trovò Francia, Spagna e Olanda favorevoli ai coloni, ma trovò poi anche una nuova coalizione del governo inglese pronta a raggiungere un accordo con le colonie americane. Con il preliminare del 30 settembre 1783, poi sancito con il Trattato di pace di Versailles il 3 novembre dello stesso anno, l’Inghilterra riconosce formalmente l’indipendenza delle ex 13 colonie americane e la sovranità degli stati uniti.

Esempio



  


  1. manuela

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